Gerusalemme, Betlemme, Fatima, la rosa d’oro e il destino
Di Luciano Sampietro
Avrei fatto volentieri a meno di scrivere questo articolo, anche perché l’argomento è spinoso e per me doloroso, ma sento irresistibile l’esigenza di comunicare, di non tenere dentro preoccupazioni, timori e i cupi presagi che mi accompagnano da quando, nello scrivere il mio libro, ho compreso che si sta avvicinando qualcosa di inimmaginabile nella sua portata catastrofica, che avrà il potere di sconvolgere ogni regola che millenni di civiltà hanno faticosamente creato, andando a rimodellare l’Umanità su parametri oggi impensabili, quali la condivisione, l’altruismo, il mutuo soccorso, il bene comune, il vivere secondo la legge morale che, spesso inascoltata, è comunque all’interno di ogni individuo.
Per raggiungere questa chimerica meta, tuttavia, l’Umanità dovrà passare attraverso una lunga serie di dolorosi eventi, per mezzo dei quali si sbricioleranno gli odierni assetti economici e politici.
L’attuale crisi dei mercati è un primo indizio e chi afferma che la situazione è destinata a migliorare commette un grave errore, perché non tiene conto che la guerra impedirà la ripresa e frustrerà ogni tentativo. Il mio libro, Settimo Millennio, è uscito all’inizio del 1999 e la crisi della borsa e dei mercati vi è descritta con precisione anche temporale, dato che vi è indicato il 2000 come suo inizio, il che corrisponde con quanto effettivamente avvenuto.
Il secondo segno sarà dato da un grave, mortale attentato al Pontefice: di ciò ho scritto altre volte e da ultimo, lo scorso anno, quando avevo fatto doppio riferimento a Lourdes, perché inquietanti apparivano alcune coincidenze tra i versi di alcune quartine e la realtà storica dell’accadimento programmato. Tutto fortunatamente era avvenuto senza incidenti o rischi, ma temo che a questo punto il tempo stia per compiersi e ciò per quanto qui ora esporrò:
1) La quartina VI, 26
Quatre an(s) le siege quelque peu bien tiendrà
Un suruiendra libidineux de vie:
Ravenne & Pise, Veronne soustiendront
Pour eslever la croix de Pape envie.
Per l’esame delle quartine mi sono sempre servito delle prime edizioni dei testi originali, in quanto quelle successive sono di ben scarso aiuto, poiché gli errori di ortografia, che il Veggente aveva volutamente commesso per segnalare la necessità di trovare una soluzione enigmistica sottesa all’errore, sono stati corretti!
Nel caso della quartina VI, 26 mi sono servito dell’edizione Du Rosne - Lyon, 1557, dove si può leggere “quatre an” ,cosa che mi aveva fatto pensare a un problema enigmistico da risolvere.
Mi è capitato di consultare però la coeva edizione Du Rosne – Utrecht, 1557 e con mia sorpresa ho constatato che il verso riporta “quatre ans”, così come l’edizione Benoist Rigaud 1568, il che mi fa propendere dunque per la conclusione che “quatre ans” sia infine il verso corretto e voluto dal Veggente.
Come già ho avuto modo di osservare altra volta, il verso apparentemente non ha un soggetto e questo è l’aspetto enigmistico che va apprezzato. Trattandosi di un verbo al singolare (tiendrà), l’unico nome che potrebbe reggere la frase è “siege” , ma il tutto non avrebbe alcun significato.
Vi è però un’alternativa, se riflettiamo sull’apparente avverbio “bien” (scritto nel testo con la forma contratta bie sormontata dall’accento circonflesso) che in realtà potrebbe celare il soggetto della frase. E’ sufficiente un semplice anagramma per trasformare bien in benì, participio passato del verbo benir, che significa benedire. A questo punto il resto del verso non porrebbe problemi:
Benedetto terrà il seggio quattro anni e qualche po’, e poiché l’attuale pontefice è stato eletto nell’aprile del 2005, se questo è il significato del verso, i quattro anni sono appena decorsi e il suo pontificato dovrebbe volgere alla fine (“qualche po’”).
2) La quartina X, 91
Clergè romain l’an mil six cens et neuf
Au chef de l’an feras election,
D’un gris et noir de la Compagne yssu,
Qui onc ne feut si maling.
Come ho già avuto modo di osservare, nel 1609 sedeva sul trono di Pietro Paolo V (Giulio Borghese), eletto quattro anni prima e quel papa regnò fino al 1621, quando venne eletto Alessandro Ludovisi, che assunse il nome di Gregorio XV, e regnò due soli anni, lasciando comunque una buona impronta di sé, con opportune riforme nell’assetto della Chiesa.
L’anno vero è quindi un altro, e su tal enigma già mi sono cimentato altra volta.
Quello che vi è di singolare nell’indicazione dell’anno è che le singole componenti sono tra loro staccate: corretto sarebbe stato scrivere milsixcensetneuf , come del resto si usa anche in italiano.
Le parole distaccate consentono di ragionare sul termine cens, che invece di indicare il numero cento potrebbe derivare dal latino censere, il cui primo significato è quello di numerare, sommare, censire (i censori nell’antica Roma erano coloro che si occupavano del censimento della popolazione e della determinazione del reddito e delle conseguenti imposte dovute allo Stato).
In secondo luogo va precisato che neuf non significa solo nove ma anche nuovo.
Il verso potrebbe allora voler dire: “computa (=somma) l’anno 1, 6 + il nuovo da mettere ad inizio d’anno.
Quindi l’anno che ne uscirebbe sarebbe il seguente: il millennio è quello nuovo, dato che il secondo verso ci dice che la prima cifra deve essere quella del nuovo millennio: quindi 2. Il resto è dato dalla somma di 1, 6 e 2 e quindi nove, con il che l’anno dell’elezione del nuovo pontefice dovrebbe essere appunto il 2009!
3) La quartina II, 97
Romain Pontife, garde de t’approcher
De la citè qui deux fleuues arrouse
Ton sang viendras au pres de la cracher
Toy et le tiens quand fleurirà la rose.
Già altre volte ho così tradotto la quartina
Papa Romano, non ti avvicinare
a quella città che due fiumi sposa:
sarai là appresso il tuo sangue a sputare,
tu e i tuoi, quando fiorirà la rosa.
Come ho avuto modo di osservare, la quartina, a mio giudizio, concerne l’attuale Pontefice e ciò deduco dalla posizione attributiva dell’aggettivo Romain, che in francese, come in italiano è scorretta e comunque non giustificata da una particolare esigenza poetica. Se ciò è un segnale di un significato diverso da risolvere sul piano enigmistico, allora Romain può diventare “à nom I.R.”, cioè “dal nome con le iniziali I. R.” e quindi Iosephus Ratzinger, come risuonò in latino quando fu eletto.
Già ho segnalato in un precedente articolo della peculiarità del verbo al singolare “arrouse”, che rende la città il soggetto e i due fiumi il complemento oggetto della frase.
Con il termine fiume nel Rinascimento si indicava tuttavia anche uno Stato, una Nazione e finanche un continente e Nostradamus fa uso ripetutamente nella sua opera di tale espediente linguistico, indicando ad esempio l’Inghilterra con il Tamigi, la Spagna con il Tago, lo Stato Pontificio con il Tevere, ecc. Se questo è il significato, allora si tratta di una città che tocca o appartiene a due Stati e questa città deve essere oggetto di visita da parte del Pontefice quest’anno, anzi in un futuro imminente.
Il 12 maggio il Papa sarà a Gerusalemme, città contesa tra lo Stato di Israele e quello dell’Autorità Palestinese, al punto che essa costituisce il maggior nodo di discordia che impedisce la pace tra quelle due nazioni, e, riguardo ad essa, molti osservatori esteri ritengono debba operarsi una divisione, una sorta di Berlino dei tempi delle due Germanie.
Resterebbe allora da comprendere il significato dell’ultimo verso “quando fiorirà la rosa”, il quale, a mio giudizio, non indica una stagione ma un giorno ben preciso.
Un gentile e sempre attento lettore, Paolo Vacchieri, mi ha segnalato che il 28 aprile il Pontefice si recherà in Abruzzo e deporrà una rosa d’oro davanti all’immagine della Madonna di Roio, Nostra Signora della Croce.
Questo stesso lettore mi aveva a suo tempo segnalato in anteprima la notizia del viaggio del Pontefice in Terra Santa, inviandomi poi il dettaglio del viaggio.
E’ stata questa segnalazione a indurmi a riflettere e a riprendere un argomento che aveva deciso di abbandonare.
Se rosa deve essere, tuttavia, non sarà quella dell’Abruzzo, ma quella di Fatima.
Fu il 13 maggio 1917 che i tre pastorelli di Fatima videro per la prima volta la Madonna e il 13 maggio 1965 il legato pontificio card. Ferdinando Cento consegnò al Santuario di Fatima la rosa d’oro.
Il 13 maggio 2009 Benedetto XVI sarà a Betlemme: se au pres, scritto staccato, può essere inteso come il giorno dopo, allora tutto coinciderebbe e la quartina avrebbe questo definitivo significato:
Papa Romano, non ti avvicinare
a quella città che due fiumi sposa:
sarai dopo là il tuo sangue a sputare,
tu e i tuoi, quando fiorirà la rosa.
fonte:
http://www.acam.it