INTERVISTA Parla Elmer, 'Wikileaks, ultima speranza'
17 gennaio, 18:16
di Mattia Bernardo Bagnoli
''La gente deve capire la vera natura delle operazioni bancarie offshore''. Questo, in sintesi, e' il motivo che ha spinto Rudolf Elmer, ex dirigente di un istituto di credito svizzero finito sotto processo per violazione del segreto bancario, a parlare e a rivolgersi al sito anti-segreti di Julian Assange. ''Solo WikiLeaks - dice Elmer all'ANSA dopo aver consegnato i CD all'ex hacker australiano - mi ha aiutato quando avevo bisogno''.
- Perche' ha deciso di dichiarare battaglia alle banche?
''La mia speranza e' che la gente comune, l'uomo della strada, alla fine di questa vicenda arrivi a comprendere la natura della finanza offshore, come funziona, e quali implicazioni abbia per i contribuenti. Mi sono fatto l'idea che i settori professionali ne siano gia' a conoscenza''.
- Non puo' essere piu' chiaro sulle informazioni contenute in quei dischetti?
''Quello che posso dire e' che nei dischetti ci sono persone, organizzazioni internazionali con base in entrambi i lati dell'Atlantico e in altre parti del mondo''.
- E i nomi di almeno 40 politici...
''Esatto''. - Non ci puo' dire almeno quali sono i Paesi coinvolti e se l'Italia e' tra questi? ''Non credo sia il momento giusto per rilasciare dichiarazioni sulle singole nazioni''.
- Non e' forse eccessiva tale ritrosia?
''L'ho detto e lo ripeto. Non daro' nomi di compagnie e singoli privati. Prima il materiale deve essere analizzato nel modo piu' corretto, poi vedremo quale sara' il risultato. Non voglio essere fonte di gossip o dicerie non confermate. Quello che voglio dire qui, oggi, e' che WikiLeaks e' l'organizzazione sulla quale io faccio affidamento, quella che mi ha aiutato quando mi sono trovato in difficolta': attraverso di loro conto di far pervenire al pubblico le informazioni sul modo in cui operano i paradisi fiscali. E' la mia ultima speranza''.
- Lei si e' affidato a WikiLeaks perche' ha perso la fiducia nei media tradizionali?
''Si', e' cosi'. Di certi media non mi fido piu'. Detto questo so che da un punto di vista giornalistico e' sempre difficile esprimere un giudizio sulle 'gole profonde', stabilire l'autenticita' dei documenti, compiere ricerche sul materiale. Quindi e' meglio che dei professionisti controllino il materiale e poi si esprimano i giudizi''.
- Si aspetta un giusto processo a Zurigo?
''Difficile rispondere. Non ho alcuna indicazione al momento per dire che ci sara' un processo ingiusto: mi fido ancora del sistema giudiziario svizzero. Lo scopriremo a partire da mercoledi'''.
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