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MessaggioInviato: 25/01/2011, 20:49 
Italia ferma, Fmi taglia le stime

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Una pena, il nostro paese: +1% Pil nel 2011, +1,3% nel 2012, in riduzione rispetto alle previsioni precedenti. Zona euro confermata a +1,5% nei prossimi 12 mesi e +1,7% l'anno prossimo. Germania sopra il 2%.

Fonte:http://www.wallstreetitalia.com/article.aspx?IdPage=1072746

Il Pil italiano crescerà nel 2011 dell'1% e nel 2012 dell'1,3%. E' la stima del Fondo Monetario Internazionale (Fmi), che lascia invariata rispetto a ottobre 2010 la previsione per il Pil italiano di quest'anno, ma lima al ribasso (-0,1%) quella del prossimo anno.

"PIL MONDO 2011 +4,4%, EUROLANDIA +1,5%, USA +3%" - Il Fondo Monetario Internazionale (Fmi) rivede al rialzo la stima del pil mondiale per il 2011: quest'anno l'economia crescerà del 4,4%, lo 0,2% in più rispetto a quanto stimato in ottobre. Il prossimo anno l'economia mondiale si espanderà del 4,5%, previsione invariata rispetto alla precedente. Eurolandia crescerà quest'anno dell'1,5% (stima invariata) e nel 2012 dell'1,7% (-0,1%). Gli Stati Uniti cresceranno nel 2011 del 3,0% (+0,7%) e del 2,7% (-0,3%) il prossimo anno.

"IN UE SERVONO ULTERIORI STRESS TEST BANCHE" - Ulteriori rigorosi e credibili stress test sulle banche sono necessari per le banche europee. Lo afferma il Fondo Monetario Internazionale (Fmi), sottolineando che i test devono essere seguiti da piani di ricapitalizzazione e ristrutturazione per gli istituti che lo necessitano.

"FONDO SALVA STATI UE VA AUMENTATO" - "La dimensione dell'European Financial Stability Facility va aumentata e il suo mandato dovrebbe essere più flessibile". Lo afferma il Fondo Monetario Internazionale (Fmi), sottolineando che "per i paesi dove il sistema bancario rappresenta una grande fetta dell'economia, è ora più che mai essenziale assicurare l'accesso a fondi sufficienti". Secondo il Fondo, "il meccanismo di risoluzione deve essere rafforzato se necessario".

"RISANARE CONTI, SERVONO PIANI AMBIZIOSI, CREDIBILI" - I paesi con elevati livelli di debito, dentro e fuori l'area euro, devono compiere progressi con piani di risanamento dei conti di medio termine ambiziosi e credibili. Lo afferma il Fondo Monetario Internazionale (Fmi), sottolineando come i rischi sul debito sovrano nell'area euro si sono ampliati ad altri paesi. "Gli spread dei titoli di stato in alcuni casi hanno raggiunto massimi decisamente al di sopra dei livelli visti durante la crisi dello scorso maggio. Le pressioni sull'Irlanda sono risultate particolarmente severe, e hanno portato al piano Ue-Bce-Fmi. I legami fra i rendimenti medi dei titoli di Grecia e Irlanda con quelli del Portogallo restano elevati, ma le correlazioni sono aumentate fortemente negli ultimi mesi con i rendimenti spagnoli e, in misura minore, con quelli dell'Italia, con l'intensificarsi delle pressioni sugli spread.

"DEFICIT USA 2011 DOPPIO EUROLANDIA, DEBITO A 110%" - Il deficit federale americano si attesterà nel 2011 al 10,75% del pil, più del doppio di quello dell'area euro. Il debito supererà il 110% del pil nel 2016. Lo afferma il Fondo Monetario Internazionale (Fmi), sottolineando che "l'assenza di un piano credibile e di medio termine" da parte degli Stati Uniti per risanare le finanze pubbliche potrebbe tradursi "in un aumento dei tassi di interesse, che potrebbe avere effetti negativi sui mercati finanziari e sull'economia globale".



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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MessaggioInviato: 27/01/2011, 18:05 
Egitto: borsa in caduta libera e
la rivoluzione arriva in Yemen


In un paese dove sta per scoppiare la rivoluzione (oggi si segnala il primo caso di insubordinamento dell'esercito) e' normale che il mercato subisca contraccolpi pesanti. Ma il grafico dell'andamento dell'indice della borsa egiziana fa paura. E fa ancora piu' paura l'ipotesi che possa venire chiuso il Canale di Suez nervo cruciale dei trasporti di petrolio via mare.

Fonte: http://www.wallstreetitalia.com/article ... ge=1074197

Dopo essere stato bloccato temporaneamente dalle contrattazioni, il mercato ha ripreso a cedere quota. Il bilancio in due sedute e' di -16%. Un ribasso che ha spinto l'indice azionario EGX30 ai minimi dal 2009. Intanto i Cds (il costo per proteggersi da un default del debito sovrano del paese) sono schizzati al rialzo di 40 punti base (+10%) a quota 385. Come se non bastasse, e' a rischio il transito nel Canale di Suez: uno stop potrebbe essere imminente.

Intanto mentre nelle strade di Alessandria, Suez e Il Cairo sono i giovani a guidare la rivolta, mettendo in secondo piano i tradizionali soggetti dell’opposizione egiziana, la rivoluzione araba e' arrivata in un altro paese "tradizionalista", lo Yemen, dove, cosi' come in Giordania, Algeria, Marocco, la situazione si e' surriscaldata da quando i tunisini hanno iniziato a scendere in piazza per chiedere le dimissioni di Ben Ali, datosi poi alla fuga.

Migliaia di persone sono scese nelle strade di Sana’a, la capitale dello Yemen, per protestare contro il governo di Ali Abdullah Saleh, presidente del paese da oltre 30 anni. Secondo le prime testimonianze i manifestanti chiedono un nuovo governo e nei loro canti citano spesso gli episodi avvenuti in Tunisia. La popolazione protesta contro la crescente poverta' e contro la corruzione e la censura del governo. Nel frattempo in Albania tre persone hanno perso la vita nel corso delle manifestazioni di protesta, il che fa temere che l'ondata rivoluzionaria si possa propagare anche in Europa.

Il tutto mentre in Egitto le proteste si infiammano. Secondo la ricostruzione dei media locali, i manifestanti hanno preso il controllo della stazione di polizia a Suez. Secondo il Guardian, c'e' stato anche il primo caso di insubordinamento dell'esercito: "un avvocato e un direttore generale di Arabic Network for Human Rights Information hanno raccontato via Twitter che alcuni gruppi dell'esercito a Suez si sono rifiutati di offrire il loro supporto contro i manifestanti. Il che significa che il governo potrebbe perdere presto il controllo di Suez e del Canale di Suez. Che cos'ha di tanto speciale? E' uno dei setti piu' importanti punti di checkpoint da cui passano le scorte del petrolio via nave. Secondo l'Energy Library, la chiusura del Canale di Suez comporterebbe un allungaemnto dei tragitti di 6.000 miglia costringendo le navi cargo a passare dal Capo di Buona Speranza in Sudafrica.

Ieri gli scontri in Egitto hanno causato la morte di un poliziotto e un manifestante al Cairo, mentre circa settecento persone sono state arrestate in tutto il paese, tra cui otto giornalisti, e altri scontri sono scoppiati nelle citta' citate prima, ma non solo. A Suez un gruppo di manifestanti ha appiccato il fuoco al palazzo del governo e ha tentato di dare alle fiamme anche la sede locale del Partito Nazionale Democratico attualmente al potere. Le forze dell'ordine sono intervenute lanciando gas lacrimogeni. Tra i feriti ci sono almeno 55 manifestanti e 15 agenti di polizia.

Qui sotto riportiamo un video dei nuovi scontri avvenuti nelle strade di Suez, dove ormai anche le autorita' si sono ribellate al potere:





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MessaggioInviato: 28/01/2011, 17:44 
Spagna, disoccupazione cresce a livelli record

(Teleborsa) - Roma, 28 gen - Brutte notizie per l'occupazione spagnola che nell'utimo anno ha avuto un vero e proprio tracollo. Secondo l'Ufficio di Statistica nazionale della Spagna (INE), che ha reso noto oggi il report sulla popopolazione attiva uno spagnolo su cinque è disoccupato. Il tasso di disoccupazione nel 2010 cresce più di mezzo punto percentuale e si attesta a 20,33%. Dall'altre parte il tasso di attività è inferiore al 60%.

Nel quarto trimestre 2010 l' occupazione ha registrato un calo di 138.600 persone, portandosi a 18.408.200. Il tasso di variazione annuo dell'occupazione è -1,28%. Il declino della forza lavoro è stato di 16.700 persone in questo trimestre. Come risultato, il numero di disoccupati è aumentato di 121.900, portando il totale 4.696.600 disoccupati

http://finanza.repubblica.it/News_Detta ... 28&src=TLB


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MessaggioInviato: 31/01/2011, 02:24 
Rumor: prestiti Ue a Grecia e Irlanda per 30 anni anziche' 3

Fonte: http://www.wallstreetitalia.com/article ... ge=1075008

Mentre l'attenzione internazionale e' focalizzata sugli scontri in Egitto contro il governo Mubarak, passa in sordina la voce secondo cui l'Unione Europea starebbe prendendo in considerazione l'ipotesi di allargare la durata del prestito concesso a Grecia e Irlanda a 30 anni da, rispettivamente tre e sette.

Lo ha riferito Reuters citando due fonti vicine ai piani delle autorita' dell'Eurozona. Axel Weber, a capo della Bundesbank, avrebbe suggerito tale mossa come parte del piu' vasto piano per arginare la crisi del debito. L'idea circola tra ministri europei, banchieri centrali e politici riuniti a Davos, in Svizzera, dove e' in corso l'annuale World Economic Forum.



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MessaggioInviato: 31/01/2011, 09:35 
La cosa che mi fa ridere è che a volte si parla dell'Unione Europea come se fosse un qualcosa che esiste di per sè, un sovra-Stato.
Se l'Unione decide una proroga sugli aiuti alla Grecia, non è che lei lo decide e noi lo subiamo. Lo abbiamo deciso noi, i francesi, i tedeschi etc etc...

In ogni casi la situazione è più grave di quanto si dica, senza dubbio.
E noi pensiamo e noi pensiamo alle soubrette in giro per le ville...



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MessaggioInviato: 01/02/2011, 10:28 
Cita:
Semeru ha scritto:

La cosa che mi fa ridere è che a volte si parla dell'Unione Europea come se fosse un qualcosa che esiste di per sè, un sovra-Stato.
Se l'Unione decide una proroga sugli aiuti alla Grecia, non è che lei lo decide e noi lo subiamo. Lo abbiamo deciso noi, i francesi, i tedeschi etc etc...

In ogni casi la situazione è più grave di quanto si dica, senza dubbio.
E noi pensiamo e noi pensiamo alle soubrette in giro per le ville...




Invece no, gli stati non decidono per quello che riguarda l' economia, perché ormai da tempo hanno ceduto alle banche private la propria autonomia e la propria sovranità monetaria.

Chi decide e' la Banca Centrale Europea, un istituzione privata che controlla direttamente l' economia degli stati dell' unione e indirettamente ogni aspetto economico delle nostre vite.

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Esistono uomini senza scrupoli che vogliono costringerci in un mondo dove tutto e' scarso. La scarsità rende potente chi possiede quel poco e schiavo chi ne necessita, questo rende possibile dare un prezzo ad una cosa che non ha valore, trasformando un diritto naturale in un bene da acquistare. (Teschio)
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MessaggioInviato: 01/02/2011, 11:58 
Cita:
Teschio ha scritto:

Cita:
Semeru ha scritto:

La cosa che mi fa ridere è che a volte si parla dell'Unione Europea come se fosse un qualcosa che esiste di per sè, un sovra-Stato.
Se l'Unione decide una proroga sugli aiuti alla Grecia, non è che lei lo decide e noi lo subiamo. Lo abbiamo deciso noi, i francesi, i tedeschi etc etc...

In ogni casi la situazione è più grave di quanto si dica, senza dubbio.
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Invece no, gli stati non decidono per quello che riguarda l' economia, perché ormai da tempo hanno ceduto alle banche private la propria autonomia e la propria sovranità monetaria.

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MessaggioInviato: 06/02/2011, 19:11 
n Usa lavoro ancora debole

Daniela RovedaCronologia articolo05 febbraio 2011

LOS ANGELES
Non migliora la situazione sul mercato del lavoro americano, anzi l'economia Usa ha creato in gennaio solo 36mila nuovi posti di lavoro, un numero palesemente insufficiente per riportare il tasso di disoccupazione ai livelli precedenti alla recessione del 2008. Questa volta la colpa è stata attribuita alle bufere di neve che hanno paralizzato i settori dell'edilizia e dei trasporti il mese scorso, ma pur tenendo conto del fattore metereologico, l'aumento dell'occupazione è stato solo un quarto di quanto non avessero anticipato gli economisti. Il tasso di disoccupazione è invece sceso al 9% dal 9,4% di dicembre, anziché salire al previsto 9,5%: i due dati (numero di posti di lavoro creati e tasso di disoccupazione) provengono da sondaggi diversi e a volte sono in contraddizione tra loro, ma convergono nel medio periodo.
Unico raggio di luce in un dato scoraggiante è l'aggiunta di 50mila nuove posizioni nel settore manifatturiero, mentre il settore pubblico, l'edilizia e le costruzioni hanno licenziato. «Stiamo facendo progressi» ha commentato il capoeconomista della Casa Bianca Austan Goolsbee. Diametralmente opposta l'interpretazione dell'opposizione repubblicana. Secondo il presidente della Camera John Boehner l'incertezza creata dall'aumento del deficit pubblico sta paralizzando l'attività economica, e per questo motivo le aziende non assumono. «La Casa Bianca aveva promesso di abbassare il tasso di disoccupazione all'8%, e non ci è riuscita».
La reazione degli economisti e di Wall Street è stata invece più misurata. È impossibile quantificare con esattezza l'"effetto meteo" e quindi inutile fare considerazioni affrettate; tutti gli altri dati recenti sull'attività economica stanno puntando in alto, ed è quindi possibile che il dato di gennaio sia un numero spurio in un trend positivo. Questa è stata all'apparenza l'interpretazione di Wall Street, dove ieri le quotazioni azionarie sono rimaste sostanzialmente stabili e l'indice Dow Jones ha chiuso con un rialzo dello 0,25% a quota 12.092; sul mercato obbligazionario i prezzi dei titoli del Tesoro sono scesi, apparente prova della fiducia del mercato nella ripresa economica.

Migliora il mercato del lavoro, la Fed vede la luce in fondo al tunnel (ma mantiene una view prudente)

Nel mese di gennaio sono stati creati negli Stati Uniti molti meno posti di lavoro rispetto alle attese, ma il tasso di disoccupazione è calato più del
Due avvertimenti da Bernanke

MODERATO OTTIMISMO - In America la crescita sta accelerando, ma da sola «non sarà sufficiente a sanare gli squilibri fiscali». E ha bisogno di posti di lavoro
Mercato del lavoro debole negli Stati Uniti. In Italia cresce il numero di giovani disoccupati

Come spesso accade, in queste situazioni, è meglio dare un'occhiata ai mercati per capire come interpretare il dato. Si parla, ovviamente, dei tanto attesi
Lavoro Usa ancora senza sprint

La creazione di posti stenta a decollare e a dicembre si ferma a quota 103mila - BERNANKE ALZA LE MANI - Il governatore Fed ammette: la crescita economica resta troppo debole Obama nomina Sperling alla Sicurezza economica
Stati Uniti, a gennaio persi600mila posti di lavoro

Nel mese di gennaio negli Stati Uniti sono andati persi


Tags Correlati: Austan Goolsbee | Ben Bernanke | Federal Reserve | John Boehner | John Canally | Mercato del lavoro | Stati Uniti d'America | Tipicamante | Wall Street


Resta da vedere quanto ci vorrà per riparare i danni inflitti dalla Grande Recessione del 2008-2009. Anche nel settore privato, dove è impiegato il 70% dei lavoratori Usa, il ritmo di creazione di nuove posizioni è anemico se paragonato al ritmo di crescita delle aziende. I profitti delle società americane stanno aumentando, e Wall Street ha preso nota, ma ciò è stato possibile grazie ad aumenti della produttività ottenuti abbassando i costi unitari di lavoro: le imprese stanno spremendo i lavoratori impiegati o ricorrono al part time anziché assumere permanentemente.
In questo contesto, il tasso di disoccupazione negli Stati Uniti viaggia al di sopra del 9% dal maggio 2009, il periodo più lungo dal dopoguerra. Ieri il ministero del Lavoro ha stimato che l'economia americana ha perso 8,75 milioni di posti di lavoro nei 18 mesi di recessione, ma nel corso del 2010 ne ha aggiunti meno di un milione di nuovi, un numero insufficiente persino a tenere il passo con la crescita demografica. Tipicamante ci vogliono 150mila nuovi posti di lavoro al mese per assorbire i nuovi arrivi nella forza lavoro, e 300mila al mese per poter abbassare il tasso di disoccupazione.
Come ha sottolineato il governatore della Federal Reserve Ben Bernanke, ci vorranno qiondi anni prima che il tasso di disoccupazione ritorni a livelli "normali", mentre molti economisti credono che le imprese Usa dovranno creare almeno 200mila nuovi posti di lavoro al mese per sei mesi consecutivi prima di poter considerare la ripresa stabile. La media del 2010 è stata pari a poco più di 100mila.
Secondo alcune stime, oltretutto, almeno 4-5 milioni di disoccupati scoraggiati hanno smesso di cercare lavoro, e per questo motivo non sono più contati nelle statistiche ufficiali. Ciò spiega perché il tasso di partecipazione nella forza lavoro (gli occupati più i disoccupati attivamente in cerca di lavoro) è sceso a un mero 64,2%, il livello più basso degli ultimi 26 anni.
In sintesi, la situazione del mercato del lavoro si è stabilizzata ma non sta migliorando. Per usare le parole dell'economista John Canally with LPL Financial, «chi ha lavoro non rischia di perderlo, ma chi non ce l'ha farà fatica a trovarlo».

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/ ... d=Aanqhs5C



Inghilterra: un impiegato pubblico su quattro teme di perdere il lavoro
di Pier Francesco Borgia

Tra gli effetti della crisi anche gli attacchi di panico e lo stress dei dipendenti statali. Secondo il sindacato GBM saranno 150mila i dipendenti che perderanno il lavoro entro l'anno, grazie alla rigorosa politica di austerity del governo di Cameron

In Inghilterra il pubblico impiego non ha mai avuto un grande richiamo presso la cosiddetta «working class». Oggi poi, la definizione di «civil servant» non gonfia il petto di nessuno. Semmai aumenta i casi di insonnia e di attacco di panico. A causa della crisi economica, ovviamente.
Il Chartered Institute of Personnel and Development ha interrogato un campione di duemila persone. Lo studio, pubblicato dal «The Guardian», rivela che due impiegati pubblici su tre si sentono stressati per le condizioni di precarietà in cui è precipitato anche il settore statale dopo i recenti tagli voluti dal governo guidato da David Cameron. Uno su quattro ritiene molto probabile addirittura il licenziamento entro breve.
Dall'amministrazione comunale di Leeds al sistema sanitario londinese sono tanti gli enti pubblici che hanno promesso che gli incubi dei lavoratori diventeranno presto una dura realtà. Il Comune di Leeds, ad esempio, ha annunciato entro aprile un taglio alla spesa pubblica di 90 milioni di sterline (mica spiccioli). E per arrivare a questo obiettivo sacrificherà ben 1500 dipendenti che saranno quindi costretti a lasciare il proprio posto di lavoro entro i prossimi 12 mesi. Dal canto suo il sistema sanitario nazionale (National Health Service) ha annunciato che nella sola città di Londra saranno tagliati 630 posti letto (mentre il personale ospedaliero sarà ridotto di duecento unità).
Il GBM, una delle più potenti sigle sindacali inglesi, ha lanciato un allarme davvero inquietante. Secondo le previsioni dei rappresentanti dei lavoratori sono a rischio ben 150mila posti di lavoro in tutto il Regno Unito.
D'altronde una delle promesse in campagna elettorale dei Tories fu quella di ridurre il debito nazionale con una serie di drastici tagli nel settore pubblico. Avevano anche immaginato delle cifre: la più accomodante era di 12 miliardi di sterline, da risparmiare tra tagli al personale e riduzione dei servizi erogati e delle commesse pubbliche.

http://www.ilgiornale.it/esteri/inghilt ... comments=1


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MessaggioInviato: 16/02/2011, 14:12 
Il G-20 deve mettere al primo posto della propria agenda la crisi alimentare. L'aumento dei prezzi delle materie prime agricole nell'ultimo anno ha spinto 44 milioni di persone in tutto il mondo sotto la soglia di povertà estrema e rischia di aggravare le tensioni politiche in molte aree, a partire dal Medio Oriente.
Il presidente della Banca mondiale, Robert Zoellick, ha dichiarato ieri in teleconferenza con un gruppo di giornalisti di voler richiamare l'attenzione dei ministri finanziari e dei banchieri centrali del G-20, che si riuniranno questo fine settimana a Parigi, sul punto «molto pericoloso» raggiunto dalla crisi alimentare. Secondo dati diffusi ieri, l'indice dei prezzi alimentari elaborato dalla Banca è aumentato del 15% fra l'ottobre scorso e la fine di gennaio, del 29% in un anno ed è al di sotto di solo il 3% rispetto al livello raggiunto nella precedente crisi del 2008. Fra gli aumenti più vertiginosi, quelli del grano e del mais, con pesantissime ripercussioni soprattutto nei paesi più poveri, ma forti sono stati gli aumenti anche per zucchero e oli alimentari: la banca stima che 44 milioni di persone in più, tra il giugno e il dicembre dello scorso anno, vivano oggi con meno di 1,25 dollari al giorno. Il numero sale addirittura a 68 milioni, se si tiene conto di 24 milioni che vivono in paesi produttori e che invece hanno beneficiato degli aumenti. «Ci sono ogni giorno nel mondo 900 milioni di persone che soffrono la fame, se non facciamo qualcosa presto arriveremo al miliardo di affamati», ha aggiunto il presidente della Banca mondiale.
«L'aumento dei prezzi alimentari - ha detto Zoellick - non è la causa principale delle proteste popolari in Africa e in Medio Oriente, ma è un fattore aggravante». Il presidente della World Bank ha osservato che in futuro questo elemento potrebbe peggiorare la fragilità della transizione politica e per questo la comunità internazionale «deve essere cosciente dei rischi». Secondo Zoellick, in Egitto, tradizionalmente un grande importatore di cereali, la situazione è per ora «gestibile» da un punto di vista dei finanziamenti e la Banca lavora a stretto contatto con il Fondo monetario per stabilirne le necessità. Inoltre, un team della World Bank è in Tunisia in questo momento. Fra gli altri paesi in cui il brusco incremento dei prezzi alimentari può avere ripercussioni sociali, Zoellick ha citato Afghanistan, Sudan, Pakistan e diversi paesi dell'Asia centrale.


La sicurezza alimentare è ora «un problema di sicurezza globale». Dopo la precedente crisi, il summit a L'Aquila lanciò un fondo per la sicurezza alimentare, per il quale vennero promessi 22 miliardi di dollari. Quasi due anni dopo, solo un terzo di quelle promesse è stato mantenuto. Zoellick ha sottolineato che, se allora si era convinti che potesse trattarsi di un fenomeno isolato, «la nuova crisi dimostra che non lo era».
Uno dei rimedi proposti dal numero uno dell'istituzione di Washington, maggior trasparenza sui dati di mercato, sia da parte dei paesi produttori sia consumatori, figura fra le misure all'esame del G-20. In alcuni paesi, la scarsità di informazioni di mercato, unita ad acquisti dettati dal panico, ha impedito ai prezzi di abbassarsi come sarebbe stato giustificabile per il buon andamento dei raccolti. Sul lato dell'offerta, la crisi è stata aggravata dalla avverse condizioni atmosferiche: Zoellick ritiene indispensabile dotare anche i paesi in via di sviluppo di sistemi di previsioni meteorologiche sofisticati come quelli disponibili nei paesi avanzati.
L'esplosione delle quotazioni internazionali delle commodity alimentari non ha avuto finora conseguenze ancora peggiori, secondo lo studio pubblicato ieri, solo grazie al buon raccolto di alcuni prodotti in diversi paesi dell'Africa subsahariana e grazie alla moderazione degli aumenti per il riso.

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/ ... C#continue



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MessaggioInviato: 16/02/2011, 16:45 
Meno male.... qualcuno in Europa dice le cose come stanno..... [V]




''In Europa c'e' stato il grande problema dell'omessa vigilanza sulla finanza privata, a fronte di una giusta vigilanza sulla finanza pubblica''. Lo ha detto il ministro del Tesoro Giulio Tremonti. ''Vogliamo - ha detto - che sia riconosciuta la verita', la crisi che viviamo e' prodotta dalle banche e da chi non ha vigilato sulle banche, lo capiscono tutti''.

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 87732.html



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A Detroit vi pagano per diventare proprietari di casa

Pubblicato il 17 febbraio 2011

Fonte: http://www.wallstreetitalia.com/article ... ge=1083150

Il sindaco di Detroit Dave Bing sta offrendo incentivi per convincere i residenti a tornare a vivere in quartieri che sono rimasti completamente deserti dopo la recessione.

Un programma prevede addirittura $150.000 offerti dal comune cittadino per effettuare i lavori di rinnovo dell'abitazione abbandonata e $1.000 garantiti alle forze di polizia e ai vigili del fuoco che avessero voglia di tornare in citta', una dei centri urbani d'America con il piu' alto tasso di crimini commessi.

In un altro piano di aiuti, vengono assicurati agli studenti laureati $2.500 per aiutarli a pagare l'affitto di un appartamento nella citta' principale del Michigan e $20.000 di finanziamenti sul mutuo per comprare una proprieta' immobiliare.

Il messaggio promozionale del programma "Vieni a vivere a Midtown" (sul sito livemidtown.org) dice espressamente: "Sarete pagati per vivere in Midtown. Letteralmente". Il programma e' pensato per i dipendenti della Wayne State University, del Centro medico di Detroit e dell'Henry Ford Health System.

Chi fosse interessato potra' scegliere tra un ampio catalogo di case libere, in vendita a un prezzo stracciato, in particolare nei quartieri desolati di Woodward Avenue e Brush Park.



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

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FINANZA E SISTEMI DI CONTROLLO
PER UNA DITTATURA ECONOMICA


Immagine

feb 20th, 2011

DI NANDO DICE’
laquintastagione.com

Fonte: http://snipurl.com/23ncyg

Per non ripetere l’errore dei Borbone e dei vecchi meridionalisti che credevano che il sud fosse un “isola”, e che da soli si potessero cambiare le cose o fermarle, dobbiamo renderci conto che siamo inseriti in un contesto mondiale che come una piovra agisce e come una piovra sfrutta perseguendo l’unica uguaglianza che conosce “l’uguaglianza dello sfruttamento”. Comprendere però non servirà se non useremo la nostra comprensione in una premessa per agire. Nel 1930 a Basilea, nella Banhofplatz al n° 2, venne fondata la BRI (la Banca dei Regolamenti Internazionali) da allora in poi tutti i governatori di banche centrali al mondo si riuniscono una volta al mese li per decidere….
Nella foto: la sede della la Banca dei Regolamenti Internazionali a Basilea
Non lo sappiamo, in quanto essendo una istituzione “seria” nulla trapela e non ci sono verbali di quelle riunioni, ne si può sbirciare dalle finestre. Potremmo dar sfogo all’immaginazione, ma sarebbe tutto inutile nessuna indiscrezione, nessuna fuga di notizie, neppure il Gabibbo e striscia la notizia potrà mai convalidare o confutare la nostra immaginazione, quindi atteniamoci a quello che sappiamo.
Sappiamo sicuramente che nessun membro del BRI si è mai candidato alle elezioni in nessuna competizione elettorale al mondo o se l’ha fatto non è stato tanto orgoglioso della sua appartenenza da dirlo.
Sappiamo sicuramente che la BRI ha fondato vari comitati che controllano e regolano i rapporti bancari (CBVB comitato di Basilea sulla vigilanza bancaria – CSFG Comitato sul sistema finanziario globale – CSPR Comitato sui sistemi di pagamento e regolazioni) ma soprattutto sappiamo che nel 1944 danno l’impulso fondante a Bretton Woods[1], dove nasce la Banca Mondiale[2], una banca, gestita da privati. Essa mediante una sua sotto struttura, la Società finanziaria internazionale, distribuisce i prestiti su scala mondiale, finanziando nei[3] paesi in via di colonizzazione gli investimenti delle multinazionali che sono gli azionisti della stessa banca. Tutte le banche nazionali, e quindi i governi, contraggono prestiti presso la B.M. che quindi naturalmente limita le economie locali per favorire quelle dei suoi azionisti, le multinazionali. Incamerando interessi e ampliando le attività economiche e finanziarie dei suoi azionisti, negli stati debitori la banca lucra (come abbiamo spiegato in precedenza) al punto tale che nessuno stato (anche gli USA[4]) sarà mai in grado di liberarsi dalle catene del debito. Ma una diversa politica monetaria e dei cambi, su scala nazionale poteva danneggiare gli azionisti della B.M. quindi sempre a Bretton Woods venne creato il Fondo Monetario Internazionale, una sorta di ufficio cambio a livello planetario, con il compito di “mantenere una precisa interdipendenza monetaria atta ad evitare rivalutazioni o svalutazioni danneggianti la B.M”. Per evitare la rottura della dipendenza monetaria il F.M.I. deve omologare i deficit degli stati costringendoli a ridurre la spesa pubblica, quindi a: Ridurre il numero ed il salario dei dipendenti pubblici, parcheggiare i giovani più tempo possibile fuori dal mondo del lavoro ma sempre a spese delle famiglie, far entrare i nuovi occupati nel mondo del lavoro con “salari d’ingrasso” per le aziende, “libero caporalaggio riconosciuto”, diminuire i servizi, svendere patrimoni, eliminare le sovvenzioni alle imprese secondo uno schema a maglie preciso, aprirsi alle multinazionali e privatizzare tutto, ma proprio tutto[5].
Controllati il valore e i flussi monetari, controllati i prezzi, controllati i cambi monetari si è poi passati al controllo dei flussi mercantili. Nel 93 il GATT[6] si trasforma in WTO (Organizzazione Mondiale del Commercio) una sorta di grande controllore doganale, che controlla le dogane di tutto il mondo sostituendosi ad esse, con la scusa di volerle eliminare[7]. Essa a parole dice di volere il libero scambio ma nei fatti applica il libero scambio delle merci decise dagli azionisti della Banca Mondiale. Non importa se quella merce viene prodotta nei lager industriali del secondo mondo, o nei gulag di periferia del terzo, sfruttando bambini di 9 anni o che distrugga la natura o che distrugga il tessuto sociale ed economico dei paesi in cui viene venduta, o che faccia male alla salute, o che contenga OGM, se essa è “raccomandata” dal WTO questa merce, attraverso il controllo-ricatto che questi organismi hanno sui vari stati attraverso le banche, verrà consumata. La cosa abominevole e che se producono profitto anche gli uomini saranno “consumati”, perché la definizione di “merce” del FMI non si limita alle cose non viventi. Fra i fondatori della B.M. c’era l’economista John Maynard Keynes (8) celebre per aver ripreso il motto “l’economia sarà il cavallo, la politica il carro”[9]e per aver proferito all’atto dell’istituzione dello scippo di sovranità monetaria agli stati “Un governo può sopravvivere con il signoraggio quando non può sopravvivere con nessun altro mezzo”. Parafrasandolo abbiamo abbozzato i nomi di qualche briglia, ora passeremo alle staffe. Nell’interregno fra economia e politica esistono delle organizzazioni intermedie tutte formate da privati e senza legittimazione popolare che influenzano, dirigono o dettano, decisioni con conseguenze politiche.
Questi gruppi di pressione hanno “gusti hobby ed interessi” differenti che a volte li fanno litigare, al punto di farsi “dispetti” sulla pelle dei popoli, ma sono unite da precise regole di fondo. Il credo capitalistico, l’internazionalismo[10], il disprezzo delle identità, il dirigismo economico, la non curanza verso l’ecosistema, la voglia di potere, il credersi portatori di civilizzazione[11]. Il Cfr[12], La Trilateral, il gruppo Bildeberg (http://www.youtube.com/watch?v=NbovWPYRdSM) [13], i Clubs, G7 (oggi G8), forum di Davos[14], il comitato di Bali (per le supervisioni bancarie), la IOSCO (che organizza le commissioni nazionali emettitrici di titolo obbligatori), la ISMA, la ISO (che definisce ed uniforma gli standard industriali) le logge massoniche, sono fra i gruppi più importanti, ma tutti regolano o influenzano la politica del mondo e quindi anche la nostra. Per non parlare di quelle società che dietro il paravento di certificazione delle contabilità delle imprese invece impongono il modo di fare impresa alle imprese ed agli stati trasformati in imprese. Il “carro” mediante questi gruppi di potere viene gestito nella direzione voluta ma bisogna anche prevedere che nessuno cerchi di deviarlo, quindi va tenuto sotto controllo ma non bisogna farsi controllare. In questo senso e sintomatico l’inquadramento istituzionale del Trattato di Maastricht in cui la BCE ha solo diritti da “personalità giuridica” e d’autonomia ma non è una istituzione della comunità Europea (che sono: Parlamento-Consiglio- Commissione- Corte di giustizia- Corte dei conti) quindi pur avendo per statuto il riconoscimento e la possibilità di agire in ogni stato non ha doveri verso di essi.
A parziale chiusura di un paragrafo che di per se dovrebbe essere un volume, diremo che gli azionisti della B.M. sono gli stessi delle società che strumentalizzano (forniscono strumenti) la National Security Agency (NSA) oggi Special Collection Service (SCS) una struttura di controllo dell’informatica e delle telecomunicazioni che già nel 1992 impiegava ventiseimila poliziotti telematici e duecentomila collaboratori esterni. Basti dire che il progetto ECHELON, che avrebbe fatto rabbrividire Orwell non era che solo la parte di interesse commerciale del suo progetto globale. Il sud non deve secondo i loro piani, né cambiare direzione del carro, ma neppure democraticamente scendere.

Fonte: http://www.laquintastagione.com/
Link: http://snipurl.com/23ncyg

NOTE
[1]Località americana dello stato New Hampshire ai confini col Canada.
[2]In un primo momento chiamata: Banca Internazionale per la ricostruzione e per lo sviluppo (IBRD). Nella parte propagandistica questa operazione di controllo del mondo venne spacciata per l’unica (le soluzioni dei liberisti sono sempre UNICHE) risposta del progresso, alla “grande depressione” causata, secondo loro, dalla diversificazione dei tassi di cambio, dalle barriere commerciali e dalla confusione (leggasi libertà) monetaria dei vari popoli.
[3]Si faccia attenzione, nei e non per i paesi in via di sviluppo, come vogliono farci credere. Per non dimenticare si può fare riferimento all’intervento USA in Somalia in “aiuto” alle popolazioni colpite dalla guerra civile. Tale operazione “umanitaria” conosciuta al mondo come lo sbarco “segreto” dei marin’s ripresi dalle telecamere di tutto il mondo inizio anni prima attraverso una società americana (la Conoco) che in Somalia trovo il petrolio, continuò con uno stanziamento del FMI di 500 milioni di dollari per lo sfruttamento del petrolio e per un oleodotto e fini con l’occupazione delle riserve petrolifere da parte degli azionisti delle B.M e con il controllo della politica di quel popolo da parte delle direttive del “piano di aggiustamento strutturale” somalo emesso dal F.M.I.. E la popolazione che si era andati ad aiutare? Muore ancora di guerra civile ed oggi anche d’inquinamento. Ecco il destino dei sud.
[4]Il noto direttore del programma di geoeconomia presso il Center for Strategic and international Studies di Waschington E. N. Luttwak scrive: “Quando gli USA diventeranno un paese del terzo mondo? Tra non molto, entro il 2050, a preparare la situazione che porterà l’America verso condizioni da Terzo Mondo è la pura e semplice forza della demografia: La percentuale di americani poveri è in crescita, come sono in crescita anche la concentrazione di ricchezza nelle mani dell’1% più ricco, nonché la percentuale di americani che godono di una ricchezza e di un reddito tali da denunciare che la classe media è in declino o che non esisterà. Questo sono le basi al tipico modello da terzo mondo.” Cera una volta il sogno americano Rizzoli
[5]Il primo “privatizzatore” in Italia fu Andreotti su forte pressione del ministro G. Carli legato a confindustria nel 1991. La parola d’ordine dell’epoca era “privatizziamo per diminuire il debito pubblico”. Oggi capiamo che era un’altra colossale bugia. Dal 1991 la risposta giusta per la domanda dell’esame d’ammissione di ogni governo è stata “privatizzare”. Dieci anni prima nel luglio 81 il ministro Andreatta sancì la definitiva “libertà” di Bankitalia dal ministero del tesoro.
[6]General Agreement on Tariffs and Trade (liberalizzazione delle tariffe e del commercio)
[7]Proprio il contrario della politica borbonica che istituì un forte regime protezionistico doganale, vietò l’esportazioni delle merci prodotte al sud se il mercato interno non era saturo, impose la trasformazione dei beni nei luoghi di produzione. Limito le speculazioni con il “calmiere al ribasso” cioè i prodotti della terra non potevano essere pagati al di sotto del prezzo stabilito da stato.
(8) Gli accordi di Bretton Woods si basarono su due progetti. Entrambi liberisti e con poche variazioni a tema. Quello di Harry Dexter White delegato Usa e quello di Keynes delegato inglese. Venne approvato il piano, manco a dirlo, di White. In quanto più convergente con il modello di sviluppo neoliberista del “Washington Consensus”.
[9]Riprendendo forse inconsapevolmente l’analisi di E. Zolà sulla sudditanza dell’economia su una politica non incarnante valori etici nella modernità.
[10]Essi hanno col tempo dimostrato la validità delle teorie che vedevano nell’internazionalismo comunista l’altra faccia del capitalismo. Sintomatica è che gli stessi no global si sono adeguati innanzi al punto fermo dell’internazionalismo (capitalistico o comunistico non importa) definendosi New Global. Restano quindi “No Global” solo le forze identitarie a cui il nuovo meridionalismo è fautore.
[11]Gli USA sono la potenza egemone nel mondo ma in Fondo non sono altro che il punto di arrivo della civilizzazione anglosassone, animata dal mondialismo ecumenico e dall’uniformismo giacobino. Fondamentalmente non è l’imperialismo americano il motore ideologico del mondialismo ma la ideologia Wasp (Bianca, anglosassone e protestante) di cui il CFR è portatore
[12]Council for Foreign Relations. Clubs iper capitalista fondato dai Rokefeller che attraverso i suoi membri (Nixon, Kissinger, Soros…) guida di fatto la politica estera degli USA.
[13]Di tale gruppo non si conosce il nome, lo si definisce Bildeberg dal nome dell’hotel svizzero in cui fecero la prima riunione. Esso rappresenta davvero l’elit del pensiero globalizzante, basti dire che se nella Trilateral sono presenti elementi di secondo piano rispetto ai centri di potere, nel Bildergerg hanno accesso solo uomini dal potere vero dagli Agnelli a salire. “Non è corretto definirlo come il vero centro del potere, lo è tuttavia di sicuro il dire che si colloca al centro del potere” Adinolfi. Il prof. Joshua Paul della Georgetown University nel 2000 ha pubblicato dei documenti inediti del gruppo in cui si dimostra che sin dal 1948 la fondazione Ford e quella Rockefeller premevano al suo interno per l’ unificazione monetaria europea. A dire il vero è nostra speranza che se almeno non ha migliorato il nostro modo di vivere l’euro da sistema di controllo delle economie nazionali si possa trasformare in competitore internazionale del dollaro.
[14]Si riunirono i “padroni del mondo” per decidere che da quel momento in poi si sarebbe applicata la legge delle 3 D : Dereglementation (liberalizzazione), desintermediation (senza mediazione), decloisonnement (senza barriere).



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MessaggioInviato: 21/02/2011, 10:32 
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Thethirdeye ha scritto:


Meno male.... qualcuno in Europa dice le cose come stanno..... [V]




''In Europa c'e' stato il grande problema dell'omessa vigilanza sulla finanza privata, a fronte di una giusta vigilanza sulla finanza pubblica''. Lo ha detto il ministro del Tesoro Giulio Tremonti. ''Vogliamo - ha detto - che sia riconosciuta la verita', la crisi che viviamo e' prodotta dalle banche e da chi non ha vigilato sulle banche, lo capiscono tutti''.

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 87732.html



Tremonti con queste affermazioni continua a proteggere gli interessi delle banche private a discapito del popolo.

Probabilmente in questo momento sono belle frasi di propaganda, ma mi piacererebbe fargli le seguenti domande:

Ministro Tremonti lei afferma che c'e' stata una mancata vigilanza sulle banche private, ma si e' dimenticato di dire che controllato e controllore sono la stessa persona. Chi dovrebbe vigilare sulle banche private e' la Banca D'Italia, ma sappiamo tutti che anch'essa non e' più dello stato, ma una banca privata al 100% posseduta in percentuale dalle stesse banche private che dovrebbe controllare. Lo stesso vale per la BCE. Come intende rimediare a questo paradosso?

Ministro Tremonti lei parla di finanza pubblica, ma noi popolo sappiamo che il pubblico sta sparendo a favore del privato. Negli ultimi decenni indipendentemente dai governi di destra o di sinistra, abbiamo visto le nostre ricchezze statali svendute ai privati, l' unica cosa pubblica e' rimasta il DEBITO, può spiegarci cos'e' il debito pubblico, come si genera e sopratutto con chi abbiamo questo debito?

Ministro Tremonti lei accusa le banche di aver causato la crisi, ma poi afferma che l' Italia deve crescere, dimenticando di proporre un'alternativa al sistema che a causato il crollo finanziario. Non crede che la crescita con l' attuale sistema favorirà ancor di più chi oggi ha in mano la maggior parte della ricchezza, impoverendo drammaticamente il resto della popolazione?

Un' ultima domanda Ministro ed una mia considerazione personale. L' attuale sistema economico mondiale e' un vero crimine contro tutti i popoli del pianeta Terra. E' evidente agli occhi di chi pretende un mondo migliore. Non pensa che sia giunto il momento di dire tutta la verità?


Ultima modifica di Teschio il 21/02/2011, 10:34, modificato 1 volta in totale.


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vimana131 ha scritto:

Spagna, disoccupazione cresce a livelli record

(Teleborsa) - Roma, 28 gen - Brutte notizie per l'occupazione spagnola che nell'utimo anno ha avuto un vero e proprio tracollo. Secondo l'Ufficio di Statistica nazionale della Spagna (INE), che ha reso noto oggi il report sulla popopolazione attiva uno spagnolo su cinque è disoccupato. Il tasso di disoccupazione nel 2010 cresce più di mezzo punto percentuale e si attesta a 20,33%. Dall'altre parte il tasso di attività è inferiore al 60%.

Nel quarto trimestre 2010 l' occupazione ha registrato un calo di 138.600 persone, portandosi a 18.408.200. Il tasso di variazione annuo dell'occupazione è -1,28%. Il declino della forza lavoro è stato di 16.700 persone in questo trimestre. Come risultato, il numero di disoccupati è aumentato di 121.900, portando il totale 4.696.600 disoccupati

http://finanza.repubblica.it/News_Detta ... 28&src=TLB


si e' vero, pero' c'e' da dire che la statistica la fanno con i soggetti...a partire dall'eta' lavorativa cioe' 16 anni, sino ai 30/35.....
compresi quindi tutti gli studenti etc.

e non mi sembra giusto.......[;)]



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Teschio ha scritto:

Cita:
Thethirdeye ha scritto:


Meno male.... qualcuno in Europa dice le cose come stanno..... [V]




''In Europa c'e' stato il grande problema dell'omessa vigilanza sulla finanza privata, a fronte di una giusta vigilanza sulla finanza pubblica''. Lo ha detto il ministro del Tesoro Giulio Tremonti. ''Vogliamo - ha detto - che sia riconosciuta la verita', la crisi che viviamo e' prodotta dalle banche e da chi non ha vigilato sulle banche, lo capiscono tutti''.

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 87732.html



Tremonti con queste affermazioni continua a proteggere gli interessi delle banche private a discapito del popolo.

Probabilmente in questo momento sono belle frasi di propaganda, ma mi piacererebbe fargli le seguenti domande:

Ministro Tremonti lei afferma che c'e' stata una mancata vigilanza sulle banche private, ma si e' dimenticato di dire che controllato e controllore sono la stessa persona. Chi dovrebbe vigilare sulle banche private e' la Banca D'Italia, ma sappiamo tutti che anch'essa non e' più dello stato, ma una banca privata al 100% posseduta in percentuale dalle stesse banche private che dovrebbe controllare. Lo stesso vale per la BCE. Come intende rimediare a questo paradosso?

Ministro Tremonti lei parla di finanza pubblica, ma noi popolo sappiamo che il pubblico sta sparendo a favore del privato. Negli ultimi decenni indipendentemente dai governi di destra o di sinistra, abbiamo visto le nostre ricchezze statali svendute ai privati, l' unica cosa pubblica e' rimasta il DEBITO, può spiegarci cos'e' il debito pubblico, come si genera e sopratutto con chi abbiamo questo debito?

Ministro Tremonti lei accusa le banche di aver causato la crisi, ma poi afferma che l' Italia deve crescere, dimenticando di proporre un'alternativa al sistema che a causato il crollo finanziario. Non crede che la crescita con l' attuale sistema favorirà ancor di più chi oggi ha in mano la maggior parte della ricchezza, impoverendo drammaticamente il resto della popolazione?

Un' ultima domanda Ministro ed una mia considerazione personale. L' attuale sistema economico mondiale e' un vero crimine contro tutti i popoli del pianeta Terra. E' evidente agli occhi di chi pretende un mondo migliore. Non pensa che sia giunto il momento di dire tutta la verità?


Bellissime queste domande..... ma non c'è un sito del Ministro
dove poterle recapitare in forma pubblica? [:246]



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