L'Europa schiava di Merkozy. Sale la rabbia contro i banchieri.
Mercoledì, 2 novembre 2011 - 16:06:09
Se alla fine dell'estate l'Unione Europea avesse deciso, con lungimiranza, di accollarsi pro quota il debito greco, oggi staremmo tutti più tranquilli. Chi ha scelto fin da agosto che non era giusto che le cicale greche (e anche quelle spagnole, portoghesi e italiane) potessero essere coperte dal resto d'Europa sono stati Angela Merkel e Nicolas Sarkozy. Il duetto che ora non sa che pesci pigliare e pretende misure drastiche dagli altri. Misure che però i greci bocceranno. Tra la gente serpeggia ormai il dubbio che i tecnocrati della Bce non sappiano dove sbattere la testa e siano capaci di dire solo: "Servono riforme strutturali e tagli". Come reagirà il popolo d'Europa a questa miopia dei governanti?
Di Marco Volpati
Se alla fine dell'estate l'Unione Europea avesse deciso - con generosità apparente, ma sostanziale lungimiranza nell'interesse di tutti - di accollarsi pro quota il debito greco, oggi staremmo tutti più tranquilli. Ma no, chi ha deciso fin da agosto che non era giusto che le cicale greche (e anche quelle spagnole, portoghesi, italiane) potessero essere coperte dal resto d'Europa sono stati, lo si ricordi bene, Angela Merkel e Nicolas Sarkozy. Il motivo era fin troppo chiaro: gli elettori tedeschi e francesi, già delusi dai loro governi e pronti a voltar loro le spalle (la Merkel ha subito ripetute batoste nelle elezioni dei Länder, e Sarkozy è dato da mesi in svantaggio nelle prossime presidenziali) non avrebbero gradito la ricetta che salvava l'Europa e l'euro.
Nelle grandi famiglie qualche figliol prodigo può esserci: la soluzione è prima far fronte, e metterlo poi in condizione di non far danno. Non mandare tutto in malora.
Basta fare due conti di bottega: il debito di Atene (certo enorme, più elevato di quello che provocò il crack dell'Argentina) è di 365 miliardi di Euro. L'Argentina rimase sola; e sola, con la "o" larga, divenne per tutti quelli che nel mondo avevano investito in quei maledetti bond.
La Grecia solitaria non è, nel bene e nel male. Soprattutto nel male, perché la frana che parte da Atene può arrivare non soltanto a Roma e Madrid, ma anche a Bruxelles, Parigi, Berlino e Francoforte. Travolgere l'Euro, e magari la stessa UE.
Diviso tra tutti i cittadini dell'Unione, quel debito così pesante farebbe poco più di 700 euro a testa. Qualcuno pensa che i danni accumulati fin qui - banche, borse, stagnazione economica alle porte - siano inferiori?
Perché gli umori, i malumori, degli elettori francesi e tedeschi devono essere presi sul serio e quelli dei greci no? Il referendum annunciato da Papandreou ha un solo difetto: doveva scattare subito. Ma meglio sarebbe stato che i governi avessero saputo tener conto del consenso non giorno per giorno, ma almeno a medio respiro.
Quello che in estate era un incubo, oggi appare come un esito più che possibile. Se riusciremo ad evitarlo - e non accadrà se non cambieranno passo tutti, non solo Atene e Roma - l'Europa e la sua moneta andranno ripensate.
La politica di potenza basata su direttori o assi tra piccoli stati del vecchio continente è paccottiglia dell'800. In tempi di globalizzazione è una recita ridicola. Una vera farsa
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