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Blissenobiarella ha scritto:
Allora adesso mi porti i i cognomi di tutti i carcerati a dimostrazione della tua tesi...
La famiglia può uccidere più della criminalità. La terribile escalation di omicidi commessi tra le mura domestiche, uno su tre, è diventata un triste primato. Lo rivela il Rapporto Eures relativo agli anni 2005-2006, secondo il quale i delitti che si consumano all’interno dello stesso nucleo familiare sono al primo posto con il 31,7% del totale nazionale, con 195 casi registrati sui complessivi 621 nel 2006.
Il fenomeno è in netto aumento (+12,1%), come testimoniano gli episodi di cronaca nera all’ordine del giorno, e continua a caratterizzare principalmente il Nord (94 vittime, pari al 48,2%), seguito dal Sud (62 vittime, 31,8%) e dal Centro (39 vittime, 20%). È l’arma da taglio lo strumento mortale più utilizzato (31,3% dei casi), e nove volte su dieci la vittima dei delitti ‘privati’ è la donna.
Se al Sud al primo posto svettano gli omicidi compiuti dalla criminalità organizzata (44,6%) e i delitti all’interno delle abitazioni si attestano al 19,2% (62 casi nel 2006), è il Nord, in particolare la Lombardia a conservare anche per il 2006 la maglia nera delle vittime del focolare domestico, pur registrando un leggero calo rispetto al 2005 (da 34 a 30). Tra le regioni che destano maggior allarme sociale anche il Veneto, con 22 omicidi, e la Campania (18).
Sto parlando di delinquenza...non di tragedie familiari.
Non confondiamo sempre le acque come con la spazzatura urbana di Napoli e le scorie industriali.
Ma cerchiamo di essere sopra certi pregiudizi e anti-pregiudizi.
Se al nord come nel resto d'Italia la maggior parte dei reati commessi da italiani è di nascita o di origine quasi esclusivamente meridionale, il motivo è il medesimo se applicato agli stranieri di aree disagiate o i neri d'america.
Chi commette reato ha alle spalle una situazione propria e familiare disagiata oppure (e forse è lo stesso) appartiene per retaggio familiare a qualche organizzazione criminale.
Non è un fatto genetico, ma storico e sociale.
La maggior parte dei meridionali al nord e al sud sono gente per bene, ma la maggior parte dei criminali al nord, sono di nascita o d'origine meridionale.
Perchè scandalizzarsi?
Non sono più virtuosi per dna, ma semplicemente i settentrionali di origine , in generale provengono da situazioni familiari più tranquille e storicamente fenomeni di criminalità organizzata al nord sono assenti negli ultimi secoli di storia italiana.
(e ripeto a scanso di equivoci. Ciò vale anche per le famiglie meridionali al sud quanto al nord, ma se c'è un disagio sociale che sfocia nell'illegalità, se c'è un familiare con precedenti penali, è più facile che questo lo si riscontri in una famiglia di origine meridionale, con tutte le sfumature e distinguo, perchè anche il meridione non è un'unica entità ma un caleidoscopio culturale come il nord).
Detto questo, non strumentalizzo i fatti di cronaca odierni. Non li ho neanche considerati anche se non devono essere sottovalutati . Riguardo poi al caso della ragazza di Brescia, per me il nord africano è innocente fino a condanna definitiva e se poi fosse lui l'assassino non per questo incolpo quelli della sua nazione (non parlo neanche di etnia).
Il mio vuol essere solo un discorso più generale, e non è possibile che ogni volta che si tenti di affrontarlo in modo crudo e senza buonismi politically correct si passi immediatamente per razzisti.