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Argomento bloccato

30/01/2011, 21:53

Nel caso di ruby comparire nelle indagini significa essere una escort. Le indagini in corso sono volte ad accertare che sua attività sia o meno ricollegabile ad un giro di prostituzione gestito da alcuni vip.

Chi vuole usare il proprio buonsenso lo faccia. A chi preferisce prendersi in giro da solo cosa posso dire? Se vi piace così... Addù n'cè gustu nun c'è perdenza

30/01/2011, 22:37

rmnd ha scritto:

Blissenobiarella ha scritto:

Sul piano legale il fatto che OGGI le prostitute in questione abbiano superato la maggiore età non è rilevante. Se all'epoca dell scambio di favori - denaro per sesso - le signorine erano minorenni il reato è quello di istigazione a alla prostituzione minorile.

Le dichiarazioni di Ruby devono ancora essere chiarite e confermate. In ogni caso anche qui l'elemento probante da confermare è che Ruby è stata pagata e per cosa se non per le sue prestazioni? E che Ruby abbia ricevuto soldi da Berlusconi, oltre che attestato dai suoi appunti manoscritti in mano agli inquirenti, è confermato anche negli atti della difesa da Giuseppe Spinelli, tesoriere di Papi.

Per quanto riguarda iris: "Il cellulare di Iris lascia la sua traccia indelebile sul ripetitore della Tim tra le 5 e 18 e le 12 e 25 del 21 febbraio. Lo stesso farà il week-end seguente e in quello del 2 maggio. Poi, ancora, il 12 luglio, il 24 agosto, il 5 e il 25 settembre 2010. Insomma Iris, la brasileira di Romagna, che secondo la polizia sarebbe dedita alla prostituzione, è una delle favorite delle feste di Arcore. E l’alta posizione occupata nella classifica delle cortigiane è testimoniato dal fatto che le viene messo a disposizione un appartamento a Milano 2, il cui contratto di comodato d’uso è intestato alla sua amica Minetti e le cui utenze vengono pagate da Giuseppe Spinelli, il ragioniere personale del Cavaliere, l’uomo che tiene i cordoni della borsa e li apre, a comando, con munifica generosità.
Dalla documentazione acquisita dallo Sco della Polizia, risulta che il contratto del bilocale di via Olgettina 6 concesso a Iris porti la data del 10 maggio 2010. Insomma, se davvero l’ex barista arrivata a Milano all’età di 17 anni ha esordito nelle allegre serate di Arcore solo 1l 20 febbraio 2010, bisogna constatare che ha impiegato meno di tre mesi per conquistare quella casa che altre sue colleghe hanno avuto dopo almeno sei mesi e interminabili pressioni sulla Minetti (come risulta da decine di telefonate intercettate)." http://www.ilsecoloxix.it/p/italia/2011 ... core.shtml

LA droga..se berlusconi non si spartisse le donne con noti spacciatori...


Inutile che sovrascriviate i fatti continuamente.

Mi spiace per chi vuole condannare una persona ancora prima di un processo, ma i fatti sono questi: Ruby nega , mentre l'altra frequentava il premier avendo già compiuto 18 anni.

Usciranno nuove prove che lo incastreranno? Stiamo a vedere.

Sulla droga poi, se i magistrati tentassero di coinvolgerlo in modo così trasversale ,come hanno tentato con le stragi di mafia..rischierebbero di affossare ancora una volta di più la già scarsa credibililtà della giustizia italiana.




Ma scusa, Ruby può dire quello che vuole, ma ci sono le intercettazioni che parlano da sole e sono una prova abbastanza concreta. Anche io posso dire di essere alto 3 metri ma questo non lo rende vero.

30/01/2011, 23:28

Angeldark ha scritto:

Nicole Minetti interrogata per tre ore di domenica!
http://www.corriere.it/cronache/11_genn ... aabc.shtml

E poi qualcuno dice che i magistrati lavorano poco...anche di domenica poverini...[}:)]
sinceramente non so se lavorano poco o molto di certo fanno molto danno....all'erario quindi ai contribuenti,
QUESTA MAGISTRATURA E' INTOCCABILE I SUOI ERRORI CI COSTANO 400 MILIONI
di Anna Maria Greco

- La Casta, com’è stata chiamata quella dei magistrati, difende se sta con la giustizia «domestica» e corporativa. Quella del Csm, dove si celebrano i processi promossi dai titolari dell’azione disciplinare: il ministro della Giustizia e il Procuratore generale della Cassazione.
Nell’ultimo decennio in Italia la media dei magistrati colpiti dalla rimozione dall’ordine giudiziario per gravi illeciti disciplinari, è di 1,3 ogni anno. Tra il 2000 e il 2007 la sanzione più grave è stata applicata 6 volte, nel triennio 2008-2010 ha riguardato 7 toghe. Nel 2008 le sanzioni disciplinari di vario grado hanno colpito meno dello 0,5 per cento dei magistrati.
Per il Pg della Suprema Corte Vitaliano Esposito, che ne ha parlato all’inaugurazione dell’anno giudiziario, qualcosa sta cambiando. Ma rimane il fatto che l’altissimo numero degli esposti di privati cittadini, dice l’alto magistrato, «è la testimonianza più evidente dell’insoddisfazione, largamente diffusa, per il “servizio giustizia”». Delle 1.382 denunce arrivate lo scorso anno alla Procura generale ne risultano 573 di privati, anche se per Esposito in realtà sono molti di più per un errore di classificazione.
Le cause intentate dai cittadini vittime di ingiusta detenzione o errori giudiziari, negli ultimi 10 anni sono costate allo Stato italiano circa 400 milioni di euro.
A questa insoddisfazione dei cittadini, secondo il Pg, «non si può sempre ovviare con lo strumento disciplinare, concepito dal legislatore come rimedio specifico per reprimere situazioni di grave patologia comportamentale dei magistrati». Esposito sottolinea che ci sono «altri strumenti» nell’ordinamento per contrastare i comportamenti colpevoli dei magistrati.
Il problema è che leggi come quella sulla responsabilità civile delle toghe, rimangono lettera morta. E i dati della Commissione europea per l’efficacia della giustizia dicono che nella classifica della severità delle sanzioni applicate ai suoi membri, la magistratura italiana si trova al sesto posto fra i Paesi del Consiglio d’Europa.
Spesso non solo giudici e pm non pagano per inchieste basate sul nulla, violazioni dei criteri di competenza, dispendiose e spettacolari azioni che portano dopo anni ad archiviazioni, ma neppure questo ha riflessi sulla loro carriera politica, come dimostrano tanti casi di promozioni e normale scalata nella carriera malgrado curricula fortemente macchiati.
Nella recente riforma dell’ordinamento giudiziario si pone fine all’automatismo e si introducono le valutazioni periodiche di professionalità e produttività, ma il sistema è ben lontano dall’essere a regime. Ci vorrebbero, tra l’altro, gli standard di produttività delle toghe previste dalla legge. Per il settore civile, però, è partita in grave ritardo questo mese solo la prima sperimentazione in tre città (Bologna, Firenze e Caltanissetta), mentre per il penale siamo in alto mare.
Il Pg della Cassazione spiega che da due anni trasmette al Csm fascicoli da archiviare perché non sono stati individuati comportamenti illeciti, che però evidenziano «vistose cadute di professionalità, non solo tecnica», perché se ne tenga conto nella progressione di carriera e per l’attribuzione di incarichi direttivi. Ma è il Csm a decidere e la forza delle correnti a Palazzo de’ Marescialli è sempre
http://www.ilgiornale.it/interni/i_loro ... comments=1

31/01/2011, 01:45

ubatuba ha scritto:

- La Casta, com’è stata chiamata quella dei magistrati,
difende se stessa con la giustizia «domestica» e corporativa.



Perchè scusa.... l'altra Casta, com'è stata chiamata quella dei politici,
non difende forse se stessa con leggi create per l'occasione
e con iniziative corporative?

Mah....

31/01/2011, 12:43

Dal minuto 06:56 in poi....... [:D]

01/02/2011, 00:47

[color=blue]Ma Napolitano può sciogliere le Camere?

http://blog.panorama.it/italia/2011/01/ ... le-camere/

«Il presidente della Repubblica non può certo sciogliere le camere per conto suo perché ha perso la pazienza». Di fronte al moltiplicarsi degli appelli provenienti da più parti affinché Giorgio Napolitano si incarichi di porre rimedio alla crisi istituzionale che attanaglia il Paese, il costituzionalista Enzo Balboni, docente di Istituzioni di Diritto pubblico e Istituzioni di Diritto costituzionale all’Università Cattolica di Milano, esclude che il capo dello Stato possa decidere di prendere un’iniziativa del genere essendo egli, nell’esercizio della sua carica, un arbitro dotato solo di poteri di stimolo e freno.

Professore, di fronte a un conflitto tra poteri sempre più profondo e quasi ingestibile, Napolitano potrebbe decidere di sciogliere le camere?
L’articolo 88 della Costituzione prevede che egli possa farlo solo una volta sentiti i loro presidenti e di fronte a fatti di natura parlamentare molto gravi o in situazioni di estremo pericolo per il Paese rispetto ai quali il governo resti inerte.

Per esempio?
Un gravissimo tracollo economico del Paese: la Borsa perde il 5% al giorno e il governo non interviene; una recrudescenza di episodi di criminalità che mettono in pericolo la sicurezza nazionale. Ma deve comunque sempre trattarsi di situazioni estreme.

Quali sono, invece, i “fatti di natura parlamentare” di fronte ai quali il capo dello Stato può sciogliere le camere?
Ad esempio una situazione di parità sul voto di giovedì in Bicameralina sul federalismo. Se dovesse poi ripetersi anche in una successiva votazione, Napolitano potrebbe convocare i presidenti di Camera e Senato e chiedere loro se in Parlamento c’è ancora una maggioranza in grado di andare avanti. In caso negativo potrebbe dare un preincarico a una personalità abbastanza equidistante dai due schieramenti per verificare se è in grado di portare avanti la legislatura. Qualora persista l’impossibilità di costituire un esecutivo sorretto da una maggioranza parlamentare, il Presidente della Repubblica può sciogliere le Camere.

Ricapitolando: solo davanti a un pericolo concreto per le sorti del Paese o qualora la maggioranza venisse ripetutamente battuta in Parlamento si può mettere in moto il meccanismo che porta allo scioglimento delle camere. Napolitano non può fare altro?
In effetti c’è una terza via ed è stata anche ipotizzata qualche giorno fa in una trasmissione televisiva: se 316 deputati decidessero di dimettersi, ciò provocherebbe lo scioglimento delle camere e se anche fossero in 280 Napolitano potrebbe prendere in considerazione di farlo.(*)

C’è mai stato un precedente in Italia?
Sì, accade prima dell’ingresso dell’Italia nella I guerra mondiale quando quattrocento deputati, che da soli costituivano la maggioranza assoluta della Camera, presentarono i loro biglietti da visita all’ex capo del governo Giovanni Giolitti per manifestargli solidarietà rispetto alla posizione di neutralità assunta contro quella interventista dell’allora presidente del Consiglio Salandra che fu costretto a dimettersi.

Secondo lei cosa pensa Napolitano di come Casini e Schifani stanno gestendo il loro ruolo di presidenti di Camera e Senato?
Napolitano percepisce che entrambi sono ormai sempre più lontani da quella terzietà che il loro ruolo gli impone. Da una parte è vero che Fini è sempre stato attento a non confondere il suo incarico di capo di un partito, ormai d’opposizione al governo, con quello istituzionale, ma certamente questa situazione non può durare all’infinito soprattutto in un’eventuale campagna elettorale quando credo che Fini sarà davvero costretto a dimettersi. D’altra parte, anche il gesto di Schifani di calendarizzare in fretta e furia il dibattito sulla casa di Montecarlo non è stato né elegante né bello e dimostra che quando la lotta politica raggiunge certi livelli tutti usano le stesse armi.

Possono il presidente del Consiglio chiedere le dimissioni di quello della Camera e quello della Camera le dimissioni del presidente del Consiglio come avviene ormai da tempo?
Possono farlo da un punto di vista politico, ma richieste di questo genere non hanno alcun fondamento giuridico-legale. Nessuno può costringere l’altro a dimettersi a meno che, nel caso del presidente del Consiglio, venga approvata una mozione di sfiducia. Quella contro il presidente della Camera è invece inammissibile.

C’è una circostanza per la quale Berlusconi potrebbe davvero essere costretto a dimettersi anche senza voto di sfiducia?
Credo che tutto dipenda da quello che ha detto ai pm Nicole Minetti nell’ambito dell’inchiesta sul caso Ruby. Se lei avesse deciso di smarcarsi da Berlusconi testimoniando che ci sono stati passaggi di denaro allora ciò entrerebbe in contraddizione da quanto dichiarato dal premier e visto che, per la carica che ricopre, egli è tenuto a dire il vero, a quel punto si aprirebbe per lui un baratro.

claudiadaconto
Lunedì 31 Gennaio 2011

[/color]



(*)Perchè non lo fanno? [8D]

01/02/2011, 01:42

rmnd ha scritto:

[color=blue]Ma Napolitano può sciogliere le Camere?

http://blog.panorama.it/italia/2011/01/ ... le-camere/

«Il presidente della Repubblica non può certo sciogliere le camere per conto suo perché ha perso la pazienza». Di fronte al moltiplicarsi degli appelli provenienti da più parti affinché Giorgio Napolitano si incarichi di porre rimedio alla crisi istituzionale che attanaglia il Paese, il costituzionalista Enzo Balboni, docente di Istituzioni di Diritto pubblico e Istituzioni di Diritto costituzionale all’Università Cattolica di Milano, esclude che il capo dello Stato possa decidere di prendere un’iniziativa del genere essendo egli, nell’esercizio della sua carica, un arbitro dotato solo di poteri di stimolo e freno.

Professore, di fronte a un conflitto tra poteri sempre più profondo e quasi ingestibile, Napolitano potrebbe decidere di sciogliere le camere?
L’articolo 88 della Costituzione prevede che egli possa farlo solo una volta sentiti i loro presidenti e di fronte a fatti di natura parlamentare molto gravi o in situazioni di estremo pericolo per il Paese rispetto ai quali il governo resti inerte.

Per esempio?
Un gravissimo tracollo economico del Paese: la Borsa perde il 5% al giorno e il governo non interviene; una recrudescenza di episodi di criminalità che mettono in pericolo la sicurezza nazionale. Ma deve comunque sempre trattarsi di situazioni estreme.

Quali sono, invece, i “fatti di natura parlamentare” di fronte ai quali il capo dello Stato può sciogliere le camere?
Ad esempio una situazione di parità sul voto di giovedì in Bicameralina sul federalismo. Se dovesse poi ripetersi anche in una successiva votazione, Napolitano potrebbe convocare i presidenti di Camera e Senato e chiedere loro se in Parlamento c’è ancora una maggioranza in grado di andare avanti. In caso negativo potrebbe dare un preincarico a una personalità abbastanza equidistante dai due schieramenti per verificare se è in grado di portare avanti la legislatura. Qualora persista l’impossibilità di costituire un esecutivo sorretto da una maggioranza parlamentare, il Presidente della Repubblica può sciogliere le Camere.

Ricapitolando: solo davanti a un pericolo concreto per le sorti del Paese o qualora la maggioranza venisse ripetutamente battuta in Parlamento si può mettere in moto il meccanismo che porta allo scioglimento delle camere. Napolitano non può fare altro?
In effetti c’è una terza via ed è stata anche ipotizzata qualche giorno fa in una trasmissione televisiva: se 316 deputati decidessero di dimettersi, ciò provocherebbe lo scioglimento delle camere e se anche fossero in 280 Napolitano potrebbe prendere in considerazione di farlo.(*)

C’è mai stato un precedente in Italia?
Sì, accade prima dell’ingresso dell’Italia nella I guerra mondiale quando quattrocento deputati, che da soli costituivano la maggioranza assoluta della Camera, presentarono i loro biglietti da visita all’ex capo del governo Giovanni Giolitti per manifestargli solidarietà rispetto alla posizione di neutralità assunta contro quella interventista dell’allora presidente del Consiglio Salandra che fu costretto a dimettersi.

Secondo lei cosa pensa Napolitano di come Casini e Schifani stanno gestendo il loro ruolo di presidenti di Camera e Senato?
Napolitano percepisce che entrambi sono ormai sempre più lontani da quella terzietà che il loro ruolo gli impone. Da una parte è vero che Fini è sempre stato attento a non confondere il suo incarico di capo di un partito, ormai d’opposizione al governo, con quello istituzionale, ma certamente questa situazione non può durare all’infinito soprattutto in un’eventuale campagna elettorale quando credo che Fini sarà davvero costretto a dimettersi. D’altra parte, anche il gesto di Schifani di calendarizzare in fretta e furia il dibattito sulla casa di Montecarlo non è stato né elegante né bello e dimostra che quando la lotta politica raggiunge certi livelli tutti usano le stesse armi.

Possono il presidente del Consiglio chiedere le dimissioni di quello della Camera e quello della Camera le dimissioni del presidente del Consiglio come avviene ormai da tempo?
Possono farlo da un punto di vista politico, ma richieste di questo genere non hanno alcun fondamento giuridico-legale. Nessuno può costringere l’altro a dimettersi a meno che, nel caso del presidente del Consiglio, venga approvata una mozione di sfiducia. Quella contro il presidente della Camera è invece inammissibile.

C’è una circostanza per la quale Berlusconi potrebbe davvero essere costretto a dimettersi anche senza voto di sfiducia?
Credo che tutto dipenda da quello che ha detto ai pm Nicole Minetti nell’ambito dell’inchiesta sul caso Ruby. Se lei avesse deciso di smarcarsi da Berlusconi testimoniando che ci sono stati passaggi di denaro allora ciò entrerebbe in contraddizione da quanto dichiarato dal premier e visto che, per la carica che ricopre, egli è tenuto a dire il vero, a quel punto si aprirebbe per lui un baratro.

claudiadaconto
Lunedì 31 Gennaio 2011

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(*)Perchè non lo fanno? [8D]


Perchè sono attaccati alla poltrona con la colla.
Tuttavia, in casi estremi, non escluderei che questo possa davvero avvenire....

01/02/2011, 13:30

Il nano ha bisogno di aiuto VERO...e c'è chi l'ha capito! [:o)]


01/02/2011, 15:14

Blackspring ha scritto:

Il nano ha bisogno di aiuto VERO...e c'è chi l'ha capito! [:o)]





[:255]
MUAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH
[:261]
MUAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH
[:81]
MUAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH
[:255]
MUAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH
[:17]

01/02/2011, 15:15

Indagato consigliere del Csm, Matteo Brigandì

Secondo l'accusa ha consegnato le carte alla giornalista de Il Giornale per scrivere l'articolo su Ilda Bocassini

E’ indagato dalla procura di Roma, per abuso d’ufficio, il consigliere del Csm, Matteo Brigandì della Lega, in relazione all’inchiesta per la quale è stata eseguita oggi una perquisizione nell’abitazione della cronista de Il Giornale, Anna Maria Greco. L’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Pierfilipo Laviani, è partita da una segnalazione ufficiale fatta dal Consiglio superiore della magistratura. Brigandì, secondo l’accusa, avrebbe passato documenti interni al Csm alla giornalista che ha poi redatto un articolo sul procuratore aggiunto di Milano, Ilda Boccassini, dal titolo “La doppia morale di Bocassini”. A disporre le perquisizioni è stato il pubblico ministero Silvia Sereni. Il provvedimento è stato disposto per la presunta violazione dell’articolo 323 del codice penale, quello relativo all’abuso d’ufficio.

Brigandì non è nuovo agli onori delle cronache. Ex democristiano, ex socialista poi leghista. Ex avvocato di Umberto Bossi, “procuratore della Padania”, nel 2006 viene condannato in primo grado per truffa aggravata alla regione Piemonte. Memorabile, nell’occasione, la difesa d’ufficio di Bossi: “Se non è una questione di donne, Matteo è innocente”. E difatti Brigandì sarà poi definitivamente assolto nel 2009. Ma gli rimane un altro processo da affrontare: Brigandì è infatti imputato in corte di Appello per violazione degli obblighi di assistenza nei confronti della figlia, oggi ventiduenne, quando questa aveva 15 anni. In primo grado è stato condannato a sei mesi con la condizionale, e durante il processo ha versato 28mila euro alla figlia. Ma il giudice lo condannò per gli anni precedenti. Ecco uno stralcio delle motivazioni della sentenza: “L’imputato negava di essersi disinteressato della figlia. Segnalava pure che aveva un reddito di 5mila euro al mensili, che doveva mantenere un’altra figlia, che doveva una cospicua somma di denaro al partito di cui faceva parte”. Una giustificazione che non fece presa sulla corte: “Sul fatto che l’imputato sarebbe onerato da obblighi verso il partito… non pare si debbano spendere molte parole sulla priorità dei suoi obblighi”.

“I carabinieri – si legge in una nota del quotidiano – hanno fatto irruzione a casa della giornalista intorno alle nove: hanno sequestrato il computer di Anna Maria Greco e persino quello del figlio della cronista. Nel provvedimento di notifica si legge che altre perquisizioni saranno effettuate all’interno della redazione romana del quotidiano. “Per l’ennesima volta la casta dei magistrati mostra il suo volto violento e illiberale”, è il primo commento del direttore de Il Giornale, Alessandro Sallusti. “La perquisizione nell’abitazione privata della collega Anna Maria Greco, autrice dell’articolo che conteneva sentenze pubbliche del Csm, non solo e’ un atto intimidatorio ma una vera e propria aggressione alla persona e alla liberta’ di stampa. Stupisce che soltanto le notizie non gradite ai magistrati inneschino una simile repressione quando i magistrati stessi diffondono a giornalisti amici e complici atti giudiziari coperti da segreto al solo scopo di infangare politici non graditi”.

Il consigliere del Csm Brigandì nei giorni scorsi aveva ammesso di aver visionato il fascicolo sul procedimento disciplinare di Ilda Boccassini e aveva anche aggiunto di averlo restituito agli uffici di Palazzo dei Marescialli dopo pochi minuti escludendo di aver mai passato le carte ai giornalisti de Il Giornale. Inoltre lo stesso consigliere Brigandì, settimana scorsa ha chiesto al vice presidente del Csm, Michele Vietti, di far luce sull’episodio.

Sulle perquisizioni è intervenuto Franco Siddi, segretario generale della Fnsi (Federazione nazionale stampa italiana). “Oggettivamente, non se ne può più”, ha detto. “Nello scontro politica-magistratura non possono essere chiamati a pagare i giornalisti se danno notizie, ancorché su di esse e sulla loro valenza in termini di interesse pubblico, ciascuno possa avere opinioni diverse”. La perquisizione di oggi, ha aggiunto, “a carico della collega appare, allo stato, assolutamente incomprensibile, oltreché, nei fatti, pesantemente invasiva. Le notizie ‘riservatè, non escono mai con le proprie gambe”. Ma, “se si volesse prendere a prestito una espressione del moderno linguaggio politico-giudiziario, si potrebbe dire che si va a cercare presunte colpe, neanche meglio precisate, nell’utilizzatore finale. Cosi non si può andare avanti”. E, conclude, “ai giornalisti è chiesto, tanto più in questa fase di scontro politico e istituzionale dai toni esasperati, di alzare l’asticella della responsabilità, per non fare la fine dei vasi di coccio. Ma occorre misura e rispetto, da parte di tutti”.

Matteo Brigandì rischia di essere sospeso dalla carica di consigliere del Csm. L’articolo 37 della legge del 1958 istitutiva del Csm prevede infatti che ogni consigliere del Csm può essere sospeso se sottoposto a un procedimento penale per un delitto non colposo; si tratta dunque di un provvedimento facoltativo, mentre la sospensione è “di diritto”, cioè automatica nel caso in cui un componente del Csm sia sottoposto alla custodia cautelare o arrestato. La decisione nei casi facoltativi spetta allo stesso organo di autogoverno dei magistrati.

Su Brigandì, però, potrebbe anche abbattersi una tegola ancora più pesante, ma non in relazione all’inchiesta della procura di Roma: rischia di dover lasciare definitivamente il Csm se la Cassazione confermerà una delle due condanne che gli sono state inflitte in appello, per diffamazione e violazione degli obblighi di assistenza familiare. E’ ancora infatti la legge istitutiva del Csm a prevedere la “decadenza di diritto” qualora un componente del Csm sia stato condannato con sentenza irrevocabile per un delitto non colposo.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/02 ... ndi/89528/
Ultima modifica di eSQueL il 01/02/2011, 15:16, modificato 1 volta in totale.

01/02/2011, 15:20

01/02/2011, 17:34

eSQueL ha scritto:




... [:266] [:114]lelemore...lelemore [:114] [:114]... [:246]
ROTFL
...da star male...

...grande eSQuel

[:278]

01/02/2011, 18:01

eSQueL ha scritto:




......... [:261] [:261] [:261]

01/02/2011, 18:36

spero si vada a votare molto presto, giuisto per zittire chi pensa di essere le "valide alternative",che in questo paese non esistono [8D]

01/02/2011, 18:57

L' alternativa vera siamo noi.[:D]

Adesso và di moda giustamente l' attacco al governo e ai suoi rappresentanti, un po come quando la Juve vinceva sempre e stava sulle balle a tutti.


Piacerebbe che si andasse a ravanare in tutto l' emiciclo per scovare gli indegni, e non solo dove fà comodo.[;)]

Visto che si và a votare, la Lega prende una marea di voti (i sondaggi li fanno anche gli altri), meglio premunirsi titrando fuori le magagne di qualche suo esponente, tanto per limitare i danni (per loro).
Ultima modifica di greenwarrior il 01/02/2011, 19:04, modificato 1 volta in totale.
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