Legge Gelmini contro i Baroni e per gli studenti?.Posted on 28 novembre 2010 by vitocerullo
http://vitocerullo.wordpress.com/2010/1 ... -studenti/Ricevo e pubblico un estratto della lettera che alcuni prof. dell’università di Parma inviano ai politici.
“Le dimostrazioni di piazza di questi giorni, bollate come al solito e superficialmente come vecchie e sciocche, sono frutto del desiderio di farsi sentire da un governo e un ministro che in questi mesi, a testa bassa, si sono nascosti dietro formali audizioni con le parti senza pero’ ascoltare davvero.
Perche’ in realta’ non c’e’ interesse a migliorare davvero la nostra universita’. Sarebbe troppo lungo elencare e motivare qui tutte le ragioni di questa mia convinzione, che poi e’ di tanti. Sarebbero appunto necessari degli incontri seri di approfondimento per questo, ma alcuni quesiti glieli voglio lasciare sperando che insinuino in Lei qualche ragionevole dubbio.
Perche’ la Gelmini dice che il suo DDL e’ contro i baroni e sono proprio questi che non stanno protestando?
Perche’ la Gelmini dice che il suo DDL e’ contro i baroni e proprio lei ha voluto che le commissioni per i concorsi fossero composte solo da ordinari? Non mi risulta che le baronìe alberghino tra professori associati e ricercatori.
Perche’ la Gelmini dice che il suo DDL modernizza l’universita’ italiana e poi la sommerge di norme e regole che la soffocheranno nella burocrazia?
Perche’ la Gelmini dice che il suo DDL e’ per gli studenti e poi elimina il reddito come parametro per l’attribuzione delle borse di studio?
Perche’ la Gelmini dice che il suo DDL e’ per gli studenti e poi, con il blocco sostanziale del turnover, peggiora il rapporto studenti/docenti che gia’ e’ piu’ alto della media OCSE?
Perche’ la Gelmini dice che il suo DDL e’ per le nuove generazioni e poi rende cosi’ incerto il cammino per i futuri ricercatori e professori che molti, giustamente, preferiranno andare in altri Paesi?
Perche’ la Gelmini dice che il suo DDL e’ a favore dei giovani e penalizza, sia per stipendi che per speranze di carriera, proprio gli attuali ricercatori dove si colloca la maggior parte dei giovani attualmente al lavoro nei nostri atenei?
Perche’ la Gelmini dice che ci sono i fondi e invece il bilancio, tra i tagli gia’ previsti e il rifinanziamento di 800 milioni, porta ancora ad un netto di -300 milioni per cui sara’ appena sufficiente pagare gli stipendi e non certo reclutare nuovi ricercatori e promuovere gli attuali che se lo meritano?
Perche’ la Gelmini dice di volere il bene dell’universita’ pubblica e poi apre la strada a E-Campus di CEPU, portando lo stesso on. Barbareschi a dire alla Camera che “simili decisioni finiscono per portare al rimbecillimento”?
Bloccate il DDL (politici ndr) e con serenita’, lucidita’ e competenza prepariamo (tutti ndr) una vera riforma senza consultare i soliti baroni, piu’ pratici di aule parlamentari che di aule universitarie, di pagine di giornale che di pagine di testi scientifici.
Spero di potere contare sulla Sua riflessione approfondita. Cordialmente saluto.”
Riforma Università: la baronessa Gelminihttp://bourbaki.blog.lastampa.it/bodego ... lmini.htmlTenete a mente le parole del ministro Gelmini rivolte a studenti, ricercatori e precari della ricerca: "voi difendete i baroni". E giù a spiegare quanto la sua riforma metta fine ai privilegi di pochi e dichiari guerra alla parentopoli universitaria.
Bene, state sicuri che questi baroni non saliti sui tetti a prendere freddo, sotto la pioggia o sotto la neve. E' gente importante, come per esempio Luigi Frati, il rettore del La Sapienza. Non c'è niente di nuovo nel dire che è un barone: L'Espresso qualche anno fa ha fatto un'inchiesta su di lui. Ma a parte questo, quando si parla di parentopoli si guarda sempre agli atenei del Sud, mentre della parentopoli in Sapienza si glissa...
Il tanto decantato emendamento anti-parentopoli voluto dalla Gelmini dice che c'è il divieto di chiamata, da parte delle università, per docenti che abbiano una parentela ''fino al quarto grado compreso con un professore appartenente al dipartimento o struttura che effettua la chiamata ovvero con il rettore, il direttore generale o un consigliere di amministrazione dell'ateneo''
Che c'entra in tutto questo Luigi Frati? Il Prof. Luigi Frati tiene famiglia così composta:
Paola Frati (figlia del rettore): prof. Ordinario presso il Dipartimento di Medicina Legale, I facoltà di Medicina e Chirurgia, Università La Sapienza;
Luciana Rita Angeletti (moglie del rettore): prof. Ordinario presso il Dipartimento di Medicina, Sperimentale e Patologia, I facoltà di Medicina e Chirurgia, Università La Sapienza;
Giacomo Frati (figlio del rettore): prof. Associato presso il Dipartimento Cuore e Grossi Vasi, I facoltà di Medicina e Chirurgia, Università La Sapienza.
La cosa da notare à che lavorano in tre dipartimenti diversi.
Certo, direte, sono parenti con il rettore e come tali non potrebbero essere chiamati; quando però sono entrati in ruolo il prof. Luigi Frati non era rettore ma afferente al dipartimento di Medicina, Sperimentale e Patologia. Pertanto anche con la Legge Gelmini la famiglia Frati, a parte la mamma lavorerebbe in Sapienza. E brava Mariastella. Eh no, qui sui tetti di baroni non ce n'erano.
«Con i miei provvedimenti, addio ai Baroni» L'intervista possibile al Ministro Maria Stella Gelmini
http://www.menodizero.eu/prima-pag/97-l ... mini-.htmlMinistro, lei non concede di frequente interviste e sembra preferire altre forme di comunicazione, come quella attraverso internet. Questo scritto le pare autentico? Le passo la stampa della di una pagina dal titolo «Università, addio ai "Baroni"» prelevato da
http://www.governoberlusconi.it/detail.php?id=652. Il Ministro prende il foglio e lo analizza accuratamente.
Si, è autentico. Ma perché mi chiede questo?Era per essere certi della fonte su cui è basata questa intervista. Inoltre questa pagina ha sollevato in me qualche dubbio sugli obiettivi e sul metodo per raggiungerli. Lei sintetizza il disegno di legge in discussione con "addio ai Baroni". All'interno degli atenei sono in molti a ritenere che non vi sia alcuna diminuzione di potere dei baroni.Si sbagliano. Ho eliminato il fuori ruolo. Inoltre c'è un limite al numero massimo di mandati di rettore.La cancellazione del fuori ruolo appare come una mera misura finanziaria, cui gli atenei hanno fatto ampio ricorso per alleggerire i bilanci. Riguardo al numero di mandati dei rettori, mentre lei dichiarava il limite dei due mandati, la maggior parte degli atenei ha rivisto gli statuti, spesso consentendo un terzo mandato per i rettori. Il suo ministero, che pure doveva esprimersi, ha tacitamente approvato gli statuti.Ho ritenuto di dover rispettare le autonomie. Ma per il futuro non sarà più così.Ministro, sa che più del 30% dei rettori italiani superano i 66 anni e che potranno quindi andare in pensione come rettori? Non mi sembra un'efficace azione di contrasto ai baroni.Le ho detto che per il futuro non sarà più così! Anche il merito sarà una voce di bilancio. Infatti ho stabilito che se i conti degli atenei saranno in rosso non si potrà assumereLasciare al proprio posto i responsabili del deficit e sbarrare la strada ai più giovani le è sembrata la cosa più logica? Ministro, non le pare che con questo provvedimento abbia invece penalizzato pesantemente le giovani generazioni di studiosi?Ho diminuito il potere dei baroni cambiando le regole concorsuali.Le commissioni di concorso sono però ora costituite da soli ordinari, che hanno dunque più potere di prima.I professori saranno selezionati da commissari sorteggiati da un elenco creato ad hoc, mentre per i ricercatori si applicheranno parametri riconosciuti in ambito internazionale.A molti la norma sui concorsi dei professori è sembrata fatta apposta per mantenere lo status quo. E' stato inoltre da lei confermata l'abolizione del ruolo dei ricercatori; per diventare ricercatore a tempo determinato c'è solo un concorso locale, in cui il professore di riferimento ha un grande potere discrezionale. I nuovi ricercatori saranno persone con contratto a termine, la cui autonomia di giudizio sarà ben diversa rispetto a quella degli attuali ricercatori. Anche queste sono giudicate da molti negli atenei norme pro e non contro i baroni.Ma saranno più giovani e meglio selezionatiUn ricercatore a contratto dev'essere laureato (25 anni), conseguire il dottorato di ricerca (28 anni) e ottenere degli assegni di ricerca (31-34 anni). A questo punto può diventare ricercatore a tempo determinato; se supera il tenure track e prende l'idoneità nazionale, nella migliore delle ipotesi sarà quarantenne. Non è poi così giovane.Era necessario tagliare gli sprechi. Il governo Berlusconi intende sostenere le realtà migliori: più soldi andranno agli atenei capaci di soddisfare i nuovi criteri qualitativi stabiliti dal ministero e i finanziamenti già elargiti sono oltre 525 milioni di euro, il 7% del Fondo di finanziamento ordinario.Mi pare che lo scorso anno le sia stata già contestata dai rettori una premialità su base territoriale. Le università del Nord premiate; quelle del Sud penalizzate.Sciocchezze. Abbiamo ora una nuova agenzia di valutazione del sistema universitario (Anvur), che esaminerà la qualità degli atenei. In base ai risultati sarà distribuita una parte del Fondo di finanziamento ordinario alle università ed agli enti di ricerca premiando così le realtà migliori. L'esecutivo, per garantire trasparenza, autonomia e indipendenza, ha deciso che sarà il Presidente della Repubblica a individuare i membri del Consiglio direttivo dell'Anvur.Rilevo che l'agenzia non è ancora operativa. Lei dichiara esplicitamente l'obiettivo di voler raggiungere l'eccellenza. Nelle università e nei centri di ricerca molti ritengono che questa sia una delle sue dichiarazioni più velleitarie. Con la significativa riduzione dei finanziamenti, il turn over del personale docente quasi completamente bloccato, gli avanzamenti di carriera ridotti al lumicino, l'eccellenza pare un obiettivo davvero irraggiungibile.Questa è propaganda disfattista. Raggiungeremo l'eccellenza attraverso il risparmio di risorse con una razionalizzazione dei corsi di laurea ed una nuova destinazione del risparmio. Il percorso è tracciato e passa attraverso numerosi provvedimenti già attuati dal governo. Nella sua legge si ridisegna la struttura di governo delle università. In sintesi, si tratta di una semplificazione di organi collegiali e di una drastica riduzione del numero degli attori. Non mi dica che ritiene anche questa una norma anti-baroni.Forse non ha letto che il CdA degli atenei sarà con maggioranza di consiglieri esterni. Le funzioni del CdA sono potenziate. I professori contano meno…Sì, un CdA che ricorda quello delle ASL. Per di più, i cui componenti saranno nominati dal rettore. Forse ci sarà spazio per il sottogoverno politico, ma il potere resta in mano ai baroni.Guardi, le ho descritto un quadro organico di interventi. Molta strada è già stata percorsa dal governo Berlusconi e un lungo tratto resta ancora da battere. L'inversione di tendenza, però, è netta. La saluto.Buon lavoro, ministro
Termina così quest'intervista possibile al ministro Gelmini, fatta di frasi a lei attribuibili (confronta
http://www.governoberlusconi.it/detail.php?id=652) o di concetti espressi in varie occasioni. Il ministro pare credere nel piano organico di rinnovamento delle università, a partire da quello che lei chiama "addio ai Baroni".
Mentre la guardo allontanarsi vestita della corazza delle sue sicurezze, mi sovviene la scena di un grande romanzo, Il gattopardo. In un contesto tipicamente italiano, Fabrizio Corbera, principe di Salina rimane immortale con la frase «Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi!». Tutto sta cambiando. Purtroppo, in peggio. Il sospetto che ci sia in questa riforma una logica gattopardesca è davvero forte.
Che La riforma Gelmini contenga delle norme anti Baroni è solo bluff demagogo. Da SEMPRE gli studenti sono stati contro i baroni e da sempre questi sono stati protetti e si sono autoprotetti...Il Potere, raramente si schiera contro il Potere.