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IRMINISMO WILIGUTIANO



L'Irminismo wiligutiano (da Irmin, nome di un'ipotetica divinità germanica ancestrale) è una dottrina filosofica ed esoterica classificata come parte del misticismo germanico e nazista basata sul vecchio Paganesimo germanico e su parecchi elementi tratti dalla dottrina cristiana e biblica. La tradizione irminista wiligutiana (originariamente chiamata solamente Irminismo, termine oggi utilizzato per indicare una religione etena) è sorta in seno agli insegnamenti esoterici di Karl Maria Wiligut e traendo elementi dall'Armanismo, corrente del misticismo germanico fondata da Guido Von List. La dottrina irminista wiligutiana fu, secondo le idee di Wiligut, la religione originale dei Germani, successivamente soppiantata con la forza dalla religione germanica antica e infine dal Cristianesimo.
Il nome dell'Irminismo wiligutiano deriva dal termine Irmin, che secondo gli irminkristiani sarebbe il nome di una teorizzata divinità ancestrale della religione germanica. Scientificamente il termine è studiabile come una retroformazione del lemma Irminsul (letteralmente "grande pilastro"), nome di un simbolo spirituale della religiosità teutonica. Se ricollegato al sassone antico (nel quale comparse con le influenze protogermaniche) il termine assume il significato di "forte" o "grande", e risulta interconnesso anche con l'alto tedesco antico ermen e norreno jormun. La seconda parte del lemma deriva da Krist, il profeta degli irminkristiani, considerato il vero Cristo, copiato in seguito dalla Chiesa cristiana delle origini.
Secondo la dottrina di Karl Maria Wiligut, riportata anche nei versi che questi scrisse negli anni Venti (la raccolta intitolata Halgarita Sprüche), la Bibbia fu in origine un testo germanico, sacro all'antico Irminismo wiligutiano in seguito rimpiazzato dalla religione germanica politeistica (che Wiligut chiama nei suoi scritti Wotanismo, in evidente opposizione con la religione wotanista teorizzata da Guido Von List e fondata anni più tardi da David Eden Lane). Gli irministi wiligutiani credono in una divinità chiamata Krist, che sostengono essere il modello originale dal quale il Cristianesimo delle origini trasse il modello per la figura di Gesù, oltre ad avere assimilato anche componenti dottrinali e testi sacri della dottrina irminista wiligutiana. Gli aderenti speculano che il Wiligutianesimo sia emerso nel 12.500 a.C., periodo in cui venne rivelata direttamente da Krist, e divenne la religione principale delle popolazioni germaniche. Dall'Irminismo wiligutiano primordiale si sarebbe successivamente scisso il Paganesimo germanico antico, rimpiazzato infine da una terza religione: il Cristianesimo

[align=right]Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Irminismo_wiligutiano[/align]


Ultima modifica di Bastion il 16/05/2011, 11:36, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 15/05/2011, 18:00 
Bravo, proprio Carlo Magno è una buona traccia, che lega ad esempio e non solo, Norimberga, Acquisgrana e Teglio...
[8D]


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MessaggioInviato: 15/05/2011, 23:04 
Cita:
Riccardo Magnani ha scritto:

Hynekeniano@: una Via Crucis al contrario ti basta?
(la lista altrimenti, è lunghissima...)


Esattamente come a Rennes le Chateau. [;)]

Non conosco purtroppo la Via Crucis di Teglio causa internet non posso verificare in questi giorni (anche 10 minuti per aprire una pagina, [B)] Riparatemela!!!!!!!!!!!!!! ).

Ti chiedo se puoi darmi indicazioni su questi 3 punti

Esiste anche qua una quattordicesima stazione?

Ci sono influenze catare nel paese?

E' questa la chiesa che ospita la Via Crucis?

Teglio, sotto la chiesa, ne scoprono altre tre

http://www.laprovinciadisondrio.it/stor ... altre_tre/

Tra l'altro ci sono tracce di insediamenti preistorici risalenti all'VIII° millennio a.e.v.

C'è stata anche una dominazione etrusca, secondo certe teorie gli etruschi avevano origini indoeuropee e di conseguenza arye.

La chiesa più antica è del V° secolo e.v. probabilmente costruita su un tempio pagano, altro elemento importante:

Tutte e 4 le chiese sono orientate ad est in direzione del punto solstiziale.

Come ipotizzavo a Teglio c'era una chiesa dedicata ad una Madonna Nera, sostitutiva di dei culti di Iside e Kali.

S.Eufemia martire era tra l'altro autrice di un miracolo contro l'eresia di Eutiche.

http://it.wikipedia.org/wiki/Eutiche

Miracolo:

"Il Sinassario Costantinopolitano racconta anche i particolari del miracolo ricordato in questa festa: le due professioni di fede, quella ortodossa e quella eutichiana, erandl state collocate dentro la tomba sul petto della santa, ma dopo alcuni giorni, riapertasi l'urna che era stata debitamente sigillata, si trovò il testo ereticale posto ai piedi della martire, e quello ortodosso stretto fra le sue mani."

http://www.santiebeati.it/dettaglio/70350


"Eutiche, invece, affermò che prima dell'incarnazione c'erano due nature, ma dopo una sola, derivata dall'unione delle due nature stesse. Era solito riassumere il concetto, affermando che la Divinità aveva accolto l'Umanità, come il mare accoglie una goccia d'acqua."

http://it.wikipedia.org/wiki/Monofisismo

Di nuovo il mito dell'Androgine ri-compare, forse retaggio di qualche vecchio culto delle Madri bisessuate.

Il miracolo logicamente avrebbe cancellato il vecchio culto unitario per sostituirlo con uno ternario vedasi particolari absidi delle chiese successive.

Sarebbe interessante conoscere i culti della popolazione in epoca pre e post romana.

Altro elemento interessante per la ricerca è il ritrovamento in Val Camonica è la Rosa Cumana.

Immagine

http://it.wikipedia.org/wiki/Rosa_camuna

Come detto anche influenza Etrusca.

"Da ritrovamenti archeologici sappiamo che gli Etruschi avevano prima dominato la Valtellina, ove poi invece trovarono rifugio. Di epoca romana è l’insediamento di “Tillium”, oggi Teglio, da cui sarebbe derivato il nome Val Tellina (Lukan). Presso Teglio, nel 1940, furono trovati tre “Menhir”. Da tempo queste pietre gigantesche sono conosciute in Bretagna, in Inghilterra ed altrove; ma nel territorio alpino esse erano sconosciute e neppure supposte: esse sono simbolo del culto degli avi, della fecondità e del diritto materno. Sibilla Cles-Reden vede in questa religione, già abbracciante il mondo intero, una dottrina di salvazione che più tardi non poteva non influenzare il nascente cristianesimo (Lukan). "

http://www.zen-it.com/mason/studi/comac ... cini04.htm

Da prendere in considerazione anche la ricerca di Otto Ranh, il quale cercando le tracce del Sacro Graal finì con il toccare anche il catarismo ed il culto della Maddalena.

http://it.wikipedia.org/wiki/Otto_Rahn

Prima Otto Rahn poi le Ahnenerbe ricercavano le tracce del Krist nordico e aryo teorizzato da Wiligut. (vedasi articoli precedenti).

Uno dei fili conduttori nelle ricerche era trovare prove tra un collegamento nel culto della Madre da Kali sino alle Madonne Nere.

Anche sant'Eufemia è rappresentata iconoclasticamente come Vergine Nera (Iside, Kali, Durga, collegate allo svastica nelle rappresentazioni)

Tra l'altro Otto Rahn si scontrò contro i poteri forti dei Gesuiti e ufficialmente si suicidò.

"What prevented the Church deploring the Nazis atrocities when they became evident early on in the war rather than waiting until the very end to speak up, and then only half-heartedly? Some say it was the secret Kirchensteur funds Hitler paid the Church during that time, but was it just that?
What did the Nazis hold over the Church to keep it quiet so all those Catholic soldiers did as they were told? Otto Rahn was privy to the inner secrets of the Nazi elite. It is a safe bet he would have known something of the pressures the Nazis exerted over Pius XII to deter him from voicing public criticism of Hitler’s policies and actions. Monsignor Mayol de Lupe, Chaplain of the French S.S. Brigade Charlemagne, was a personal friend of Pius.

"The Catholic Centre Party emerged from the Great War as a major force in Germany after forty years of suppression instigated by Bismarck. Its renewal allowed the Party to gain rapidly in influence and it succeeded in forcing a repeal of the anti-Jesuit laws passed in 1872. From that time the Society of Jesus was free to enter Germany and to found colleges, schools and communities. It engaged in these activities with great vigour. It is perhaps of little wonder that Otto Rahn was deeply distrustful of the Jesuits in Germany (and they of him) considering the subject, tone and passion of his pro-Cathar/anti-(Catholic) Church writings. "



http://www.perillos.com/rahn.html

Quindi la storia è ciclica, la Chiesa non ammette eretici. [;)] [:o)]

A proposito della Via Crucis che parte al contrario, ci sono diverse teorie compresi strani arzigogoli templari.

E se fosse un indizio per lasciare traccia di una vecchia tradizione? Un cammino esoterico iniziatico di un vecchio culto?


Da non dimenticare che lo svastica presente in tutto il pianeta, è presente anche in Valtellina con la Rosa Camuna.

Ho trovato una delle descrizioni dello svastica (anche se chiamato al femminile) vicina alle visioni induiste, abbiamo documentazioni dal punto di vista storico di spedizioni archeologiche-esoteriche anche in oriente, India e Tibet compresi.

"La tradizione per me più suggestiva è quella che spiega come la svastica sia la rappresentazione grafica dello sviluppo della molteplicità che parte da un unico punto e si sviluppa nell’universo. Il punto è l’intersezione della croce ed è chiamato bindu, il limite del manifesto. Il manifesto nasce dal non manifesto e si sviluppa in modo non lineare, per questo le braccia della croce sono piegate a simboleggiare che le forme esteriori dell’universo non ci portano mai verso la loro unità fondamentale, il centro, la verità. Il percorso dalla realtà manifesta alla realtà vera e immutabile non è lineare, ma contorto, tortuoso, complesso, al di fuori della logica umana. La svastica ci ricorda la realtà Suprema che non è accessibile allo spirito umano e non rientra nel controllo dell’uomo."

http://ekamsatindia.blogspot.com/2011/0 ... stica.html

Penso che avessero abbastanza motivazioni per le ricerche anche a Teglio.

Ps. anche Leonardo scriveva al contrario. [;)] [:D]


Lo svastica viene rappresentato con 2 sensi di rotazione, spesso si leggono aberrazioni del tipo che una è positiva e una negativa, un il bene l'altra quella di Hitler il male.

Le troviamo rappresentate in entrambi i versi, una delle teorie la vuole a rappresentare il ciclo del sole dalla terra che causa un cataclisma immane (diverse tradizioni antiche parlano di questo, ci furono giorni di buio e poi il pianeta invertì il senso di rotazione, o dei poli? (tornando ai planisferi capovolti [;)]).

Per la dualità del simbolo, diverse tradizioni compresa quella del Rudra Chakrin tibetano (Kalchakra) predicono un ritorno all'età dell'oro con ritorno al senso originario di rotazione del pianeta.

Questo logicamente potrebbe essere connesso alla Via Crucis al contrario, e agli Urobori onnipresenti, non dimentichiamo che le croci vengono spesso rinchiuse nei cerchi, ed il serpente retaggio di Kundali (Durga, Kali, Shakti è onnipresente), trasformato da Femmineo Sacro e Androgine simbolo di Vita in demone.


Ultima modifica di Hynekeniano il 15/05/2011, 23:09, modificato 1 volta in totale.


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Tutto giusto, Hyne...

Ecco perchè Teglio è così importante, ed ecco perchè i cicappini sono balzati tutti sulla sedia.

Considera anche l'elettromagnetismo!! La Valtellina è all'incrocio di 2 placche ...

Catarismo?! La sala della Creazione...

La chiesa è quella, sì, e alle pareti ha dipinti coperti da intonaco, con sigilli templari evidenti!

Teglio, l'ho spiegato di là, è nodale per un miliardo di aspetti!

Non dimenticare il parallelismo che anche Pedretti riconosce tra le opere leonardesche e Shiva... ;-)

Riguardo agli etruschi, la soluzione è semplicissima, e si trova in quel mar Rosso colorato di ROSSO nel planisfero di Teglio, e va ricercato nella figura di Lilith, coeva di Adamo, dunque androgina al par suo...

Riguardo la Dea Madre, puoi fare un parallelo tra quella di Teglio e quella sarda, ad esempio...

Teglio non va sottovalutato, là c'è stato Leo, e questo agita le coscienze dei cicappini e non solo. Ancora oggi, in Valtellina, è attivo un programma di monitoraggio da parte di Propaganda Fide...

Da ultimo, ti segnalo la tipica pisciatina di cane: l'apparizione Mariana di Tirano (a soli 7 km) nel 1504.
Tirano ha mura Sforzesche, probabilmente progettate da Leonardo, e con delle chiese moolto particolari (con triangoli e occhi al loro interno).

Più chiaro, ora, cosa ci sia a teglio?!?!


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No no no no no.....fermatevi un attimo. Sto facendo fatica a seguire il discorso...[V]
Sono arrivato all'irminismo wiligutiano, e fin li tutto ok. Dopo? Non riesco più a seguirvi....potete spiegare in maniera più semplificata?


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Lascio il compito a Hyne... io son troppo impeganto a mettere in scacco il cicappino Diego Cuoghi su Leonardo da Vinci e Colombo/Vespucci


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MessaggioInviato: 16/05/2011, 13:22 
Cita:
Sheenky ha scritto:

No no no no no.....fermatevi un attimo. Sto facendo fatica a seguire il discorso...[V]
Sono arrivato all'irminismo wiligutiano, e fin li tutto ok. Dopo? Non riesco più a seguirvi....potete spiegare in maniera più semplificata?


Quale è stato il punto di intoppo?

In un post precedente Riccardo ha dato lo spunto ricordando la presenza degli archeologi del Reich (Ahnenerbe) a Teglio.

Ho dato un traccia sulle motivazioni che li hanno portati lì.



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Le SS in Tibet

Di Claudio Mutti

Immagine

La Deutsches Ahnenerbe – Studiengesellschaft für Geistesurgeschichte („Eredità tedesca degli antenati – Società di studi per la preistoria dello spirito“) sorse il 1 luglio 1935 per iniziativa del Reichsführer SS Heinrich Himmler, il quale concepì l’idea di dar vita a tale istituzione in seguito alla lettura dell’opera dell’olandese Herman Wirth (1), da lui personalmente incontrato un anno prima. Della nuova Società di studi fu segretario generale, fino alla fine, l’Obersturmbannführer SS Wolfram Sievers, che sarà processato a Norimberga e impiccato. La sede della Società era a Berlin-Dahlem, Pücklerstrasse n. 16, mentre la fondazione che la sosteneva economicamente si trovava al n. 28 della Wilhelmstrasse.

Principale organo di stampa della Deutsches Ahnenerbe, che pubblicava libri e periodici, fu la rivista “Germanen”.

L’Ahnenerbe nacque sotto il patronato congiunto delle SS e del Ministero dell’Agricoltura: oltre a Himmler, era entrato in rapporto col professore olandese anche il ministro Richard Walther Darré, il quale avvertiva pure lui l’esigenza di un’istituzione scientifica che fornisse solide basi alla dottrina del Partito. Ma la collaborazione tra Himmler e Darré non sarebbe durata a lungo, data la loro divergenza di vedute circa l’Idealtypus germanico, che per il ministro dell’Agricoltura (e per lo stesso Wirth) era rappresentato dal contadino, mentre per il capo delle SS si identificava con la figura del guerriero. Al professor Wirth, che lasciò la Ahnenerbe nel febbraio 1937, subentrò come presidente della Società Walther Wüst, rettore dell’Università di Monaco e membro dell’Accademia delle Scienze, il quale era affiancato da uno stretto collaboratore di Himmler, Bruno Galke. Nel 1943 Wüst diede le dimissioni; ciò non gli evitò di essere condannato a morte a Norimberga, anche se la pena capitale gli venne poi commutata.

L’unica menzione pubblica fatta da Himmler circa la Ahnenerbe si trova in un discorso del gennaio 1937. Parlando del Servizio razziale delle SS, il Rasse und Siedlungshauptamt, Himmler disse che “esso ha anche l’incarico di effettuare ricerche scientifiche in collaborazione con l’Istituto Ahnenerbe. Così – proseguì il Reichsführer SS – ad Altchristenburg abbiamo scoperto una fortezza su una superficie di trenta iugeri. (…) Dal punto di vista scientifico e dottrinale, il nostro compito consiste nello studiare queste cose senza falsificarle, in maniera obiettiva. Le scoperte fatte dall’Istituto Ahnenerbe ad Altchristenburg hanno rivelato l’esistenza di sette strati (…) Tutte queste cose ci interessano, perchérivestono la massima importanza nella nostra lotta ideale e politica”. E fu lo stesso Himmler, stando almeno a quanto dichiarato da Sievers a Norimberga, a riassumere lapidariamente il programma generale delle attività demandate alla Ahnenerbe, con queste parole: “Raum, Geist, Tod und Erbe des nordrassischen Indogermanentums” (“Spazio, spirito, morte ed eredità del mondo indogermanico di razza nordica”).

In altri termini, la Società aveva il compito di effettuare ricerche sullo spirito ariano, di salvare e rinvigorire le tradizioni popolari, di diffondere tra la popolazione la cultura tradizionale germanica. Sorsero quindi in seno alla Ahnenerbe una cinquantina di dipartimenti, ciascuno dei quali si dedicava a un particolare settore d’indagine: i canti tradizionali, le danze popolari, gli stili regionali, l’etnografia, le leggende, la geografia sacra ecc. Ci si occupò della costruzione di monumenti che celebrassero la gloria del popolo tedesco e degli eroi della rivoluzione nazionalsocialista; si intrapresero scavi archeologici; ci si impegnò nella conservazione dei monumenti storici (tra i quali, la sinagoga Staronova di Praga, risalente al XIII secolo). Per dire quale fu il livello degli studiosi che collaborarono con la Ahnenerbe, basterebbe menzionare l’Ehren SS (“SS ad honorem”) Franz Altheim, il grande storico delle religioni (2).

Oltre a ciò, nell’Ahnenerbe c’era anche una sezione che si occupava di studi tradizionali. Essa, secondo Brissaud, “aveva un eminente collaboratore nella persona di Friedrich Hielscher, amico dell’esploratore svedese Sven Hedin, amico di Karl Haushofer, di Wolfram Sievers, di Ernst Jünger e anche di… Martin Buber” (3). Friedrich Hielscher è il “Bodo” o “Bogo” dei Diari di Jünger. Nato a Guben nella Bassa Lusazia il 31 maggio 1902, partecipò nel 1919 alle azioni dei Corpi Franchi; poi diventò dottore in legge, giornalista e scrittore, “una delle teste pensanti che diressero e formarono i circoli nazional-rivoluzionari” (4). Nell’aprile del 1928 assunse la direzione della rivista nazional-rivoluzionaria “Der Vormarsch”, che era stata diretta da Jünger; nel 1930 cominciò a pubblicare “Das Reich”, un periodico omonimo del suo trattato di “teologia dell’Impero”: Das Reich, Berlin 1931.

“Il nome di Friedrich Hielscher – scrive Brissaud – figura tra i primi di una lista dell’Ahnenerbe comprendente più di cento nomi, che fu prodotta al processo di Norimberga” (5). Nonostante ciò, Hielscher rientra nel novero di quegli uomini dell’Ahnenerbe che non solo non furono “impiccati come ‘criminali di guerra’ o uccisi a fuoco lento nelle segrete o nei campi di concentramento dei vincitori, [ma] sembrano aver goduto di una strana immunità, come se un cerchio magico li avesse avvolti e protetti, perfino davanti ai ‘giudici’ del processo di Norimberga” (6). Addirittura, se dobbiamo credere a Brissaud, dopo aver deposto una testimonianza praticamente inconsistente al processo contro Sievers, Hielscher “ottenne dagli Alleati l’autorizzazione ad accompagnare Sievers al patibolo” (7).

Nel 1938 la Ahnenerbe organizzò una spedizione in Tibet. Il capo della spedizione, lo Hauptsturmführer SS dr. Ernst Schäfer, era un biologo e zoologo che già nel 1930-’32 e nel 1934-’36 aveva partecipato a un paio di spedizioni in Cina. Tornato in patria, Schäfer aveva avuto modo di esporre a Himmler la sua idea di una spedizione in Tibet. Il Reichsführer accolse entusiasticamente l’idea di Schäfer e assunse il patrocinio dell’iniziativa. Oltre a Schäfer, facevano parte del gruppo quattro Obersturmführer SS: il capocarovana “tecnico” Edmund Geer, l’antropologo ed etnologo Bruno Beger, il geografo e geomagnetologo dr. Karl Wienert, il fotografo e operatore cinematografico Ernst Krause. Scopo ufficiale della spedizione era lo studio della regione tibetana dal punto di vista antropologico, geografico, zoologico e botanico. Ma a Himmler importava anche stabilire un contatto con l’abate di Reting, diventato Reggente del paese nel 1934, un anno dopo la morte del tredicesimo Dalai Lama. Infatti il quattordicesimo Dalai Lama, quello attuale, bsTan adsin rgya mts’o, nel 1938 aveva tre anni e sarebbe stato insediato nel 1940.

Imbarcatisi a Genova nel maggio 1938, i sei uomini dell’Ahnenerbe arrivano a Colombo e quindi a Calcutta, dove sono accolti da una campagna di stampa orchestrata da agenti inglesi contro la spedizione tedesca. Da Calcutta il gruppo non si muove finché Schäfer, recatosi a Darjeeling, non riesce a ottenere dalle autorità anglo-indiane un visto di sei mesi per il Sikkim, lo staterello himalayano che per varie ragioni costituisce la più favorevole porta d’accesso al Tibet. Ai primi di luglio, portando con sé un bagaglio di due tonnellate e mezzo, la spedizione parte da Calcutta e arriva in treno alle falde dell’Himalaya, dove ha inizio la lunga marcia; “la nostra meta è il Trono Divino, là in alto” – dice il commento sonoro della pellicola girata dall’operatore Krause (8). A Gangtok, capitale del Sikkim, trovano un maharaja generoso di aiuti: è Sua Altezza Tashi Namgyal, che nel 1948 ospiterà anche il nostro Giuseppe Tucci. Di lì la spedizione procede verso nord: una carovana di dieci indigeni e cinquanta muli avanza lentamente a causa delle piogge monsoniche, del fango e delle frane. Dopo una sosta di due settimane nei pressi di Thanggu (a quota 4.500 m.), le otto tende da campo vengono piantate a Gayokang, alle falde del Kanchenjunga (m. 8.585); per alcune settimane il campo di Gayokang è la base da cui partono fruttuose missioni di ricerca. Tra luglio e agosto, Schäfer e Krause accolgono l’invito di un influete principe tibetano e si recano alla sua residenza estiva di Doptra, dove ricevono la promessa che la spedizione sarà raccomandata presso le autorità di Lhasa. Alla fine di settembre, dopo aver effettuato le loro ricerche nella parte tibetana del Sikkim, gli uomini dell’Ahnenerbe ritornano a Gangtok per assistere all’annuale “danza di guerra degli dèi”. Subito dopo, Schäfer si reca con l’interprete a conferire con un alto funzionario politico per esporgli i programmi della spedizione; nel frattempo, Wiener e Beger si spingono sull’Himalaya, mentre Krause e Geer attraversano la giungla e vanno a completare riprese cinematografiche e ricerche zoologiche nella zona di Gayokang. Allorché il gruppo si ricostituisce, il campo rimane per qualche tempo ai piedi del Kanchenjunga, a una temperatura di venti gradi sotto zero. Così, dopo una serie di ricerche nel territorio di Lachen e un’ascensione lungo una parete del Pimpo Kanchen, il primo giorno di dicembre gli uomini dell’Ahnenerbe ricevono la notizia che il Reggente del Tibet li invita a trascorrere due settimane a Lhasa. Prima di allora vi erano potuti entrare pochi Europei, tra i quali nessun tedesco.

Felicemente terminata l’esplorazione del Sikkim, poco prima di Natale gli uomini del Reich si dirigono verso Lhasa con una nuova carovana. Varcano la soglia della “città proibita” il 19 gennaio 1939, accompagnati da un alto ufficiale tibetano e accolti dalle massime autorità; non dal Dalai Lama, che si trovava ancora nel suo villaggio nel territorio di Amdo, vicino al lago Kokonor. Esiste una fotografia di Schäfer, con l’elmetto estivo delle SS, che saluta il segretario personale del Panchen Lama (direttore spirituale del Dalai Lama), mentre un’altra foto documenta uno scambio di doni tra la delegazione del Reich e i dignitari della teocrazia tibetana. Agli ospiti tedeschi viene concesso il privilegio di assistere alle feste del Capodanno lamaista; viene permesso loro di visitare il Potala e gli altri templi, di studiarli e fotografarli. L’antropologo può osservare da vicino un momento culminante della vita religiosa tibetana e, approfittando dell’immensa folla di pellegrini affluita a Lhasa per il Capodanno, può approfondire lo studio della tipologia razziale del paese. Più difficile è il lavoro dello zoologo, a causa dell’interdizione dell’uso delle armi da fuoco durante le feste del Capodanno; ma l’interdizione viene aggirata mediante l’impiego di una sorta di fionda fabbricata da Schäfer, che consente di aggiungere alla collezione ornitologica diversi esemplari.

La visita a Lhasa doveva durare quattordici giorni; ma l’intesa stabilitasi tra le SS e le autorità lambiste è tale, che il governo tibetano non lascia partire i propri ospiti prima del 19 marzo, facendoli accompagnare da un alto funzionario fino alla stazione inglese di Gyangtse (Rgyal-rce). Dopo un’esplorazione delle rovine dell’antica capitale Jalung Phodrang, disabitata da circa un migliaio d’anni, e dopo una marcia di seicento chilometri fino al lago di Yamdrok, il 25 aprile gli esploratori tedeschi raggiungono Shigatse (Gzis ca rce), dove risiede il nono Panchen Lama, Lobsang Tseten. A Shigatse, nei cui pressi si trova il monastero di Tashi Lhunpo, abitato da quattromila monaci, l’accoglienza è calorosa come a Lhasa: tutta la popolazione accorre a dare il benvenuto agli uomini dell’Ahnenerbe. Il Panchen Lama riceve ufficialmente la missione tedesca e firma un documento di amicizia con il Terzo Reich.

Il 19 maggio la marcia riprese in direzione di Gyangtse, che fu raggiunta in tre giorni. Qui ebbero luogo trattative coi funzionari inglesi circa il passaggio in India e il trasporto dell’ingente materiale. Una decina di animali da soma dovette essere impiegata solo per il materiale di interesse etnologico (costumi, tende, un aratro, un telaio ecc.), al quale si aggiungevano i centootto volumi di Scritture buddiste donati dal Reggente al governo del Reich. Si trattava verosimilmente del Kanjur (bka’-gyur), versione tibetana del Canone, che nell’edizione di Derge (Sde dge) consta per l’appunto di centootto volumi. Oltre a ciò, la spedizione portava con sé più di 4.000 uccelli impagliati, più di 500 teschi di animali, esemplari zoologici viventi, piante d’ogni genere, semi vegetali.

Attraverso Gangtok, il gruppo giunse a Calcutta; via Bagdad, Atene, Vienna, i reduci della spedizione atterrarono a Berlin-Tempelhof la sera del 4 agosto 1939, dopo sedici mesi di assenza dalla Germania (9). All’aeroporto di Monaco, Schäfer e i suoi camerati ebbero la sorpresa di trovare il Reichsführer SS Heinrich Himmler, venuto personalmente ad accoglierli.

Di lì a poco si sarebbe realizzata la predizione del veggente tibetano che aveva detto a Schäfer: “Verranno gli uomini volanti e ci sarà una grande catastrofe. Qualcosa di terribile accadrà nelle terre degl’Inglesi e dei Tedeschi. Vi sarà una scintilla enorme e anche la nostra religione ne sarà colpita”.

Quanto al battaglione di Waffen SS tibetane che avrebbe preso parte alla difesa di Berlino, rimane ancora un mistero.

Note

(1) Herman (Felix) Wirth (Utrecht 6 maggio 1885 – Kusel 16 febbraio 1981), professore olandese naturalizzato tedesco, dal 1909 al 1919 era stato lettore di filologia olandese all’Uiversità di Berlino. Nel 1925 si iscrisse alla NSDAP. Studioso dei simboli della protostoria, pubblicò diverse opere, tra le quali spiccano due monumentali capolavori: Der Aufgang der Menschheit, Jena 1928 e Die heilige Urschrift der Menschheit, Leipzig 1931-1936. Intorno alla sua attività scoppiò una vivace polemica scientifica allorché pubblicò Die Ura-Linda-Chronik, Leipzig 1932 (trad. it. dell’editio minor, Leipzig 1934, apud Edizioni Barbarossa, Saluzzo 1989); secondo Wirth si trattava di un autentico documento originario del popolo frisone, mentre per i suoi avversari era solo una fabbricazione relativamente recente. Herman Wirth, scrive Armin Mohler, “incarna perfettamente la singolare posizione dei Völkischen nel Terzo Reich: da una parte egli viveva grazie ad un incarico di ricerca della Ahnenerbe, dall’altro gli era proibito pubblicare” (A. Mohler, La Révolution Conservatrice en Allemagne 1918-1932, Pardès, Puiseaux 1993, p. 444).

(2) Franz Altheim (Erscherscheim 6 ottobre 1898 – Münster 1976) si addottorò con uno studio su Die Komposition der Politik des Aristoteles, discussa col professor Hans von Arnim all’Università di Francoforte sul Meno. Qui entrò in relazione col filologo Walther Friedrich Otto (che nel 1933-’34 gli fece pubblicare Epochen der römischen Geschichte) e con l’etnologo Leo Frobenius. Insegnò alle università di Halle, Berlino e Münster. Tra le opere più significative della sua sterminata produzione scientifica, la Römische Religionsgeschichte, Berlin 1956 (ed. definitiva), Niedergang der alten Welt, Frankfurt am Main 1952, Die Araber in der alten Welt, Berlin 1964. In italiano: Dall’antichità al Medioevo (Sansoni, Firenze 1961), Il dio invitto (Feltrinelli, Milano 1960), Romanzo e decadenza (Settimo Sigillo, Roma 1995), Storia della religione romana (Settimo Sigillo, Roma 1996).

(3) André Brissaud, Hitler et l’ordre noir. Histoire secrète du national-socialisme, Librairie Académique Perrin, Paris 1969, p. 285. Anche il libro di Brissaud, per alcuni versi abbastanza documentato, rimasta certe fantasticherie che il famigerato Mattino dei maghi di Louis Pauwels e Jacques Berger (Mondadori 1963, pp. 371-374) ha trasmesse a gran parte della letteratura “nazioccultistica”. Si veda, come ulteriore esempio di ciò, Le marché du diable di Robert Faligot e Rémi Kauffer (Fayard, Paris 1995, p. 243), dove si sostiene che la spedizione dell’Ahnenerbe in Tibet aveva lo scopo di “saggiare le possibilità di una presa di contatto tra i mitici maestri del Tibet e la Società di Thule, che se ne considerava l’erede”. D’altronde, anche specialisti di germanistica come Furio Jesi hanno riciclato le tesi del Mattino dei maghi, attribuendo agli “studiosi guidati dal dottor Scheffer [sic]” lo scopo di “raccogliere materiali sulle origini della razza ariana” (F. Jesi, Germania segreta, Feltrinelli, Milano 1992, p. 188).

(4) A. Mohler, op. cit., p. 585.

(5) A. Brissaud, op. cit., p. 454.

(6) Savitri Devi, L’India e il nazismo, Edizioni all’insegna del Veltro, Parma 1979, p. 53.

(7) A. Brissaud, op. cit., p. 286.

(8) Dai 16.000 metri di pellicola in bianco e nero e dai 2.000 a colori girati da Krause fu ricavato il documentario Geheimnis Tibet. (Se ne veda l’edizione italiana nel video allegato al fascicolo n. 9 della serie Il nazismo esoterico di Marco Dolcetta, Hobby and Work, Milano 1994). Oltre a realizzare le riprese cinematografiche, Krause scattò 20.000 fotografie e trovò anche il tempo per mettere insieme una straordinaria collezione di formiche, api, calabroni e farfalle.

(9) Alla fine di quel medesimo mese d’agosto si sarebbe dovuta concludere anche la terza spedizione tedesca sul Nanga Parhat (m. 8.114), guidata da Peter Aufschneiter, che era partita nel maggio 1939. Sorpresi in territorio indiano dallo scoppio della guerra (3 settembre), Peter Aufschneiter e Heinrich Harrer, il campione dei giochi olimpici del 1936, furono internati in un campo di concentramento britannico. Evasi nel 1944, raggiunsero il Tibet, dove ottennero asilo. Cfr. H. Harrer, Sieben Jahre in Tibet, A. J. MacPherson 1958 (ed. franc. Sept ans d’aventures au Tibet, Arthaud, Paris-Grenoble 1953).
[align=right]
Fonte: http://www.centrostudilaruna.it/sstibet.html[/align]



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UNO SPUNTO SULLA “AHNENERBE TECNOLOGICA”



Ecco un utile complemento di indagine a quanto già si può leggere nel saggio “Archeologi di Himmler “ (ed. Ritter, Milano, 2004).
Naturalmente non si è certo in grado qui di illustrare completamente il lavoro svolto dall’Ahnenerbe nei confronti di tutti i suoi Dipartimenti di ricerca scientifica i quali, compresi quelli dediti alle “Scienze naturali“, arrivarono già nel 1943 a raggiungere la considerevole cifra di circa 50 Dipartimenti, con un centinaio di “progetti“ in allora corso ed un numero di addetti che, compreso l’indotto, (rappresentato da collaboratori esterni, dal RUSHA e da unità del Servizio di Sicurezza SD particolarmente dedicate) fu abbastanza rilevante, siamo nell’ordine di qualche migliaio di persone, tra militarizzati (Allgemeine SS-SS generali ), scienziati e civili.
I motivi sono i più diversi ma, nella sostanza, il Dipartimento Ricerche Militari è stato il Dipartimento della Società Ahnenerbe che, dal Dopoguerra, più è stato descritto, illustrato e denigrato con i più scabrosi particolari e presentato a tutti, in tutto il mondo - anche in circostanze fuori luogo -, solo per gli ovvi motivi legati alle condanne di Norimberga e alla propaganda dei Paesi Alleati Vincitori della Seconda Guerra Mondiale, e su questo Dipartimento esistono già interi saggi sull’argomento. L’argomento degli esperimenti “medici“ poi, a nostro modesto parere, è stato certamente un tema doloroso ma anche un tema ipersviscerato da più parti soprattutto per farlo diventare come una sorta di “cover up“ mediatico o piuttosto di “polvere negli occhi“ nei confronti della gente comune, nel senso che ci siamo convinti che in realtà il Dipartimento SS Ahnenerbe per le Ricerche Militari entrò anche e clandestinamente a far parte di quei centri di ricerca tecnologici super-segreti che si occuparono dei “Black Projects“ delle SS, progetti fuori bilancio facenti capo ad una organizzazione delle SS “Top Secret“ di cui nemmeno il ministro Albert Speer era a conoscenza e il cui vero responsabile era il Generale delle SS Hans Kammler (scomparso poi misteriosamente nel 1945, forse in Sud America).
Questi argomenti, di carattere tecnologico, sono rimasti un tabù per circa 60 anni, soprattutto in Germania e nel nostro Paese, a causa di certi veti imposti dagli USA, dalla Gran Bretagna e soprattutto dai potenti gruppi di controllo di stampo massonico/industriale, veti legati soprattutto al fatto di essere considerati dal punto di vista scientifico generi pericolosamente alternativi, culturalmente “antisistema“ ed in definitiva contrari al paradigma tecnico/energetico attualmente dominante: si parla infatti di studi militari iniziali relativi ad una “free energy“, una energia “pulita” e libera ( sulla base degli studi di Nikola Tesla e Viktor Schauberger ) in contrapposizione a quella “sporca“ che ci si ostina ancora ad usare oggi, in pieno XXI secolo, temi di cui chiunque è facilmente in grado di comprenderne l’importanza tecnologico-politica, una volta tratte le determinate ed ovvie conclusioni dalle riflessioni di cui sopra.

[align=right][align=right]Fonte: http://edmundkiss-zama.blogspot.com/201 ... nerbe.html[/align][/align]


Ultima modifica di Bastion il 16/05/2011, 15:14, modificato 1 volta in totale.


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Nazismo: l’arianesimo e la ricerca dell’Urheimat

Spesso sentiamo parlare di razza ariana, ma cosa intendevano precisamente i nazisti e gli scienziati dell’epoca? Bisogna distinguere le ricerche scientifiche, seppur non all’avanguardia, dalle deformazioni ideologiche dell’epoca.

La parola “ariano” deriva dal sanscrito #257;rya che significa “quello nobile”. Invece, la parola tedesca “Urheimat”, è composta da Ur che significa “antico” e da Heimat che significa “casa”.

Mettiamo in correlazione queste parole e cerchiamo di comprendere meglio: se sostituiamo la parola “ario” con il suo sinonimo “indo-europeo”, tutto ci apparirà un po’ più chiaro.

Molti linguisti comparativi si sono adoperati a partire dai primi del ’900. Il Nazismo, infatti, godeva di una solida base scientifica, poi disgregatasi con gli approfonditi studi sulla genetica.
Secondo queste teorie, la razza ariana (quindi proto-indoeuropea) avrebbe portato la propria lingua, religione e cultura diffondendola in tutta Europa, attraverso varie ondate migratorie avvenute fino al II secolo a.C.

In questo calderone si sono poi andati ad aggiungere diversi miti come quello di Thule, luogo semi-mitico in cui si credeva risiedesse la saggezza della cultura ariana. Alcuni la identificavano con la mitica Atlantide, altri con l’Islanda o la Scandinavia. Non è un caso che la prima cellula del nazionalsocialismo si chiamasse Società Thule.

Notiamo che gli studi nazisti dell’SS Ahnerbe diretti da Himmler, avallati anche dagli scienziati dell’epoca, miravano a dimostrare propagandisticamente la superiorità della razza ariana e a riscrivere arbitrariamente la storia. Un uso apologetico della storia.

Scientificamente, durante i primi del ’900, si è creduto che il luogo d’origine della razza ariana fosse l’Europa del Nord, in particolare la Germania e la Scandinavia. Sarebbe avvenuta una sorta di diaspora continentale di questo popolo nomade e guerriero che avrebbe travolto gli altri popoli grazie alla sua tecnologia guerriera.

Gli scienziati seguirono il modello, piuttosto rozzo, dell’albero genealogico e furono influenzati dalle teorie ottocenteste del Diffusionismo. In questa visione, popoli come i Dori (che fondarono la civiltà greca), i Troiani e quindi i Romani (Enea fuggito in Italia), sarebbero di stirpe ariana.
Tentarono di trovare arbitrariamente un comune filo conduttore, su base linguistica, tra le civiltà.

Questo è solo un assaggio, prometto di tornare su questo argomento.
Esistono tuttora studi paleo-antropologici SERI sui popoli indoeuropei e sul loro luogo d’origine: l’ultima e più accreditata teoria è quella di Maria Gimbutas sulla cultura Kurgan.

Immagine

[align=right]Fonte: http://historiadigitale.wordpress.com/2 ... lurheimat/[/align]



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Riccardo Magnani ha scritto:

Hynekeniano@: una Via Crucis al contrario ti basta?
(la lista altrimenti, è lunghissima...)


Al contrario rispetto a cosa?
Prima di dire che è in senso contrario bisognerebbe sapere quale è il senso "giusto". Nelle Vie Crucis c'è un "canone"?
No.
Se ne trovano ovunque di entrambi i tipi, sia in senso orario che antiorario. In Francia addirittura direi che sono in maggioranza quelle in senso antiorario, ricordo quelle di Issigeac, Domme, St. Emilion... solo per fare qualche nome di località che ho visitato. Ma il testo più interessante è questo:

"Le chemin de croix dans les églises
Dans la plus part des églises et des chapelles, on trouve un chemin de croix. Il consiste en 14 croix en bois, fixées sur les murs de l'église, accompagnées habituellement d'une peinture ou d'une sculpture représentant le sujet de la station. Les croix sont disposées à des intervalles tels qu'elle jalonnent un chemin et pour qu'en les parcourant les fidèles fassent le tour complet de l'église. Le chemin de croix tourne habituellement en sens inverse des aiguilles d'une montre, mais ce n'est pas une règle générale.

http://catholique-nanterre.cef.fr/faq/p ... .htm#CROIX



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Vorrei proporre alla benevola considerazione del lettore una teoria che potrà sembrare paradossale e sovversiva. La teoria è questa: che sarebbe opportuno non prestare fede a una proposizione fino a quando non vi sia un fondato motivo per presupporla vera. (Bertrand Russell)
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MessaggioInviato: 16/05/2011, 13:51 
Non concorde con le conclusioni dell'articolo precedente, posto alcuni links sulla Gimbutas ed il culto della Madre universale.

http://it.wikipedia.org/wiki/Marija_Gimbutas

http://www.universitadelledonne.it/marija_gimbutas.htm

http://ita.anarchopedia.org/Marija_Gimb ... atriarcato

e sull'Urheimat

http://it.wikipedia.org/wiki/Urheimat



Approfondisco in seguito.


Ultima modifica di Hynekeniano il 16/05/2011, 14:02, modificato 1 volta in totale.


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UUUUHHHH Diego... ormai son diventato la tua ossessione?!?!

Io parlavo a Hynekeniano, o vuoi metter becco anche in tutte le mie comunicazioni quotidiane, adesso?!?!

Ahahahaah... ma quanto ti dò fastidio, Diego?!?!

Perchè sei così ossessionato da me?!?!

Cosa avrò mai da dire e rivelare di così scomodo?!?!

Mah...

ahahahahahah


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Hynekeniano ha scritto:

Cita:
Sheenky ha scritto:

No no no no no.....fermatevi un attimo. Sto facendo fatica a seguire il discorso... [V]
Sono arrivato all'irminismo wiligutiano, e fin li tutto ok. Dopo? Non riesco più a seguirvi....potete spiegare in maniera più semplificata?


Quale è stato il punto di intoppo?

In un post precedente Riccardo ha dato lo spunto ricordando la presenza degli archeologi del Reich (Ahnenerbe) a Teglio.

Ho dato un traccia sulle motivazioni che li hanno portati lì.




A ok! Ora che ho letto di nuovo è più chiaro. Si vede che ero stanco prima e non collegavo bene [:)]


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MessaggioInviato: 16/05/2011, 14:39 
Cita:
Trystero ha scritto:

Cita:
Riccardo Magnani ha scritto:

Hynekeniano@: una Via Crucis al contrario ti basta?
(la lista altrimenti, è lunghissima...)


Al contrario rispetto a cosa?
Prima di dire che è in senso contrario bisognerebbe sapere quale è il senso "giusto". Nelle Vie Crucis c'è un "canone"?
No.
Se ne trovano ovunque di entrambi i tipi, sia in senso orario che antiorario. In Francia addirittura direi che sono in maggioranza quelle in senso antiorario, ricordo quelle di Issigeac, Domme, St. Emilion... solo per fare qualche nome di località che ho visitato. Ma il testo più interessante è questo:

"Le chemin de croix dans les églises
Dans la plus part des églises et des chapelles, on trouve un chemin de croix. Il consiste en 14 croix en bois, fixées sur les murs de l'église, accompagnées habituellement d'une peinture ou d'une sculpture représentant le sujet de la station. Les croix sont disposées à des intervalles tels qu'elle jalonnent un chemin et pour qu'en les parcourant les fidèles fassent le tour complet de l'église. Le chemin de croix tourne habituellement en sens inverse des aiguilles d'une montre, mais ce n'est pas une règle générale.

http://catholique-nanterre.cef.fr/faq/p ... .htm#CROIX


Da un valente ricercatore come te, mi sarei aspettato qualcosa di più che il liquidare la questione con un becero sito cattolico [xx(],

http://catholique-nanterre.cef.fr/

O devo pensare che sia reale il connubio Chiesa, CICAP paventato non solo in altri 3d di questo forum.

Non esiste solo l'Armata Arpiolide a contrastare la meretrice di babilonia che ha fatto più scempi di Omar alla biblioteca di Alessandria [;)]

L'amore per la ricerca e la verità deve essere scevro, da danaro, lavoro, ideologie, fedi religiose e parzialità personali, penso che su questo siamo concordi. [;)] [;)]

Io lo faccio da lustri nel mio campo e altro che Via Crucis sulla pelle mi sono costate, ma se uno è Uomo ed ha Palle va sino in fondo qualsiasi sia il prezzo da pagare. (parlo in generale quindi non è rivolto a nessuno [:)])

Penso che un valido ricercatore del tuo calibro abbia approfondito i simbolismi e geometrie sacre utilizzate ampiamente anche in ambito ecclesiastico e di conseguenza sai benissimo che non esiste il caso nelle rappresentazioni sacre.

Poi se erano superstizioni, false credenze o deliri non è questo il topic idoneo alla discussione, ma che applicassero determinate regole, vedasi 4 chiese orientate al punto solstiziale è fuori ogni dubbio, le Ahnenerbe ricercavano da ottimi archeologi anche queste evidenze.

Per approfondire consiglio una lettura scevra da dogmi e da parzialità di Fulcanelli (chiunque lui fosse).

In particolare delle ricerche su Il Misstero delle cattedrali e Le dimore filosofali

Il mistero delle cattedrali in pdf

http://www.cazzanti.net/archivi/letture ... edrali.pdf

http://www.zen-it.com/ermes/Lucarelli/i ... anelli.htm

http://www.duepassinelmistero.com/le_ca ... istero.htm
Le dimore filosofali è acquistabile tramite le Edizioni Mediterranee-Roma.

Attualmente non mi risultano ricerche ha abbiano confutato quanto dimostrato nei 3 libri di Fulcanelli (Le dimore filosofali è in 2 volumi)



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