Libia, è guerra fredda tra il Cavaliere e il Senatùr Venerdí 29.04.2011 08:00
Se Berlusconi dovesse proseguire con la sua linea interventista "allora può capitare di tutto". Tre ore dopo aver rassicurato gli alleati, affermando in un comizio a Domodossola di non volere una crisi di governo per la Libia, Bossi, a notte fonda, al termine di una cena nella cittadina della Val d'Ossola, ha fatto capire, rispondendo ai giornalisti, che il contrasto interno alla maggioranza non è affatto superato: "Può capitare di tutto. Noi non facciamo passi indietro", ha ripetuto Bossi. "Magari (Berlusconi ndr) cambia idea": questa era la via indicata poco prima dal leader della Lega per "trovare la quadra", cioè conciliare la decisione del premier di partecipare ai raid aerei in Libia con la posizione contraria del Carroccio.
"Speriamo di no, speriamo di trovare la quadra con Berlusconi, non vogliamo far cadere il governo per la Libia", ha detto a chi gli ha chiesto se ci sarà crisi di governo, al termine di un comizio a Domodossola a sostegno del candidato leghista a sindaco Riccardo Galvani. Anche se "la guerra è una roba che può diventare pericolosa" Bossi ha detto infatti durante il comizio che non vuole "far saltare il governo. La sinistra spera che tutto quello che succede serva a buttar per aria il governo".
Bossi in comizio ha ribadito la sua contrarietà all'intervento in Libia: "Non va bene perché costa troppo - ha aggiunto - E poi se butti le bombe o i missili gli immigrati aumentano, scappano via tutti. Senza pensare che chi fa la guerra poi deve pagare magari per ricostruzione. Non è mai finita. Già una volta abbiamo pagato i danni della seconda guerra mondiale". Secondo Bossi "finora abbiamo speso 15mila miliardi delle vecchie lire per cercare di fermare quelli che partono dalla Tunisia, una cifra ingentissima, spaventosa. Le immigrazioni clandestine costano in tutti i sensi. Non va mica bene le guerra".
Oltre ai costi elevati e al rischio di invasione di immigrati la guerra in Libia è da evitare perché non basterà l'intervento aereo ma per sconfiggere Gheddafi servono le truppe di terra. "Secondo me con gli aerei non vinci - ha detto Bossi - Gheddafi non lo sconfiggi così. Ha un sacco di armi nascoste nel deserto. Oltre che un sacco di oro in giro con cui si paga i militari che vengono dall'Africa. Se andiamo là a bombardare alla fine toccherà mandare le truppe di terra, se si vuole vincere. E' meglio stare fuori dei pasticci".
E' stata effettuata oggi la prima missione dei Tornado italiani armati di bombe sulla Libia. I caccia si sono levati in volo da Trapani e hanno portato a termine la missione assegnata, spiegano fonti del ministero della Difesa aggiungendo che le comunicazioni sono state assunte dalla Nato. "Ieri sono stati forniti gli assetti aerei alla Nato e sarà eventualmente sempre la Nato a dare informazioni sulle missioni", ha confermato uscendo da Montecitorio, il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, senza aggiungere particolari.
I due Tornado avrebbero operato nell'area di Misurata. "L'ordine di ingaggio" assegnato dal comando della missione internazionale prevedeva infatti per i nostri caccia una missione operativa nella zona della città-simbolo degli insorti, da settimane sotto assedio delle forze di Tripoli.
Alla missione, secondo quanto si è appreso, ha partecipato una coppia di Tornado attualmente rischierata nella base di Trapani Birgi. Si tratta di due velivoli in configurazione Ids (Interdiction and Strike) specializzati nell'acquisizione di target specifici a terra, armamento di precisione per colpire "bersagli selezionati". "La nostra attività non si è mai fermata, a partire dal 19 marzo", dichiarano dalla base militare di Trapani Birgi, dove sono schierati quattro Tornado e quattro Eurofighter per la missione libica.
BUFERA POLITICA. CALDEROLI: DI MALE IN PEGGIO - A Roma, intanto, continua la bufera per la scelta di bombardare. Martedì 3 maggio saranno esaminate in aula alla Camera le mozioni presentate dalle opposizioni sulla Libia. Lo ha stabilito la conferenza dei capigruppo di Montecitorio. La difficile gestione della missione militare in Libia e le tensioni che sta creando all'interno della maggioranza tra Lega e Pdl saranno al centro molto probabilmente di un colloquio oggi pomeriggio al Quirinale tra Silvio Berlusconi e il capo dello Stato Giorgio Napolitano. Nuovo durissimo affondo del Carroccio. "Di male in peggio". E' il laconico commento del ministro leghista della Semplificazione Roberto Calderoli, alla notizia dei primi raid aerei effettuati dai nostri Tornado sul territorio libico.
BORGHEZIO AD AFFARI: PRENDIAMO LE DISTANZE - Commentando il primo raid dei caccia italiani in Libia, Mario Borghezio, europarlamentare del Carroccio interpellato da Affaritaliani.it, afferma: "Dio non voglia, per la nostra tranquillità, che in questa occasione o per disgrazia nelle future incursioni ci siano delle vittime civili. Sarebbe un dramma umanitario con conseguenze forse inimmaginabili". Poi l'affondo diretto contro Silvio Berlusconi: "Ancora una volta abbiamo il dovere di prendere le distanze da una decisione poco responsabile e forse foriera di drammariche conseguenze".
NAPOLITANO A BERLUSCONI, COERENZA CON DECISIONI PRESE - "Il Presidente del Consiglio ha illustrato i motivi delle decisioni del governo sugli sviluppi della partecipazione italiana alle operazioni militari in Libia sulla base della risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'ONU e del voto gia' espresso dal Parlamento italiano. Il Presidente della Repubblica ne ha preso atto richiamandosi alle posizioni espresse nel suo intervento pubblico del 26 aprile, in coerenza con gli indirizzi dell'ultima riunione del Consiglio Supremo di Difesa". Lo si legge nel comunicato diramato dal Quirinale al termine del colloquio di stasera tra il Presidente della Repubblica ed il Presidente del Consiglio
DA OGGI ISTRUTTORI ITALIANI A BENGASI A SOSTEGNO CNT - Da oggi gli istruttori italiani sono a Bengasi ed opereranno insieme agli inglesi ed i francesi "a sostegno del personale libico operante nel costituendo comando operativo del CNT (Consiglio Nazionale Transitorio)". Lo si apprende dallo Stato Maggiore della Difesa, che conferma l'impiego da oggi di aerei "per gli ulteriori compiti assegnati dalla Nato". "Gli assetti aerei e navali italiani, dodici velivoli e quattro navi, messi a disposizione della NATO per l'operazione "Unified Protector" - si legge nel comunicato dello Stato Maggiore della Difesa - hanno continuato le missioni assegnate per l'imposizione della "No Fly Zone" e dell'"Embargo Navale". Nell'ultima settimana sono state effettuate 38 missioni. Gli assetti aerei impiegati sono stati Tornado e Eurofighter 2000 in organico all'Aeronautica Militare e AV-8B Plus della Marina Militare. In data odierna, hanno in particolare iniziato a partecipare alle operazioni aeree a protezione della popolazione civile anche le nuove configurazioni idonee ad assolvere gli ulteriori compiti assegnati dalla NATO. Sempre in data odierna, sono atterrati all'aeroporto di Bengasi gli istruttori italiani destinati ad operare, insieme con i colleghi britannici e francesi, a sostegno del personale libico operante nel costituendo comando operativo del CNT (Consiglio Nazionale Transitorio). Le navi della Marina Militare: portaeromobili Giuseppe Garibaldi, fregata Libeccio, nave rifornitrice Etna e pattugliatore Comandante Bettica, anche esse a disposizione della NATO, continuano a pattugliare l'area di competenza al fine di garantire il rispetto del mandato ricevuto. Per quanto riguarda "l'emergenza immigrazione", in applicazione dell'intesa italo-tunisina, Corvetta "Sfinge", Nave "San Giorgio" e un aereo Atlantic sono impegnati nella sorveglianza e monitorizzazione in prossimita' delle acque tunisine".
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