24/03/2011, 06:58
dark side ha scritto:
intanto...... col casino che c'e' tra giappone e libia
aumentano la benzina per finanziare la cultura depredata da tremorti con i tagli
berlusconi mette un MAFIOSO conclamato al posto di bondi
fanno la moratoria di 1 anno per far fallire il referendum contro il nucleare
fanno passare un'altro delirio per non far processare il nano.
in un giorno solo!
quando vogliono per farsi i c@zzi loro sono velocissimi !!!!
tutte cose che rischiano di far resuscitare il comunismo che tanti invocano a sproposito.
non vedo l'ora che arrivi la resa dei conti.... sto lucidando la katana
PS.
per la par condicio, da domani posto tutti gli articoli del fatto quotidiano e de l'unita'...... puo' andare bene?
perche' a leggere le c@zzate del giornale qualcuno potrebbe confondere la realta' col puttanaio !
cosi' come minzolini ha fatto mettendo ferrara !
ma dico.... l'avete un pensiero? un'idea? scrivetela!
come ufologo 555 , lui e' genuino, un berluscones genuino....... per me e' rasenta la follia in quello che scrive ma almeno le spara di suo!
voi sparate le eresie del giornale di rinterzo!
24/03/2011, 10:23
24/03/2011, 11:31
dark side ha scritto:
Il nano sta li solo perché e' ricco potente e con i media . Come politico e' ridicolo, come statista un buffone. Ce ne sono mille meglio di lui anche a destra, e lo sappiamo tutti. E comunque e' un delinquente, anche fosse un genio non deve stare dove sta.
24/03/2011, 12:35
ubatuba ha scritto:
ESTERI mercoledì 23 marzo 2011, 18:22 Gli Usa: "Grazie a Berlusconi Gheddafi rinunciò all’atomica"
Il raìs era a un passo dalla realizzazione di un arsenale bellico nucleare. Poi la svolta, annunciata al mondo nel dicembre 2003. Tony Blair disse: “Svolta storica, così si batte il terrorismo”. A convincere Gheddafi fu Berlusconi. Lo rivela l’ex ministro della Difesa statunitense Donald Rumsfeld in un’intervista alla Fox News (GUARDA IL VIDEO)
C’è stato un momento in cui Muammar Gheddafi è stato a un passo dalla bomba nucleare. Poi la decisione di cambiare strada, di mandare in soffitta il sogno di terrorizzare il mondo con la più pericolosa delle armi, quella che deriva dall’atomo. Quella che spaventa tutti. Ma cos’ha convinto il Colonnello a voltare pagina passando, dall’elenco dei paesi “canaglia” stilato dagli Stati Uniti, a paese “quasi” normale con cui trattare ed avere buone relazioni, commerciali ma non solo? A qualcuno sembrerà strano ma il merito è di Silvio Berlusconi. A rivelarlo non è una nota di Palazzo Chigi né il diretto interessato, il presidente del Consiglio. E’ l’ex ministro della Difesa americano, Donald Rumsfeld, che in un’intervista alla Fox News durante la trasmissione “On the record” spiega come il raìs si fece convincere ad abbandonare il progetto nucleare. In un passaggio della conversazione con la giornalista Greta Van Susteren il “falco” di George W. Bush spiega che Tripoli stava lavorando su un programma nucleare ma, vista la fine fatta da Saddam Hussein, il Colonnello capì che era meglio abbandonare i suoi piani. E a indurlo a rompere gli indugi fu un interlocutore occidentale. Chi? L’ex-ministro della Difesa, nell’intervista andata in onda ieri e ripresa da alcuni siti, lo dice chiaramente: fu Berlusconi. Molto banalmente, sdrammatizza Rumsfeld, a causa della “vicinanza” tra Italia e Libia.
La rivelazione di Rumsfeld “Per anni la Libia ha sviluppato i progetti per l’arma nucleare”, dice Rumsfeld. “A un certo punto, dopo l’inizio della guerra in Iraq e la cattura di Saddam” all’improvviso Gheddafi si convinse di una cosa: “Non voglio essere il prossimo Saddam”. Poi dichiarò di voler rinunciare ai suoi programmi e, conseguentemente, invitò gli ispettori internazionali a fare i dovuti controlli”. Parlò con Berlusconi?, gli chiede l’intervistatrice. E Rumsfeld risponde: “E’ così. Io non l’ho verificato ma, apparentemente era proprio lui”. Poi spiega perché: c’era un legame tra l’Italia e la Libia. Ma non solo per il petrolio… “per la vicinanza, la storia”…
Nel 2006 l’ammissione di Gheddafi Lo stesso leader libico nel 2006 parlando davanti a un gruppo di ingegneri riuniti a Tripoli, aveva ammesso che qualche anno prima "la Libia era sul punto di fabbricare una bomba nucleare" e che "ciò non è più un segreto", dal momento che "ne erano al corrente gli americani e l'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea)". Nel dicembre 2003 l’annuncio che stupì il mondo: Gheddafi rinunciava ufficialmente al suo programma di armi di distruzione di massa. La decisione, ovviamente, contribuì al miglioramento delle relazioni della Libia con l'Occidente e con gli Stati uniti. Bush accolse la notizia con un sorriso a 32 denti: “La porta a migliori rapporti con gli Usa sarà sempre aperta”. E il premier britannico Blair parlò di “Gesto storico, il mondo da oggi è più sicuro”.
Nove mesi di trattative Si parlò subito di un grande successo diplomatico frutto del lavoro congiunto di Washington e di Londra. Ma buona parte delle informazioni sensibili di cui l’Occidente disponeva era di fonte italiana (
come ha spiegato Andrea Nativi sul Giornale in questo articolo). I nostri “servizi” per anni avevano operato sul campo riuscendo a conoscere, tempestivamente, le mosse libiche circa l’acquisto di materie prime, tecnologie e know-how, nonché i tentativi di Tripoli di approvvigionarsi di armi e parti di ricambio per l’arsenale convenzionale, sottoposto a embargo. Tutto questo è servito, nel tempo, a “smontare” la minaccia bellica della Libia trasformando Gheddafi in un “esempio” per gli Stati canaglia. Il raìs, infatti, nel 1999 aveva tagliato i ponti con il terrorismo, riconoscendo le proprie responsabilità nell’attentato di Lockerbie e accettando di pagare, a ciascuna famiglia delle vittime, un indennizzo milionario. Di certo il Colonnello non era diventato un agnellino. E la decisione di tagliare i ponti con il progetto nucleare aveva definitivamente rassicurato la comunità internazionale. Questo, almeno, prima che scoppiasse la pentola a pressione del Nordafrica, con la “rivoluzione” che ha prodotto negli equilibri internazionali…
http://www.ilgiornale.it/esteri/gli_usa ... comments=1
24/03/2011, 12:40
24/03/2011, 15:31
25/03/2011, 23:31
25/03/2011, 23:34
26/03/2011, 10:05
26/03/2011, 18:45
26/03/2011, 19:09
Lord Nerevar ha scritto:
Il quotidiano L'Unità ha pubblicato le foto delle notti di Arcore. Le immagini sono state estratte dai cellulari di alcune delle ragazze coinvolte nello scandalo Ruby. (fonte: http://www.unita.it/)
http://www.unionesarda.it/Articoli/Foto ... 93#gallery
Queste foto rendono l'idea che tipo di feste venivano fatte ad Arcore!Orgie e sesso sadomaso a go go!
26/03/2011, 22:07
ubatuba ha scritto:Lord Nerevar ha scritto:
Il quotidiano L'Unità ha pubblicato le foto delle notti di Arcore. Le immagini sono state estratte dai cellulari di alcune delle ragazze coinvolte nello scandalo Ruby. (fonte: http://www.unita.it/)
http://www.unionesarda.it/Articoli/Foto ... 93#gallery
Queste foto rendono l'idea che tipo di feste venivano fatte ad Arcore!Orgie e sesso sadomaso a go go!
......IL LUPO PERDE IL PELO MA NON IL VIZIO......I VECCHI SISTEMI.....NON SI DIMENTICANO..
"L'Unità" e il falso scoop delle foto hard di Arcore"Chi" dimostra che sono taroccate. La casa negli scatti del quotidiano è di Lele Mora, ma il Cav non c'era
tra tutti i taroccamenti nella storia del giornalismo e della tv, questo è il più tragicomico. Un Tapiro di “Striscia” a Concita De Gregorio sarebbe la giusta conclusione della vicenda, quella delle foto-scandalo dei festini di Arcore pubblicate lo scorso 20 marzo dall’Unità in un finto scoop che farà epoca. «Arcore, ecco le foto delle notti hard di Silvio», titolava il quotidiano fondato da Antonio Gramsci. In realtà di hard non c’era nulla, a meno che non si voglia definire così Lele Mora che fa ginnastica...«Chi» ha smontato tutto.
A parte il fatto che, anche se fossero vere, quelle immagini di ragazze vestite da poliziotto e di bacetti saffici non costituirebbero la prova di alcunché anche perché Berlusconi in quelle foto nemmeno è presente. Ma il punto è che almeno la metà di quella “peccaminosa” gallery è frutto o di un grossolano errore o di un abile taroccamento. Nomi sbagliati, date che non tornano. C’è la foto delle gambe nude di una ragazza su un divano davanti a un grosso televisore appeso al muro: quella non è Villa San Martino di Arcore, ma casa di Lele Mora in Viale Monza a Milano. Idem per lo scatto successivo: un ragazzo con gli occhi pixellati gioca con Mora, gli alza le gambe come per fare ginnastica, Lele ride, i due si divertono. Il ragazzo è un ex concorrente del Grande Fratello, Thiago Barcelos, della scuderia del manager, e quella non risale allo scorso luglio, come scrive l’Unità, ma al 23 novembre 2009 ed era già stata pubblicata da Chi nello stesso anno. Dove siamo? Sempre a casa di Lele Mora e non - come riporta erroneamente il quotidiano - nella residenza di Silvio Berlusconi. Tra l’altro, in quell’occasione, c’era anche la moglie di Thiago, Benedetta, a dimostrazione che non stava avvenendo nulla di particolarmente trasgressivo.
Il quotidiano di sinistra sbaglia le location ma anche le persone. La ragazza vestita da poliziotto, non è una delle due gemelle De Vivo ma Barbara Guerra. Si trova in un locale milanese in zona Brera, il Ganas, durante un affollatissimo party di Halloween (questo il motivo del travestimento). Non ad Arcore, dunque. Eppure il giornale fondato da Gramsci scrive che queste foto estratte dall’iPhone delle ragazze coinvolte nel Ruby-gate documentano «dati rilevanti ai fini dell’indagine», che quelle serate non erano «normalissimi incontri tra amici come dice il premier né “occasioni conviviali” come ripetono in coro le ragazze nei verbali difensivi. E provano che la beneficenza del premier era la ricompensa per incontri sessuali».
Il retroscena ancora più comico della vicenda è che, quattro giorni dopo il falso scoop dell’Unità, ossia ieri, il Fatto Quotidiano ha copiato e incollato quel servizio con le stesse foto e gli stessi errori. Chiediamo a Lele Mora se effettivamente quella immortalata è la sua abitazione. «Sì, quelle foto sono state fatte a casa mia da Barbara Guerra», spiega, «sono state prese dal suo cellulare dagli inquirenti e poi sono state pubblicate dall’Unità prima e dal Fatto poi. Ce n’è anche una della mia camera da letto. Questa è una grave intrusione nella mia privacy: non ho mai autorizzato la pubblicazione di quelle foto, fatte in una residenza privata. Darò mandato ai miei legali».
di Alessandra Menzani
http://www.libero-news.it/news/697580/_L_Unità__e_il_falso_scoop_delle_foto_hard_di_Arcore.html
26/03/2011, 22:21
26/03/2011, 22:23
27/03/2011, 10:17