Wikileaks/ Clothianidina – Bayer e avvelenamento Api
Mentre la frenesia dei media su WikiLeaks è incentrata sulla divulgazione di decine di migliaia di documenti militari classificati e documenti del Dipartimento di Stato americano, un documento trapelato dall’Environmental Protection Agency (EPA, ndr) ha creato subbuglio tra i conservatori, gli ambientalisti e gli apicoltori.
La nota del 2 novembre è trapelata da un apicoltore del Colorado, ed indica che l’EPA era ben consapevole del fatto che il pesticida clothianidina pone alcuni gravi rischi per le api ed il miele. Ci sono stati dubbi riguardo a questo prodotto chimico sin dal 2003, ed è già stato vietato in Germania, Francia, Italia e Slovenia a causa della sua tossicità; ma l’EPA ha deciso di spazzare tutto sotto il tappeto, per mantenere il pesticida sul mercato.
La clothianidina, commercializzata come “Poncho” dalla Bayer, è ampiamente utilizzata su mais, così come colza, soia, barbabietole da zucchero, girasoli e grano. Come se i 262 milioni di dollari liquidi, ricavato della coltura dell’anno scorso, non è stato sufficiente, la Bayer vuole continuare ad espandere l’uso del pesticida. E la registrazione originale della società si basava su alcuni dati scientifici scorretti: hanno valutato il raccolto sbagliato, con controlli sbagliati per valutare l’impatto sulle api.
Tutto questo si somma fino a raggiungere alcuni importanti interrogativi riguardo il governo che ha contribuito al collasso della Colony Disorder in quanto hanno consapevolmente consentito alla Bayer di avvelenare le api.
Alla luce della memo trapelato, il National Honey Bee Advisory Board ( il comitato nazionale dei consulenti del miele), la federazione americana di apicoltura, l’associazione di produzione americana di miele, Beyond pesticidi, Pesticide Action Network North America, ed il centro per la diversità biologica ha inviato una lettera chiedendo che l’agenzia prenda urgentemente misure per fermare l’uso di questa sostanza chimica tossica .
La lettera prosegue a sottolineare che queste nuove informazioni indicano un uso eccessivo dell’Ufficio del programma di registrazione condizionale antiparassitari. Questo progetto “rappresenta un fallimento che avrebbe potuto e dovuto essere evitato.” Come risultato, la coalizione chiede una moratoria immediata su questi tipi di registrazione fino a quando il programma viene valutato.
C’è ancora molto che non sappiamo sul Colony Collapse Disorder e la massiccia morte delle api che è stata causata da questa sostanza. Una cosa che sappiamo è che le api sono in difficoltà, e che non è una buona notizia per tutti gli animali (e per l’uomo), che fanno affidamento sulle piante che questi insetti sostengono.
Unisciti alla chiamata per l’EPA per fermare la vendita di Poncho e condurre uno studio approfondito per l’impatto dei pesticidi sulla fauna selvatica.
http://ildemocratico.com/2010/12/29/wik ... mento-api/
Wikileaks diventa un marchio registrato?
La parola Wikileaks, è stata depositata all’ufficio marchi e brevetti della comunita europea OAMI.
A pensarci un cittadino di Augsburg – Hakan Taskin – che in data 29 novembre (Numero del marchio 009560038) e poi successivamente in data 12 dicembre (Numero del marchio 009590563), ha depositato la parola Wikileaks per diverse classi merceologiche tra cui anche quelle già fortemente in uso dalla stesso Assange: apparecchi per la registrazione, la trasmissione e la riproduzione del suono e delle immagini; stazioni di radiofonia; videoregistratori, ma anche gestione di servizi finanziari, organizzazioni di eventi; dispositivi elettronici di radiocomunicazione; distribuzione di materiali interattivi su internet.
Inoltre il Sig. Taskin ha anche ampliato le classi su settori come Abbigliamento, giocattoli, bevande ed altri settori merceologici meno noti, ma con lo stesso potenziale commerciale.
Assange dunque, dovrà fare i conti anche con questo “dilemma” in caso la comunità europea dovesse dare l’OK alla registrazione del marchio. Le ipotesi, comunque, attualmente sono tre:
Bocciatura dell’Oami per effetto di notorietà;
Opposizione da parte di Assange che ne detieni già i diritti come marchio di fatto;
Libero sfruttamento economico da parte del depositante che potrebbe vietarne successivamente l’uso specie per le classi di prodotto dove Assange e la sua organizzazione non ha ancora provveduto a distribuire il logo di Wikileaks.
E’ veramente strano come un gruppo di geni con Assange a capo (forse troppo impegnati a riorganizzare una vera democrazia a rispetto della verità) non abbia pensato a registrare il marchio Wikileaks divenuto il simbolo della autenticità che porta alla luce comportamenti non etici di governi e aziende tenuti nascosti da file segreti.
In ogni caso, fossi al posto del Sig. Taskin (sempre e comunque non sia un uomo di Assange) chiederei, in caso di restituzione del marchio, la possibilità di stringere la mano a Julian Assange.
http://ildemocratico.com/2010/12/28/wik ... egistrato/
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nemesis-gt il 29/12/2010, 14:32, modificato 1 volta in totale.