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20/09/2011, 16:21

Facciamo così: se il nostro Governo sa che ci sono pressioni internazionali che vogliono distruggere l'Italia (per far cadere l'Europa, o magari solo per comprarsi l'Italia, o che so io), deve allora fare una cosa sola, rendere nota quella lettera in cui l'Europa e la BCE avrebbero (avrebbero) chiesto i provvedimenti dell'ultima manovra.

20/09/2011, 16:31

sezione 9 ha scritto:

Facciamo così: se il nostro Governo sa che ci sono pressioni internazionali che vogliono distruggere l'Italia (per far cadere l'Europa, o magari solo per comprarsi l'Italia, o che so io), deve allora fare una cosa sola, rendere nota quella lettera in cui l'Europa e la BCE avrebbero (avrebbero) chiesto i provvedimenti dell'ultima manovra.


Non sai che darei per poterla leggere.....

20/09/2011, 16:59

Perchè voler distruggere l'Italia per mandare giù l'Europa?
Non conviene a nessuno dei Paesi europei, e neppure agli USA.
E se fosse qualcun'altro ci sarebbe il rischio guerra mondiale...

20/09/2011, 17:03

Italia: "unica soluzione, minacciare il default"

di: Laura Naka Antonelli
Pubblicato il 20 settembre 2011

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Andrea Fumagalli, docente di Economia
Politica presso l'Università di Pavia.


http://www.wallstreetitalia.com/article ... fault.aspx

Roma - Wall Street Italia ha intervistato Andrea Fumagalli, docente di Economia Politica presso l'Università di Pavia, sul problema del debito pubblico italiano, proprio in concomitanza con la decisione di S&P di colpire con la sua scure il rating del nostro paese.

Di seguito, l'opinione del professore riguardo alla speculazione in atto e alla soluzione che potrebbe mettere la parola fine alla crisi dei Piigs: Fumagalli parla di diritto di default inteso in senso strumentale, di potere eccessivo concentrato nelle mani di pochi istituti finanziari, dunque di speculazione, ma anche di scarsa credibilità dell'Italia e di come uscire dal dramma dei Piigs.

WSI - Mentre Moody's ha rinviato la propria decisione sul rating italiano, S&P è intervenuta quasi a sorpresa, tagliando il rating sul debito del paese. Una decisione che è stata commentata anche con le spaccature che continuano a dilaniare il nostro governo. Come commenta il downgrade?

Fumagalli - Il declassamento di Standard & Poor's era nell'aria, e viene facilmente giustificato dalla scarsa credibilità sia del governo italiano che della manovra finanziaria stessa, le cui entrate non sono al momento del tutto certificabili. La manovra ha inoltre effetti recessivi sugli enti locali, anche loro in futuro saranno probabilmente declassati. Ma che la manovra non fosse in grado di raggiungere gli obiettivi in termini di rapporto deficit/Pil non è un fatto nuovo. Si sa infatti che lo scopo delle manovre finanziarie è alimentare, rafforzandoli, i mercati finanziari, tramite privatizzazioni e vendite dei patrimoni pubblici e interventi di decurtazioni dei redditi più poveri a vantaggio di quelli più ricchi (altro che patrimoniale!). La Grecia insegna. Inoltre le società di rating, essendo strettamente colluse con le grandi banche d'affari (al cui confronto il conflitto di interessi di Berlusconi è poca cosa), intendono alimentare continuamente e strumentalmente, l'emergenza di un possibile fallimento (shock economy).

WSI - L'Italia ha continuato comunque a essere oggetto di attacchi speculativi anche prima della decisione di S&P e nonostante l'intervento della Bce, che sta acquistando titoli di stato italiani e spagnoli. Perchè l'Italia soffre più, per esempio, della Spagna (i rendimenti a 10 anni italiani si confermano infatti superiori a quelli spagnoli da molto tempo, ormai)?

Fumagalli - E' importante fare alcune premesse. Se guardiamo la situazione esclusivamente dal lato dei fondamentali, la situazione italiana non è di emergenza: il rapporto debito/Pil si aggira infatti allo stesso livello in cui si trovava prima dell'ingresso del nostro paese nell'euro, e il deficit/Pil, al netto della spesa degli interessi, è inferiore a quello francese, per esempio, e non è molto diverso da quello tedesco. Riguardo all'intervento della Bce, l'istituto ha operato in modo funzionale ai mercati finanziari. Ormai la Bce opera in maniera subordinata e supina all'oligarchia della finanza. La decisione di sostenere i bond è stata presa per iniettare nuova liquidità sul sistema, e soddisfare le richieste dei mercati finanziari.

WSI - Ma perchè questo accanimento contro i BTP? Qual è la causa scatenante che ha dato il via al sell off sui BTP, visto che i fondamentali non sono così orribili?

Fumagalli - Tutto sembra aver avuto inizio con l'annuncio di Deutsche Bank, che ha deciso di ridurre la propria esposizione verso i bond italiani. Da allora, si sono messe in moto, perseguendo i loro unici interessi, le grandi istituzioni finanziarie. Fino all'anno scorso l'oggetto delle speculazioni era il petrolio. Ora, a essere preso di mira, è il welfare europeo. La paura alimenta paura sui mercati e alla fine si arriva alla situazione, ben nota, della profezia che si avvera, del default virtuale che diventa reale. Certo, l'Italia è vulnerabile. Continua a registrare una crescita ben inferiore a quella delle altre economie dell'Eurozona, ha problemi strutturali e di credibilità. Parliamo di un paese in cui a essere protagoniste sono dinamiche salariali assurde e interventi economici deficitari. Sono stati commessi gravi errori anche da parte delle aziende che, per fare profitti, non si sono concentrate tanto sull'obiettivo di aumentare i ricavi, quanto sul perseguimento della riduzione dei costi, in un contesto in cui non è stata data importanza sufficiente al sostenimento dello sviluppo tecnologico.

WSI - Dove si colloca in questo contesto la manovra approvata dal governo, ampiamente criticata non solo dall'opposizione, ma anche da molti economisti?

Fumagalli - Io ritengo che la finanziaria sarà capace di ridurre il deficit pubblico, non sono sicuro però sul pareggio di bilancio. Visto che la manovra si basa per l'80% sulle entrate, se queste si confermeranno inferiori alle aspettative, sarà necessario un nuovo intervento pubblico. Il problema recessivo ci sarà sicuramente e alla fine, guardando al debito, si tornerà punto a capo, a causa dell'aumento delle spese gli interessi. L'Italia rimarrà sempre sulla graticola, continuerà ad avere sempre il cappio al collo, in quanto i suoi problemi sono strutturali.

WSI - Dunque, qual è la sua ricetta per difendersi contro la speculazione, considerati anche questi problemi?

Fumagalli - La soluzione sarebbe, e questo vale per altri paesi europei, il diritto di dichiarare, anzi di minacciareil default. Il default dovrebbe essere strumentale, e portare all'obiettivo di una politica fiscale europea comune, di una sovranità e dunque anche di un budget e di una tassazione europei. Questo, a mio avviso, è l'unico modo per proteggere l'Italia e l'Europa intera dalla speculazione. La cosa interessante infatti, è che questo dramma è stato creato da cinque società che detengono il 96% dei cds scambiati a livello globale. Tali istituti avranno interesse a speculare, fino a quando i titoli di stato emessi dai singoli paesi europei continueranno a esistere. Ma se un paese decidesse di minacciare il default, o di procedere anche alla dilazione del pagamento degli interessi - e lo decidesse davvero, senza fare dietrofront - questi titoli di stato diventerebbero junk, spazzatura, e alla fine verrebbe a mancare l'oggetto su cui i grandi colossi come Goldman Sachs stanno speculando. Ricordiamoci poi di un elemento molto importante, che non tutti conoscono: l'87% dei titoli pubblici italiani è detenuto da investitori istituzionali e solo il 13% dalle famiglie, il che e' diverso da quanto comunemente si crede.

WSI A quel punto, una volta minacciato il default, cosa accadrebbe?

Fumagalli A quel punto, potrebbe finalmente concretizzarsi la soluzione che molti auspicano e che non trova d'accordo la Germania, ovvero quella degli eurobond. L'Europa, sotto la minaccia di un default invocata come diritto da un paese, sarebbe costretta a creare un mercato di titoli di stato protetto, sotto controllo e sottratto alla liberalizzazione dei mercati dei capitali. La gestione di questo mercato potrebbe essere affidata alla Bce o un istituto europeo ad hoc.

20/09/2011, 17:13

Non ho idea se lo strumento "tecnico" sia quello proposto, però la soluzione finale è quella che preferisco. Il problema come sempre è che non c'è la volontà politica di arrivare alla soluzione. Perchè si è succubi dell'alta finanza, oppure (per me) più semplicemente ciascun governo pensa solo a sopravvivere. Tassiamo i ricchi? No, perdiamo voti. Facciamo gli eurobond? No, perchè sennò i liberali tedeschi ci fanno cadere il governo... Più che altro danno l'idea di essere pronti (tutti) a fuggire col bottino... La soluzione è di avere una politica forte europea? Ma il problema è proprio che non si riesce ad avere una politica comune...

Su Repubblica oggi dicevano che la Siemens avrebbe ritirato i suoi capitali in Francia (in una banca francese) e li avrebbe spostati nella BCE. Domanda: ma come fa un'azienda a spostare capitali dentro quella che svolge le funzioni di banca di Stato? Non è che posso fare il correntista della Banca d'Italia...

20/09/2011, 17:15

Una finanza a livello Europeo a noi ci farebbe solo bene, visto che abbiamo i livelli di tassazione più alti d'europa.
E limiterebbe anche quella esigenza tutta nostrana del rubacchiare qua e la dai conti pubblici...

20/09/2011, 17:17

sezione 9 ha scritto:
oggi dicevano che la Siemens avrebbe ritirato i suoi capitali in Francia


Siemens: ritira oltre 500 milioni di euro da una banca francese
http://www.wallstreetitalia.com/article ... ncese.aspx

20/09/2011, 19:07

Thethirdeye ha scritto:

WSI - Ma perchè questo accanimento contro i BTP? Qual è la causa scatenante che ha dato il via al sell off sui BTP, visto che i fondamentali non sono così orribili?

Fumagalli - Tutto sembra aver avuto inizio con l'annuncio di Deutsche Bank, che ha deciso di ridurre la propria esposizione verso i bond italiani. Da allora, si sono messe in moto, perseguendo i loro unici interessi, le grandi istituzioni finanziarie. Fino all'anno scorso l'oggetto delle speculazioni era il petrolio. Ora, a essere preso di mira, è il welfare europeo. La paura alimenta paura sui mercati e alla fine si arriva alla situazione, ben nota, della profezia che si avvera, del default virtuale che diventa reale.

E perchè la Germania prese quella decisione, pur sapendo di avviare un processo suicida dell'Europa?
Cronologicamente, quella "decisione" fu presa subito dopo uno strano evento...mai spiegato e oramai dimenticato.

20/09/2011, 19:38

Angeldark ha scritto:

Thethirdeye ha scritto:

WSI - Ma perchè questo accanimento contro i BTP? Qual è la causa scatenante che ha dato il via al sell off sui BTP, visto che i fondamentali non sono così orribili?

Fumagalli - Tutto sembra aver avuto inizio con l'annuncio di Deutsche Bank, che ha deciso di ridurre la propria esposizione verso i bond italiani. Da allora, si sono messe in moto, perseguendo i loro unici interessi, le grandi istituzioni finanziarie. Fino all'anno scorso l'oggetto delle speculazioni era il petrolio. Ora, a essere preso di mira, è il welfare europeo. La paura alimenta paura sui mercati e alla fine si arriva alla situazione, ben nota, della profezia che si avvera, del default virtuale che diventa reale.

E perchè la Germania prese quella decisione, pur sapendo di avviare un processo suicida dell'Europa?
Cronologicamente, quella "decisione" fu presa subito dopo uno strano evento...mai spiegato e oramai dimenticato.



A quale decisione fai riferimento Angel? E soprattutto, a quale evento?

In teoria le decisioni sono ancora da prendersi...

20/09/2011, 20:17

E'h! Se ci fosse ancora la nostra liretta ...[8)]

20/09/2011, 20:52

Forse sono un po' antiquato, ma faccio veramente fatica a capire come una banca possa emettere denaro a costo di tipografia o giù di lì e poi prestarlo al valore nominale, caricandolo di interessi. Alla lunga nessuno stato può reggere.

Poi non capisco un principio base: se per semplicità immaginiamo un insieme chiuso dove un solo soggetto stampa moneta e la presta agli altri soggetti che si trovano nello stesso insieme chiuso, ed immaginiamo per esempio che in un anno stampi 100 euro, come si può alla fine dell'anno pretendere che quel 100 prestato torni indietro maggiorato del 5% se i 5 euro in più non sono mai stati stampati? Qualche singolo che aveva preso 4 o 2 o 3 forse ci riuscirà a restituire 4 + il 5%, 2+ il 5%, 3+ il 5%, ma il totale non potrà mai tornare indietro come 105, perché quei 5 non ci sono.

Ma sicuramente ci sarà un spiegazione chiara ed accettabile; o no?

21/09/2011, 00:15

Angeldark ha scritto:

Thethirdeye ha scritto:

WSI - Ma perchè questo accanimento contro i BTP? Qual è la causa scatenante che ha dato il via al sell off sui BTP, visto che i fondamentali non sono così orribili?

Fumagalli - Tutto sembra aver avuto inizio con l'annuncio di Deutsche Bank, che ha deciso di ridurre la propria esposizione verso i bond italiani. Da allora, si sono messe in moto, perseguendo i loro unici interessi, le grandi istituzioni finanziarie. Fino all'anno scorso l'oggetto delle speculazioni era il petrolio. Ora, a essere preso di mira, è il welfare europeo. La paura alimenta paura sui mercati e alla fine si arriva alla situazione, ben nota, della profezia che si avvera, del default virtuale che diventa reale.

E perchè la Germania prese quella decisione, pur sapendo di avviare un processo suicida dell'Europa?
Cronologicamente, quella "decisione" fu presa subito dopo uno strano evento...mai spiegato e oramai dimenticato.



Cosa diceva Aztlan?

E come rispondevano certi con un' arroganza (poco) invidiabile?

Non potendo setacciare l' intero forum alla ricerca di tutti gli interventi sparsi, porgo alla vostra cortese attenzione quello che ho sotto mano:


http://www.ufoforum.it/topic.asp?rand=7055475&whichpage=3&TOPIC_ID=10713#179945


Aztlan ha scritto:


Io credo che questo sistema abbia avuto un inizio nella Storia (e si spera presto una fine) e si sia rafforzato sempre più, aumentando il suo peso.

Ma questo all' interno dello scenario ordinario con i tradizionali poteri nel mondo: gli Stati in primis.

Hanno cominciato faticosamente a erodere il loro potere agendo nell' ombra e oggi dopo secoli sono sicuramente tra i primi detentori di potere nel mondo.


Ma uno scenario in cui costoro siano gli unici a detenere tutto il potere e il resto sia una mera finzione, mi sembra assai lontano dalla realtà.


Piuttosto possiamo parlare di come senza dubbio il livello della classe dirigente sia scaduto - sia stato fatto volutamente scadere - al punto da non riconoscere nemmeno l' esistenza di questi gruppi, o di accettarne come naturale l' esistenza ed il potere per via dell' ignoranza.

Il parlamentare medio, inutile girarci intorno, è oggi un ignorante cocainomane eletto coi voti della mafia. Non tutti, ma molti sì.

E questa è attualmente una delle loro maggiori fonti di potere: il non avere molti competitori seri, e i pochi rimanenti possono così essere gestiti meglio.


Ma arrivare a dire "il mondo è tutto loro e non c' è niente altro" non è credibile.


E fintanto che le cose stanno così, vuol dire che ci sono ancora attori sulla scena geopolitica che abbiano davvero potere legittimato.

E dunque la cosa più logica da fare da parte nostra è riconoscere questi soggetti e cercare di supportarli per riportare le cose come dovrebbero essere.

Bene inteso che il nostro non deve mai essere un mandato in bianco basato sulla fiducia personale (guai) ma che la partecipazione dei cittadini viene prima.


Come riconoscerli?


Questi gruppi illegittimi di potere, occulti o meno, proliferano come virus laddove i poteri legittimi non esistono, sono deboli, o latitano.

Ovvero in Paesi in cui fondamentalmente non c' è un ordine o in cui questo è stato sovvertito specie con la corruzione.

Laddove vi è l' anarchia data da interminabili guerre civili, o in Paesi dello stesso cosiddetto Primo mondo ma le cui istituzioni sono state indebolite, corrotte, sfiduciate dai cittadini, ossia messe in condizione di non funzionare più, e la democrazia seriamente malata.


Insomma, o il Congo o il genere di Paese in cui ci troviamo noi oggi, per intenderci, da almeno mezzo secolo.


Laddove invece lo Stato e la legalità sono ancora centrali e fondamentali come istituzioni e valori,


laddove la democrazia intesa non solo come sistema politico ma come tutte le dinamiche sociali che la rendono possibile è sana,

laddove i cittadini sono incoraggiati da politiche apposite a raggiungere un alto livello di istruzione e una dignitosa condizione,

laddove l' informazione è davvero libera e indipendente,

gli organi di controllo sono puliti e funzionano, la trasparenza è massima...


E i cittadini stessi in prima persona partecipano alla società e al bene comune... lì per loro si fa molto più difficile.


Ecco come individuare questi soggetti politici nel mondo moderno:

cercate per Paesi veramente democratici in buona salute, laddove lo Stato e la legalità sono davvero presenti, legittimati e diffusi, le istituzioni funzionano, le condizioni sociali adatte e i cittadini informati e attivi.

Lì è molto più difficile per costoro affondare gli artigli e diffondersi tentacolarmente come possono fare facilmente invece in Paesi ad alto tasso di corruzione, latitanza dello Stato, mancanza di cultura e di cultura della legalità....


E infatti a mio avviso può capitare nei posti giusti di vedere, per chi riesce a coglierli, i segni di questo scontro tra i poteri convenzionali da noi legittimati e questi poteri occulti.


Prendiamo ad esempio il Caso Murdoch: capo del più grande impero mediatico del mondo, uno degli uomini più ricchi e influenti del pianeta, amico di potenti come Bush, finito interrogato nella Camera dei Comuni a Londra.

Lo scandalo delle sue operazioni illegali e immorali per incrementare i propri guadagni, arrivati fino allo spionaggio, non viene tollerato in una società sana.

Se fosse successo in Italia, starebbe ancora al suo posto. In qualunque altro Paese, a dire il vero, nessuno si sarebbe mai sognato di imporgli un interrogatorio.


A Londra invece egli deve presentarsi al Parlamento per essere interrogato dai rappresentanti eletti dal popolo.


QUESTO è quello che si chiama un Paese serio,

a differenza dello Stato della Chiesa e Non-Stato della mafia in cui ci troviamo,

o degli enormi interessi corporativi che già da decenni negli USA hanno preso il sopravvento sugli stessi Presidenti.


Ecco perchè io, sarà Romantico se volete, ho fiducia nell' Inghilterra come nell' ultimo bastione che ha sempre rappresentato nel mondo moderno.

Aztlan



E in seguito, guarda caso....:


Thethirdeye ha scritto:


Ecco....... ci siamo [:246]


Tratto da: Bilderberg 2011: la riunione “segreta” è iniziata
http://www.giornalettismo.com/archives/ ... -iniziata/

"Dal 1954, data del primo incontro in Olanda nell’Hotel Bilderberg che ha dato il nome all’evento, cinquantasette conferenze sono state organizzate. Tra le grandi personalita’ che vi hanno partecipato in passato e’ spesso citato quello dell’ex segretario di Stato Usa Henry Kissinger, l’ex presidente americano Bill Clinton o il cancelliere tedesco Gerard Schroeder".



Gerard Schroeder? Ma tu guarda che coincidenza...... [:3]




Secondo Gerhard Schroeder è necessario
creare gli Stati Uniti d'Europa


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By Cristina Bassi - Posted on 08 settembre 2011
http://www.ecplanet.com/node/2673

L'ex cancelliere tedesco Gerhard Schroeder domenica ha fatto appello per la creazione degli "Stati Uniti d'Europa" dicendo che il blocco ha bisogno di un governo comune per evitare future crisi economiche.

Schroeder, un socialdemocratico che governò il paese dal 1998 al 2005, ha detto in una intervista a Der Spiegel, che i capi della Unione Europea avevano torto ad aspettarsi che l'euro da solo avrebbe guidato il blocco.

"La crisi attuale rende sempre più chiaro che non possiamo avere una zona valutaria comune senza una politica fiscale, economica e sociale comune", ha detto. Ha aggiunto: "Dovremo rinunciare alla sovranità nazionale."

"Dalla Commissione Europea, dovremmo fare un governo che dovrebbe ricevere la supervisione dal Parlamento Europeo. E questo significa Gli Stati Uniti d'Europa". Schroeder, che durante la sua reggenza ha nutrito strette relazioni con la Francia, da il benvenuto alla iniziativa lanciata dalla cancelliera tedesca Angela Merkel e dal presidente francese Nicolas Sarkozy per andare verso un'unione fiscale nel 2012. (fiscale= tasse... a chi le andremo a pagare...ndt)

La loro proposta, che significherebbe rinunciare alla sovranità nazionale sulle politiche di bilancio allo scopo di puntellare l'unione valutaria delle 17 nazioni, ha ricevuto un tiepido responso dagli altri paesi della eurozona. "Questa è la via giusta per il futuro e la precondizione per un corretto finanziamento: gli euro bonds (obbligazioni)", ha detto.

La Germania, che beneficia di costi inferiori nella emissione del debito rispetto ai singoli partner valutari, ha agito resistenza ad unirsi ai bonds dominati dall'euro". "E' un enorme mercato dei bonds: gli speculatori non potranno più sperare di farlo a pezzi", ha detto Schroeder.

Per poter iniziare questi cambiamenti, Schroeder ha detto che gli stati membri della EU dovrebbero ritornare al tavolo dei negoziati e tirar fuori un nuovo trattato che sostituisca quello di Lisbona che attualmente serve come cornice istituzionale al blocco.

"Nella crisi c'è una reale opportunità di raggiungere una unione politica europea" ha detto. Schroeder, che dice che la EU può solo rispondere ad una competizione crescente con gli USA e l'Asia solo se è totalmente unita, ha a lungo additato la Gran Bretagna come ostacolo per una ulteriore integrazione Europea.

"La Gran Bretagna causa i maggiori problemi. Non è l'euro ma sono gli Inglesi che nonostante tutto vogliono sempre partecipare quando si tratta di delineare un'area economica europea," ha detto. "Cosi non funziona".

Fonte originale: news.yahoo.com / Traduzione a cura di: Cristina Bassi / Fonte: cafedehumanite.blogspot.com


Ancora una volta..... Problema - Reazione - Soluzione...... Immagine



Da cui sottolineo come feci allora:


Aztlan ha scritto:

Inquietante.


Ma mi rimane una frase sulla punta delle labbra, che mi permetterai di far uscire:

L' avevo detto io...

Sottolinerei l' ultimo passaggio:


Thethirdeye ha scritto:


Schroeder, che dice che la EU può solo rispondere ad una competizione crescente con gli USA e l'Asia solo se è totalmente unita, ha a lungo additato la Gran Bretagna come ostacolo per una ulteriore integrazione Europea.

"La Gran Bretagna causa i maggiori problemi. Non è l'euro ma sono gli Inglesi che nonostante tutto vogliono sempre partecipare quando si tratta di delineare un'area economica europea," ha detto. "Cosi non funziona".



Cosa diceva il vecchio Aztlan a proposito dell' "ultimo bastione" [?]

Cosa diceva il vecchio Aztlan a proposito dell' Inghilterra?

Cosa diceva il vecchio Aztlan invece a proposito della accoppiata Germania-Francia [?]


E cosa rispondevate voi tutti?


"Eh sì adesso la colpa è della Germania" sarcastici. Ridi ridi...

"Eh è la perfida Albione..." Come no...

Si è visto......


Parla pure profeta nel deserto, tanto nessuno ti sente....

Aztlan



E rieccoci al punto odierno:


Angeldark ha scritto:

Thethirdeye ha scritto:

WSI - Ma perchè questo accanimento contro i BTP? Qual è la causa scatenante che ha dato il via al sell off sui BTP, visto che i fondamentali non sono così orribili?

Fumagalli - Tutto sembra aver avuto inizio con l'annuncio di Deutsche Bank, che ha deciso di ridurre la propria esposizione verso i bond italiani. Da allora, si sono messe in moto, perseguendo i loro unici interessi, le grandi istituzioni finanziarie. Fino all'anno scorso l'oggetto delle speculazioni era il petrolio. Ora, a essere preso di mira, è il welfare europeo. La paura alimenta paura sui mercati e alla fine si arriva alla situazione, ben nota, della profezia che si avvera, del default virtuale che diventa reale.

E perchè la Germania prese quella decisione, pur sapendo di avviare un processo suicida dell'Europa?
Cronologicamente, quella "decisione" fu presa subito dopo uno strano evento...mai spiegato e oramai dimenticato.



I fatti a chi hanno dato ragione?

Alla faccia di chi mostra tanta presunzione opponendo solo una vacuità assoluta...

Cercatevi il resto della storia, ne vale la pena.....


Saluti,

Aztlan

21/09/2011, 01:33

Aztlan ha scritto:
I fatti a chi hanno dato ragione?


A te Aztlan...

Alla faccia di chi mostra tanta presunzione
opponendo solo una vacuità assoluta...


Scusami.... ma chi sono questi che mostrano tanta
presunzione opponendo solo una vacuità assoluta?

Io non l'ho mica capito.....[8]

22/09/2011, 02:25

Una demolizione controllata
chiamata crisi economica


By Edoardo Capuano - Posted on 20 settembre 2011

http://www.ecplanet.com/node/2694

La crisi greca, l’attacco al debito dell’Italia, i rischi per l’euro, le proposte inflazionarie per il dollaro, lo yuan volutamente sottoquotato stanno scuotendo i Paesi e i governi nel mondo intero. Tutto sembra andare secondo un disegno calcolato: costruire un governo economico universale “di tipo monocratico”. L’analisi di un economista politico (Prima di due parti).

Proprio stanotte l’agenzia Standard & Poor’s ha abbassato il rating del debito sovrano italiano, portandolo da A+ ad A, accrescendo i timori per alcuni foschi scenari nella crisi economica mondiale, una crisi – diciamo subito – che a noi sembra “una demolizione controllata”, con scopi precisi.

Le contraddizioni insite nell’economia mondiale e nel suo modello di sviluppo sono oggetto da sempre dell’attenzione di AsiaNews. Fin dal 2003 abbiamo proposto ai nostri lettori un’analisi controcorrente, spesso anche molto critica rispetto al pensiero dominante. In questo la nostra particolare attenzione all’Asia ed in particolare all’economia cinese si è rivelato un vantaggio prezioso.

Grazie ad essa, infatti, prima di molti altri, abbiamo potuto osservare e chiarire alcuni fenomeni che poi sono divenuti elementi comuni ed imprescindibili di qualsiasi seria analisi economica successiva. La globalizzazione, così lodata fino a pochissimi anni fa, si è basata, infatti, su di una simbiosi singolare: da una parte ha alimentato una crescita asiatica ed in particolare cinese, imperniata sulle esportazioni, con tassi intorno al 10 % annuo, mantenuti per di più quasi costanti per circa un ventennio; dall’altra parte una rapida trasformazione dei Paesi occidentali ed in particolare degli Usa in economie non più manifatturiere, ma basate su servizi, finanza e consumo (tra cui una consistente spesa militare), alimentati dall’emissione monetaria.

Senza precedenti nella storia sono sia la durata ed il ritmo di crescita cinese, sia l’esplosione del debito pubblico (e privato) occidentale ed in particolare americano, passato ufficialmente dal 60 % circa a più del 100 % in pochi anni. Si tratta in entrambi i casi di un meccanismo truffaldino che si autoalimenta: da un lato il tasso di cambio cinese fortemente ed artificialmente sottovalutato rispetto alla parità di potere d’acquisto (dal 30% al 45%, un’imbattibile sovvenzione alle esportazioni cinesi) e dall’altro un’emissione di moneta di riserva valutaria (principalmente il dollaro) senza alcun freno e limite. Per chiarirci quest’ultimo punto basta ricordare, ad esempio, quanto affermato lo scorso agosto dall’ex governatore della banca centrale americana [1]: “Gli USA possono pagare qualsiasi debito perché possono sempre stampare moneta per farlo. Perciò ci sono zero probabilità d’insolvenza”. Infatti, c’è la certezza dell’insolenza e dell’arroganza di chi detiene il potere sovrano di battere a proprio arbitrio moneta di conto valutario.

Questa tracotanza in fondo è facile da attuare, perché non occorre disporre di miniere d’oro e d’argento, come un tempo, e non è solo monopolio americano
: pochi giorni fa la Banca Nazionale Svizzera ha affermato che avrebbe difeso il tasso di cambio del franco anche immettendo una quantità illimitata di moneta nazionale. È del 16 settembre la notizia di un intervento coordinato di cinque banche centrali per l'immissione di liquidità in dollari sul mercato interbancario. Tra una settimana è probabile che Bernanke annunci una nuova ondata di “quantitative easing”, che tecnicamente è un allentamento dei vincoli di riserva ed in pratica non è niente altro che una forma di emissione monetaria mediante l’acquisto di buoni del Tesoro americano.
Dopo la QE2 del novembre dello scorso anno, esauritasi nel luglio di quest’anno, sarà la volta della QE3 , cui farà seguito la QE4 e poi di seguito fino alla QEn.

Si tratta di un meccanismo simbiotico perverso ed è un’analisi che abbiamo più volte svolto e basterebbe perciò solo aggiornare i dati per riproporla. Abbiamo già scritto anche dell’esito, che è quasi scontato: un collasso finanziario, bancario ed infine economico senza precedenti. Per l’analisi rimandiamo perciò ai tanti articoli pubblicati da AsiaNews nel corso degli anni.

In merito all’esito può essere opportuno fare delle ipotesi sul quando e sul come. Dal punto di vista dei tempi si può dire che pare molto prossimo, perché di fatto tutti i fattori determinanti per il collasso sono già presenti nel sistema economico. Ad esempio, dato un tasso d’incremento di tre miliardi di dollari al giorno, già nei prossimi giorni il debito pubblico americano supererà il tetto stabilito con fatica a luglio in un accordo parlamentare tra democratici e repubblicani, mentre a metà ottobre il governo greco non avrà più euro per pagare i dipendenti pubblici. Significativo è anche che venerdì scorso, 16 settembre, Moody’s abbia annunciato che completerà la sua analisi se ridurre la propria valutazione sul debito pubblico italiano posto sotto osservazione per un suo possibile declassamento già tre mesi fa. Intanto questa notte Standard & Poor’s ha abbassato il rating dell’Italia da A+ ad A, aggiungendo che le previsioni per il Paese sono “negative”. Tutto sembra quindi coincidere e la scadenza pare imminente.

Per far precipitare la situazione sembra non manchi che una qualche scintilla, di cui non c’è penuria, e questo ci porta al come. I quotidiani economici di tutto il mondo - che sembrano muoversi all’unisono, come se non fossero possibili ipotesi diverse - in merito al debito pubblico parlano di rischio di “contagio” tra la crisi europea e quella americana. In realtà si tratta di situazioni tra loro ben diverse e pertanto in teoria facilmente isolabili tra un’area economica del mondo e l’altra. Questo perciò autorizza a supporre che la parola “contagio” stia in realtà a significare che si assisterà ad una serie di detonazioni contemporanee o a catena dal più grande al più piccolo, come in una demolizione controllata, e che questo darà l’impressione del propagarsi improvviso dell’incendio. Ad esempio, si è parlato spesso in questi ultimi due mesi del debito pubblico italiano e come questo possa essere il detonatore di un collasso generalizzato del debito pubblico in tutto il mondo. Questo da l’idea della strumentalità delle analisi proposteci.

Dato questo presunto “contagio” anche AsiaNews deve esaminare un po’ più da vicino la possibile scintilla del probabile prossimo incendio: le vicende italiane. L’Italia aveva più o meno l’attuale livello di indebitamento pubblico già all’inizio degli anni novanta. Nel corso dell’attuale crisi il debito pubblico italiano, aumentato del 7% del Pil, è stato quello che ha avuto il minore tasso d’incremento dal 2007 al 2011. Al confronto Regno Unito (47%), Stati Uniti (38%) e Giappone (37%), hanno avuto incrementi ben maggiori (il record è dell’Irlanda con un incremento del 65%) [2]. Inoltre l’Italia ha approvato in pochi mesi due manovre di riduzione del deficit di bilancio la prima, nel luglio scorso, di 25 miliardi e la seconda lo scorso 15 settembre con un’ulteriore riduzione di 55 miliardi di euro: non è poco, in relazione al Pil italiano ed al fatto che l’economia occidentale è in una fase decisamente più tendenzialmente contrattiva che espansiva. Si tenga poi conto del fatto che l’Italia ha avviato misure di riduzione strutturale del deficit della spesa previdenziale e sanitaria, con effetti di lungo termine, mentre altri Paesi non solo non l’hanno ridotto, ma hanno approvato al contrario leggi che nel futuro ne provocheranno un forte incremento. Ad esempio, negli Stati Uniti il valore degl’impegni di spesa futuri (“unfunded liabilities”) privi di copertura è di circa 115mila miliardi di dollari, e questo fa sì che il debito pubblico americano è in realtà ben superiore [3], circa 840 % del Pil, rispetto a quello pubblicato, circa il 100%.

Dal punto di vista tecnico non ha perciò senso la decisione di Moody’s dello scorso giugno di porre ora sotto osservazione il debito pubblico italiano per un suo possibile declassamento. Se poi, a fine mese, dopo che l’Italia ha approvato ed attuato una doppia manovra di rapida e forte riduzione del deficit pubblico, operativa già dal 2011, Moody’s dovesse confermare, come è probabile, una valutazione peggiorativa, si arriverebbe al ridicolo. Tale valutazione peggiorativa andava fatta 10, 20, 30 anni fa, quando il debito pubblico italiano cresceva, non ora. Farlo oggi è molto sospetto.

Il fatto è che chi fornisce tali valutazioni - Moody’s, Standard & Poor’s e Fitch, le tre agenzie di valutazioni di merito (“rating”) relative ai titoli di credito - è privo di credibilità in termini di autonomia ed imparzialità a causa dell’enorme conflitto d’interessi per gli intrecci azionari relativi agli azionisti di controllo. Dalla tabella riportata in calce la malafede di Moody’s è peraltro evidente. Moody’s, deve il suo monopolio mondiale - che si spartisce con le due altre agenzie consorelle - ad una società di diritto privato, davvero poco nota al di fuori di circoli molto ristretti, la International Swaps and Derivatives Association, Inc., ISDA. È la società consortile di un gruppo esclusivo di operatori sul mercato dei derivati, il cui valore nominale globale d’interscambio è pari a circa 10-12 volte il Pil mondiale. È perciò triste, ma logico, che una piccola società come Moody’s si presti probabilmente a qualche piccolo favore, a qualche piccolo mercimonio sulla pelle della gente comune.

Probabilmente proprio Moody’s fornirà dunque la scintilla per innescare il collasso del sistema monetario e finanziario mondiale. Sarà perciò una demolizione controllata, come quella dell’edificio WTC 7 [4], il terzo edificio crollato a New York l’11 settembre 2001, molte ore dopo che i due aerei si erano schiantati contro le Torri Gemelle. È chiaro che, quando ancora non si poteva supporre che il governo Berlusconi, questo impiccio, sarebbe riuscito a far approvare la messa in sicurezza dei conti pubblici italiani, qualcuno ha stabilito che l’Italia andava “tirata giù” in autunno. Malgrado la sopravvenuta incongruenza non è stato possibile, se ne può dedurre, modificare in corsa la scaletta, da tempo accuratamente preordinata, a beneficio della logica argomentativa dei mezzi di comunicazione internazionali. Lo spettacolo deve continuare secondo il copione originario.

Pur non avendo copia di questa scaletta (purtroppo), è abbastanza facile intuirla e qui di seguito ne diamo una lettura. L’esplosione della crisi in Grecia, come si è detto, è prevista a metà ottobre. Questa, però, non ha un sufficiente potere detonante perché la Grecia è un Paese troppo piccolo per innestare una crisi generale. La scaletta prevede perciò che vi sia un’ulteriore fase ed è la volta delle banche francesi e tedesche che hanno un forte quantitativo di titoli di Stato greci, soprattutto le francesi Société Générale, BNP Paribas e Crédit Agricole. Fin qui tutto “bene”, tutto sta procedendo secondo copione, senza impicci.

Da qui in avanti s’innesta, invece, il declassamento del debito pubblico italiano, la parte della sceneggiata resa meno logica e credibile dalle due manovre del governo Berlusconi. Secondo il copione, essendo esse stesse in difficoltà, le banche francesi devono ridurre il loro investimento in titoli italiani posti sotto osservazione o declassati e di cui esse sono tra i maggiori detentori. Ad ottobre perciò si sarebbero dovuti sommare alcuni effetti in un drammatico crescendo, che si estende a tutta l’Europa come nel 1848. Si scopre che ottanta miliardi (25 +55) di riduzione, il 10 % della spesa pubblica italiana, non sono sufficienti: ne occorrono altri cento. L’analisi è corretta, ma una dieta troppo rapida può provocare scompensi, nella fattispecie tumulti ed insurrezioni. Ci saranno, ma non è sufficiente. A questo punto si deve inserire un colpo di scena, un ribaltamento di sorti: la Federal Reserve annuncia che, insieme al Fondo Monetario Internazionale, interverrà per salvare l’Euro, a condizione che i Paesi europei facciano la loro parte. È una mossa geniale, le borse mondiali si riprendono, all’apparenza, le sommosse cessano. Berlusconi, però, deve andare via, comunque, perché così è scritto sulla scaletta. Non è caduto sui conti pubblici, non era caduto su Ruby Rubacuori, alias Karima El Maghroub, alias Karima Heyek [5]. Qualcosa però si troverà, basta applicare il modello Libia [6]. Berlusconi viene costretto alle dimissioni da una rivoluzione, “spontanea”, ovviamente, e s’insedia o un governo di “transizione” o di “unità nazionale”.

Il nuovo governo privo della legittimità elettorale è debole e molto diviso a suo interno. Non riesce perciò ad effettuare i tagli necessari e la riduzione del debito pubblico preventivata ed in un paio di mesi, nonostante l’intervento americano, l’Italia è costretta all’insolvenza. Essendo uno dei maggiori paesi dell’Unione Europea l’effetto è la disgregazione dell’Euro. A questo punto il traguardo è finalmente in vista: la Fed ha infatti emesso una sufficiente valanga di dollari da rendere la situazione irreversibile. Dopo alcuni mesi, minimo sei, più probabilmente dopo un anno, va in scena il dramma finale: appesantito dal peso dei salvataggi bancari del 2008, 24mila miliardi di dollari, dalla QE1, QE2, QE3, … , QEn, dal salvataggio mancato dell’Europa, il dollaro schianta e con esso, a cento anni dalla sua costituzione, la Federal Reserve.

Con la scomparsa del dollaro i contratti derivati sono privi di valore ed i soci della ISDA che avevano potuto leggere la scaletta in anticipo festeggiano: hanno convertito quanto potevano in oro ed argento. Sulle ceneri della Fed si avviano le trattative per le quote di ripartizione di una nuova moneta unica mondiale, riservate a ciascuna macroregione del mondo. Non occorrono grossi sforzi teorici. Di fatto, tale moneta esiste già, è l’unità di conto del Fondo Monetario Internazionale, i Diritti Speciali di Prelievo (SDR, nell’acronimo inglese). Occorre semplicemente ampliarne la composizione, finora formata da dollaro, euro, yen e sterlina, monete che a questo punto della vicenda sono ormai defunte. Definita la nuova moneta unica, si procede a formalizzare poi la costituzione di una banca centrale mondiale e quindi di un governo mondiale con le conseguenze che si possono immaginare.

A parte il concreto elevato e catastrofico rischio di una guerra mondiale a causa delle divergenze di interessi, di questo progetto quello che non ci sta bene è tutto. Ma quello che indigna di più è la menzogna e l’artificialità con cui viene perseguito, mentre quello che preoccupa maggiormente è il rischio per la libertà di miliardi di persone. È, infatti, un piano per stabilire un sovraStato in cui ingabbiare tutta la terra in una sorta di Unione Sovietica. È la premessa per quel “pericoloso potere universale di tipo monocratico” di cui ha scritto il Papa nella sua enciclica “Caritas in Veritate”.

22/09/2011, 03:34

Ottimo report.


Una definizione davvero azzeccata: una demolizione controllata chiamata crisi

Peccato solo che gli ItaGliani, bendati dall' eterna lotta guelfi&ghibellini, non se ne accorgano...

Come da copione. [}:)]


Come uscirne?


L' Informazione è il punto chiave.

Poi le soluzioni giuste - quelle già proposte - saranno chieste a gran voce (di popolo).

Altrimenti non si va da nessuna parte.


Guarda caso, lo spettro della censura (questa sì reale) si agita nuovamente:


La UE si lava le mani sulla discussa normativa AGCOM (Censura Web):

http://www.tomshw.it/cont/news/la-ue-si-smarca-dal-dibattito-italiano-sul-copyright/33336/1.html

Era stato richiesto a seguito delle vive proteste e petizioni.


Thethirdeye ha scritto:

Aztlan ha scritto:
I fatti a chi hanno dato ragione?


A te Aztlan...

Alla faccia di chi mostra tanta presunzione
opponendo solo una vacuità assoluta...


Scusami.... ma chi sono questi che mostrano tanta
presunzione opponendo solo una vacuità assoluta?

Io non l'ho mica capito..... [8]



Mi riferivo ad alcuni utenti... che ora sono muti e silenti...

Ma come detto, non posso ritrovare tutti gli interventi in tutte le discussioni, non posso ricordare sempre dove ho detto cosa...

Chi ha la coda in fiamme avrà capito....


Grazie,

Aztlan
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