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Astronave
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MessaggioInviato: 23/02/2011, 13:45 
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robs79 ha scritto:

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soleado3083 ha scritto:
Nell'86 ci stava pensando il presidente degli Stati Uniti Reagan che ha bombardato la Libia ma si e' salvato [:D]
L'erba cattiva non muore mai.
Io sono curioso di sapere invece che fine hanno fatto Moubarak e Ben Ali,voi ci credete che sono morti?

Il nuovo ordine mondiale li avra' fatti accomodare in qualche posto dove non saranno mai trovati.Morti di sicuro non sono.
Come non lo é Saddam.


Infatti.
Purtroppo quello che mi fa arrabbiare e' che prendono proprio per i fondelli la nostra intelligenza.



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Luca
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MessaggioInviato: 23/02/2011, 14:03 
Sì, internet funzionava ieri. Ma non sempre, attenzione. A volte la linea é bloccata. Le linee telefoniche invece sono totalmente assenti. Non lo sento sempre ma a Tripoli internet c'è. Comunque rimarrà ancora li, cosi vi saprò dire se ci sono errori nei media oppure no.



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anche quando i tempi saranno bui, il mio amore per tutti voi vi illuminera di gioia.
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MessaggioInviato: 23/02/2011, 15:04 
LA FABBRICA DELLE RIVOLUZIONI DI GOOGLE


L’Alleanza dei Movimenti della Gioventù: Rivoluzioni colorate 2.0


di Tony Cartalucci - dal sito Globalresearch -traduzione di Gianluca Freda


Nel 2008, l’Alleanza dei Movimenti della Gioventù (Alliance of Youth Movements) tenne il suo summit inaugurale a New York. Al summit partecipò un variegato insieme di funzionari del Dipartimento di Stato, membri del Council on Foreign Relations, ex funzionari della National Security, consiglieri della Homeland Security, più una miriade di rappresentanti delle corporation americane e delle grandi organizzazioni mediatiche, comprese AT&T, Google, Facebook, NBC, ABC, CBS, CNN, MSNBC e MTV.

E’ legittimo sospettare sospettare che un simile raduno di rappresentanti, coinvolti nell’economia e nella politica interna ed estera degli Stati Uniti, insieme ai manipolatori dell’opinione pubblica che operano nei mass media, fosse stato indetto per discutere del futuro dell’America e di come agevolarlo. Insieme a questi politicanti, c’era un esercito di attivisti “di base” che avrebbero dovuto “contribuire” a tale agevolazione.

Fra di essi vi era anche un gruppo poco noto, proveniente dall’Egitto e denominato “Gruppo 6 aprile”. Questi egiziani “coatti” di Facebook, si sarebbero in seguito incontrati con Mohamed El Baradei, fiduciario del Gruppo Internazionale di Crisi statunitense, all’aeroporto del Cairo, nel febbraio 2010, e avrebbero trascorso l’anno successivo ad indire manifestazioni e proteste per suo conto, allo scopo di rovesciare il governo del presidente egiziano Mubarak.

Lo statuto dell’Alleanza dei Movimenti della Gioventù afferma che essa è un’organizzazione no-profit la cui funzione è aiutare gli attivisti di base ad implementare le proprie capacità e ad ottenere un più rilevante impatto sulla scena mondiale. Se tutto questo, a prima vista, può sembrare innocuo e perfino positivo, quando si esaminano più da vicino le persone coinvolte in “Movimenti.org” viene alla luce un progetto dagli intenti così nefasti che è quasi difficile credervi.

Movimenti.org gode dell’appoggio ufficiale del Dipartimento di Stato e della Columbia Law School. Fra le corporation che lo sponsorizzano vi sono Google, Pepsi e il Gruppo Omnicon, tutti membri del globocratico Council on Foreign Relations (CFR). Sponsor è anche CBS News, che figura nella lista delle corporation facenti parte della globocratica Chatham House. Fra gli altri sponsor citiamo Facebook, YouTube, Meetup, Howcast, National Geographic, MSNBC, GenNext e il gruppo di pubbliche relazioni Edelman.

Del team di Movimenti.org fa parte il co-fondatore Jared Cohen, membro del CFR, direttore di Google Ideas ed ex membro del gruppo di programmazione del Dipartimento di Stato, dove ha lavorato sotto la dirigenza di Condoleeza Rice e di Hillary Clinton.

Fondatore di Movimenti.org insieme a Cohen è Jason Liebman di Howcast Media, il quale lavora con agglomerati mega-corporativi quali Proctor & Gamble, Kodak, Staples, Ford e con agenzie governative come il Dipartimento di Stato americano e il Dipartimento della Difesa, allo scopo di creare “intrattenimento standard di marca, media sociali innovativi e campagne mediatiche mirate”. Ha anche lavorato 4 anni con Google, dove ha contribuito a costruire partnership con Time Warner (CFR), News Corporation (FoxNews, CFR) Viacom, Warner Music, Sony Pictures, Reuters, the New York Times e con la Washington Post Company.

Anche Roman Sunder è annoverato tra i co-fondatori di Movimenti.org. E’ fondatore di Access 360 Media, una compagnia che si occupa di pubblicità di massa, ed ha contribuito ad organizzare il summit PTTOW!, che ha messo insieme 35 alti funzionari di compagnie come AT&T (CFR), Quicksilver, Activison, Facebook, HP, YouTube, Pepsi (CFR) con il governo americano, allo scopo di discutere il futuro dell’”industria giovanile”. E’ anche membro del consiglio d’amministrazione di GenNext, altra organizzazione no-profit che si prefigge lo scopo di “influenzare il cambiamento delle nuove generazioni”.

Considerati i ruoli ricoperti da queste persone, è difficile immaginare che il cambiamento da essi auspicato non si identifichi con una generazione che beve più Pepsi, che mangia più cibo spazzatura e che crede al Governo degli Stati Uniti ogni volta che esso ci fa pervenire le sue menzogne attraverso i media corporativi.

Mentre gli attivisti che partecipano alle riunioni di Movimenti.org aderiscono alle filosofie del liberalismo “di sinistra”, gli uomini che organizzano queste riunioni, le finanziano e promuovono i programmi degli attivisti provengono dalle mega-corporazioni americane. Si tratta degli stessi comitati d’affari che hanno violato i diritti umani in tutto il mondo, devastato l’ambiente, venduto prodotti scadenti fabbricati oltreoceano da lavoratori che vivono in condizioni di schiavitù e promosso un’agenda avente per fine il profitto e l’espansione perpetua a qualsiasi costo. L’ipocrisia di tutto ciò è sconcertante, a meno che non ci si renda conto che il nefasto programma autoreferenziale di costoro può essere portato avanti solo mascherandolo da genuino amore per l’umanità, seppellendolo sotto montagne di retorica buonista e facendosi aiutare da un esercito di giovani ingenui e facili da sfruttare.

Ciò che vediamo non è una fondazione a cui tutti gli attivisti possano collaborare, ma una fondazione che utilizza un gruppo ben selezionato di attivisti, i quali lavorano su “problemi specifici” che il Dipartimento di Stato americano desidera vedere “modificati”. Sudan, Iran, Arabia Saudita, Egitto, Europa Orientale, Venezuela e perfino Thailandia: dovunque manifestanti e movimenti di protesta operino per rovesciare governi che non collaborano con i progetti delle corporation americane, scoprirete che Movimenti.org è all’opera per sostenere i loro sforzi.

Il Movimento 6 aprile egiziano è uno di questi e il ruolo che esso ha ricoperto nella defenestrazione di Hosni Mubarak da parte degli americani, che potrebbe portare al potere il loro uomo Mohamed El Baradei, è un esempio perfetto di come venga schierato in campo questo nuovo esercito di gioventù manipolata. Sono le “rivoluzioni colorate” in versione 2.0, gestite direttamente dal Dipartimento di Stato USA con l’appoggio delle corporation americane.

E’ strettamente consigliabile che i lettori si rechino essi stessi a visitare il sito di Movimenti.org, in particolare la parte che riguarda i 3 summit già organizzati e quelli in preparazione. Tutti, dalla RAND Corporation al Council on Foreign Relations, vi presenziano per portare il loro “sostegno”. Movimenti.org non è altro che un nuovo tentacolo avente lo scopo di manipolare e distruggere la sovranità delle nazioni estere.



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Mente: una misteriosa forma di materia secreta dal cervello. La sua attività principale consiste nel tentare di appurare la sua stessa natura, tentativo peraltro futile giacché per conoscersi non può fare affidamento su nient'altro, a parte se stessa.
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MessaggioInviato: 23/02/2011, 16:37 
A proposito di "effetto domino"...... [8)]




Atene come il Cairo, migliaia in piazza per sciopero
Trasformare Piazza Syntagma in Piazza Tahrir è l'invito della sinistra

Immagine

23 febbraio, 16:30

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 64038.html

ATENE - Atene come il Cairo, trasformare Piazza Syntagma in PiazzaTahrir. E' seguendo questo invito di uno dei leader della sinistra che in migliaia sono scesi in piazza nella capitale greca per lo sciopero generale - il decimo dall'inizio dellacrisi - contro le misure d'austerita' del governo. La polizia ha fatto un uso massiccio di lacrimogeni, mentre manifestanti lanciavano pietre, bottiglie e petardi. La protesta chiede le dimissioni del premier Giorgio Papandreou, che e' deciso ad andare avanti con risanamento e riforme per salvare il paese dalla catastrofe.

BATTAGLIA A CENTRO ATENE, 'PAPANDREOU VIA' - Una vera e propria battaglia si e' svolta oggi davanti al parlamento, al centro di Atene, fra dimostranti e polizia che ha fatto uso massiccio di gas lacrimogeni. Al termine di cortei cui hanno partecipato decine di migliaia di persone nella capitale e in altre citta', nel quadro dello sciopero generale indetto da tutti i sindacati contro l'austerity, e mentre alcuni cantavano ''dopo Ben Ali e Moubarak tocca a Papandreou'', gruppi di manifestanti hanno cominciato a lanciare pietre, bottiglie e petardi contro gli agenti. La polizia, schierata in forza, hanno risposto con un pesante sbarramento di lacrimogeni. La battaglia e' andata avanti una mezzora. Striscioni gridavano la rabbia di operai, studenti e pensionati: ''stiamo morendo'', ''non ce la facciamo piu''', ''Papandreou vattene, il popolo non ti vuole''. Secondo alcuni dimostranti l'intenso uso di gas da parte della polizia avrebbe avuto come obiettivo soprattutto di non permettere alla folla di sostare nella piazza Syntagma, come chiesto dal leader storico della sinistra Alekos Alavanos che invitava a trasformare Atene nel Cairo ''fino alle dimissioni del governo Papandreou''. Scontri sporadici continuano davanti all'universita'.

ANARCHICI TORNANO IN 'PIAZZA TAHRIR' - Un migliaio di giovani appartenenti per lo piu' al movimento anarchico sono tornati questo pomeriggio in piazza Syntagma davanti al parlamento con slogan e striscioni contro il premier Giorgio Papandreou e l'Ue e il Fmi. I giovani sono tornati dopo che la polizia grazie ad un uso massiccio di lacrimogeni era riuscita a sgombrare la piazza, al termine della marcia per lo sciopero generale, nel timore che fosse accolto l'appello del leader storico dell'estrema sinistra, Alekos Alavanos di trasformarla ''nella piazza Tahrir del Cairo sino alla caduta del governo di Papandreou''. Dopo una vera battaglia campale con la polizia al termine delle manifestazioni in occasione del decimo sciopero generale contro la crisi, i giovani protestano pacificamente in mezzo a cassonetti dell'immondizia in fiamme, pietre e resti di molotov. Ma non sembrano avere intenzione di andarsene presto.



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MessaggioInviato: 23/02/2011, 17:41 
(ANSA) - ROMA, 23 FEB -

Il Brent tocca i 110 dollari per la prima volta dal settembre 2008.

Se continuano così arriva a 150 nel giro di 2/3 settimane.
Anche questo è un segnale.
Diffondere panico e paura nella gente è sempre stato il primo passo per dare inizio a nuovi conflitti.


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MessaggioInviato: 23/02/2011, 18:23 
Libia '10mila morti e 50mila feriti'

ultimo aggiornamento: 23 febbraio, ore 18:18
Tripoli - (Adnkronos/Aki/Ign) - A fornire il nuovo tragico bilancio è il Tribunale penale internazionale. Fuga di massa verso l'Algeria. L'allarme del Tpi: ''Gheddafi potrebbe usare armi chimiche''. Libici scavano tombe in riva al mare per le vittime degli scontri (VIDEO).Berlusconi: "No alla violenza ma bisogna stare attenti al dopo". Frattini: "Orribile spargimento di sangue, cessino le violenze". Osservatore romano: il mondo chiede a Gheddafi di fermarsi. Continua il rimpatrio degli stranieri. Gheddafi: sarò leader per sempre. Colloquio telefonicocon il presidente del Consiglio. Ahmadinejad: ''Il Colonnello ascolti la sua gente invece che ucciderla''. Su Internet i video delle proteste.

Tripoli, 23 feb. - (Adnkronos/Aki/Ign) - Diecimila morti. Tante sarebbero le vittime in Libia dall'inizio delle proteste contro il leader Muammar Gheddafi. E' il tragico bilancio fornito da un esponente arabo del Tribunale Penale Internazionale (Tpi), interpellato dall'emittente satellitare al-Arabiya. Secondo la fonte, i feriti sarebbero oltre 50mila e sarebbe in corso una fuga di massa attraverso il confine con l'Algeria. L'esponente del Tpi ritiene che la situazione possa degenerare e arriva a ipotizzare che Gheddafi decida di usare armi chimiche per sedare la protesta.

Intanto continua a crescere il numero di militari che voltano le spalle al regime di Muammar Gheddafi. E' di stamattina la notizia di due piloti che per non eseguire l'ordine di bombardare Bengasi, si sono lanciati col paracadute e hanno lasciato precipitare l'aereo. Il fatto, riportato dal sito del quotidiano libico 'Quryna' considerato vicino a Seifulislam Gheddafi, è avvenuto ovest di Adjabiya.

Fonti militari hanno confermato la notizia, sostenendo che il caccia, del tipo Sukhoi 22 di fabbricazione russa, era decollato da Tripoli. "I due piloti a bordo, Abdel Salam Atiya al-Abdali e Ali Omar Gheddafi - ha spiegato un colonnello dell'aviazione - si sono rifiutati di eseguire l'ordine di bombardare Bengasi e hanno fatto precipitare il velivolo dopo essersi lanciati con il paracadute".

Anche le unità dell'esercito libico dispiegate nella provincia di Jabal al-Akhdar, nella Cirenaica, sono passate con i manifestanti , riferisce la tv araba 'al-Jazeera'. Mentre il direttore della fondazione Gheddafi, che fa capo al figlio del rais Seifulislam, ha annunciato di aver rassegnato le sue dimissioni "sgomento per le violenze perpetrate".

Nuove defezioni, inoltre, nel corpo diplomatico libico in segno di sostegno alla popolazione. Dopo i casi in Cina, Regno Unito, Polonia, India, Indonesia e Svezia, si è dimesso anche Salaheddin El Bishari, ambasciatore libico in Indonesia, secondo quanto scrive il Jakarta Post.

E un appello è stato rivolto dal Movimento islamico per il cambiamento in Libia all'aviazione perché prenda coraggio e, invece di lanciare bombe sui manifestanti, bombardi il compound militare di Gheddafi a Bab al-Azizia, ''tagliando la testa del serpente''. Rilanciato dal quotidiano pan-arabo Asharq Al-Awsat, nel testo scritto dal Movimento islamico si lancia anche un appello agli Stati arabi e alla comunità internazionale affinché intervengano in aiuto dei manifestanti in quanto Gheddafi sta distruggendo il Paese, il suo popolo, le infrastrutture dello Stato piuttosto che mantenere il potere.

Intanto nel pomeriggio le autorità maltesi hanno negato l'atterraggio presso lo scalo internazionale dell'isola a un volo ATR 42 della compagnia di bandiera libica, arrivato in modo inatteso sui cieli di Malta. L'aereo, che trasportava 14 persone, ha continuato ad aggirarsi per circa 20 minuti a sud di Malta, riprovando più volte a chiedere il permesso per l'atterraggio. Alla fine il pilota ha deciso di tornare indietro. Secondo il 'Times of Malta' a bordo ci sarebbe stata anche la figlia di Gheddafi, Aisha. Ma da La Valletta fanno sapere che "non ci sono informazioni" sulla presenza della figlia del leader libico sul volo che ha cercato di atterrare a Malta.

All'inizio della settimana le autorità libanesi hanno negato l'atterraggio a un jet privato proveniente dalla Libia che trasportava Aline Skaff, moglie di Hannibal, un altro figlio di Gheddafi.

http://www.adnkronos.com/IGN/News/Ester ... 32144.html


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MessaggioInviato: 23/02/2011, 18:33 
si ho visto le foto con le persone
che scavano fosse sulla spiaggia
(pessimo posto per seppellire..)
ma i morti dove sono ??

ragazzi oggi le guerre sono tutte virtuali..

dalla diretta di repubblica..


Peres: "Libici non perdoneranno Gheddafi" 89
I libici "non perdoneranno Gheddafi": lo ha affermato il presidente israeliano Shimon Peres, in visita a Madrid. "Non gli perdoneranno il fatto che abbia fatto uso delle armi e ucciso brutalmente centinaia di persone, perché il diritto di manifestare è un diritto universale", ha spiegato Peres, secondo il quale il rais "si è comportato nel modo più brutale".

e loro che hanno fatto in palestina ?
ah gia` ma quelli erano terroristi..
e a tacitare tutto l`onnipresente veto americano..

voglio vedere se si ribellano in cisgiordania,
che fanno..



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https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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MessaggioInviato: 23/02/2011, 19:43 
Cita:
Gheddafi: "Bombardate i pozzi"
Il colonnello Muhammar Gheddafi ha pianificato di bombardare i pozzi di petrolio, ma il pilota si è rifiutato di eseguire l'ordine. Lo afferma il capo della brigata di sicurezza di Tobruk, che si e' unito ai manifestanti, secondo quanto riferisce la televisione satellitare Al Arabiya.

http://www.tgcom.mediaset.it/mondo/arti ... 3952.shtml
Cita:
Fonti dell’Aja: “In Libia i morti sono 10 mila e 50 mila i feriti”
http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/02 ... iti/93591/


Ultima modifica di GIANLUCA1989 il 23/02/2011, 19:43, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 23/02/2011, 19:45 
TOCCA ALLA LIBIA:
ECCO PERCHE’ E A CHI CONVIENE


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feb 23rd, 2011

DI MARCELLO FOA
ilgiornale.it

http://www.altrainformazione.it/wp/2011 ... -conviene/

Per capire che cosa sta accadendo a Tripoli bisogna considerare innanzitutto il quadro strategico. Non siamo di fronte a rivolte spontanee, ma indotte che mirano a replicare nel nord Africa quanto avvenuto alla fine degli anni Ottanta nell’ex Unione Sovietica. Anche allora la rivolta partì da un piccolo Paese, la Lituania, e all’inizio nessuno immaginava che l’incendio potesse propagarsi ai Paesi vicini e non era nemmeno ipotizzabile che l’Urss potesse implodere. Il Maghreb non è l’Unione sovietica e non esistono sovrastrutture da far saltare, ma per il resto le analogie sono evidenti. La Tunisia è il più piccolo dei Paesi della regione ed è servito da detonatore per la altre volte. A ruota è caduto il regime di Mubarak, la Libia è in subbuglio, domani forse Teheran e, magari sull’onda, Algeria, Marocco, Siria. Che cos’avevano in comune i regimi tunisini, egiziano e libico? Il fatto di essere retti da leader autoritari, ormai vecchi, screditati, che pensavano di passare il potere a figli o fedelissimi inetti.
Non è un mistero: le rivolte sono state ampiamente incoraggiate – e per molti versi preparate – dal governo americano. Da qualche tempo Washington riteneva inevitabile l’esplosione del malcontento popolare e temendo che a guidare la rivolta potessero essere estremisti islamici o gruppi oltranzisti, ha proceduto a quella che appare come un’esplosione controllata, perlomeno in Egitto e in Tunisia. Perché controllata? Perché prima di mettere in difficoltà Ben Ali e Mubarak, l’Amministrazione Obama ha cementato il già solidissimo rapporto con gli eserciti, i quali infatti non hanno mai perso il controllo della situazione e sono stati gli artefici della rivoluzione. Non scordiamocelo: oggi al Cairo e a Tunisi comandano i generali, che anche in futuro eserciteranno un’influenza decisiva. Washington ha vinto due volte: si è assicurata per molti anni a venire la fedeltà di questi due Paesi e ha messo a segno una straordinaria operazione di immagine, dimostrando al mondo intero che l’America è dalla parte del popolo e della democrazia anche in regimi fino a ieri amici.
Le dinamiche libiche sono diverse perché Gheddafi non era un alleato degli Stati Uniti e perché le Ong legate al governo americano non hanno potuto stabilire contatti e legami con la società civile libica; insomma, non hanno potuto fertilizzare il terreno sul quale far germogliare la rivolta. Che però è esplosa lo stesso. Per contagio e alimentando non la fedeltà dell’esercito, ma il suo malcontento. Come in tutte le rivoluzioni sono le forze armate a determinare l’esito delle rivolte popolari. Gheddafi in queste ore paga gli errori commessi in passato. Come ha rilevato Domenico Quirico sulla Stampa, il Colonnello, da vecchio golpista qual’era, non si è mai fidato dei generali e ha proceduto a numerose purghe. Gli uomini in divisa per 42 anni lo hanno temuto, ma non lo hanno mai davvero amato. Così ora molti di loro o si danno alla fuga o passano con i rivoltosi soprattutto nelle città lontane da Tripoli. Gheddafi può contare solo sulle milizie private e su una piccola parte dell’esercito; è questa la ragione di una mossa altrimenti inspiegabile come quella di reclutare centinaia o forse migliaia di miliziani africani.
La conseguenza è inevitabile: sangue, sangue e ancora sangue. L’impressione è che Gheddafi alla fine sarà costretto a fuggire. L’immagine, ridicola, del Raìs in auto con l’ombrello ricorda quella di Saddam Hussein braccato dagli americani nei giorni della caduta di Bagdad. In ogni caso la situazione rischia di essere molto imbarazzante per l’Italia. Se il regime dovesse cadere, la Libia tornerebbe ad essere il porto di partenza verso le nostre coste per decine di migliaia di immigrati. Se dovesse resistere, per noi sarebbe imbarazzante mantenere buoni rapporti con un leader sanguinario. E in entrambi i casi ballerebbero contratti milionari per le nostre aziende. Eni in testa. Non dimentichiamocelo: buona parte dei nostri approvvigionamento energetici dipende proprio dal Nord Africa. L’esplosione “controllata” rischia di essere, comunque, devastante per gli interessi del nostro Paese.
Non abbiamo scelta e l’Italia non può certo influire sugli eventi, ma è inevitabile chiedersi: il prezzo è giusto?


Fonte: http://www.ilgiornale.it
Link: http://snipurl.com/24hh7k



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MessaggioInviato: 23/02/2011, 20:41 
Cita:
vimana131 ha scritto:

Libia '10mila morti e 50mila feriti'

ultimo aggiornamento: 23 febbraio, ore 18:18
Tripoli - (Adnkronos/Aki/Ign) - A fornire il nuovo tragico bilancio è il Tribunale penale internazionale. Fuga di massa verso l'Algeria. L'allarme del Tpi: ''Gheddafi potrebbe usare armi chimiche''.
http://www.adnkronos.com/IGN/News/Ester ... 32144.html


armi chimiche..
quelle di saddam ?
ah ecco dov`erano finite..

ma siamo seri..
qui si gioca a chi la spara piu` grossa..
sembra di stare allo zoo
con tanto di scimmie urlatrici.

siamo sicuri che le bande armate
siano maglio di gheddafi ?
chi ci garantisce che codesti mantengono l`ordine,
rispettano i diritti fondamentali,
ecc. ecc.
e che invece non saccheggiano depredano..



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Spero che se ne vada a casa, ma........... chi prenderà il suo posto? I fratelli musulmani?
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Solo Silvio Berlusconi poteva firmare un trattato di amicizia con un individuo del genere e pensare che gli anche baciato la mano,adesso invece lo infama per le stragi di innocenti dopo che ha minacciato di chiudere i rubinetti di gas e petrolio ,sono propio dei buffoni.Siamo sull'orlo della terza guerra mondiale le cose si mettono male troppi morti in poco tempo,mentre qui si parla ancora di festini ad Arcore qualcuno ha già pianificato una guerra con il medioriente spero di avere tempo per cambiare aria.


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Obama ieri ha dichiarato che la rivolta in Libia è spontanea ed è fatta dalla gente.
Come non credergli...


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MessaggioInviato: 24/02/2011, 08:51 
Economia: mercati focalizzati sulla crisi del Medio Oriente,
petrolio e oro ai massimi


http://www.ecplanet.com/node/2344



Commodity: le rivolte arabe provocano il crollo dei prezzi agricoli

http://www.wallstreetitalia.com/article ... ge=1085067

New York - Il prezzo del frumento e' in caduta libera per il terzo giorno consecutivo: si tratta del maggior crollo dal 2008. I prezzi di grano, riso e altre commodities agricole (all'interno valori dei futures) scendono per motivi legati ai mercati delle materie prime (Chicago Mercantile Exchange e Chicago Board of Trade) dove gli speculatori sono short prevedendo che le rivolte di popolo in nord Africa, medio oriente e nei paesi arabi provocheranno una drastica contrazione della domanda nella regione, dove viene acquistato circa 1/3 della produzione mondiale. Le popolazioni, gia' povere, saranno ridotte in ulteriore miseria e cio' avra' conseguenze sociali e politiche enormi.



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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MessaggioInviato: 24/02/2011, 09:00 
Mentre ancora nella capitale si combatte e Gheddafi resiste asserragliato nei palazzi del regime, 1.200 chilometri più a Est la popolazione già festeggia la liberazione e trasforma la cronaca in mito. Arrivando ieri a Bengasi da Tobruk abbiamo trovato un'atmosfera da «missione compiuta». Ma anche rabbia, tanta rabbia contro il «dittatore criminale» e soprattutto contro l'Europa (in prima fila l'Italia) accusata di essere stata prima complice e adesso spettatrice troppo passiva dei crimini di questo regime in coma, eppure ancora pronto a massacrare impunemente la sua gente in piazza.

d`accordo sulle libere elezioni,
sulla democrazia, ecc. ecc.
ma qui in libia il tenore di vita era 3 volte quello dell`egitto..

adesso vediamo che fanno,
magari svendono il petrolio alla exxon,
e il tenore di vita con la novella democrazia precipita..


http://www.corriere.it/esteri/11_febbra ... 857e.shtml

La dinamica è molto simile a quella delle testimonianze raccolte due giorni fa a Tobruk. Con la differenza che Sanussi non è stato affatto disposto a perdere Bengasi facilmente. La guerriglia qui è diventata guerra. E i mercenari africani non hanno avuto alcuna remora nel sparare sulla folla. Un ragazzo del «comitato giovanile» locale mostra un video ripreso col suo telefonino dove prima si vedono i mercenari sparare sulla gente. Poi i cadaveri di quattro o cinque di loro legati sul cofano di un camioncino come se fossero prede appena prese in una battuta di caccia. Col sangue raggrumato copioso ad arrossare la carrozzeria.

..

È lui ad aiutarci ad incontrare una quindicina tra i circa 30 mercenari di origine africana catturati durante i combattimenti. Resta incerto il numero dei loro morti a Bengasi. Sembra che la maggioranza sia riuscita a ripiegare verso Tripoli. Questi comunque sono ovviamente spaventati, qualcuno è ferito: apparentemente cose leggere, una fasciatura alla testa, graffi, ecchimosi. Li tengono in una camerata buia al quarto piano degli uffici del tribunale, dove è anche la sede del Comitato. Più che il timore che scappino, qui le nuove autorità cercano di proteggerli dal linciaggio. Uno di loro lo incontriamo mentre viene interrogato dagli avvocati. «Mi chiamo Bubakar Abdullah, sono musulmano della Nigeria, ho 22 anni», dice a bassa voce in francese mostrando l'addome un poco tumefatto. Ovviamente è stato picchiato.

gia`..
ovviamente..
i diritti umani ?
la convenzione di ginevra?
vale solo per i "cattivi"..
i "buoni" sono esentati..
brutto mestiere il giornalista..


Immagine

no,
non e` un BASIJI dei pasdaran..
e` un poliziotto greco
contro un "manifestante"..
la differenza qual e` ?

qualcuno lo sa..?


Ultima modifica di mik.300 il 24/02/2011, 09:09, modificato 1 volta in totale.


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https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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