20/11/2010, 00:45
20/11/2010, 00:50
[color=blue]Corsi fantasma con i soldi degli scavi
Danno all'erario per 700mila euro, 266 gli indagati. L'attività di formazione non è mai stata autorizzata dal ministero. A Pompei i fondi sono stati utilizzati per coprire gli straordinari tra 1988 e il 1996.
Pompei crolla ma i soldi della Sovrintendenza finiscono a finanziare un corso fantasma per i dipendenti degli scavi. Per l'esattezza corsi di aggiornamento per il personale che non avevano mai ricevuto l'ok dal ministero dei Beni Culturali. Un danno erariale di 700 mila euro. Ed ora ci sono 266 indagati con l'accusa di truffa ai danni dello Stato tra cui l'ex direttore amministrativo pro-tempore della Sovrintendenza pompeiana Luigi Crimaco. Questo il bilancio di una indagine della Procura di Torre Annunziata e condotta dalla Gdf. I 266 indagati, 265 sono dipendenti della Sovrintendenza, sono stati deferiti all'autorità giudiziaria. Si apre così un nuovo capitolo nella vicenda della martoriata città romana distrutta dall'eruzione del Vesuvio del 79 dC.
Le indagini delle Fiamme gialle hanno evidenziato che i fondi stanziati dalla Sovrintendenza di Pompei per la realizzazione del corso che non era mai stato autorizzato dal ministero, sarebbero stati utilizzati per retribuire un debito ormai prescritto maturato per il mancato pagamento di ore di straordinario fatte tra il 1988 e il 1996. Il corso fu istituto dopo la minaccia delle diverse sigle sindacali - Fp Cgil, Fps Cisl, UilPa, PlpBac, UnsaSnabca e Intesa - di sciopero e quindi di bloccare gli scavi. Crimaco, ricostruiscono i pm, autorizzò così nel 2006 lo svolgimento del corso come espediente per distribuire «indebite indennità di straordinario». Queste, infatti, erano prescritte. Poi istituì anche una commissione ad hoc per convertire le ore di straordinario in ore di corso per ciascun partecipante. Il corso fu poi effettuato dal 5 giugno di quell'anno al 5 ottobre. I moduli di lezione, però, variavano per ciascun dipendente sebbene i contenuti didattici fossero invariati e il corso durava dei mesi. Ed è stata questa anomalia ad attirare l'attenzione delle Fiamme gialle. «In alcuni casi - sottolinea il procuratore Diego Marmo - i coordinatori incaricati alla predisposizione dei corsi ricoprivano anche il ruolo di discenti, percependo quindi un doppio compenso. Infine, i test valutativi di fine corso non sono stati mai corretti o valutati».
I dipendenti-discenti frequentavano le lezioni nelle stesse ore in cui erano in servizio in turni dentro gli scavi, sia a Pompei che a Ercolano, Oplonti, Boscoreale o Castellammare, non certo in aula dunque, e senza coordinatori presenti. La Procura di Torre Annunziata indaga inoltre su una ipotesi di reato in danno della Sovrintendenza, per quanto concerne interventi di ricostruzione del teatro Grande e della Caserma dei gladiatori. Ma nonostante siano due indagini distinte, è facile associare i 700mila euro che sarebbero stati distratti da altre finalità per andare a finanziare un corso di formazione «fantasma», alle mura crollate della domus dei gladiatori rimaste senza le dovute attenzioni.[/color]
20/11/2010, 11:48
20/11/2010, 13:20
rmnd ha scritto:
Diamola ai tedeschi...è meglio..
...e lasciate in pace quel povero cristo di Bondi che non ha nessuna colpa.
20/11/2010, 13:32
Quoto!!! Però, devo ammettere che Bondi ha risposto in modo convincente!!! Forse perchè è un politico!? Comunque non dimentichiamoci che la colpa non è solo sua, ma di tutta la politica compresa quella passata, anzi forse (destra o sinistra che sia) la maggior parte della colpa è proprio degli ex politicanti!Thethirdeye ha scritto:Ronin77 ha scritto:
che batosta...
Credo che una raffica di schiaffi come quella che Travaglio
ha dedicato a Bondi in questa occasione, non si sia mai vista
nella storia della televisione.
Ad un certo punto mi ha fatto quasi pena....
21/11/2010, 21:19
21/11/2010, 21:53
vimana131 ha scritto:
«Secondo il ministero - spiega il presidente del Comitato - i siti archeologici che nel 2009 hanno avuto meno di 200mila visitatori sono da considerarsi piccoli e per questo vengono esclusi dai bandi di gara per l’affidamento della gestione dei servizi cosiddetti aggiuntivi, come biglietteria e bookshop».
21/11/2010, 21:55
Lawliet ha scritto:
Tranne quella di essere ministro dei beni culturali nonostante la sua profonda ignoranza a riguardo. Pompei affidiamola all'ONU piuttosto.
21/11/2010, 21:58
rmnd ha scritto:
Ma giusto o sbagliato che sia un ministro politico non è quasi mai tenuto ad essere uno specialista o un fine conoscitore delle tematiche che il suo ministero implica. Anche per questo un ministro ha una pletora di consulenti.
21/11/2010, 22:18
22/11/2010, 17:44
Allora Bondi ha persone incopetenti sotto di lui! Prodotti per i capelli............................!!!!!!!?????????Thethirdeye ha scritto:rmnd ha scritto:
Ma giusto o sbagliato che sia un ministro politico non è quasi mai tenuto ad essere uno specialista o un fine conoscitore delle tematiche che il suo ministero implica. Anche per questo un ministro ha una pletora di consulenti.
Infatti..... tra i consulenti di Bondi ci sono persone della protezione civile, un ex carabiniere in pensione.... e uno che si occupa di prodotti per i capelli.
Dei veri specialisti..... santo Dio.
27/11/2010, 14:33
01/12/2010, 12:08
01/12/2010, 13:02
01/12/2010, 13:15
' ECCO LA GEOGRAFIA DELL' ITALIA CHE CROLLA'
[color=red]Repubblica — 21 giugno 1992 pagina 22 sezione: CRONACA
ROMA - Crolli & Rovine. Il ministero dei Beni Culturali cerca fondi per disegnare la carta del rischio e intanto da ogni regione i soprintendenti lanciano un allarme dopo l' altro. Un giro di pareri e si scopre che mezza Italia potrebbe scomparire in pochi anni. Dal campanile di Santa Giustina a Padova che, come la torre di Pavia, rischia di sbriciolarsi alle tremila ville venete, duemila delle quali versano in condizioni gravissime, dal centro storico di Pienza, al complesso di Santa Chiara a Urbino, il cui giardino pensile rischia di crollare. Dalla torre del Castello di Feltre, in costante pericolo, ai mali nascosti delle basiliche di Assisi, fino al degrado della zona Etrusca, i parchi di Veio e Cerveteri, le tombe di Tarquinia. E poi le mura di Lucca, il tempio di Segesta, abbandonato a se stesso, la valle di Agrigento in balia dei turisti. Non è una lista di lamentazioni, ma regione per regione, una geografia dei capolavori ad alto rischio. Veneto. Le antiche ville. Secondo il soprintendente Guglielmo Monti, il sessanta per cento di queste ha bisogno di urgenti riparazioni". Per non parlare di Venezia, delle sue chiese ormai preda dei vandali, in attesa di restauri costosissimi. Friuli Venezia Giulia. Una soprintendenza ricca: cinquanta miliardi l' anno che evidentemente danno frutti. E' l' unica regione d' Italia senza monumenti ad alto rischio. Situazioni di collasso strutturale soltanto in qualche antico maniero abbandonato. Liguria. Tre miliardi di lire dallo stato per tutelare il patrimonio d' arte regionale. "Troppo pochi", assicurano i responsabili. Tra i monumenti in pericololo la chiesa di San Lorenzino di Varigotti, priva di copertura e il campanile di San Biagio a Final Borgo, con problemi statici ancora da quantificare in assenza dei fondi per un monitoraggio della struttura". Toscana. Oltre alla Torre di Pisa, simbolo del "rischio d' arte" regionale, altre decine di monumenti in Toscana sono minacciati dall' inquinamento, dal traffico, vittime di mancati interventi. Dalle mura di Lucca alle torri di San Gimignano, dalla cattedrale di Pienza alla Fortezza Vecchia del porto Mediceo di Livorno. Pieno di crepe il centro storico di Firenze, ed in particolare il loggiato degli Uffizi. Preoccupazioni anche per Palazzo Strozzi e per Palazzo Pitti. La sola manutenzionedei monumenti richiederebbe fra i 30 e i 50 miliardi, la soprintendenza ne possiede solo 7. Marche. Sono otto i ' punti caldi' nella cinta muraria di Urbino e si parla di 40 miliardi necessari ad un completo restauro. Rischio di crollo anche per le cinquecentesche mura della città di Pesaro. Drammatica la situazione dei paesini della riviera. Hanno bisogno di restauri il centro antico di porto San Giorgio, il cinquecentesco palazzo comunale di Senigallia. Lazio. Poche parole. Roma, con tutti i suoi tesori, soprattutto archeologici, è in una situazione disperata. Ma l' Etruria, la terra delle tombe etrusche non è in migliori condizioni. Basta ascoltare il soprintendente ai beni artistici e archeologici dell' Etruria meridionale, Giovanni Scichilone. "Sarei disposto a correre il rischio di perdere il Colosseo e anche le tombe di Tarquinia - dice - purchè questo servisse a far capire all' opinione pubblica e ai politici i rischi immani che corre tutto il nostro patrimonio nazionale che sta vivendo una spaventosa, lentissima agonia". Umbria. Pieni di crepe i complessi monumentali di Orvieto e di Assisi, ma anche Gubbio con il suo palazzo dei Consoli, e tutti i borghi d' arte, compresi Spoleto e Todi apparentemente in ottima salute. Abruzzo. In pericolo decine di castelli medievali, innumerevoli palazzi gentilizi, fontane, interi centri storici minacciati da frane e dissesti. Quasi del tutto abbandonato il patrimonio archeologico, diffusissimo e prezioso. Campania. Forte stato di degrado nei complessi monumentali e artistici di Napoli, e nelle grandi aree archeologiche di Pompei, Ercolano, della zona flegrea e del casertano. Allarme rosso per l' anfiteatro di Santa Maria Capua Vetere, seconda grave emergenza in Italia dopo il Colosseo. In condizioni disastrose il Tempio di apollo, nella zona Flegrea Puglia. Il teatro Petruzzelli è ancora un grande catino a cielo aperto a otto mesi dall' incendio che lo ha distrutto. Tutto il patrimonio del Barocco attende da decenni interventi di restauro. Sicilia. Sono moltissimi nell' isola i beni archeologici e monumentali in crisi. A partire dallo scempio del centro storico di Palermo, passando per palazzo del Gattopardo a Palma di Montechiaro. E poi i resti del tempio di Segesta, in provincia di Trapani, le centinaia di chiese e palazzi barocchi nel ragusano, fino alla valle dei Templi di Agrigento. [/color]