Ario, dal latino Arius (Libia, 256 – Costantinopoli, 336), è stato un presbitero e teologo egiziano. La corrente teologica cristiana sorta attorno alle sue dottrine religiose fu condannata come eretica nel primo Concilio di Nicea, e venne in seguito indicata con il nome di arianesimo, e si diffuse prevalentemente tra i popoli germanici [1] e gli egiziani.
Già discepolo di Luciano d'Antiochia e prete della chiesa di Bacalis, il cui insegnamento eterodosso attrasse l'attenzione del vescovo Alessandro, che lo fece condannare per eresia dal Sinodo di Alessandria nel 321. Successivamente si rifugiò presso Eusebio di Cesarea, poi presso il compagno di studi Eusebio di Nicomedia.
Ario insegnava che Dio era unico, eterno ed indivisibile. E quindi Gesù (il "Figlio" di Dio) non può essere considerato Dio come invece è il Padre (perché la natura divina è unica). Essendo un "figlio" non esiste dall'eternità (invece la natura divina è eterna), ma è stato creato e non generato (perché la natura divina è indivisibile); cosicché fra Padre e Figlio non sussisterebbe un legame di natura ma di creazione.
Eusebio di Nicomedia, dopo che le dottrine ariane furono dichiarate eretiche dal primo concilio di Nicea, si adoperò per ottenere il ritorno di Ario, che nel frattempo era stato condannato all'esilio: dopo varie vicende in cui l'imperatore Costantino I ebbe un ruolo attivo e volto alla riconciliazione, Ario morì sulla via di Costantinopoli. La sua morte secondo una tradizione sarebbe avvenuta improvvisamente in una latrina, per essere ravvicinata a quella di Giuda Iscariota, secondo il racconto degli Atti degli apostoli (1,18: diffusa sunt omnia viscera eius).[senza fonte] Ma si tratta di una tradizione del tutto inaffidabile.[senza fonte]
Delle sue opere ci rimane ben poco, perché i suoi libri furono bruciati durante il suo esilio in Illiria. In ogni caso, ci restano due lettere, una confessione di fede e frammenti di quel manoscritto maggiore, chiamato Talia, che doveva avere almeno in parte una forma poetica.
Nel momento di massima tensione tra il cristianesimo niceano e l'arianesimo, alcuni discepoli di Ario gli proposero di dichiarare guerra ai cristiani ortodossi, contando sul fatto che la maggior parte dei berberi aveva accettato la sua fede. Ma il religioso africano rispose così:
« Non fatevi uccidere per le mie opinioni. Potrei avere torto! A nessun uomo è dato il privilegio di non sbagliare. »
[modifica] L'arianesimo
Per approfondire, vedi la voce Arianesimo.
Ario non negava la Trinità ma subordinava il Figlio al Padre, negandone la consustanzialità che sarà poi formulata nel concilio di Nicea (325) nel famoso credo niceno-costantinopolitano. Quindi, Ario negava categoricamente il concetto di homousìa, cioè di consustanzialità, dato che per lui Gesù era una sorta di semidio e non identificabile quindi con Dio stesso. L'identità delle sostanze secondo i cattolici venne derivata dal primo capitolo della Lettera agli Ebrei, nel quale si definisce il figlio come irradiazione della gloria di Dio e impronta della sua sostanza.
[modifica] Note
^ Teodorico re degli Ostrogoti e re d'Italia dal 493 al 526, fu ariano.
[modifica] Bibliografia
Karlheinz Deschner; Il gallo cantò ancora, Massari editore.
da questa pagina...
http://it.wikipedia.org/wiki/Concilio_di_Nicea_Iconcilio di nicea...
Infatti Ario, rifugiatosi in Palestina presso il suo antico compagno di scuola, l'influente Eusebio di Nicomedia, creò un centro per l'arianesimo.
http://it.wikipedia.org/wiki/Arianesimonon so forse sono fuori strada... ma credo che possa essere una sorta di "loggia massonica" che deriva dall'arianesimo... è una sparata lo ammetto...