13/08/2011, 00:28
13/08/2011, 11:35
13/08/2011, 13:02
http://www.ilgiornale.it/interni/italiani_dieta_vitalizi_immigrati/13-08-2011/articolo-id=539911-page=0-comments=1
[color=blue]Giuliano Amato e il paradosso della previdenza: gli italiani sono a dieta per i vitalizi agli stranieri
Una legge di Amato dà agli stranieri over 65, anche senza contributi, un assegno sociale che ci costa 50 milioni l’anno. Dal 2008 per riscuotere bisogna risiedere in Italia da dieci anni. L'Inps teme che sempre più nullafacenti se ne possano avvantaggiare
È un giochino che ci costa 50 milioni di euro all’anno. Centesimo più, centesimo meno. Un pacco, rifilato agli italiani di buona memoria, dal dottor Sottile, alias Giuliano Amato, nel 2000 e perfezionato qualche anno dopo, nel 2007, da Romano Prodi, un altro specialista in ecumeniche fregature per le nostre tasche....
....gli immigrati che hanno compiuto i 65 anni e non hanno redditi oppure sono sotto la soglia dei 5mila euro annui, hanno diritto all’assegno sociale .... Inutile dire che, appena gli extracomunitari con carta di soggiorno in regola e residenza si sono accorti di questa manna che pioveva dai cieli italiani non hanno fatto altro che presentare domanda di ricongiungimento familiare e far arrivare genitori o parenti anziani...
...Gli extracomunitari con carta di soggiorno possono chiedere di farsi raggiungere dai propri genitori, dichiarando di averli «in carico». E questi, non appena varcati i nostri confini, hanno diritto a presentare la loro simpatica domanda per l’assegno sociale.
Ecco dunque, approssimati per difetto almeno 50 milioni di euro che finiscono annualmente nelle tasche di stranieri che non hanno mai lavorato, né pagato tasse nel nostro Paese.
Un esercito destinato a crescere in maniera esponenziale. All’Inps temono infatti soprattutto l’attacco alle già semivuote casse, da parte degli immigrati dell’Est, romeni e polacchi, in particolare. Paradossale è che, oltre a languire le casse, languono anche i dati perché l’Inps parla, sempre approssimando per difetto, di circa 19mila «percettori» di quest’assegno sociale nati in Paesi esteri, ma il dato sembrerebbe comprendere anche italiani nati fuori dai nostri confini.
Tuttavia le dimensioni del pericolo sono sempre più preoccupanti considerato che gli stranieri residenti in Italia, al 1 gennaio 2011 erano 4 milioni 563mila, con un incremento di 328mila unità (per un saldo totale del 7,5 per cento) rispetto al 1 gennaio dell’anno scorso.
D’altra parte fa la sua anche l’Unione Europea che impone all’Italia di estendere a tutti i cittadini comunitari qualsiasi forma di welfare sia offerta agli italiani e quindi non c’è via d’uscita.
...Certo ultimamente sono stati introdotti dei correttivi tipo quello previsto dalla circolare Inps 105 del 2 dicembre 2008 che impone o meglio imporrebbe almeno 10 anni di effettivo soggiorno in Italia, la residenza fissa e altre quisquilie che dovrebbero impedire ai furbetti stranieri di percepire l’assegno sociale senza mai aver lavorato e di andarselo a spendere nel loro Paese. Ma, come si sa, fatta la norma, trovata (anche dagli stranieri) la possibilità di aggirarla....
...È vero che l’assegno sociale sulla carta è vincolato alla residenza sul territorio italiano e se il percettore torna a casa propria, il suo diritto decade. Ma se non lo segnala, o si «dimentica» di segnalare il suo trasloco, però, potrebbe continuare a incassare pur non avendone titolo. Controllare che questo non accada è di fatto impossibile....
...Quindi se il genitore, il nonno, il parente straniero in Italia non si trova bene, può tranquillamente tornare in patria, tanto l’assegno continua a decorrere. E il Paese del Bengodi paga e spreca. ...
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13/08/2011, 13:15
greenwarrior ha scritto:
http://www.leganord.org/lapadania/PADA_01_C_S_R1.PDF
E poi dicono che la Lega non fà niente, che si è seduta sugli allori.
13/08/2011, 13:35
13/08/2011, 13:46
greenwarrior ha scritto:
Legittimi dubbi, ma aspettiamo di vederne le conseguenze.
Rimangono comunque rilevanti i tagli alla politica.
13/08/2011, 14:08
rmnd ha scritto:greenwarrior ha scritto:
Legittimi dubbi, ma aspettiamo di vederne le conseguenze.
Rimangono comunque rilevanti i tagli alla politica.
Direi di fare di più come eliminare il privilegio delle regioni a statuto speciale
Friuli
Sardegna
Sicilia
Trentino
Valle D'Aosta
Sai cosa alla fine, ma questa è utopia pura...
Inoltre , oltre al taglio delle province dovremmo anche affrancarci dal 'divide et impera' in 20 regioni (come sempre Miglio ci aveva visto giusto). Accorpare cioè le regioni in macroregioni in modo da ottenere una sorta di divisione di fatto del paese in 2 al più tre tronconi benchè in un assetto ancora centralista.
E quando quelle due o tre macroregioni del nord si accorgessero di lavorare per mantenere le altre due o tre macroregioni del centro sud. la secessione sarebbe spontanea e naturale.
Perchè la situazione attuale è il risultato di avere un'italia a due o a tre velocità pur avendo 20 regioni.
13/08/2011, 16:01
Werther ha scritto:
Ma poi mi chiedo questo contributo di solidarietà chi minchia lo paga ?
Il contributo di solidarietà riguarderà tutti i contribuenti: i lavoratori pubblici lo pagheranno al posto del taglio in busta paga previsto con la manovra già varata nei mesi scorsi dal governo già nel 2011, per i lavoratori privati scatterà per il 2012 e 2013. Il contributo sarà del 5% per i reddito da oltre 90 mila euro fino a 150 mila e del 10% da 150 mila in su. Per i lavoratori privati i contributo è «deducibile» e «plafonato» con una soglia di sbarramento; complessivamente il prelievo non potrà superare il 48%. «I lavoratori pubblici saranno liberati dal taglio in busta paga e assoggettati a questa equilvalente forma di contributo», ha spiegato Tremonti.
Se un giolliere italiano mediamente dichiara 19.000 Euro, se un ristoratore dichiara mediamente 20.000 Euro !!! . Combattere piuttosto seriamente l'evasione l'elusione e la corruzione. Con la galera e la confisca dei beni IMMEDIATA,cosa che ovviamente in questo paese nemmeno si sognano di fare.
Pagano i soliti noti ,la povera gente che si vede tagliata i servizi primari .
13/08/2011, 16:15
Manovra, 90 miliardi in tre anni
Tremonti: via enti con meno di 70 addetti
Contributo solidarietà per pubblico e privato fino al 2013. Calderoli: a rischio 29-35 province, accorpati 1970 comuni. Stop promozioni prima della pensione. Tfr slitta solo se addio anticipato
ROMA - Slittata di oltre un'ora la conferenza stampa a Palazzo Chigi di Giulio Tremonti, con Roberto Calderoli e Maurizio Sacconi, per illustrare la manovra. Prevista per le 11, è iniziata alle 12,15. L'incontro con la stampa si è concluso poco dopo le 13,30. Al termine Tremonti ha raggiunto Berlusconi a Palazzo Grazioli.
Tremonti: testo domani in Gazzetta ufficiale. «Il testo è in corso di bollinatura per recepire le modifiche fatte ancora ieri in Consiglio dei ministri poi andrà al Quirinale e domani, da mezzanotte, sarà in Gazzetta Ufficiale», ha detto Tremonti, che ha aperto la conferenza stampa con una battuta: «Abbiamo fatto domanda di ammissione ai lavori usuranti, per tutti. Questa mattina ci siamo chiesti che mese era e abbiamo scoperto di essere a metà agosto».
Tremonti ha confermato che non sarà chiesta la fiducia: «Il presidente del Consiglio ha già detto che non abbiamo chiesto la fiducia. Di solito quando si approva un decreto si chiede l'autorizzazione a porre la fiducia. Non l'abbiamo fatto pensando che il testo sia talmente serio da impegnare tutto il Parlamento su un interesse generale. È stata una scelta saggia».
«Se ci fossero gli eurobond non saremmo arrivati ad oggi: è fondamentale un maggior grado di consolidamento delle finanze pubbliche in Europa - ha detto Tremonti - La soluzione maestra sarebbe stata quella degli Eurobond, sono convinto del modello proposto dal primo ministro del Lussemburgo e da me a livello internazionale. Siamo in attesa di sviluppi. Diversamente le complessità continuerebbero. L'andamento della crisi accelera drammaticamente negli ultimi giorni. Era prevedibile? Questo potrà essere oggetto di prossime riflessioni. Ma la crisi non riguarda solo il nostro paese ma una quota enorme del Pil dell'Europa. Ho l'impressione che ci sia una grande attesa per il vertice franco-tedesco della settimana prossima. Molto dipende dalle scelte che potranno essere fatte sull'Europa e per l'Europa nei prossimi giorni».
No revisione stime Pil. «Siamo convinti che l'impatto delle norme sulla liberalizzazione, il lavoro, la semplificazione possa essere significativo sul Pil. Difficile dire quanto e come. Ad esempio la riduzione dei ponti dovrebbe avere un effetto sul Pil dello 0,1%. Ma è difficile fare stime. Ci sono andamenti mondiali che incidono sui nostri. Quindi per ora non ci sono revisioni delle stime sul Pil», ha detto Tremonti.
Per le feste patronali «rilevanti e non accorpabili» alla domenica «si porrà il problema di un decreto ma in ogni caso riguarderà solo il territorio con un effetto minimo sul Pil», ha aggiunto Tremonti spiegando che «per le festività laiche il governo è libero di disporre ma per quelle religiose trova il limite delle intese». A parte San Pietro e Paolo per Roma, che già rientra nelle intese come festa religiosa, per gli altri patroni «rilevanti» si farà un provvedimento ad hoc.
Dall'inasprimento della lotta all'evasione fiscale arriverà un miliardo di euro, ha detto Tremonti ricordando che «si abbassa la tracciabilità a 2.500 euro, vengono messe sanzioni forti per chi non lascia ricevuta o fattura, c'è la sanzione accessoria fino all'espulsione dagli ordini professionale». Prevista anche «una revisione degli studi di settore».
Il contributo di solidarietà riguarderà tutti i contribuenti: i lavoratori pubblici lo pagheranno al posto del taglio in busta paga previsto con la manovra già varata nei mesi scorsi dal governo già nel 2011, per i lavoratori privati scatterà per il 2012 e 2013. Il contributo sarà del 5% per i reddito da oltre 90 mila euro fino a 150 mila e del 10% da 150 mila in su. Per i lavoratori privati i contributo è «deducibile» e «plafonato» con una soglia di sbarramento; complessivamente il prelievo non potrà superare il 48%. «I lavoratori pubblici saranno liberati dal taglio in busta paga e assoggettati a questa equilvalente forma di contributo», ha spiegato Tremonti.
Nessun taglio, ma slittamento delle tredicesime per i dipendenti pubblici degli enti che non rispettano gli obiettivi di riduzione della spesa. «Non è un taglio ma - ha sottolineato Tremonti - è uno slittamento nell'erogazione».
Calderoli: a rischio 29-35 province. «Non condivido la strada della soppressione completa delle Province. L'unica strada sarebbe quella costituzionale. Noi abbiamo previsto la soppressione delle province che non raggiungono o i 300.000 abitanti o i 3.000 km quadri di superficie. Ma il punto riferimento è il censimento che si farà in autunno. Ora non abbiamo numeri certi ma per dare un'idea della dimensione taglio siamo tra le 29-35 province», ha detto il ministro della Semplificazione ricordando che per le province che rimarranno ci sarà un taglio del 50% per consiglieri ed assessori. «Attualmente c'è un amministratore locale ogni 428 cittadini, un rapporto poco sostenibile». Consiglieri e assessori degli enti locali scenderanno complessivamente da 140mila a 53 mila e si passerà ad un amministratore «ogni 1.100 cittadini e rotti. Saranno 1970 i Comuni sotto i mille abitanti soggetti alle unione di municipi previste dalla manovra».
«Accanto alla soppressione delle Province c'è la corrispondente soppressione delle Prefetture e di tutti gli uffici corrispondenti del governo», mentre non verranno toccati gli uffici giudiziari, anche se «probabilmente una rivisitazione a livello più basso andrebbe fatta», ha spiegato Calderoli.
La manovra prevede che le Regioni debbano ridurre i consiglieri del 20%, per cui si passerà da un numero complessivo di 775 consiglieri a 610, ha aggiunto Calderoli. È inoltre prevista la riduzione degli assessori e degli stipendi e l'istituzioni dei revisori dei conti anche per le Regioni. «A livello dei parlamentari già c'è stato un intervento degli uffici di presidenza di Camera e Senato con la riduzione delle componenti accessorie. Noi siamo intervenuti rispetto all'indennità fissata dalla legge e abbiamo applicato ai parlamentari quanto previsto per i dipendenti del pubblico impiego raddoppiando l'entità dei tagli: 10% tra 90 e 150.000 euro e 20% sopra i 150.000».
La manovra prevede l'abolizione del sistema di tracciabilità dei rifiuti, il cosiddetto Sistri, ha confermato Calderoli, dando così corpo ai timori del ministro Prestigiacomo, che ieri sera ha emessoun duro comunicato parlando di favore alle ecomafie.
Tremonti: soppressi gli enti con meno di 70 addetti. Alla fine della relazione di Calderoli Tremonti ha ripreso brevemente la parola per aggiungere che nella manovra aggiuntiva è prevista la cancellazione degli enti con meno di 70 addetti.
«Prolungamento da 6 a 24 mesi per la percezione del Tfr nel caso di cessazione anticipata del rapporto di lavoro rispetto alla pensione di vecchiaia», ha specificato il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, parlando dello slittamento del Tfr per il pubblico impiego.
La manovra ha «rimosso l'istituto delle promozioni alla vigilia della pensione», ha specificato Tremonti.
Intanto si apprendono le macro-cifre della manovra da 20 miliardi prevista per il 2012: sei miliardi dalla stretta sui trasferimenti agli enti locali; altrettanti da quella sui ministeri; un miliardo dall'aumento al 20% della tassazione sulle rendite finanziarie; 1 miliardo da nuovi balzelli sul gioco e dall'aumento delle accise sui tabacchi; 1 miliardo dalla lotta all'evasione e altrettanti dall'anticipo delle norme sulla previdenza. Infine circa 4 miliardi dalla delega fiscale e assistenziale. Si tratta di cifre suscettibili di ulteriori ritocchi, sottolineano le stesse fonti. Il dettaglio delle misure conferma che a pagare maggiormente saranno regioni, province e comuni oltre che i dicasteri. Nel suo complesso la manovra varata ieri vale circa 45,5 miliardi, che uniti ai 47 di quella approvata a luglio portano il totale a più di 90 miliardi in tre anni.
Già ieri sera Palazzo Chigi ha fatto avere al Quirinale i contenuti della manovra aggiuntiva. Questa mattina dal governo sono stati trasmesse le ultime carte. Gli uffici del Quirinale si sono subito messi al lavoro per esaminare il testo del decreto. Si attende però l'arrivo della relazione della ragioneria generale dello Stato, quindi, una volta completato l'esame dei testi ufficiali, Napolitano potrà firmare il provvedimento che sarà trasmesso alle Camere per la conversione in legge.
Il presidente del Senato Renato Schifani ha consultato i capigruppo di Palazzo Madama per stabilire un calendario di massima dell'esame del decreto. Il decreto dovrebbe arrivare in commissione il 22 agosto, per poi approdare all'esame dell'aula tra il 5 e il 6 settembre. Il calendario sarà ufficializzato non appena la presentazione del decreto sarà formalmente annunciata nell'aula di palazzo Madama.
Schifani si spenderà al massimo per evitare il ricorso alla fiducia e per costruire un rapporto di collaborazione con le opposizioni: il presidente del Senato si è subito messo al lavoro per organizzare la discussione e l'approvazione della manovra aggiuntiva a Palazzo Madama. Schifani sarà a Roma per la convocazione delle commissioni Affari Costituzionali e Bilancio, che secondo le prime intese ufficiose dovrebbero avviare l'esame del decreto il 22 settembre.
VENEZIA - Province che svaniscono nel nulla, comuni che si accorpano: ecco le conseguenze della manovra varata il 12 agosto dal Governo. Ma come cambierà la geografia politica di Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige?
La manovra. Dalle prossime elezioni è prevista la soppressione delle Provincie sotto i 300.000 abitanti e la fusione dei Comuni sotto i mille abitanti e la riduzione dei componenti dei Consigli regionali. Sono circa 1.500 i comuni per i quali sarà reso obbligatorio l'accorpamento, in base ai criteri previsti dalla manovra. (dati http://www.comuni-italiani.it)
PROVINCE
Ecco quelle che chiuderanno i battenti in Veneto. In Veneto si salvano ovviamente le Province di Venezia (863.133), Padova (934.216 abitanti), Verona (920.158), Treviso (888.249) e Vicenza (870.740). Sotto la scure della nuova legge cadranno invece quelle di Rovigo (247.884 abitanti) e Belluno (213.474).
Friuli Venezia Giulia, potrebbe saltare la Provincia del capoluogo: Trieste. Salve Udine (541.522) e di poco Pordenone (315.323), mannaia su Trieste (236.556 abitanti) e Gorizia (142.407).
Sospiro di sollievo per il Trentino Alto Adige. Sono infatti al di sopra dei 300mila abitanti sia Trento (529.457) che Bolzano (507.657).
COMUNI
Veneto: i Comuni che dovranno essere accorpati. Tutti salvi i Comuni del Veneziano. Nel Padovano cadono invece le teste di Vighizzolo d'Este, con i suoi 955 abitanti (cinquanta in più e si sarebbe salvato), e Barbona (739 abitanti). Nel Rodigino sono destinati all'accorpamento Canda (967) e Calto (827). Nel Veronese via cinque Comuni: Selva di Progno (954), Erbezzo (787), Velo Veronese (787), San Mauro di Saline (573) e Ferrara di Monte Baldo (226). Nel Vicentino saranno accorpati Cismon del Grappa (976), Asigliano Veneto (891), Gambugliano (842), Campolongo sul Brenta (829), Zovencedo (814), Pedemonte (769), Foza (726), Rotzo (633), Posina (594), Tonezza del Cimone (589), Lastebasse (231), Laghi (127). Nel Trevigiano via solamente Portobuffolè (804 abitanti). Infine nel Bellunese si registra il maggior numero di accorpamenti dei Comuni sotto i mille abitanti. Si tratta di Voltago Agordino (928), Vodo Cadore (922), Vas (854), Borca di Cadore (826), Gosaldo (738), San Tomaso Agordino (696), Rivamonte Agordino (678), Lorenzago di Cadore (579), Selva di Cadore (520), Vallada Agordina (515), Danta di Cadore (514), Cibiana di Cadore (447), Soverzene (424), San Nicolò di Comelico (407), Colle Santa Lucia (395), Perarolo di Cadore (388), Ospitale di Cadore (336), Zoppè di Cadore (271).
Friuli Venezia Giulia: i Comuni che dovranno essere accorpati sono 47, se non vi sarà qualche eccezione legata allo status di regione a statuto speciale. Nel Triestino verrà accorpato Monrupino (890 abitanti). Trema l'Udinese con i suoi Comuni al di sotto dei mille abitanti: Malborghetto Valbruna (965), Prato Carnico (958), Socchieve (938), Verzegnis (929), Prepotto (829), Amaro (820), Bordano (810), Lauco (805), Visco (786), Lusevera (711), Chiusaforte (705), Cercivento (705), Taipana (699), Forni di Sotto (660), Treppo Carnico (659), Forni Avoltri (653), Chiopris-Viscone (649), Zuglio (607), Ravascletto (569), Montenars (558), Comeglians (540), Rigolato (513), Raveo (506), Savogna (506), Sauris (429), Stregna (413), Grimacco (395), Resiutta (320), Preone (279), Dogna (200), Ligosullo (180), Drenchia (141). Nel Pordenonese accorpamenti per i Comuni di Castelnovo del Friuli (942), Vito d'Asio (843), Frisanco (683), Cimolais (431), Tramonti di Sotto (423), Clauzetto (402), Erto e Casso (389), Tramonti di Sopra (385), Andreis (289), Barcis (256). Nel Goriziano via invece le amministrazioni di Medea (979), San Floriano del Collio (811), Moraro (761), Dolegna del Collio (387).
Trentino Alto Adige: i Comuni che dovranno essere accorpati, anche qui se non saranno salvati da qualche deroga sull'autonomia, sono ben 121. In provincia di Bolzano "cadranno" 17 comuni: Tires (978 abitanti), Fortezza (975), Tubre (962), Verano (926), Martello (883), Glorenza (880), Senale-San Felice (773), Avelengo (752), Plaus (686), Braies (657), Cortina sulla Strada del Vino (645), Predoi (597), Caines (400), Anterivo (383), Lauregno (346), Proves (274), Ponte Gardena (198). Un elenco davvero infinito quello dei Comuni al di sotto dei mille abitanti in provincia di Trento (ben 104): Villa Rendena (992), Tenna (983), Carisolo (974), Sanzeno (938), Fai della Paganella (917), Livo (905), Sover (890), Monclassico (872), Mezzana (872), Lona-Lases (854), Ossana (839), Rumo (837), Varena (831), Faver (828), Bosentino (814), Ospedaletto (809), Pellizzano (784), Ragoli (770), Panchià (764), Terragnolo (763), Giustino (750), Sarnonico (749), Campitello di Fassa (748), Cloz (734), Vervò (729), Padergnone (727), Sporminore (727), Brez (725), Tres (716), Soraga (715), Torcegno (709), Daiano (709), Bondo (701), Croviana (688), Caderzone Terme (679), Pieve Tesino (679), Bondone (677), Cimone (662), Castelfondo (643), Nanno (632), Centa San Nicolò (626), Telve di Sopra (625), Faedo (622), Romallo (610), Spera (609), Terzolas (606), Daone (603), Capriana (602), Breguzzo (586), Cunevo (573), Strembo (562), Drena (558), Valfloriana (554), Samone (547), Flavon (545), Cavedago (535), Fiera di Primiero (533), Carzano (521), Vigo Rendena (517), Lisignago (504), Mazzin (498), Smarano (492), Fierozzo (477), Malosco (453), Bieno (447), Grumes (441), Dorsino (439), Dambel (434), Ronchi Valsugana (424), Ruffrè-Mendola (416), Bocenago (415), Cimego (413), Preore (400), Ronzone (396), Garniga Terme (392), Pelugo (391), Cinte Tesino (389), Cagnò (365), Bolbeno (348), Zuclo (347), Praso (342), Ivano-Fracena (339), Frassilongo (331), Sfruz (331), Terres (323), Cis (311), Luserna (297), Bersone (282), Cavizzana (260), Darè (259), Don (248), Bresimo (248), Montagne (244), Castel Condino (243), Amblar (232), Valda (227), Lardaro (217), Prezzo (210), Sagron Mis (203), Palù del Fersina (177), Vignola-Falesina (154), Brione (151), Grauno (149), Massimeno (117).
Fonti:
http://www.gazzettino.it/articolo.php?id=159443
http://www.gazzettino.it/articolo.php?id=159412
13/08/2011, 17:59
Werther ha scritto:rmnd ha scritto:greenwarrior ha scritto:
Legittimi dubbi, ma aspettiamo di vederne le conseguenze.
Rimangono comunque rilevanti i tagli alla politica.
Direi di fare di più come eliminare il privilegio delle regioni a statuto speciale
Friuli
Sardegna
Sicilia
Trentino
Valle D'Aosta
Sai cosa alla fine, ma questa è utopia pura...
Inoltre , oltre al taglio delle province dovremmo anche affrancarci dal 'divide et impera' in 20 regioni (come sempre Miglio ci aveva visto giusto). Accorpare cioè le regioni in macroregioni in modo da ottenere una sorta di divisione di fatto del paese in 2 al più tre tronconi benchè in un assetto ancora centralista.
E quando quelle due o tre macroregioni del nord si accorgessero di lavorare per mantenere le altre due o tre macroregioni del centro sud. la secessione sarebbe spontanea e naturale.
Perchè la situazione attuale è il risultato di avere un'italia a due o a tre velocità pur avendo 20 regioni.
ma per favore ,la lega e il federalismo con questa manostra hanno dimostrato di essere Morti!!!!
Ma poi mi chiedo questo contributo di solidarietà chi minchia lo paga ?
Se un giolliere italiano mediamente dichiara 19.000 Euro, se un ristoratore dichiara mediamente 20.000 Euro !!! . Combattere piuttosto seriamente l'evasione l'elusione e la corruzione. Con la galera e la confisca dei beni IMMEDIATA,cosa che ovviamente in questo paese nemmeno si sognano di fare.
Pagano i soliti noti ,la povera gente che si vede tagliata i servizi primari .
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