Cita:
Aztlan ha scritto:
Gliese581d è quello di cui possiamo parlare di abitabilità probabile. Gliese581g invece è una possibilità molto più flebile, e comunque non toglie nulla al discorso di prima.
Comunque per mettere i puntini sulle "i" non mi risulta che "tutti gli altri esopianeti scoperti siano gassosi o troppo vicini alla propria stella", affatto.
Già la missione Kepler ha individuato centinaia di candidati papabili, ma dobbiamo ancora fare le valutazioni e analisi del caso.
E finalmente stanno iniziando pure a studiarli seriamente, oltre al Seti anche altri progetti se ne stanno occupando.
Intanto sul Seti:
Nuova Indagine SETI Si Concentra Sugli Esopianeti Terrestri Scoperti Da KeplerDopo che il telescopio Kepler della NASA ha identificato ben 1.235 possibili pianeti intorno ad altre stelle della nostra galassia, gli astronomi dell’Università della California hanno pensato di avvantaggiarsi e puntare le antenne radio più potenti a disposizione verso i candidati più simili alla nostra Terra per cercare di rilevare eventuali segnali di civiltà aliene avanzate.
La nuova ricerca è cominciata l’8 Maggio quando il telescopio Green Bank, il più grande radiotelescopio girabile al mondo, ha dedicato un intera ora allo studio di 8 di questi possibili pianeti. Una volta che gli astronomi della UC Berkeley avranno acquisito i dati di tutti 86 gli esopianeti terrestri presi di mira, inizieranno una lunga sessione di analisi e, dopo circa 2 mesi, chiederanno l’aiuto di almeno 1 milione di utenti appassionati di tutto il mondo di collegarsi insieme attraverso il programma SETI@home per condurre un’analisi più dettagliata.
“Non è affatto certo che tutte queste stelle hanno dei sistemi planetari intorno, ma sono degli ottimi posti dove guardare se si cercano civiltà aliene” ha spiegato Andrew Siemion, dottorando dell’Università di Berkeley. Gli esopianeti in causa sono ancora catalogati come candidati perché vari team di astronomi devono verificare uno ad uno i casi per assicurarsi che non siano falsi allarmi.
Il Green Bank Telescope dedicherà circa 5 minuti di ascolto a ognuno dei candidati esopianeti che orbitano in una fascia “abitabile” intorno alle loro stelle.
“Abbiamo scelto i pianeti con una fascia di temperature possibili tra 0 e 100° Celsius, perché sono i più probabili candidati ad ospitare forme di vita simili a quelle che conosciamo” ha spiegato il fisico Dan Werthimer, capo del programma SETI@home e veterano scienziato del programma SETI.
Werthimer è al capo di un programma lungo 30 anni guidato dal SETI che usa il più grande orecchio radio al mondo: Il radiotelescopio Arecbio, in Puerto Rico. I dati rilevati da questo telescopio vengono dati in pasto al programma SETI@home per un’analisi dettagliata che potrebbe essere fatta soltanto dai più grande computer distribuito al mondo, quello che coinvolge le case di tutti noi.
Werthimer era coinvolto anche in un passato porgetto SETI che faceva uso del Green Bank Telescope ma che è finito nel 1988, come anche un programma con il Allen Telescope Array (ATA), finito in ibernazione il mese scorso quando l’Università della California e l’Istituto SETI sono finiti senza soldi.
“Con Arecibo ci siamo incentrati su stelle simili al nostro Sole, sperando che ci siano pianeti intorno ad esse che potessero ospitare civiltà intelligenti” ha spiegato Werhtimer. “Ma non abbiamo mai avuto una vera lista di pianeti candidati sui quali indagare, come invece possiamo fare ora.”
Il nuovo radiotelescopio della West Virginia serviva perché il telescopio Arecibo non può vedere i pianeti che Kepler sta esaminando, che si trovano tutti nel cielo dell’emisfero nord. Ma il Green Bank offre anche ulteriori vantaggio su Arecibo. Le osservazioni fatte con il radiotelescopio di Puerto Rico possono essere fatte soltanto ad un limitato raggio di frequenze, che si incentrano sui 21 centimetri circa (1420 Mhz) che è poi la linea dell’emissione dell’idrogeno. Queste lunghezze d’onda passano facilmente attraverso le nubi di polvere e gas che oscurano gran parte della galassia, e sono il motivo per cui sono state scelte, insieme al fatto che indicano la presenza possibile dell’acqua e la vita è sempre collegata alla sua presenza.
“Cercare extraterrestri intorno alla frequenza di 21 cm va bene se stiamo cercando civiltà che stanno mandando segnali intenzionalmente, ma se stiamo cercando pianeti a cui per caso sfugge un segnale come una trasmissione radio, dobbiamo ampliare il raggio per trovarli.” ha spiegato Werhimer. “Con i nuovi dati presi dal Green Bank Telescope, possiamo analizzare 800 megaHertz di frequenze simultaneamente. Questo significa che potremmo indagare su uno spettro di dati 300 volte più ampio di quanto mai fatto prima con Arecibo.”
Quindi, 1 giorno con il Green Bank Telescope equivale a 1 anno di dati presi con l’Arecibo (circa 60 Terabyte). “E’ anche fantastico che finalmente riusciremmo a coprire più frequenze invece che cercare i segnali canonici che aspettavamo fino ad ora” ha spiegato Siemion.
Le 86 stelle che verranno esaminate sono state scelte tra 1.235 candidati sistemi planetari, chiamati Kepler Objects of Interest (KOI) con l’aiuto del team di Kepler e in particolare di un membro chiamato Geoffrey Marcy, professore di astronomia presso l’Università della California, Berkeley. Tra i suoi target ci sono anche 54 KOI identificati dal team di Kepler come presenti nella fascia abitabile e che hanno una dimensione che va da quella della Terra a quella di Giove, poi ci sono 10 KOI che non sono sulla lista dei pianeti abitabile ma che hanno orbite inferiori a 3 volte l’orbita Terrestre e orbite più grandi di 50 giorni. Tutti i sistemi planetari presi in considerazione hanno 4 esopianeti o più al loro interno.
Dopo che il Green Bank Telescope avrà esaminato ogni stella scelta, effettuerà un indagine approfondita sull’interno campo preso in considerazione dal telescopio Kepler per esaminare eventuali altri segnali diversi dai 86 prescelti.
L’analisi completa dei segnali presenti potrebbe richiedere circa 1 anno, ha spiegato Werthimer, che ha anche detto che ” Se si estrapolano i dati di Kepler, ci potrebbero essere circa 50 miliardi di pianeti nella nostra galassia. E’ davvero eccitante essere in grado di esaminare con dei radiotelescopi alla ricerca della vita, i primissimi esopianeti terrestri.”
http://link2universe.wordpress.com/2011 ... da-kepler/