DOPO LA LETTERA BCE NULLA SARÀ COME PRIMA
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- Detto senza alcuna ironia, il Corriere della sera di questa mattina valeva il prezzo d’acquisto, forse anche di più. Mentre tutti gli altri quotidiani si interrogavano sui contenuti della lettera che il vertice della Banca centrale europea (Bce) ha inviato al governo italiano e facevano a gara per indovinare quali riforme vi fossero suggerite per migliorare i conti pubblici e contrastare così la speculazione dei mercati, il quotidiano di via Solferino raccontava per filo e per segno gli interventi che i due presidenti della Bce, l’uscente Jean-Claude Trichet e l’entrante Mario Draghi, hanno sollecitato - nero su bianco - al governo guidato da Silvio Berlusconi. Uno scoop vero, certamente utile a tutti i lettori, tanto più a quei leader dell’opposizione che, come il segretario del Pd Pierluigi Bersani, non avendo la minima idea dei contenuti della lettera, ne sollecitano la divulgazione da parte del governo, probabilmente con l’intento di trasformare le richieste in altrettanti capi d’imputazione.
Ebbene, se le anticipazioni del Corriere della sera saranno confermate, ben pochi in Italia avranno di che gioire, tranne i liberaldemocratici veri, tra i quali ci collochiamo da sempre. E di certo avrà ben poco di cui rallegrarsi la sinistra, dal Pd alla Cgil. Basta poco per capirlo. La Bce chiede in buona sostanza tre cose: liberalizzazioni, privatizzazioni, interventi sul mercato del lavoro. Ma attenzione: non si tratta di richieste generiche, bensì molto dettagliate. In pratica, un vero e proprio programma di governo. E se l’esecutivo guidato da Berlusconi accetterà di metterlo in pratica, seguendo addirittura la via dei decreti legge come sembra richiedere l’emergenza economica, possiamo dire fin d’ora che nulla in Italia sarà più come prima. Per capirlo, basta ragionare sul terzo punto: gli interventi sul mercato del lavoro. Qui, senza tanti giri di parole, la Bce chiede all’Italia di introdurre norme meno rigide sui licenziamenti per i lavoratori con contratti a tempo indeterminato: in pratica l’abolizione dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, che vieta i licenziamenti senza giusta causa per le aziende con più di 15 dipendenti. Non solo. I due presidenti della Banca centrale europea, che in questa occasione si farebbero portavoce tecnici di una richiesta politica firmata Merkel-Sarkozy in cambio del sostegno della Bce ai titoli di Stato italiani, chiedono, o forse sarebbe meglio dire pretendono, interventi anche sul pubblico impiego, per renderlo più flessibile, così da superare il modello attuale che si basa sul precariato dei giovani e la tutela del posto fisso degli anziani. Dulcis in fundo, viene chiesta anche l’introduzione per legge di una contrattazione aziendale che incentivi la produttività.
Un solo dettaglio è sufficiente per comprendere la portata rivoluzionaria di queste richieste. Lo Statuto dei lavoratori risale al 1970: da 41 anni in Italia il posto fisso nelle aziende con più di 15 dipendenti è diventato un dogma intoccabile, soprattutto per la sinistra e per la Cgil. Che faranno quando il governo accoglierà per decreto i desiderata della Bce? Scenderanno in piazza contro Berlusconi, oppure contro l’Europa, e dunque contro se stessi? Di certo non sarà un autunno facile, il prossimo. Le riforme pretese dalla Bce per aiutarci contro il rischio di default sono tali da cambiare l’Italia in profondità, a cominciare dalla cultura dominante nel welfare. Da anni si dice che siamo un Paese che concede tanto agli anziani, in termini di posto fisso e di pensioni, e dà poco ai giovani, costretti a una vita da precari. Ma nessuno ha mai fatto più di tanto per risolvere questa ingiustizia sociale. Ora, probabilmente dietro suggerimento della Banca d’Italia, si dovrà procedere a una modifica in profondità del modello sociale. A nostro modesto avviso, si tratta di modifiche sacrosante, in linea con i principi della cultura liberaldemocratica, poiché garantire il posto fisso a chi lavora nelle grandi aziende e non garantire nulla a chi è occupato nelle aziende con meno di 15 dipendenti viola il principio costituzionale dell’uguaglianza, risponde a criteri ideologici di una sinistra morta e sepolta, e tarpa le ali alle dinamiche delle imprese. In tutto il mondo, libertà di licenziare significa più libertà di intraprendere, quindi anche più libertà di assumere. Per la sinistra, questo è sempre stato un tabu. Se ora, grazie all’Europa e alla Banca centrale di Francoforte si riuscirà a fare un passo avanti, il sistema economico non ne avrà che dei benefici, soprattutto ne godranno i giovani, che avranno così maggiori possibilità di entrare prima nel mercato del lavoro, finora ingessato da garanzie di stampo ottocentesco.
Nella lettera della Bce, a nostro parere, ci sono buoni suggerimenti anche per altri settori. Ci riferiamo alle privatizzazioni e alle liberalizzazioni, da fare al più presto possibile. Anche qui, è probabile che dalla Banca d’Italia siano giunti a Francoforte indicazioni piuttosto precise, volte a superare gli ostacoli politici che finora hanno rallentato, per non dire di peggio, questi due percorsi, che fino a prova contraria facevano parte del programma di governo. È probabile che la Lega, che finora ha tirato il freno a mano sulla vendita delle aziende municipalizzate, debba rivedere il proprio atteggiamento. In caso contrario, il governo di centrodestra correrebbe seri rischi. Ma in politica mai fasciarsi la testa prima del tempo. Per fortuna dell’Italia, anche la Lega dovrà fare i conti con la disponibilità sempre più dichiarata di Casini, e negli ultimi giorni anche degli altri leader del Terzo polo, a sostenere in Parlamento le misure sollecitate dall’Europa. Un buon segno, che nonostante la drammaticità del quadro generale, induce a sperare.(Luca Simoni) 08 Agosto
http://www.ilvelino.it/articolo.php?idA ... come_primaquesta non fa altro che dimostrare che l'europa e' esclusivamente l'europa della grande finanza,in cui il cittadino ha valenza zero,da notare che in europa nel dopo guerra nessun stato e' stato sull'orlo del fallimento,come sta accadendo attualmente con l'entrata nell'euro,un motivo ci sara'........
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