"Platone, filosofo greco (Atene 428-347 a. C.). Nato da nobile famiglia, discendente per parte di madre da Solone....
Erodoto storico greco (Alicarnasso ca. 485-forse Atene ca. 425 a. C.). Appartenne a una famiglia assai influente nella quale il sangue greco si mescolava con ..."
come ben si evince entrambi sono vissuti nel V /IV secolo a.C. è quindi plausibile che le cognizioni geografiche e storiche di Erodoto fossero "in auge" in quell'epoca e che quindi Platone quando parla delle Colonne D'Ercole non si riferisse ad una sua particolare "posizione" ma a quella che unanimamente fosse recepita attuale a quel tempo, con buona pace dei moderni "imbratta fogli"
sono anni che vado postando questo particolare lista di tutte le menzioni di Erodoto, nei confronti delle Colonne D'Ercole. e anche questa volta le ripropongo così che i moderni cultori se ne possano rendere conto, perchè sono sicuro, che questa ricerca non l'hanno fatta assolutamente.. troppo tempo da spendere, meglio copiaincollare le cervellotiche soluzioni altrui... troverete Tartesso ma era la reply ai seguaci di Frau. e di colui dal quale ha copiato...
Tartesso e Colonne d’Ercole
Se tutto questo discorso pieno di parole urlate parte dall’ipotesi che Tartesso corrisponda alla Sardegna e le Colonne d’Ercole siano un po’ dove ognuno per “santificare” una teoria meglio crede, bisogna per prima cosa smettere di citare autori quale Erodoto e prendere in considerazione solo le cose che interessano e dimenticarsi delle altre, le colonne D’ercole sono citate una decina di volte nelle sue Storie ed in tutte si evince che corrispondono dove da sempre vengono collocate … “Lo stretto di Gibilterra”
Storie I -163) La prima città della Ionia di cui si impadronì fu Focea. Questi Focei furono i primi Greci a compiere lunghe navigazioni: furono loro (ad aprire la via per il Golfo di Adria) a scoprire l'Adriatico, la Tirrenia, l'Iberia e la regione di Tartesso: non navigavano con grandi navi da carico ma con delle penteconteri. Giunti a Tartesso strinsero amicizia con il re locale, che si chiamava Argantonio e che fu signore di Tartesso per ottanta anni, vivendo in tutto per 120 anni. I Focesi divennero così amici suoi che egli li invitò prima ad abbandonare la Ionia e a stabilirsi nel suo paese, ovunque volessero; in seguito, non essendo riuscito a convincerli e avendo saputo com'era cresciuta la potenza dei Medi, regalò denaro ai Focesi perché potessero munire di fortificazioni la loro città; e il regalo fu molto generoso, tanto è vero che il perimetro delle mura di Focea si sviluppa per non pochi stadi; ed esse sono tutte costituite da grandi blocchi di pietra ben connessi tra loro.
È evidente che nella descrizione geografica, Erodoto, parla di un iter a partire dall’Adriatico e proseguendo verso ovest rispetto alla Grecia, cita la Tirrenia diciamo Etruria, la Spagna e la regione di Tartesso ( quindi non certo la Sardegna che rimane ad est della Spagna) nome con il quale i greci definivano la regione meridionale della Spagna oggi detta Andalusia, celebre per la lavorazione dei metalli, anche se talora il medesimo termine identificò il fiume Guadalquivir o una città posta alla sua foce (che i geografi confusero con Gades, oggi Cadice). Tartesso (oltre le colonne d’ercole), controllata dai fenici a partire dall'XI secolo a.C., già nella Bibbia (ove è detta Tarshish, in Isaia 23 , Giona 1, I Re cap. 10 ,ecco ad esempio Giona fugge a Tarshish, localita' della Spagna meridionale identificata probabilmente con Tartessos alle foci del Guadalquivir, confine del mondo secondo le conoscenze del tempo e in direzione opposta rispetto a Ninive. E' la contraddizione perfetta: Ninive e' a oriente, Tarshish a occidente)viene esaltata per la sua proverbiale ricchezza; nel VI secolo a.C. subì a talassocrazia imposta dai greci della Focide, per poi essere conquistata e distrutta dai cartaginesi intorno al 500 a.C.Per quanto riguarda Atlantide non commento tanto ogni ipotesi vale l’altra ma Platone la pone in un posto preciso ..di fronte alla colonne d’ercole, ed anche qui ognuno usa quello che serve e ciò che contraddice l’ipotesi in oggetto se lo dimentica…
ora mi chiedo solamente come si può argomentare che Platone non nominava Gibilterra è ovvio essendo una modernizzazione del nome attribuito poi dagli arabi cioè "Gebel al tarik" al vecchio Calpe ecco di seguito i riferimenti alle colonne d'ercole o eracle nelle storie di Erodoto
I 202)... L'unico ramo dell'Arasse a scorrere libero e aperto sfocia nel Mar Caspio. Il Caspio è un mare a sé senza alcuna comunicazione con l"altro mare'; effettivamente le acque percorse dalle navi greche, quelle situate al di là delle colonne d'Ercole, dette Atlantico, e il Mare Eritreo, formano un unico mare.
II 33) 1) Non prolungherò oltre il racconto dell’ammonio Etearco. Aggiungo solo che egli asseriva che i Nasamoni, per detto dei Cirenei, fossero rimpatriati, e che gli uomini presso i quali essi sarebbero giunti fossero tutti stregoni. 2) Questo fiume che scorreva presso la città anche Etearco congetturava che fosse il Nilo; ed è ragionevole pensarlo e crederlo. Proviene infatti il Nilo dalla Libia, da esso divisa a metà; e, per quanto i congetturo deducendo ciò che non si conosce da ciò che tutti sanno, la distanza tra la sua foce e l’origine è la stessa che per l’Istro. 3) Infatti il coro del fiume Istro, che comincia dai Celti e dalla città di Pirene, divide l’Europa nel mezzo. ( I Celti si trovano fuori delle COLONNE D’ERACLE, e confinano con i Cinesii, l’ultima popolazione europea verso occidente. 4) Attraversa, l’istro, tutta l’Europa, e sbocca nelle acque del Mare Ospitale, dove i coloni Milesi hanno la città di Istria.
IV

Questo raccontano gli Sciti su di sé e sui territori settentrionali; ecco invece cosa narrano i Greci residenti sul Ponto. Eracle, spingendo i buoi di Gerione, sarebbe giunto nella terra ora occupata dagli Sciti, allora desertica. Gerione risiedeva lontano dal Ponto,(MAR NERO) abitava nell'isola detta dai Greci Eritia,(ERIZIA) al di là delle COLONNE D'ERACLE, di fronte a Cadice(GADIRA), nell'Oceano. L'Oceano, dicono i Greci, ha origine nell'estremo oriente dove sorge il sole e scorre tutto intorno alla terra (così dicono, ma non sanno dimostrarlo concretamente). Da là giunse Eracle nel paese detto Scizia: sorpreso dall'inverno e dal gelo, si avvolse nella sua pelle di leone e si addormentò; e nel frattempo, per sorte divina, le cavalle, quelle staccate dal suo carro, sparirono mentre pascolavano.
IV 42) Mi meraviglio dunque di quanti separano con tanto di confini Libia, Asia ed Europa. Le differenze non sono da poco: in lunghezza l'Europa si sviluppa lungo Asia e Libia insieme, in larghezza non mi pare neppure paragonabile. La Libia in effetti si rivela essere interamente circondata dal mare, fuorché nel tratto di confine con Asia. Per quanto ne sappiamo il primo ad averlo dimostrato fu il re d'Egitto Neco: interrotto lo scavo del canale che dal Nilo porta al Golfo Arabico, egli inviò dei Fenici su delle navi con l'incarico di attraversare le COLONNE D'ERACLE sulla via del ritorno, fino a giungere nel mare settentrionale e così in Egitto. I Fenici, pertanto, partiti dal Mare Eritreo, navigavano nel mare meridionale; ogni volta che veniva l'autunno, approdavano, in qualunque punto della Libia fossero giunti, seminavano e aspettavano il tempo della mietitura. Dopo aver raccolto il grano, ripartivano, cosicché al terzo anno dopo due trascorsi in viaggio doppiarono le COLONNE D'ERACLE e giunsero in Egitto. E raccontarono anche particolari attendibili per qualcun altro ma non per me, per esempio che nel circumnavigare la Libia si erano trovati il sole sulla destra.
IV 43) Così si riconobbe la prima volta com'è la Libia; poi sono i Cartaginesi a dirlo, in quanto l'Achemenide Sataspe, figlio di Teaspe, non circumnavigò la Libia, benché fosse stato inviato con tale compito: ebbe paura della lunghezza della navigazione e della solitudine e tornò indietro, senza portare a termine la prova che sua madre gli aveva imposto. Sataspe aveva violentato una ragazza, figlia di Zopiro figlio di Megabisso; quando poi per la sua colpa stava per venire impalato per ordine di re Serse, sua madre, sorella di Dario, intercedette per lui, affermando che gli avrebbe imposto una punizione ancora maggiore: lo avrebbe costretto a navigare intorno alla Libia fino a tornare, ultimato il giro, nel Golfo Arabico. A queste condizioni Serse si dichiarò d'accordo, sicché Sataspe venne in Egitto, prese con sé navi e marinai egiziani e salpò alla volta delle COLONNE D'ERACLE; le varcò, doppiò il capo estremo della Libia, che si chiama Solunte, e diresse la rotta verso sud, percorrendo in molti mesi un lungo tratto di mare; ma gli restava pur sempre il tratto maggiore, voltò la prua e se ne tornò in Egitto. Da qui si recò presso re Serse e gli raccontò che nel punto più lontano raggiunto avevano costeggiato un paese abitato da piccoli uomini vestiti con foglie di palma, i quali, tutte le volte che accostavano a riva, fuggivano verso le montagne abbandonando i loro villaggi; essi vi erano entrati senza danneggiarli, limitandosi a catturarvi qualche animale. Per giustificare il mancato periplo della Libia spiegò che l'imbarcazione non era più in grado di proseguire, ma si era bloccata. Serse non riconobbe come vere le sue parole e lo fece impalare, eseguendo l'antica sentenza, perché non aveva comunque compiuto la prova stabilita. Un eunuco di questo Sataspe scappò via a Samo appena apprese la morte del padrone; si portò via grandi ricchezze che poi finirono nelle mani di un uomo di Samo: io ne conosco il nome, ma preferisco non menzionarlo.
IV 152) Ma si assentarono per più tempo di quello previsto, sicché a Corobio venne a mancare tutto; più tardi una nave di Samo, in navigazione verso l'Egitto agli ordini di Coleo, fu trascinata dai venti fino all'isola di Platea. I Sami, appreso da Corobio per filo e per segno l'accaduto, gli lasciarono provviste per un anno; essi poi salparono dall'isola decisi a raggiungere l'Egitto, ma venivano portati fuori rotta dal vento di Levante. E siccome il vento non calava, finirono per attraversare le COLONNE D'ERACLE e giungere a Tartesso, con la scorta di un dio. A quell'epoca l'emporio di Tartesso era vergine, sicché i Sami, al loro ritorno, ricavarono dalle merci il profitto più elevato fra i Greci di cui abbiamo notizia precisa…
IV 181) Ecco dunque elencati i Libici nomadi della costa, oltre i quali, verso l'interno, c'è la Libia popolata da bestie feroci; al di là di essa comincia un ciglio sabbioso e desertico, che va da Tebe in Egitto fino alle COLONNE D'ERACLE. In questa zona, a circa dieci giorni di cammino l'una dall'altra, si trovano delle collinette ricoperte da agglomerati di grossi blocchi di sale; proprio dalla cima di queste collinette scaturisce uno zampillo d'acqua fresca e dolce, nel bel mezzo del sale; attorno vi abitano uomini che sono gli ultimi oltre la regione delle bestie feroci, verso il deserto: a partire da Tebe i primi (a dieci giorni di cammino da Tebe) sono gli Ammoni, padroni del santuario derivato dal santuario di Zeus a Tebe…
IV 185) Fino agli Atlanti sono in grado di elencare i nomi dei popoli stanziati nel ciglio sabbioso, oltre non più; ma la zona di sabbia si estende fino alle COLONNE D'ERACLE e oltre. In tale regione si trova una miniera di sale ogni dieci giorni di viaggio e uomini stanziati; tutte queste genti si costruiscono abitazioni con blocchi di sale; si tratta già di zone della Libia prive di piogge: in effetti i muri fatti di sale non resterebbero in piedi se vi piovesse. Il sale estratto dal suolo si presenta di colore bianco o rosso. Al di là di questa striscia di territorio, verso il sud e l'interno della Libia, il paese è un deserto senz'acqua, senza animali, senza pioggia e alberi, senza la minima traccia di umidità.
IV 196) I Cartaginesi affermano l'esistenza di un territorio libico,con relative popolazioni, anche al di là delle COLONNE D'ERACLE; quando si recano presso queste popolazioni con le loro mercanzie le scaricano sulla spiaggia in bell'ordine, risalgono sulle navi e mandano un segnale di fumo; gli indigeni vedono il fumo e accorrono verso il mare, depositano dell'oro in cambio delle merci e quindi si allontanano dalle merci stesse. I Cartaginesi sbarcano, esaminano l'oro e, se gli sembra adeguato al valore delle merci, lo prendono e se ne vanno; se invece gli sembra poco, risalgono sulle navi e aspettano: i locali tornano e aggiungono altro oro fino a soddisfarli. Nessuno dei due cerca di raggirare l'altro: i Cartaginesi non toccano l'oro finché non gli sembra adeguato al valore delle merci, e gli indigeni non toccano le merci prima che gli altri abbiano ritirato l'oro.
VIII 132) ….Ai Greci, che non erano pratici di quelle zone, ogni località sita oltre Delo metteva paura: pareva loro che dappertutto dovessero esserci soldati; supponevano che Samo fosse lontana quanto le COLONNE D'ERACLE. Avvenne così che i barbari, intimoriti, non osassero inoltrarsi a ovest di Samo, e i Greci, malgrado le insistenze dei Chii, non osassero avanzare più a est di Delo; così la paura presidiava lo spazio intermedio.
Ora è chiaro ed evidente che le Colonne d'Ercole non sono collocate da Erodoto tra la Tunisia e La Sicilia come ben si evince quando parla dei Cartaginesi,ben consci di non averle davanti,ma è chiara la loro posizione anche dalle altre menzioni (che è dove da sempre è ritenuta ... lo stretto di Gibilterra)
per quanto riguarda la stele Nora dove in caratteri fenici ci sono i nomi di Shardana e Tartesso non vedo che prova sia... sia perchè come ho citato sopra tartesso era controllata dai fenici fin dal XI secolo a.C., a Torino ci sono steli e papiri con iscrizioni in geroglifico e non per questo significa che gli egiziani si erano istallati in piemonte o no?
comunque libero di pensare quello che ti pare,personalmente ho già affrontato questo argomento un numero considerevole di volte e sinceramente mi ha stancato,tanto il ragno rimane sempre nel buco e le novità latitano...
Ad majora
ANTONIO
. apprezzo quindi di più che dice che Atlantide sia un mito..la realizzazione Platonica della società ideale, di chi la continua a collocare ovunque,.. anch'io nel mio libro online "Oera Linda" può sembrare che collochi l'Atlantide nel Mare del nord... ma non è così è Atland.. Ald land.. una vecchia terra un'isola sprofondata.. ma non era L'atlantide di Platone..