Quando un fenomeno è di così universalmente diffuso, non può essersi generato dal nulla. Quando si manifesta in modo così coerente da essere riconoscibile attraverso i racconti di provenienza così disparatamente differente, non può trattarsi di fantasie, perchè le fantasie, le confabulazioni sono il frutto di un fenomeno individuale, personale, che ci racconta solo ciò che è strettamente e intimamente connesso al singolo, quello che si agita nell'intimo dell'individuo...Se un fenomeno apparentemente "interiore" si riproduce nella collettività, significa che tutti stiamo reagendo allo stesso stimolo, se tutti stiamo reagendo allo stesso stimolo stimolo siamo di fronte ad un fenomeno oggettivo anche se tale fenomeno si sta manifestando in forma prevalentemente psichica.
Voi parlate di Paure ancestrali...tutti le abbiamo manifestate...la paura della notte, del buio, di tutto quello che sentiamo che ci guarda ma che noi non possiamo vedere. Siamo educati a superare queste paure e infatti impariamo ad ignorarle. Ci dicono che questa è la razionalità...E se queste paure avessero un significato diverso? Se queste paure ci avvertissero che c'è qualcosa proprio la dove non possiamo vedere? Magari non necessariamente qualcosa di spaventoso, ma in grado si sgomentarci perchè è qualcosa che contraddice le cose che ci insegnano?
Mi ricordo le mie paure infantili: Avevo sogni spaventosi, dettagliatissimi in cui vedevo entrare in casa esseri dall'aspetto di manichini di legno, senza volto, senza emozioni e sentimenti. Questi sogni arrivavano mentre sognavo di essere a letto e di stare per addormentarmi, i manichini entravano in casa scricchiolando come un fiume legnoso ed io non potevo far altro che scappare come un animale davanti ad un incendio, mentre vedevo il mondo attorno a me trasformarsi, diventare buio, duro...Era impossibile comunicare in qualche modo con quelle creature, erano arrivate e semplicemente stavano prendendo il posto nel mondo che era stato nostro, senza curarsi di noi più di quanto non si faccia con degli insetti...A volte provavo a tornare a casa, cercavo il mio letto, speravo di potermi coricare e di addormentarmi per tornare al mondo che conoscevo, ma il letto non era più il mio, era un semplice tavolo di legno dove impossibile addormentarsi. A volte vagavo per le strade, era sempre buio vedevo l'umanità che si nascondeva nei vicoli come i ratti; a volte, qualcuno che cercava un po' di luce e calore, si avvicinava ai grandi falò che erano accesi un po' ovunque per tenere al caldo piramidi di grosse uova biancastre. Una volta ho visto un uomo avvicinarsi alle uova, sapevo che era una persona buona, sapevo cosa pensava. L'uomo allunga un braccio e con un movimento rapido prende un uovo e lo solleva, l'uovo diventa traslucido mentre si staglia contro il fuoco alle sue spalle e vedo l'embrione muoversi al suo interno, una piccola vita nuova senza colpe. L'uomo è pieno di amore e di speranze, vuole crescere quella creatura, imparare a parlare con lei, scambiare affetto, creare un legame in modo che da quel legame possa nascere la possibilità di una convivenza armoniosa fra le due razze, quella dei nuovi padroni e quella dei reietti. Con infinita cura mette l'uovo sotto la giacca per tenerlo al caldo e si allontana. Improvvisamente da ogni casa, da ogni strada, da ogni vicolo, sbuca una marea di creature legnose, crick crick crick crick ...La marea è priva di ogni sentimento, invade le strade, travolge l'uomo che fugge inutilmente, sommerge tutto con gelida efficienza e si ritira. Dopo il loro passaggio non resta nulla, neanche i corpi esanimi, l'uomo è stato cancellato. Questi erano i sogni che facevo ripetutamente all'età di 8 anni. lo scenario era sempre lo stesso, il terrore e l'angoscia che mi suscitavano anche. Eppure dopo un po' ho imparato a superarli, ho scordato la paura. in realtà ho sempre amato la notte e i giochi di confine che in essa si possono fare.
Oggi mi chiedo se qui sogni fossero semplici fantasie infantili o se si trattasse di rielaborazioni di qualcosa che stava cominciando ad affacciarsi alla mia coscienza infantile. Oggi mi rendo conto di come quei sogni già all'epoca contenessero elementi che hanno continuato a riemergere in varie forme nell'arco della mia esistenza.
Mi ricordo anche le paure infantili dei miei fratelli: uno aveva paura dei rapitori, non andava in bagno da solo e la notte dovevo tenergli la mano perchè aveva paura di essere portato via nel sonno; l'altro aveva paura che i raggi del sole potessero attiralo in cielo...
A volte queste paure infantili sono proprio irrazionali