13/10/2011, 21:03
GoldenBoy ha scritto:
Se una guerra contro l'Iran è già stata programmata a questo punto il conto alla rovescia per un conflitto tra oriente e occidente è già iniziato,ma non so chi ne uscirà vincitore.Obama deve stare molto attento a non commettere errori che potrebbero veramente minacciare l'umanità intera ma con tutte queste guerre preventive in atto sembra che davvero siamo arrivati a un punto di non ritorno.
13/10/2011, 21:04
zakmck ha scritto:Thethirdeye ha scritto:sezione 9 ha scritto:
Il regime iraniano non ha alcuna credibilità, visto che ha
già dimostrato di fregarsene della verità (storica) per
giustificare la sua esistenza.
E quale sarebbe questa verità (storica) che l'Iran ignora?
Credo intenda l'olocausto.
13/10/2011, 21:57
13/10/2011, 22:27
greenwarrior ha scritto:
Un mio conoscente di provata fede nazistaafferma che gli iraniani sono filo nazisti e che chiunque abbia una svastica tatuata è il benvenuto nel loro paese. Organizzano persino dei raduni nel loro territorio a cui ha partecipato di recente.
14/10/2011, 00:25
sezione 9 ha scritto:
Perchè se l'idea è questa, sono io il primo a dire che non è giusto che si venga definiti razzisti perchè si critica il governo (il governo, non il popolo in quanto tale) israeliano. Ma questo giustifica allora il regime iraniano quando dice che gli ebrei (ebrei come popolo) sono da sterminare?
14/10/2011, 00:29
sezione 9 ha scritto:
Uno dei due Cogliona..i (quello a destra della foto) è il presidente della camera, repubblicano: l'ho sentito parlare una volta e mi ha lasciato così
Comunque ha abbassato il tiro, adesso parla di "sanzioni", vabbè, capirai. A parte che aumenterà solo la fame degli iraniani... Mai visto un regime crollare a seguito delle sanzioni, anzi. Ma se davvero Obama (come ogni presidente disperato) pensa di farsi rieleggere con la bella guerretta di fine mandato, poveri noi.
14/10/2011, 00:56
Thethirdeye ha scritto:
Mazzini tratteneva una fitta corrispondenza col Pike: ai fini del nostro studio sono ben significative due lettere in particolare: quella che Mazzini inviò al Pike il 22 gennaio 1870 e quella del Pike a Mazzini datata 15 agosto 1871. Jean Lombard annota che questa corrispondenza si trova depositata negli archivi di Temple House, la sede del Rito Scozzese di Washington, ma off limits cioè di consultazione vietata; pur tuttavia la lettera di Albert Pike, scritta il 15 agosto 1871, venne una volta esposta alla British Museum Library di Londra. Là un ufficiale di marina canadese, il commodoro William Guy Carr (presente in veste di consulente per gli Stati Uniti alla Conferenza di San Francisco del 26 giugno 1945) poté prenderne conoscenza e pubblicarne un riassunto nel libro citato Pawns in the Game.
14/10/2011, 09:22
iLGambero ha scritto:sezione 9 ha scritto:
Uno dei due Cogliona..i (quello a destra della foto) è il presidente della camera, repubblicano: l'ho sentito parlare una volta e mi ha lasciato così
Comunque ha abbassato il tiro, adesso parla di "sanzioni", vabbè, capirai. A parte che aumenterà solo la fame degli iraniani... Mai visto un regime crollare a seguito delle sanzioni, anzi. Ma se davvero Obama (come ogni presidente disperato) pensa di farsi rieleggere con la bella guerretta di fine mandato, poveri noi.
Ti quoto... per questo aggiungo che quanto è accaduto mi ha lasciato molto stupito.
Secondo me c'è qualcosa nel dietro le quinte che ancora non sappiamo e non è detto che riguardi per forza l'Iran... si sta muovendo qualcosa... vedremo.
14/10/2011, 19:22
14/10/2011, 20:29
Thethirdeye ha scritto:greenwarrior ha scritto:
Un mio conoscente di provata fede nazistaafferma che gli iraniani sono filo nazisti e che chiunque abbia una svastica tatuata è il benvenuto nel loro paese. Organizzano persino dei raduni nel loro territorio a cui ha partecipato di recente.
Caro Green.... i veri nazisti, purtroppo, sono altri....
14/10/2011, 20:29
iLGambero ha scritto:sezione 9 ha scritto:
Perchè se l'idea è questa, sono io il primo a dire che non è giusto che si venga definiti razzisti perchè si critica il governo (il governo, non il popolo in quanto tale) israeliano. Ma questo giustifica allora il regime iraniano quando dice che gli ebrei (ebrei come popolo) sono da sterminare?
Scusa sezione9 ma dove avresti letto questo?
Mi sembra più roba da propaganda occidentale che non la verità.
La comunità ebraica in Iran è tra le più grandi del vicino-medio oriente e se davvero volessero sterminarli come popolo, lo avrebbero fatto già in casa loro da tempo, eppure non mi sembra che in Iran non esistano Sinagoghe o il culto venga vietato, tra l'altro sono anche rappresentati in parlamento e riconosciuti ufficialmente e protetti come minoranza religiosa.
Io ci andrei piano su questo, perché il rischio di invischiarsi nella propaganda è davvero enorme.
Poi che Ahmadinejad usi molta propaganda a fini interni è cosa risaputa, ma queste sparate sempre da condannare le sentiamo anche in casa nostra, con roba tipo la cacciata degli zingari e via dicendo, per non dire di peggio.
Per quel che ne so io l'Iran ha sempre parlato dello stato israeliano e non degli ebrei.
Poi non facciamo troppo gli ipocriti (e non dico a te, ma parlo in generale)... noi accusiamo questi di complotti, ma la storia ci insegna che grandi crimini contro l'umanità sono stati compiuti per decenni da NOI occidentali, senza che nessun tribunale dell'AIA, nessuna stampa ipocrita muovesse un dito per denunciarli.
Per non parlare dei legittimi governi rovesciati con colpi di stato o rivolte e massacri armati sovvenzionati e organizzati in USA, Israele, Francia o UK.
Finiamola di vedere sempre il "male" dove fa comodo e non vederlo mai in casa nostra
15/10/2011, 08:57
15/10/2011, 09:55
Thethirdeye ha scritto:
Dopo l'invasione della Libia è pronta quella dell’Iran
By Edoardo Capuano - Posted on 14 ottobre 2011
http://www.ecplanet.com/node/2747
Già, perché questa volta il casus belli è un fantomatico complotto che per la Casa Bianca sarebbe stato organizzato nientemeno che dal governo iraniano. E come nel caso della diffusione ufficiale della notizia della morte di Osama bin Laden – anche se era la nona volta che un Presidente o un alto dirigente governativo ne annunciava la morte! – i Media hanno subito ribattuto come oro colato le conclusioni del Pentagono in merito alla sicurezza nazionale. Senza batter ciglio la notizia di un complotto che avrebbe coinvolto addirittura il Governo di Teheran, è rimbalzato di quotidiano in TV, senza che nemmeno un giornalista si fermasse un attimo ad esaminare l’assurdità della notizia.
Assurda perché per quanto si faccia di tutto per far passare come un idiota Ahmadinejad, non è così folle da suicidarsi e trascinare il Paese in una guerra che non potrebbe mai vincere. Al massimo potrebbe scatenare un armageddon in stile Dottor Stranamore…
Secondo perché i conoscenti, famigliari, amici, colleghi di uno dei due presunti terroristi, Arabsiar, ora rinchiuso nel carcere di New York, sono rimasti sconcertati dalla notizia, dichiarando che costui “si perdeva sempre le chiavi e il telefono cellulare. Non sarebbe stato capace di eseguire un piano del genere”. Il presunto attentatore è stato bollato con sincerità come un “opportunista” ma non come un “killer calcolatore”. In primis perché non ne avrebbe avuto motivo: venditore di auto di seconda mano in Texas, non era un fanatico, né, a quanto pare, era in grado di organizzare un’operazione di tale portata, che dall’Iran al Messico, fino a Washington, avrebbe avuto ripercussioni mondiali. Ciò non esclude che possa essere rimasto coinvolto in un piano internazionale più grande di lui, ma bisognerebbe capire da chi sia stato orchestrato. Dal Pentagono o da Teheran? Perché dobbiamo sempre credere a priori alla veridicità delle affermazioni di Washington, quando la storia ci insegna che gli USA hanno mentito all’opinione pubblica e agli alleati numerose volte soltanto a partire dalla guerra in Vietnam? Forse perché l’America adotta ancora oggi la pena di morte, tortura i prigionieri, controlla i propri cittadini in barba alla privacy, prevede di inserire microchip sottocutanei nella popolazione a scopo “terapeutico”, dimostrando di essere civile quanto un leone affamato davanti a una gazzella azzoppata? O perché ha in corso ben tre conflitti principali in Iraq, Afghanistan e Libia, colpo di coda di un impero in declino che per continuare a sussistere non può che continuare a espandersi?
Perché mai questo Paese modello di civiltà, moralità e democrazia “da esportazione” dovrebbe essere più affidabile dell’Iran? Perché ci hanno abituato ad avere timore dello straniero, degli arabi, dei musulmani, dell’Islam in generale? Perché dopo aver trascinato anche il nostro Paese in una guerra inutile quanto assurda contro i talebani, radendo intanto al suolo l’Afghanistan in modo che non si possa risollevare per i decenni a venire senza i miliardari appalti di ricostruzione americano-europei, ora dovremmo sostenere senza battere ciglio qualsiasi “opzione” Washington deciderà di attuare?
Ora, avendoci gli inquilini della Casa Bianca abituati negli anni a prendere cantonate, a detronizzare vecchi alleati o a raccontare balle di stampo geopolitico – come nel caso di quelle armi di distruzione di massa che mentre faticavano a saltare fuori legittimarono però l’invasione dell’Iraq – una maggiore meticolosità nelle indagini sarebbe forse preferibile all’ennesimo conflitto “emotivo” in Medio Oriente, che potrebbe – evidentemente – causare la Terza Guerra Mondiale.
Va bene che ogni Paese oggi ha il suo bel da fare tra crisi economica e crisi di governo, ma sdegnare il rischio di trascinare il mondo intero nel caos – o peggio nella distruzione totale – per cecità o censura mediatica imposta dall’alto o dalle mazzette è da scellerati. Meglio disturbarsi di parlarne fino allo svenimento che trovarsi a cose fatte in mezzo alle macerie. Anche perché il decennio post 11 settembre ci ha abituato a fantomatici “attentati” sventati o effettivamente consumati le cui cause erano invece da rinvenire in agenti provocatori appartenenti all’intelligence americana – FBI, CIA, Pentagono. Nulla di cui meravigliarsi: fa tutto parte della strategia geopolitica. Chi c’è dentro lo sa benissimo, e non ne fa neppure segreto. Si chiamano false flags le false operazioni che vengono pianificate per ottenere uno specifico risultato: risollevare un Presidente in calo nei sondaggi (si veda la voce, uccisione senza cadavere di Osama bin Laden), giustificare un’azione bellica (Iraq, Afghanistan), manipolare l’opinione pubblica (11/9), restringere la privacy dei cittadini (Patriot Act), intimidire gli Stati non allineati con la politica americana o addirittura rei di accordi con la Russia di Putin (strage di Oslo).
Per riscrivere i confini del prossimo quanto imminente Nuovo Ordine Mondiale, bisogna “sacrificare” qualche vita e qualche capro espiatorio per manipolare l’opinione pubblica con i false flags e con la guerra del terrore permanente che destabilizzi i cittadini. Peccato che a prevedere quanto sta succedendo in questi mesi, settimane, giorni, sia stato proprio il mentore di Obama, il vecchio stratega polacco Zbigniew Brzezinski, che non ha mai nascosto le sue intenzioni belliche al mondo da quando sosteneva il diritto degli USA a conquistare il globo: semplicemente il mondo non si è preoccupato di ascoltarlo. Quando Hannah Arendt parlava di “banalità del male”, includerei non solo la censura più vile del giornalismo di Stato, ma anche il nostro atteggiamento quotidiano di accidia: troppo pigri per approfondire le notizie che non siano di mero gossip preferibilmente morboso, troppo impegnati ad arrivare a fine mese e sbarcare il lunario, ci siamo lentamente atrofizzati la coscienza critica, accettando passivamente le “opzioni” più scellerate. Così, sconvolti dall’eccidio dell’11/9 abbiamo accettato per il “nostro bene” per la “nostra sicurezza” di inviare le “nostre truppe” a invadere un Paese che non c’entrava nulla – l’Afghanistan – per dare la caccia a un fantasma – Osama bin Laden – per poi ampliare l’invasione all’Iraq dell’ex alleato Saddam Hussein, fino alla Libia del Colonnello Gheddafi, che – almeno in Italia e Francia – abbiamo molto, troppo recentemente accolto con tutti gli onori (e baciamano).
Ma la memoria storica è più succinta della moralità dei nostri regnanti, troppo concentrati in Bunga Bunga per ritagliarsi spazi per governare. Ma mentre in Italia ci illudiamo ancora che esista qualche differenza destra e sinistra, il caro Obama ci ricorda con le sue promesse disattese punto per punto (e ci vuole una certa astuzia per impegnarsi categoricamente nell’adempiere l’esatto opposto di quanto promesso) che cosa significhi dipendere dagli assegni milionari dei Gruppi di Potere: Banche, in primis, multinazionali del petrolio, degli OGM, della Difesa, aziende farmaceutiche, studi legali, compagnie di assicurazione. Già. Quando si contrae un debito col Diavolo, costui presto o tardi passerà a riscuotere. Non ci saranno cortei angelici a salvare i novelli Presidenti, perché di Faust ce n’è stato uno solo e di Kennedy con “le palle” solo due, John Fitzgerald e il fratello Robert: infatti sono stati uccisi entrambi per il proprio coraggio. Per aver tentato almeno di ribellarsi a quel Governo Ombra che detiene l’Agenda politica ed economica internazionale. Allora si trattava di ribellarsi contro la Mafia che ne aveva facilitato l’elezione, di richiamare le truppe dalla guerra in Vietnam, di far cessare gli esperimenti nucleari, di abbattere il signoraggio.
Invece il burattino Obama predica bene e razzola l’opposto, costretto a ricambiare con favori i soldi della (sua) campagna elettorale più dispendiosa della storia. Ed è ora di concentrarsi sulla nuova: come fare se il popolo degli indignados assedia Wall Street e accerchia le abitazioni dei miliardari? Come fare se la disoccupazione invece di calare è salita oltre il 9%? Si prepara una nuova guerra. La notizia della morte di Osama bin Laden procurò a maggio un’impennata nel gradimento del Presidente che prima del 2 maggio era in caduta libera. Coincidenze? Manna celeste caduta sull’unto delle masse dei diseredati (traditi fin da subito per il salvataggio “senza garanzie” delle Banche too big to fail, troppo grandi per fallire)? E dire che a sollevare i primi dubbi sul presunto omicidio dello Sceicco del Terrore (senza corpo da identificare) era stato proprio il Governo di Teheran, che sicuramente è di parte, ma forse tanto scemo non è…
Oggi ci troviamo a non tentare nemmeno di opporci a due guerre decennali – Iraq e Afghanistan – che ormai sono diventate routine (per noi, un po’ meno per coloro che là vivono sotto i bombardamenti dei droni, la carestia, le epidemie), al più recente conflitto in Libia, all’imminente invasione dell’Iran. A cui seguirà la Siria, già nel mirino della Casa Bianca. Perché guarda caso, quando vengono resi noti questi falliti attentati, i piani di conquista del Paese di turno – che viene accusato di essersi reso colpevole di un peccato capitale o di tradimento – esistevano già da mesi, se non da anni, sulle scrivanie dei vari Presidenti americani. Proprio come i piani di invasione di Iraq e Afghanistan che attendevano, a dirla secondo Brzezinski, una “nuova Pearl Harbour” che compattasse l’opinione pubblica verso il nemico costruito a tavolino con un false flag appunto. E così avvenne allora, come forse sta per avvenire ora: l’11/9 sconvolse a tal punto l’opinione pubblica da legittimare l’intervento bellico. E la teoria della guerra preventiva stava diventando storia. Una storia che il nostro ossimoro vivente, Obama che stringe con una mano il Nobel per la Pace, con l’altra firma piani di invasione, ha imparato molto bene.
Entrare in guerra contro l’Iran significherebbe ora dare l’avvio alla Terza Guerra Mondiale, mandando in fumo i trattati di pace israelo palestinesi e impegnando le truppe americane ed europee in un evidente accerchiamento di Russia e Cina (che lo stesso Bill Clinton ha recentemente definito “la nostra banca” avendo comprato la maggior parte del debito americano) nella corsa alla conquista del Medio Oriente. Ciò varrebbe come reazione non solo la chiamata alle armi e il compattamento di tutto l’Islam, ma un’ipotetica reazione di Russia e Cina. Obama sembra infatti intenzionato, applicando alla lettera la teoria della guerra preventiva, a “perseguire” i responsabili. Ora, si potrebbe anche involarsi ad accettare la veridicità di un ipotetico coinvolgimento del governo iraniano nel complotto, se non fosse che il nostro vecchio stratega Brzezinski il 2 febbraio 2007 davanti alla Commissione Esteri del Senato USA mise in guardia da un “plausibile scenario per una collisione militare con l’Iran”. Eccolo, di nuovo: sempre lui. Novella Cassandra che parla e prevede fin nei minimi particolari, dalla Pearl Harbour che fu l’11/9 come “occasione” (citando Cheney e Rice) per oliare il motore dell’espansionismo americano, alla prossima tappa in terra iraniana. Che cosa prevedeva questo scenario? Ce lo ricorda Pino Cabras dal sito di megachip:
Includeva «il fallimento [del governo] iracheno nell’adempiere ai requisiti [stabiliti dall’amministrazione statunitense], con il seguito di accuse all’Iran di essere responsabile del fallimento, e poi, una qualche provocazione in Iraq o un atto terroristico negli Stati Uniti che sarà attribuito all’Iran, [il tutto] culminante in un’azione militare “difensiva” degli Stati Uniti contro l’Iran». Nel 2007 la critica di Brzezinski puntava molto in alto, lamentando, sull’Iraq, «il fatto che le principali decisioni strategiche vengono prese in un circolo assai ristretto di persone, forse non più delle dita della mia mano. E sono questi individui che hanno preso la decisione iniziale di andare alla guerra». E nel caso dell’atto terroristico ipotizzato, era la prima volta che una voce americana di così straordinaria autorevolezza, considerava “plausibile” che qualcuno, in seno agli apparati di governo statunitensi, potesse organizzare un attacco contro gli Stati Uniti, in modo da attribuire poi il tutto a qualche nemico esterno e provocare una guerra.
Ora il nuovo ombelico del terrorismo internazionale è l’Iran. Dieci anni fa le montagne afghane. Poi è stata la volta dell’Iraq. Ora, non c’è dubbio, è l’Iran – parola del Pentagono. Se le accuse contro Teheran fossero confermate, si tratterebbe della violazione della Convenzione Onu sulla protezione del personale diplomatico, firmata anche dal governo iraniano. In tal modo gli Usa o l’Arabia Saudita potrebbero chiedere l’estradizione del secondo presunto terrorista coinvolto nella vicenda: quello sfuggito all’arresto. Se Teheran si rifiutasse, il caso potrebbe finire al Consiglio di sicurezza o alla Corte internazionale dell’Aja. Ma se ciò avvenisse, non ricorderebbe un po’ il rifiuto del Mullah Omar di consegnare bin Laden, seppure non corressero buoni rapporti tra i due? La ciclicità degli eventi è evidente. Le conseguenze anche. Ma noi preferiamo continuare ad aspettare una fantomatica catastrofe dal cielo piuttosto che vedere che se la fine del Mondo dev’essere, sarà umana, fin troppo umana.
Fonte: ildemocratico.com
15/10/2011, 14:04
15/10/2011, 18:40
Ufologo 555 ha scritto:
Adesso all'Onu non hanno più nessun dubbio: gli ayatollah stanno preparando l’atomica
L'epoca dell'ambiguo El Baradei, agente Onu per il controllo della proliferazione nucleare, è finita. Secondo Le ****ro il mese prossimo la minaccia nucleare iraniana sarà documentata
La vera bomba sta per lanciarla l’Aiea. A due anni dal congedo di Mohammed El Baradei, l’agenzia Onu per il controllo della proliferazione nucleare prepara una rivoluzione. Tutto inizierà il 17 novembre con la presentazione del nuovo rapporto sul nucleare iraniano. Secondo un articolo del quotidiano francese Le ****ro, ispirato da fonti vicine ai vertici dell’Aiea, il rapporto «sarà uno dei più importanti sull’argomento» e dimostrerà, una volta per tutte, come Teheran punti solo all’arma atomica. Le fonti non chiariscono quali siano le novità, ma fanno capire che le ambiguità dell’era El Baradei appartengono al passato e che l’Aiea è decisa a tutto per dimostrare la reale consistenza della minaccia nucleare iraniana. La svolta segnala anche la definitiva affermazione del gruppo di scienziati protagonisti per anni di duri scontri con un’ex direttore generale sempre pronto a silenziare le prove contro Teheran. Questo mentre Obama ribadisce che gli Usa hanno «prove schiaccianti che l’Iran sponsorizza attività destabilizzanti».
Le prime avvisaglie della svolta erano già contenute nel rapporto dello scorso settembre,che segnalava il trasferimento di alcuni impianti nucleari nei bunker fortificati scavati nelle viscere di una montagna presso Qom. L’esistenza di quell’impianto fortificato, sfuggito per anni alle ispezioni dell’Aiea, era stata svelata nel 2009 durante una drammatica conferenza stampa congiunta organizzata da Barack Obama, Nicolas Sarkozy e dall’allora premier inglese Gordon Brown. Il rapporto di settembre segnala anche altri indizi preoccupanti. Il primo è la progressiva sostituzione delle vecchie centrifughe - fornite in origine dallo scienziato pakistano Abdul Qadeer Khan - con il nuovo modello IR 2 costruito grazie ad acciai speciali che Teheran sarebbe riuscita a procurarsi nonostante controlli e sanzioni. Proprio quelle nuove centrifughe hanno consentito, secondo l’Aiea, di incrementare il livello di arricchimento di grosse partite di uranio dalla soglia del 5 per cento, sufficiente per scopi civili, a quella del 20 per cento giustificata solo per scopi scientifici. L’arricchimento si può però ottenere con passaggi successivi e dunque l’Iran può già oggi contare su ingenti quantità di combustibile atomico facilmente innalzabili a quel livello del 90 per cento indispensabile per scopi militari. «Se l’Iran rompesse gli indugi potrebbe arrivare all’atomica in meno di sei mesi», avvertiva dopo la lettura del rapporto David Albright, un ex ispettore nucleare responsabile dell’Istituto per la Scienza e la Sicurezza Internazionale di Washington. I vertici iraniani continuano però a smentire tutto. «In Occidente parlate di noi, ma dimenticate le 400 atomiche israeliane – fa notare al Giornale l’Hojatoleslam Mohammad Tahir Rakbahr, leader di una fazione conservatrice del parlamento di Teheran – noi non solo non vogliamo dotarci di armi nucleari, ma non ne abbiamo bisogno. Le armi convenzionali ci bastano ad infliggere una durissima lezione a chiunque pensi di attaccarci».
Il riesplodere della questione nucleare iraniana segnala però uno scenario geopolitico sempre più agitato. Washington teme infatti le interferenze della Repubblica Islamica in Irak, dove è previsto il totale ritiro americano entro la fine dell’anno, e in Bahrein dove la rivolta della maggioranza sciita mette a rischio una delle più importanti basi Usa del Medio Oriente. Il presidente francese Sarkozy, protagonista di una dura politica anti iraniana conseguenza anche delle ottime relazioni con il Qatar, teme invece che il ritorno sulla scena internazionale di Vladimir Putin allontani la Russia dall’Occidente rendendo arduo il contenimento della potenza iraniana.
http://www.ilgiornale.it/esteri/allonu_ ... comments=1