LA TEORIA DEI "VETERES" (SPECULAZIONI PERSONALI SULL'EVOLUZIONE UMANA ED EVENTUALI CIVILTA' PREISTORICHE). Ho voluto pubblicare qui questo post, perché mi sembrava la discussione più adatta. Forse avrei fatto meglio ad aprire una discussione nuova... ma non so quanto questa tematica possa interessare qualcuno. Ho appena finito di leggere il romanzo "Genesis" di Andy McDermott, edito dalla Longanesi. L'ho comprato non perché mi interessasse in sé, ma perché mi interessava come l'autore sviluppava la teoria di archeologia misteriosa che fonda la trama del romanzo stesso. Infatti il romanzo si è rivelato, di per sé, uno schifo assoluto: uno dei peggiori romanzi mai letti in vita mia, ma siccome mi ha fornito una serie di riflessioni per me molto importanti, non dirò che ho buttato via i soldi. Non raccomando però minimamente i gentili utenti di questo forum di comprarselo a loro volta: se proprio siete curiosi, vedete di prenderlo in prestito in biblioteca. Tanto per farvi capire perché lo considero una boiata pazzesca, vi dirò che innanzitutto è scritto in modo veramente indecente, da un individuo che chiaramente non ha la minima idea di cosa significhi scrivere. "Genesis" sembra la sceneggiatura di uno scadente film d'azione alla Indiana Jones di quarta categoria, un pessimo b-movie costellato di dialoghi stupidi e inutili, di noiosissime e interminabili scene di combattimenti cataclismatici e sanguinolenti, alla Indiana Jones o alla Arnold Schwarzenegger, appunto, tanto che appunto il tema di archeologia misteriosa non è altro che un pretesto miserabile per presentare improbabili e assurde avventure di personaggi insulsi che parlano fra di loro come in un eterno litigio fra un adolescente strafatto di coca ed ectasy e uno scaricatore di porto a cui abbiano appena dato un calcio nei testicoli.... tanto per fare capire quanto intellettuale sia tutto il contesto! Inoltre la trama è piena di passaggi e soluzioni inverosimili, contraddittori e assurdi, con una conclusione balorda e priva di senso. Tutta la storia appare delirante e priva di senso e... insomma, se dovessi star qui a raccontare tutte le balordaggini, le superficialità e le grossolanerie che vi ho trovato, dovrei scrivere un altro libro! Ma il tema mi ha veramente affascinato, dato che fin da quando ero bambino, e leggevo i libri di Peter Kolosimo, mi sono interrogato su quanto vere potessero essere certe teorie sull'evoluzione umana, e sinceramente penso che considerando quanto scarso sembra il quoziente intellettivo dell'autore McDermott, penso che niente sia frutto della sua immaginazione, ma non abbia fatto altro che assemblare idee create da altri, magari da studiosi "alternativi", così come Dan Brown ha preso le teorie di Baigent per scrivere "Il codice da Vinci". Comunque, passo a spiegare la trama del romanzo: Un giorno di un presente imprecisato, una giovane archeologa americana mezza matta e decisamente megalomane e piena di sé, che dove arriva combina disastri e stragi a catena e dallo stupido nome di Nina Wilde (tanto valeva che la chiamasse Oscarina Wilde, dato che c'era!), durante una spedizione in Indonesia, scopre sui fondali vicino a un'isola, le rovine sommerse di un'antica civiltà sconosciuta, una sorta di Yonaguni indonesiana. Nina Wilde si rende ben presto conto, che siccome quelle rovine emergevano dal mare solo fino a 135.000 anni prima, si trova di fronte a qualcosa che sconvolgerebbe tutte le conoscenze ufficiali di archeologia, e comincia a studiare tale civiltà sconosciuta, ma viene ostacolata da misteriosi terroristi che sembrano decisi a non permettere né a lei né ad alcuno di rivelare al mondo l’esistenza di tale civiltà sconosciuta, che un losco archeologo inglese, complice dei terroristi, ha battezzato pomposamente “Veteres”, che in latino significherebbe più o meno “gli Antichi”. Nina Wilde insegue le tracce dei Veteres da un paese all’altro, esplorandone le rovine, prima sulla costa occidentale dell’Australia, poi sulla costa dell’Antartide, nella Terra di Wilkes, dove trova un’intera città dei Veteres sepolta sotto il ghiaccio, sul fondo di un lago, fino ad arrivare in Africa Orientale, e precisamente in Sudan, dove si trova l’origine dei Veteres e l’archetipo del mitico Giardino dell’Eden…. Solo allora il quadro diventa completo, e l’incredibile verità si svela appieno, all’interno di un misterioso mausoleo: i Veteres non erano né una civiltà preistorica di Homo Sapiens primitivi, né tanto meno degli alieni venuti a colonizzare la Terra. In realtà essi erano un’altra specie umana, più antica e più evoluta degli Homo Sapiens, che si era sviluppata parallelamente alle altre specie umane, ma aveva raggiunto un alto livello di intelligenza e di civiltà quando gli antenati dei primi Homo Sapiens erano ancora ominidi primitivi e privi di una vera cultura. I Veteres erano stati esseri umanoidi dalla statura altissima, gigantesca, un volume cranico superiore a quello dei Sapiens, ma dai lineamenti e dalla fisionomia più delicati, tanto che il loro aspetto li avrebbe fatti apparire “alieni” agli uomini di oggi. Ma in loro c’era un fatale svantaggio rispetto ai Sapiens, e avevano finito con il commettere un altrettanto fatale errore, che li aveva condannati alla sconfitta e all’estinzione (o presunta tale). I Veteres infatti sembravano avere avuto un carattere molto meno aggressivo e competitivo dei Sapiens, e perciò, anziché diffondersi sulla Terra e conquistarla interamente, come avrebbero fatto in seguito i Sapiens, pur avendo una civiltà raffinata ed evoluta, non avevano colonizzato altre terre, ma erano rimasti in una regione circoscritta. Inoltre, anche se la loro civiltà era durata evidentemente molte decine di migliaia di anni, pur essendo in possesso di conoscenze scientifiche di non poco conto, non avevano creato una civiltà tecnologica-industriale, forse sempre per la loro scarsa aggressività e il loro scarso senso di conquista e sopraffazione. Tuttavia, gli era venuta l’infelice idea di addomesticare gli antenati dell’Homo Sapiens, che essendo ominidi primitivi e privi di linguaggio e di cultura, essi avevano considerato degli animali da addomesticare e addestrare, e non per niente essi ci chiamavano “bestie” nelle loro cronache storiche scritte. E i Veteres hanno addomesticato e addestrato gli Homo Sapiens fin troppo bene, dando loro in mano l’intelligenza e la conoscenza necessarie per ribellarsi ai loro padroni, e scacciarli dalla loro stessa terra in Sudan, che poi è passata alla leggenda come l’originario Giardino dell’Eden, ponendo così le basi dell’inizio della nostra storia, e il tramonto della loro dopo molte altre ere. I Veteres poi, negli interminabili millenni successivi, avevano ripetutamente spostato la loro sede centrale di terra in terra, per sfuggire all’espansione dei Sapiens che dall’Africa si sarebbero poi diffusi sugli altri continenti, facendo estinguere tutte le altre specie umane. I Veteres si erano prima stabiliti in Etiopia, poi erano passati sulla costa araba dell’Oman, poi nel Golfo Persico, indi sulle coste della Persia, e poi ancora dell’India e dell’Indonesia, che a quel tempo era una gigantesca penisola che quasi arrivava all’Australia, in una interminabile fuga ad oriente. Alla fine, quando i Sapiens sono arrivati anche in Australia (la cosa deve essere avvenuta 50.000 anni fa, se ricordo bene), i Veteres spostano la loro città sulla costa antartica, che a quel tempo era sgombra dai ghiacci, fino a quando l’ultima glaciazione non li costringe ad abbandonare anche quel paese, e a far ritorno in Australia dove, presumibilmente, sono stati sterminati dagli antichi Aborigeni… ma non è affatto sicuro che sia così, perché Nina Wilde, che da quella improbabile super-donna che è, ha precedentemente scoperto anche Atlantide (oltre che le tombe di Artù e di Ercole… proprio una Indiana Jones in gonnella, eh?), si accorge come fra la scrittura di Atlantide e quella dei Veteres ci siano indubbie somiglianze, e quindi si domanda se magari qualcuno dei Veteres sia riuscito a sopravvivere in mezzo ai Sapiens fino a tempi relativamente recenti…. La cosa viene lasciata in sospeso probabilmente per la trama del prossimo romanzo sull’ineffabile e sconclusionata Nina Wilde. Comunque, Nina Wilde si rende conto che i miti dei primi capitoli della Genesi sono direttamente collegati, anche se in modo confuso e contraddittorio, ai Veteres. Il Giardino dell’Eden è in realtà una sorta di foresta nascosta in una gigantesca caverna nel deserto del Sudan, illuminata da aperture sul soffitto, e dove si trova una gigantesca biblioteca di tavolette d’argilla, che rappresenta simbolicamente “l’albero della conoscenza del bene e del male”, cioè la fonte della conoscenza che ha reso pienamente umani i progenitori della nostra specie, così come Adamo ed Eva sono diventati pienamente consapevoli di se stessi mangiando dell’albero della conoscenza, mentre l’albero della vita è in realtà una grande necropoli coperta di fiori dove i Veteres, che erano monoteisti, avevano adorato il loro unico Dio e creduto nella promessa di vita eterna nell’aldilà. Credenze religiose che evidentemente avevano poi trasmesso alle loro “bestie”, ai Sapiens. Per rendere il tutto più scenografico, l’inqualificabile Mc Dermott s’inventa che i Veteres abbiano poi posto di fronte all’entrata della necropoli le statue-automa ricoperte di rame di tre giganteschi cherubini, che si azionano e fanno ruotare le loro spade fiammeggianti di scintille elettriche, tranciando chiunque cerchi di profanare “l’albero della vita” dei Veteres. Sì, perché i Veteres, anche se non avevano creato una civiltà tecnologico-industriale, con la loro grande intelligenza avevano però scoperto qualcosa di simile alle fonti di energia scoperte da Nikolas Tesla: tramite antenne e circuiti in puro rame, erano in grado di ricavare energia elettrica dal campo magnetico della stessa Terra, ottenendo perciò una quantità illimitata di energia, che però loro usavano solo, sembra, per azionare gli ingranaggi delle loro statue-automi e certi primitivi grammofoni, che usavano per registrare e riascoltare le loro voci, incise su cilindri di rame, come dischi e nastri magnetici preistorici. Ma si noti: Mc Dermott è così ignorante, da non sapere che il racconto biblico parla di DUE cherubini alle porte dell'Eden, e non di tre! In qualche modo, il ricordo della storia dei Veteres e dei loro legami con noi si sarebbe trasmesso attraverso ben 200.000 fino ad arrivare alla redazione del libro biblico della Genesi. I Veteres quindi forse erano gli Elohim (ma questa è una considerazione che faccio io, Mc Dermott non c’arriva fin là…) che avevano creato Adamo ed Eva perché gli lavorassero e gli irrigassero il Giardino dell’Eden in mezzo al deserto, o forse i Nephilim, i Giganti antidiluviani (e questo sì, lo fa dire a Nina Wilde il nostro Mc Dermott, ma in modo confuso). Non viene spiegato però minimamente chi potrebbe essere il serpente… la fantasia confusionaria e grossolana dell'autore non arriva a questo particolare per nulla insignificante..... Comunque, dopo questo scenario molto interessante, nel libro ci sono solo stupidaggini e superficialità. Andy Mc Dermott dimostra una enorme, asinina ignoranza riguardo non solo il libro della Genesi, ma anche di tutte le questioni che riguardano la religione. Non sa evidentemente che il Giardino dell’Eden è già stato individuato da tempo nell’isola del Bahrein nel Golfo Persico, che i Sumeri chiamavano Tilmun e che consideravano il luogo d’origine della creazione. Non sa assolutamente niente dei legami fra mitologia ebraica e mitologia mesopotamica, e non ha paura di far brutta figura per la sua ignoranza, dato che in libro che parla di miti, sarebbe opportuno dimostrare di conoscerli! È poi assolutamente delirante l’altro aspetto della trama del suo romanzo, che dimostra che razza di ignorante egli sia: l’organizzazione di terroristi che vuole ammazzare Nina Wilde e tenere nascosto il segreto dei Veteres al mondo, è in realtà una conventicola di fanatici riuniti dalle tre religioni abramitiche: ebrei, cristiani e musulmani, uniti per tenere segreto con la violenza un fatto che, secondo loro, metterebbe in crisi le tre fedi monoteiste, dato che mostrerebbe che il racconto della Genesi è “vero”, ma non è esattamente quello che le tre religioni del Libro insegnano….. perché sia così, non lo sa dire neanche lui, l'autore! E infatti è una scemenza stratosferica! Perché diavolo i credenti dovrebbero andare in crisi nel sapere che il loro Dio era stato adorato anche da un'altra specie umana prima della nostra???? Riuscite ad immaginarvelo, voi? A parte il fatto che…. Ve li vedete voi tre bande di fondamentalisti ebrei, cristiani e musulmani che si mettono d’accordo per fare una guerra segreta contro un nemico comune? Già i seguaci meno fanatici delle tre religioni non riescono a mettersi d’accordo sulla pace… figuriamoci i più fanatici mettersi d’accordo sulla guerra! Ma dico, Mc Dermott…. Ci SEI o ci FAI? Sei scemo o ci credi tutti scemi? E poi, il libro della Genesi è stato già così smentito da tutti i ricercatori come una serie di miti da lungo tempo, che nessuno ormai lo prende così sul serio da organizzare degli attentati terroristici per esso! I preti cristiani ormai non lo citano più, se non come allegoria mitica del disegno divino, e per ebrei e musulmani non mi sembra che sia mai stato così importante, e anzi per i musulmani, una teoria come quella dei Veteres non farebbe altro che dar loro ragione, dato che anche nella teologia musulmana si parla dei Geni, esseri PIU’ ANTICHI DELL’UOMO, MA AD ESSO SIMILI, CHE HANNO POPOLATO LA TERRA PRIMA DI LUI. E guarda caso… nel mito musulmano, i Geni persero il dominio della Terra perché, ribellandosi all’unico Dio, si rifiutarono di onorare Adamo, considerandolo un essere inferiore a loro…. Guarda caso! Tutte cose che quell’ignorante di Mc Dermott non sa, evidentemente! Ma lasciamo perdere questo scrittore ignorante e scadente, e torniamo a noi… uno scenario così descritto sugli ipotetici Veteres, è in qualche modo credibile, scientificamente plausibile? Io personalmente penso di sì. Voglio dire: è accertato che il processo di formazione dell’uomo è cominciato 10 milioni di anni fa, quando una scimmia simile allo scimpanzé cominciò a camminare eretta. Da allora molte specie ominidi, ognuna diversa dalle altre, si sono susseguite sulla Terra, convivendo spesso assieme. Però, al momento, i paleontologi dicono che solo una, l’ultima di queste specie, è riuscita a raggiungere uno stadio di civilizzazione complessa, la nostra. E solo negli ultimi millenni da quando è comparsa 200.000 anni fa circa in Africa…. Ma è davvero così? Perché in tutto questo lasso di tempo non potrebbe essersi formata un’altra specie umana che ha raggiunto prima dei Sapiens un elevato grado di civilizzazione? Cosa avrebbe impedito questo? Sinceramente, non vedo nessun motivo per negare del tutto questa possibilità. Il tempo per evolversi, ce l'avrebbe avuto! Se confrontiamo 10 milioni di anni con 200.000 ce ne rendiamo conto.... è come confrontare 100 anni con 2! Perché non pensare che, se noi siamo nati 2 anni fa in un corso di storia di 100, qualcun altro simile a noi o anche meglio di noi non sia nato 4, 6, 10 o anche più anni fa? Supponiamo inoltre che davvero questa specie si sia evoluta in modo differente dal nostro, con un cervello e una personalità magari anche superiori alla nostra, ma con caratteristiche completamente diverse. Supponiamo che davvero non abbiano avuto una grande aggressività, né sentissero una grande esigenza di colonizzare, conquistare, esplorare tutto il pianeta come invece è capitato a noi. Che magari si accontentassero di organizzare una società pacifica, stabile, dotata di ogni comfort, ma non tesa a espandersi illimitatamente, quanto piuttosto a conservare le conquiste precedentemente fatte in nome solo della sopravvivenza e del benessere, non della conquista e della gloria. Una forma di civiltà così forse effettivamente avrebbe potuto continuare a vivere e prosperare per decine di millenni in una regione circoscritta della Terra, mantenendosi abbastanza uguale a sé stessa, e con un progresso molto lento. Un modo di evolversi molto tranquillo, statico, minacciato solo da eventuali disastri naturali, ma non da nemici esterni, in quanto oltre a questo unico popolo civile, non ci sarebbe stato nessun altro, se non pochi ominidi. E supponiamo anche che, a un certo punto della loro storia, abbiano pensato di addomesticare tali ominidi, allevandoli, selezionandoli e addestrandoli, per liberare se stessi dai lavori più pesanti, dato che non avevano ancora una civilizzazione tecnologica che, come la nostra, ha sostituito lo schiavismo con le macchine. Allora forse essi avrebbero operato quella trasformazione da ominide a Homo Sapiens che sarebbe apparsa improvvisamente in pochissimi individui 200.000 fa. Così come noi abbiamo trasformato il lupo in cane e il cinghiale in maiale, così essi avrebbero fatto lo stesso con noi. Ma appunto questo avrebbe significato la fine progressiva della loro civiltà, che tuttavia può essere in parte sopravvissuta in tempo per influenzare molte delle nostre culture, man mano che noi ci avvicinavamo al loro livello intellettuale e civile. Ma ci sono tracce di questa civiltà dei nostri “fratelli maggiori perduti”, gli Antichi? Ci sono prove? Prove no… indizi secondo me ce ne sono tanti, e varrebbe la pena considerare la cosa. È indubbio che in tutto il mondo esistono leggende di Giganti antidiluviani, la cui stirpe fu estinta “a causa del loro orgoglio” che aveva sfidato Dio o gli Dei…. Che normalmente avevano mandato il Diluvio, o qualche altro flagello per sterminarli. E oltre ai Giganti ci sono altre creature mitiche più antiche dell’uomo…. Dagli Elfi o Fate delle tradizioni celtiche, che un tempo dominavano la Terra, ma furono relegati nel sottosuolo o in terre lontane di là dal mare, a causa dell’espansione degli Uomini, ai Geni dell’Oriente arabo, che furono sterminati in gran parte dagli Angeli di Dio a causa della loro ribellione, e i cui superstiti si rifugiarono nelle isole dell’oceano e nei deserti. Inoltre in Tibet c’è la leggenda secondo cui la cultura tibetana sarebbe stata originata dai Giganti, venuti in un tempo remoto (pare dalle Pleiadi, ma qui voglio lasciare tra parentesi ogni allusione aliena) per civilizzare gli uomini del Tibet. I Tibetani dicono inoltre che l’uomo è stato originato dall’incrocio fra uno scimmione e una “demonessa”. Il Popol Vuh dice che gli Dei fecero diversi tentativi prima di creare gli uomini, e che da uno dei primi tentativi sarebbero state originate le scimmie della foresta…. Poi alla fine, quando riuscirono nel compito, si accorsero che avevano creato gli uomini “troppo sapienti”, cioè pericolosamente simili a loro, gli Dei… e offuscarono le loro menti rendendoli ignoranti, per renderli così inoffensivi…. Sembra quasi una allusione alla teoria dei Veteres, che a un certo punto si sono accorti di aver addestrato troppo bene le loro “bestie”….. Ma oltre ai miti, c’è altro? Beh, se davvero questa civiltà ipotetica si è diffusa solo in aree circoscritte e non ovunque sul pianeta, ecco perché sarebbe così difficile trovare tracce dirette del loro passaggio. Ma forse qualche traccia diretta la si è trovata…. Ricordo che un’archeologa americana (forse ancora più matta dell’immaginaria Nina Wilde) ha a suo tempo affermato che certe rovine messicane risalirebbero a ben 300.000 anni fa…. Guadagnandosi il ridicolo dell’ambiente accademico. Forse la signora in questione è una mitomane, forse… o forse una persona che, resasi conto della verità, non ce l’ha fatta a stare zitta, e ha pensato che qualcuno doveva rompere il silenzio. Ma se davvero dovesse avere ragione, se ne dedurrebbe che tali rovine sono appunto più vecchie dell’Homo Sapiens, e che quindi sono dovute a una civilizzazione che non appartiene alla nostra specie, ma ad un'altra più antica…. Alieni? Qualcuno lo ipotizzerebbe…. Ma io dico che delle rovine aliene dovrebbero dare dei chiari segni di tecnologia avanzata, cosa di cui non ho ancora sentito parlare al riguardo delle rovine messicane…. Quindi al momento la cosa più probabile sarebbe appunto un’altra specie umana pre-sapiens ma altrettanto se non di più evoluta della nostra, che ha costruito quelle rovine in quel paese, e forse solo in quel paese, perché non si era diffusa in tutto il mondo, ma solo là o nei dintorni. Un’altra traccia concreta potrebbero essere i Capsiani, popolazione preistorica vissuta in Nord Africa più di 10.000 anni fa. I Capsiani rappresentano un mistero antropologico perché avevano una fisionomia e dei lineamenti delicati, per nulla arcaici, e un volume cranico molto elevato. Era come se fossero “uomini e donne del futuro”, cioè come potrebbero essere i nostri discendenti dopo molti millenni di civilizzazione…molto simili a come vengono descritti i Veteres…. Alieni, forse? Ma se fossero alieni ci sarebbe stata qualche traccia, qualcosa di più anomalo, un DNA sconosciuto… e poi si trattava di una popolazione primitiva, a livello neolitico… forse gli ultimi membri di una civilizzazione elevata e ormai decaduta, ma che è durata molti millenni? Fatto sta che i Capsiani sono scomparsi misteriosamente così come sono apparsi altrettanto misteriosamente… forse sono venuti da una terra aldilà del mare, ormai scomparsa sotto le acque a causa della fine della glaciazione? Non propriamente Atlantide, anche se si trovavano nei suoi paraggi, ma qualcosa di molto più antico di Atlantide stessa? Certo, queste sono solo teorie, supposizioni…. Bisognerebbe fare una ricerca accurata sui molti “vuoti” della storia umana, per cercare di individuare i possibili luoghi dove si sarebbe trovata questa ipotetica civiltà “pre-sapiens”…. Tuttavia, come ultima ipotesi, azzardo la più fantascientifica: e se davvero alla fine questo popolo stabile, antichissimo e pacifico, trovandosi di fronte alla dilagante espansione degli aggressivi e bellicosi Sapiens, non si sia comunque rassegnato alla sua fine, e abbia tentato una via di fuga estrema, in un luogo dove questi non lo potevano raggiungere… magari un luogo tra le stelle? Ciò spiegherebbe perché gli alieni appaiono sempre così simili e nello stesso tempo dissimili da noi, frutto di un’evoluzione con noi imparentata strettamente, ma che ha preso una direzione diversa….
Ultima modifica di Enkidu il 17/08/2011, 16:13, modificato 1 volta in totale.
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