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MessaggioInviato: 29/12/2010, 00:11 
diciamo che parte del budget messo a disposizione del pentagono serva anke x questa novita'
http://www.ditadifulmine.com/2010/12/ra ... ancia.html


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MessaggioInviato: 03/01/2011, 20:39 
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Messaggio di Thethirdeye


La notizia, a mio avviso, è talmente grande ed eclatante, da non poter essere annoverata come "di normale ammistrazione".... fosse solo per il fatto che proviene da un paese che... allo stato dell'arte, si trova praticamente ad un passo dal collasso economico.

Per questo motivo, mi piacerebbe avere la vostra opinione... [8]



Regalo di Natale per il Pentagono:
stanziato il più grande budget militare
dalla II Guerra Mondiale ad oggi


Immagine

Fonte INFOWARS
http://www.infowars.com/pentagons-chris ... -war-ii-2/

Rick Rozoff
December 25, 2010

Lacrime e sangue per tutti, tranne che per i signori delle armi e delle guerre. Il Congresso degli Stati Uniti d’America ha approvato il budget 2011 del Dipartimento della Difesa. Saranno 725 i miliardi di dollari destinati alle missioni di guerra e ai nuovi programmi militari.

Buona parte del bilancio, 158,7 miliardi di dollari, sarà speso dal Pentagono per prolungare le operazioni in Iraq e Afghanistan, a cui si aggiungeranno 13,1 miliardi per lo “sviluppo delle forze di sicurezza afgane e irachene”. Sempre nell’ambito della “guerra permanente” al terrorismo internazionale, il Congresso ha destinato 75 milioni di dollari per l’addestramento e l’equipaggiamento delle “forze di controterrorismo” dello Yemen, paese mediorientale sempre più attenzionato e corteggiato dal Pentagono.

Negli ultimi quattro anni l’aiuto militare USA allo Yemen è cresciuto di 31 volte (da 5 milioni di dollari nel 2006 ai 155 milioni del bilancio 2010). Il Comando Centrale delle forze armate statunitensi ha però chiesto alla Casa Bianca l’approvazione di un programma per 1,2 miliardi di dollari in sei anni che dovrebbe includere la fornitura di armi automatiche, imbarcazioni per il pattugliamento delle coste, aerei da trasporto, elicotteri e munizioni. Il piano prevede pure un forte aumento della presenza di “consiglieri militari” statunitensi per “accompagnare le truppe dello Yemen in interventi e operazioni non belliche”. Attualmente sarebbero 75 gli addestratori delle forze speciali USA, impegnati principalmente in attività di sostegno logistico e in missioni di supporto aereo. Un articolo pubblicato recentemente da The Wall Street Journal ha inoltre documentato il “crescente sostegno” a favore di militari e civili yemeniti da parte dei “Special Operations teams” che “lavorano segretamente in Yemen sotto il comando della CIA”. Da circa un mese il Pentagono ha pure autorizzato l’utilizzo massiccio dei velivoli senza pilota “Predator” per dare la caccia ai presunti militanti di al-Qaeda che opererebbero nel paese. Secondo fonti ufficiali di Washington, i “Predator” operano sotto il controllo dell’U.S. Joint Special Operations Command (JSOC), la struttura a cui è stata delegata la lotta in tutto il mondo al terrorismo. I velivoli senza pilota destinati a missioni d’intelligence e di attacco in Yemen partirebbero dalle basi militari USA presenti a Gibuti e in Qatar.

Il bilancio 2011 delle forze armate USA prevede poi lo stanziamento di 205 milioni di dollari a favore di Israele per lo sviluppo del nuovo sistema antimissile “Iron Dome”. Duramente osteggiato da alcune forze politiche di Tel Aviv per i suoi costi proibitivi, l’“Iron Dome” è stato sviluppato dall’industria israeliana Rafel per la “difesa di piccole città dal lancio di razzi a media velocità e proiettili di artiglieria del calibro da 155 e 180 mm con traiettoria balistica”. Sempre secondo la Rafel, il sistema antimissile “può operare di giorno e di notte, sotto condizioni meteo avverse, ed è in grado di rispondere a molteplici minacce simultaneamente”. Dopo essere stato testato nel luglio 2009, l’“Iron Dome” è operativo da circa un mese da una base militare israeliana nei pressi di Sderot, vicino alla Striscia di Gaza.

Assai articolato il piano di potenziamento delle infrastrutture militari USA all’estero, con un particolare occhio di riguardo per il continente africano e il Medio oriente. Le vecchie e nuove priorità strategiche sono delineate dal report sui “Piani di lavoro del Naval Facilities Engineering Command”, pubblicato nel giugno 2010 da Jeff Borowey, responsabile del Comando d’ingegneria dell’US Navy per l’Europa, l’Africa e l’Asia sud occidentale. Tra i programmi più ambiziosi, il “completamento del Master Plan di Camp Lemonnier, Gibuti, a supporto delle operazioni di Africom”, il nuovo Comando USA per il continente africano, per cui vengono stanziati 110,8 milioni di dollari; “l’installazione di un crescente numero d’infrastrutture in Africa per sostenere le richieste dei partner africani, di AFRICOM, CENTCOM e delle forze statunitensi della JTF-HOA di Gibuti”; “l’espansione delle basi in Bahrain e negli Emirati Arabi Uniti”, con progetti per 213,2 milioni di dollari. Altrettanto imponente la spesa per alcune delle maggiori installazioni USA in Europa: nelle voci di bilancio sono stati inseriti 28,5 milioni di dollari per la base aerea di Aviano (Pordenone) per realizzare “dormitori” e un “centro per il supporto delle operazioni aeree”; 23,2 milioni per la base aeronavale di Rota in Spagna (una “torre per il controllo del traffico aereo”); 33 milioni di dollari per la costruenda base dell’US Army al “Dal Molin” di Vicenza.

Oltre 300 milioni di dollari andranno invece al programma di trasformazione dell’isola di Guam, nell’oceano Pacifico, nel principale centro strategico-operativo d’oltremare delle forze armate USA. A Guam, dove da ottobre operano i velivoli-spia “Global Hawk” dell’US Air Force, verranno realizzate piste e aree di parcheggio nella base aerea di Andersen, infrastrutture portuali ad Apra Harbor per l’approdo delle portaerei e probabilmente pure un centro operativo per la “difesa missilistica”. A medio termine è previsto il trasferimento nell’isola degli 8.600 Marines oggi ospitati nella base di Okinawa; il governo giapponese contribuirà con 498 milioni di dollari che saranno utilizzati dal Pentagono per realizzare alcune facilities nell’area di Finegayan (caserme, edifici amministrativi e logistici, un poligono di tiro, una stazione anti-incendio, un ospedale). Neppure un dollaro invece per i sopravvissuti dell’occupazione giapponese di Guam durante la Seconda guerra mondiale; originariamente il “National Defense Authorization Act of 2011” destinava 100 milioni di dollari come risarcimento per gli eccidi subiti dalla popolazione locale, ma i legislatori USA hanno preferito alla fine cancellare il fondo per “esigenze di risparmio nazionale”. Un ulteriore taglio ai finanziamenti pro diritti umani è giunto con la decisione di non sostenere le richieste del Dipartimento della Difesa per la chiusura del lager di Guantanamo. Il Congresso ha formalmente proibito il possibile trasferimento negli States dei detenuti ospitati nella base navale illegalmente realizzata nell’isola di Cuba.


Traduzione:
http://antoniomazzeoblog.blogspot.com/2 ... forze.html



Ora, tenuto conto che le guerre in Iraq e Afghanistan, dal 2001 al 2010, sono costate 1.000 miliardi di dollari, che razza di progetti bollono in pentola in USA, visto che si vorrebbero spendere 725 miliardi di dollari solo per il 2011??? [8)]


Qui, forse, c'è la risposta la mio quesito.... [xx(]




Cina pronta ad attaccare.
Dove? In tutte le direzioni


Immagine

Lo ha detto il ministro della Difesa di Pechino. Allo studio un missile "killer" capace di colpire le navi Usa a distanza. Cresce la tensione in vista della visita a Pechino del ministro della difesa americano Robert Gates.

Fonte:
http://www.wallstreetitalia.com/article ... ge=1062675

La Cina si sta preparando a un conflitto "in ogni direzione". Lo ha detto il ministro della difesa di Pechino. Nonostante le ripetute dichiarazioni sulla "crescita della pace", la Cina in allarme il mondo per via della rapidita' con cui sta modernizzando il proprio sistema militare. I primi ad essere preoccupati sono i paesi confinanti nell'area Asia-Pacifico, incluso il Giappone che ha parlato del colosso asiatico come di fonte di "proccupazione globale".

"Nei prossimi 5 anni la nostra forza militare sara' pronta in vista di conflitti strategici in ogni direzione", ha dichiarato Liang Guanglie in un'intervista pubblicata da vari giornali cinesi controllati dal partito comunista al potere. "Possiamo anche vivere in tempi di pace come adesso ma non possiamo mai dimenticare la guerra, non possiamo mettere da parte baionette e pistole", ha aggiunto.

Queste parole arrivano in vista di una visita di 3 giorni da parte della controparte americana rappresentata dal ministro della Difesa degli Stati Uniti Robert Gates, le dichiarazioni implicano un gioco delle parti e la sottolineatura di tensioni tra Washington e Pechino in apparenza tutt'altro che tramontate, nonostante la speciale relazione economica e finanziaria tra l'economia n.1 e l'economia n.2 del mondo.

Un anno fa la Cina congelo' le relazioni militari con gli Usa dopo che Washington aveva venduto armi a Taiwan, l'isola indipendentente che Pechino vorrebbe annettersi. Le relazioni si sono ulteriormente deteriorate la scorsa estate quando Pechino si disse contraria al piano Usa di effettuare esercitazioni militari al largo della penisola coreana.

La Cina non lascia passare occasione per veicolare il messaggio del suo rafforzamento militare al resto del mondo. Basti citare il fatto che Pechino sta mettendo a punto un missile "killer" capace di attaccare le navi americane di stanza nel Pacifico da ampie distanze e che mira a ribilanciare il sistema di forze in una regione dominata dagli Usa sin dalla fine della seconda guerra mondiale.

Fonti americane hanno spiegato al quotidiano giapponese Asahi Shimbun che questo missile, il Dong Feng 21, ha gia' raggiunto una sua operativita' iniziale per quanto i test necessari per raggiungere un completo funzionamento richiedano anni.

Gli analisti restano divisi sull'ipotesi che la Cina possa iniziare una esaclation al riarmo. Il budget annuale cinese della Difesa e' ancora inferiore di un sesto a quello americano ed e' pari a meno della meta' del budget Usa se espresso in rapporto al Pil. Ma le dichiarazioni il mese scorso dello stesso Gates preoccupano le capitali occidentali: l'armamento cinese, incluso il nuovo missile "killer", non fanno che incentivare l'America a proteggere sempre di piu' la zona aiutando gli alleati di Washignton nel Pacifico.

Altri analisti fanno notare che la tecnologia cinese e' ancora lontana da quella disponibile in Occidente. "La modernizzazione delle forze armate cinesi non puo' dipendere da altri paesi e non puo' passare per acquisti di armi da terzi", ha spiegato il monistro della Difesa della Cina Liang. E ha aggiunto: "Nei prossimi 5 anni l'economia e la societa' cinese si svilupperanno molto rapidamente facendo crescere il potere del nostro paese. Avremo l'opportunita' di migliorare e accelerare anche la modernizzazione militare".



_________________
"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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MessaggioInviato: 05/01/2011, 12:40 
Sbagliare è umano... perseverare è diabolico....
http://www.ufoforum.it/topic.asp?whichp ... _ID=142642



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MessaggioInviato: 05/01/2011, 18:33 
Cita:
Thethirdeye ha scritto:

Cita:
Messaggio di Thethirdeye


La notizia, a mio avviso, è talmente grande ed eclatante, da non poter essere annoverata come "di normale ammistrazione".... fosse solo per il fatto che proviene da un paese che... allo stato dell'arte, si trova praticamente ad un passo dal collasso economico.

Per questo motivo, mi piacerebbe avere la vostra opinione... [8]



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dalla II Guerra Mondiale ad oggi


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Fonte INFOWARS
http://www.infowars.com/pentagons-chris ... -war-ii-2/

Rick Rozoff
December 25, 2010

Lacrime e sangue per tutti, tranne che per i signori delle armi e delle guerre. Il Congresso degli Stati Uniti d’America ha approvato il budget 2011 del Dipartimento della Difesa. Saranno 725 i miliardi di dollari destinati alle missioni di guerra e ai nuovi programmi militari.

Buona parte del bilancio, 158,7 miliardi di dollari, sarà speso dal Pentagono per prolungare le operazioni in Iraq e Afghanistan, a cui si aggiungeranno 13,1 miliardi per lo “sviluppo delle forze di sicurezza afgane e irachene”. Sempre nell’ambito della “guerra permanente” al terrorismo internazionale, il Congresso ha destinato 75 milioni di dollari per l’addestramento e l’equipaggiamento delle “forze di controterrorismo” dello Yemen, paese mediorientale sempre più attenzionato e corteggiato dal Pentagono.

Negli ultimi quattro anni l’aiuto militare USA allo Yemen è cresciuto di 31 volte (da 5 milioni di dollari nel 2006 ai 155 milioni del bilancio 2010). Il Comando Centrale delle forze armate statunitensi ha però chiesto alla Casa Bianca l’approvazione di un programma per 1,2 miliardi di dollari in sei anni che dovrebbe includere la fornitura di armi automatiche, imbarcazioni per il pattugliamento delle coste, aerei da trasporto, elicotteri e munizioni. Il piano prevede pure un forte aumento della presenza di “consiglieri militari” statunitensi per “accompagnare le truppe dello Yemen in interventi e operazioni non belliche”. Attualmente sarebbero 75 gli addestratori delle forze speciali USA, impegnati principalmente in attività di sostegno logistico e in missioni di supporto aereo. Un articolo pubblicato recentemente da The Wall Street Journal ha inoltre documentato il “crescente sostegno” a favore di militari e civili yemeniti da parte dei “Special Operations teams” che “lavorano segretamente in Yemen sotto il comando della CIA”. Da circa un mese il Pentagono ha pure autorizzato l’utilizzo massiccio dei velivoli senza pilota “Predator” per dare la caccia ai presunti militanti di al-Qaeda che opererebbero nel paese. Secondo fonti ufficiali di Washington, i “Predator” operano sotto il controllo dell’U.S. Joint Special Operations Command (JSOC), la struttura a cui è stata delegata la lotta in tutto il mondo al terrorismo. I velivoli senza pilota destinati a missioni d’intelligence e di attacco in Yemen partirebbero dalle basi militari USA presenti a Gibuti e in Qatar.

Il bilancio 2011 delle forze armate USA prevede poi lo stanziamento di 205 milioni di dollari a favore di Israele per lo sviluppo del nuovo sistema antimissile “Iron Dome”. Duramente osteggiato da alcune forze politiche di Tel Aviv per i suoi costi proibitivi, l’“Iron Dome” è stato sviluppato dall’industria israeliana Rafel per la “difesa di piccole città dal lancio di razzi a media velocità e proiettili di artiglieria del calibro da 155 e 180 mm con traiettoria balistica”. Sempre secondo la Rafel, il sistema antimissile “può operare di giorno e di notte, sotto condizioni meteo avverse, ed è in grado di rispondere a molteplici minacce simultaneamente”. Dopo essere stato testato nel luglio 2009, l’“Iron Dome” è operativo da circa un mese da una base militare israeliana nei pressi di Sderot, vicino alla Striscia di Gaza.

Assai articolato il piano di potenziamento delle infrastrutture militari USA all’estero, con un particolare occhio di riguardo per il continente africano e il Medio oriente. Le vecchie e nuove priorità strategiche sono delineate dal report sui “Piani di lavoro del Naval Facilities Engineering Command”, pubblicato nel giugno 2010 da Jeff Borowey, responsabile del Comando d’ingegneria dell’US Navy per l’Europa, l’Africa e l’Asia sud occidentale. Tra i programmi più ambiziosi, il “completamento del Master Plan di Camp Lemonnier, Gibuti, a supporto delle operazioni di Africom”, il nuovo Comando USA per il continente africano, per cui vengono stanziati 110,8 milioni di dollari; “l’installazione di un crescente numero d’infrastrutture in Africa per sostenere le richieste dei partner africani, di AFRICOM, CENTCOM e delle forze statunitensi della JTF-HOA di Gibuti”; “l’espansione delle basi in Bahrain e negli Emirati Arabi Uniti”, con progetti per 213,2 milioni di dollari. Altrettanto imponente la spesa per alcune delle maggiori installazioni USA in Europa: nelle voci di bilancio sono stati inseriti 28,5 milioni di dollari per la base aerea di Aviano (Pordenone) per realizzare “dormitori” e un “centro per il supporto delle operazioni aeree”; 23,2 milioni per la base aeronavale di Rota in Spagna (una “torre per il controllo del traffico aereo”); 33 milioni di dollari per la costruenda base dell’US Army al “Dal Molin” di Vicenza.

Oltre 300 milioni di dollari andranno invece al programma di trasformazione dell’isola di Guam, nell’oceano Pacifico, nel principale centro strategico-operativo d’oltremare delle forze armate USA. A Guam, dove da ottobre operano i velivoli-spia “Global Hawk” dell’US Air Force, verranno realizzate piste e aree di parcheggio nella base aerea di Andersen, infrastrutture portuali ad Apra Harbor per l’approdo delle portaerei e probabilmente pure un centro operativo per la “difesa missilistica”. A medio termine è previsto il trasferimento nell’isola degli 8.600 Marines oggi ospitati nella base di Okinawa; il governo giapponese contribuirà con 498 milioni di dollari che saranno utilizzati dal Pentagono per realizzare alcune facilities nell’area di Finegayan (caserme, edifici amministrativi e logistici, un poligono di tiro, una stazione anti-incendio, un ospedale). Neppure un dollaro invece per i sopravvissuti dell’occupazione giapponese di Guam durante la Seconda guerra mondiale; originariamente il “National Defense Authorization Act of 2011” destinava 100 milioni di dollari come risarcimento per gli eccidi subiti dalla popolazione locale, ma i legislatori USA hanno preferito alla fine cancellare il fondo per “esigenze di risparmio nazionale”. Un ulteriore taglio ai finanziamenti pro diritti umani è giunto con la decisione di non sostenere le richieste del Dipartimento della Difesa per la chiusura del lager di Guantanamo. Il Congresso ha formalmente proibito il possibile trasferimento negli States dei detenuti ospitati nella base navale illegalmente realizzata nell’isola di Cuba.


Traduzione:
http://antoniomazzeoblog.blogspot.com/2 ... forze.html



Ora, tenuto conto che le guerre in Iraq e Afghanistan, dal 2001 al 2010, sono costate 1.000 miliardi di dollari, che razza di progetti bollono in pentola in USA, visto che si vorrebbero spendere 725 miliardi di dollari solo per il 2011??? [8)]


Qui, forse, c'è la risposta la mio quesito.... [xx(]




Cina pronta ad attaccare.
Dove? In tutte le direzioni


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Lo ha detto il ministro della Difesa di Pechino. Allo studio un missile "killer" capace di colpire le navi Usa a distanza. Cresce la tensione in vista della visita a Pechino del ministro della difesa americano Robert Gates.

Fonte:
http://www.wallstreetitalia.com/article ... ge=1062675

La Cina si sta preparando a un conflitto "in ogni direzione". Lo ha detto il ministro della difesa di Pechino. Nonostante le ripetute dichiarazioni sulla "crescita della pace", la Cina in allarme il mondo per via della rapidita' con cui sta modernizzando il proprio sistema militare. I primi ad essere preoccupati sono i paesi confinanti nell'area Asia-Pacifico, incluso il Giappone che ha parlato del colosso asiatico come di fonte di "proccupazione globale".

"Nei prossimi 5 anni la nostra forza militare sara' pronta in vista di conflitti strategici in ogni direzione", ha dichiarato Liang Guanglie in un'intervista pubblicata da vari giornali cinesi controllati dal partito comunista al potere. "Possiamo anche vivere in tempi di pace come adesso ma non possiamo mai dimenticare la guerra, non possiamo mettere da parte baionette e pistole", ha aggiunto.

Queste parole arrivano in vista di una visita di 3 giorni da parte della controparte americana rappresentata dal ministro della Difesa degli Stati Uniti Robert Gates, le dichiarazioni implicano un gioco delle parti e la sottolineatura di tensioni tra Washington e Pechino in apparenza tutt'altro che tramontate, nonostante la speciale relazione economica e finanziaria tra l'economia n.1 e l'economia n.2 del mondo.

Un anno fa la Cina congelo' le relazioni militari con gli Usa dopo che Washington aveva venduto armi a Taiwan, l'isola indipendentente che Pechino vorrebbe annettersi. Le relazioni si sono ulteriormente deteriorate la scorsa estate quando Pechino si disse contraria al piano Usa di effettuare esercitazioni militari al largo della penisola coreana.

La Cina non lascia passare occasione per veicolare il messaggio del suo rafforzamento militare al resto del mondo. Basti citare il fatto che Pechino sta mettendo a punto un missile "killer" capace di attaccare le navi americane di stanza nel Pacifico da ampie distanze e che mira a ribilanciare il sistema di forze in una regione dominata dagli Usa sin dalla fine della seconda guerra mondiale.

Fonti americane hanno spiegato al quotidiano giapponese Asahi Shimbun che questo missile, il Dong Feng 21, ha gia' raggiunto una sua operativita' iniziale per quanto i test necessari per raggiungere un completo funzionamento richiedano anni.

Gli analisti restano divisi sull'ipotesi che la Cina possa iniziare una esaclation al riarmo. Il budget annuale cinese della Difesa e' ancora inferiore di un sesto a quello americano ed e' pari a meno della meta' del budget Usa se espresso in rapporto al Pil. Ma le dichiarazioni il mese scorso dello stesso Gates preoccupano le capitali occidentali: l'armamento cinese, incluso il nuovo missile "killer", non fanno che incentivare l'America a proteggere sempre di piu' la zona aiutando gli alleati di Washignton nel Pacifico.

Altri analisti fanno notare che la tecnologia cinese e' ancora lontana da quella disponibile in Occidente. "La modernizzazione delle forze armate cinesi non puo' dipendere da altri paesi e non puo' passare per acquisti di armi da terzi", ha spiegato il monistro della Difesa della Cina Liang. E ha aggiunto: "Nei prossimi 5 anni l'economia e la societa' cinese si svilupperanno molto rapidamente facendo crescere il potere del nostro paese. Avremo l'opportunita' di migliorare e accelerare anche la modernizzazione militare".




Cina: foto del bombardiere 'invisibile'
E' la risposta cinese al caccia Raptor Usa
05 gennaio, 13:24

Cina: foto del bombardiere 'invisibile' (ANSA) - PECHINO, 5 GEN - Alcune foto pubblicate su internet di un aereo presentato come il primo bombardiere cinese 'invisibile' sarebbero state scattate nella base aerea di Chengdu (sud ovest) dove vengono prodotti gli aerei da combattimento di nuova generazione dell'esercito cinese.

L'apparecchio, fotografato a distanza, e' un bireattore da combattimento dal profilo fortemente sagomato e sarebbe l'aereo invisibile Chengdu 'J-20', considerato la risposta cinese al caccia F-22A 'Raptor' dell'aviazione Usa (nella foto).

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 99505.html


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MessaggioInviato: 14/01/2011, 01:20 
Gli Usa sono preoccupati per l'imponente crescita bellica cinese

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By Edoardo Capuano
http://www.ecplanet.com/node/2170

Proprio mentre il segretario di Stato americano Robert Gates sta per arrivare in Cina nel tentativo di migliorare i rapporti fra i due Paesi, nella base aerea di Chengdu, i vertici militari cinesi hanno presentato pubblicamente il primo aereo “invisibile” di produzione nazionale, il J-20, paragonabile al primo aereo con tecnologia stealth (letteralmente "furtivo"), l'F-22 Raptor dell'Usaf.

Si tratta di una nuova preoccupazione per gli strateghi statunitensi che si interrogano sulle reali intenzioni della Cina. Molti sono infatti i sintomi della crescita del potenziale militare cinese: oltre all'aereo invisibile, infatti, gli esperti americani elencano la portaerei di fabbricazione ucraina, su modello sovietico, che i cinesi stanno ristrutturando per farla entrare in servizio entro il 2012; almeno un'altra portaerei, se non di più, sarebbe in costruzione a Shangai; il deterrente nucleare cinese, poi, di sole 160 testate, sarebbe però in corso anch'esso di modernizzazione mediante la dislocazione di queste armi su lanciatori mobili o su sottomarini, in maniera da renderle meno facilmente individuabili; la flotta sottomarina cinese, stimata in 60 unità, ovverosia la prima per dimensioni dell'intera Asia, dovrebbe arricchirsi di alcune unità a propulsione nucleare e di una nuova generazione di sommergibili equipaggiati con missili balistici specificamente concepiti come anti-portaerei, e quindi in grado di colpire il cuore della potenza navale americana nel Pacifico - secondo quanto ha dichiarato a dicembre ad un giornale giapponese l'ammiraglio americano Robert F. Willard, comandante delle forze Usa del Pacifico.

Il timore degli Usa è che questo potenziamento non sia solo destinato ad esercitare pressioni nei confronti di Taiwan, nella speranza di arrivare in tempi rapidi a inglobare una Cina nazionalista ormai ritenuta fuori tempo. Gli osservatori discutono su quali possano essere gli eventuali ulteriori obiettivi della Cina.

“Quando parliamo di una minaccia - dichiara ad esempio Abraham M. Denmark, responsabile per la Cina del ministero della difesa americano, si tratta di una combinazione di capacità e di intenzioni. Le capacità sono sempre più chiaramente definite, e sono sempre più evidentemente orientate a limitare la proiezione militare americana nel Pacifico occidentale. Quello che non è chiaro è l'intenzione di fondo. Modernizzarsi militarmente è certo un diritto della Cina. Come questa potenza militare possa essere usata è un'altra questione".

Il vice-ammiraglio David J. Dorsett, un alto ufficiale della US Navy, si mostra assai meno preoccupato: “Avete mai visto i cinesi dispiegare grandi gruppi di forze navali? No. Li avete mai visti svolgere sofisticate esercitazioni combinate? No. Hanno esperienza in combattimento? No”.

A suo parere, l'attivazione di una vecchia portaerei russa non è sufficiente a dotare la Cina dell'esperienza necessaria a costruire portaerei moderne e a farle operare in contesti aero-navali che comprendano l'impiego di gruppi operativi complessi.

Quel che è certo, come dice Bonnie Glaser, un analista del Centro Internazionale di Studi Strategici (CSIS) di Washington, è che “da una prospettiva statunitense, il problema è se gli Stati Uniti saranno ancora nel Pacifico occidentale la potenza dominante quale sono sempre stati e, chiaramente, i Cinesi vorrebbero rendere questa posizione sempre più difficile da mantenere".

Autore: S. Tuscin / Fonte: clarissa.it



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MessaggioInviato: 14/01/2011, 09:02 
Che bello il caccia Cinese!!!!


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I budget militari sono in tutti i paesi molto esosi. Se poi pensiamo agli usa e alla loro macchina bellica... Io non mi stupisco più di tanto, con il progredire della tecnologia ci deve essere un relativo aumento di costi.
E neppure vale stare a pensare ad un futura guerra, venendo infatti stanziati budget straordinari e non rientranti in quello annuale.
Evidentemente si sono ritrovati una nuova e costosa tecnologia che va testata.

Edit: l' hanno copiato in tutto e per tutto l' f22 raptor.


Ultima modifica di Semeru il 14/01/2011, 09:27, modificato 1 volta in totale.


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Cita:
Semeru ha scritto:

I budget militari sono in tutti i paesi molto esosi. Se poi pensiamo agli usa e alla loro macchina bellica... Io non mi stupisco più di tanto, con il progredire della tecnologia ci deve essere un relativo aumento di costi.
E neppure vale stare a pensare ad un futura guerra, venendo infatti stanziati budget straordinari e non rientranti in quello annuale.
Evidentemente si sono ritrovati una nuova e costosa tecnologia che va testata.

Edit: l' hanno copiato in tutto e per tutto l' f22 raptor.

Vero sono molto simili ma non credo sia da meno.


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“WAR UBER ALLES”: IL PENTAGONO HA BISOGNO DI PIU’ GUERRE

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mar 2nd, 201

DI PAUL CRAIG ROBERTS
globalresearch.ca

Fonte:
http://www.altrainformazione.it/wp/2011 ... iu-guerre/

Il governo degli Stati Uniti non ne ha mai abbastanza della guerra. Con il rischio della caduta del regime del dittatore libico Moammar Gaddhafi in seguito alla ribellione della popolazione, la CNN riporta che il portavoce del Pentagono ha dichiarato che gli USA stanno esplorando tutte le possibilità dal punto di vista militare. A quanto pare il Pentagono, che è responsabile della morte di un milione d’iracheni e un numero sconosciuto di afghani e pakistani, è preoccupato per la morte di 1000 ribelli libici.

Mentre il Pentagono cerca di capire come rendersi partecipe della rivolta Libica, il comandante delle forze militari degli Stati Unici nel Pacifico sta sviluppando nuovi piani di battaglia per sconfiggere la Cina nel suo stesso territorio. L’ammiraglio Robert Willard pensa che gli Stati Uniti sarebbero in grado di sconfiggere la Cina anche nelle acque delle proprie coste.
Secondo Willard un modo per riuscire a fare ciò è unire alle sue forze armate quelle della marina americana, così che gli Stati Uniti possano respingere l’esercito cinese dalle contese isole nei mari meridionali e orientali. Non sono gli Stati Uniti che si stanno contendendo l’isola, ma ovunque c’è una possibilità di Guerra, l’ammiraglio vuole essere sicuro che gli USA non siano lasciati fuori.

L’ammiraglio spera inoltre di sviluppare legami militari con l’India e prenderla sotto la sua influenza. L’India, ha dichiarato l’ammiraglio, "è alleata naturale degli Stati Uniti” e “è cruciale per la strategia statunitense del ventesimo secolo di bilancio alla Cina”. Gli USA stanno cercando di sedurre gli indiani vendendogli aerei di ultima generazione.

Se il piano funzionerà, l’India entrerà a far parte della NATO aiutandoci ad occupare il Pakistan e a mettere la Cina di fronte alla possibilità di una guerra su due fronti.


Il Pentagono ha bisogno di più guerre per ottenere più ‘ricostruzioni’.

Le ricostruzioni sono molto vantaggiose, specialmente poiché Washington ha privatizzato un gran numero di progetti, offrendo in questo modo agli amici altolocati molte opportunità di incassare un bel bottino.
Considerando tutti i soldi che sono stati spesi, è naturale aspettarsi dei progetti completati. Il resoconto appena rilasciato dalla commissione per gli appalti in tempo di guerra non è riuscito a dare una stima esatta su quanti dei 200.000 milioni di dollari investiti nella ricostruzione dell’Afghanistan sono spariti in comportamenti criminali o casi di evidente corruzione. Tuttavia $12.000 milioni sono stati persi per "frode palese".
La Guerra è fonte di guadagno per persone politicamente collegate. Mentre il popolo che sventola la bandiera rimane orgoglioso del servizio militare dei loro figli, fratelli, mariti, padre, cugini, madri e figlie, i furbi che hanno dato l’inizio ai fuochi d’artificio si stanno godendo i loro milioni.
Come ha detto, non invano, il generale Smedley Butler al patriottico popolo statunitense “la Guerra è un racket.” Finche` il popolo Americano sarà orgoglioso dei propri parenti che si arruolano, come carne da macello, per il complesso militare/difensivo, la Guerra resterà un racket.


Fonte: http://www.globalresearch.ca
Link: http://snipurl.com/2696jf
Traduzione per http://www.comedonchisiotte.org a cura di FLAVIA GUIDI



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

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Thethirdeye ha scritto:


“WAR UBER ALLES”: IL PENTAGONO HA BISOGNO DI PIU’ GUERRE




Cita:
...Deutschland, Deutschland über alles,
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eheh... che sia tutto pilotato già da prima quello che stiamo vedendo in nord-africa e medioriente per far scoppiare una guerra?



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Cita:
Daniele G ha scritto:

eheh... che sia tutto pilotato già da prima quello che stiamo vedendo in nord-africa e medioriente per far scoppiare una guerra?


Ma no Daniele.... cosa dici mai?
Queste sono solo paranoie da cospirazionisti..... [:246]



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io l'ho pensato subito che fosse anomala la crisi del nord africa.. secondo me anche è tutta pilotata... la butto lì e se fosse un pretesto per l'economia USA e di rilanciare una guerra , e di sganciarsi dal petrolio, che ormai ha fatto il suo corso e sta schizzando alle stelle?


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Il fatto di dover per forza fare una nuova guerra non è l'unico motivo che ha fatto muovere gli USA verso il nord Africa.

Per loro è una manna dal cielo: faranno una guerra, diventeranno praticamente i padroni di tutto il petrolio del Mondo ed affosseranno definitivamente l'Europa che pagherà le conseguenze di un conflitto così ravvicinato (ripercusioni economiche gravi ed emergenza immigrati che la invaderanno).

Ma potrei anche sbagliarmi ed essere solo un complottista visionario... [:o)]


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Più chiaro di così, si muore.... [:3]



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