Prima di tutto e' necessario ignorare i sensazionalismi di stampa (vedi ad esempio il clamore suscitato dell'ultimo flare) che sono in grado di dire tutto e il contrario di tutto.
La rilevazione dell'attivita' solare e' invece una faccenda seria, rilevata con un rigoroso metodo scientifico messo a punto da Wolf nel 1848 ed elaborato a sua volta sulle osservazioni di Schwabe cominciate nel 1755.
Secondo questo metodo, l'andamento dell'attivita' solare dal 1755 in poi e' cosi riassunto:
Come potete vedere siamo ampiamente al di sotto di quanto fosse lecito aspettarsi dopo ben 257 anni di osservazioni.
Il massimo del ciclo 24, secondo il metodo regressivo McNish-Lincoln in uso alla NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration), è atteso nella primavera 2013; le previsioni dell'Australian Space Weather Agency, fondate su un altro metodo, lo posticipano invece all'autunno successivo. In ogni caso, i principali centri internazionali prospettano un ciclo in cui lo Smoothed sunspot number non supererà il valore 100 (e, probabilmente, resterà sotto 90) per la prima volta dal 1928.
In sintesi, il ciclo solare e' ripartito ma molto al di sotto delle aspettative.
Per chi volesse ulteriori conferme, si puo' monitorare di persona l'ssn. Qui si trova la tabella delle predizioni aggiornata:
Quale siano poi le ripercussioni di questo stato di cose sulla restante parte del sistema solare, terra compresa, sono al momento pure e semplici ipotesi senza alcun riscontro oggettivo.
Per quanto infine riguarda la controversa questione dei legami col clima terrestre che una bassa attività solare potrebbe comportare, il SIDC è perentorio: «La variazione della radiazione nel ciclo undecennale è così piccola che l'influenza sulla temperatura della Terra è trascurabile rispetto alle attuali fluttuazioni del clima. La diminuzione dell'irradianza solare totale associata al minimo presente è troppo piccola per provocare una significativa diminuzione della temperatura sulla Terra» (Sunspot Bulletin, cit.). La debolezza del campo solare, fa tuttavia notare il SIDC, rappresenta un vantaggio sia per quanto riguarda i satelliti geostazionari, che possono essere messi in orbita a quote meno elevate, sia per la diminuzione delle interferenze nelle trasmissioni radio del traffico aereo, specie sulle rotte polari.
Qui invece vi riporto un articolo che, a mio avviso, riassume piuttosto bene il grado di indeterminazione della faccenda:
Negli anni Novanta, una ricerca di scienziati Danesi mostrò che la durata del minimo di attività solare aveva una certa influenza sull'andamento della temperatura globale negli anni successivi.
Quando un minimo solare dura per pochi mesi, la temperatura terrestre tende ad aumentare, quasi che la Terra non ce la facesse a smaltire l'eccesso di radiazione accumulato nei periodi di massimo.
Se invece un minimo solare ha una durata di molti mesi, o anni, quindi con ciclo solare "lungo" anziché corto, allora la Terra smaltisce il surplus di radiazione in arrivo e tende a raffreddarsi.
Sembrerebbe una teoria semplice, tuttavia osservando i dati della radiazione solare in arrivo misurata tramite satellite, notiamo che esiste una variazione veramente molto minima: nell'ultimo ciclo si è passati da un massimo di radiazione di 1362 W/metro quadro, ad un minimo attuale attorno ai 1360,8 W/metro quadro, con una variazione di appena il 0,088%.
Difficile quindi attribuire questo calo termico globale ad una variazione consistente della radiazione in arrivo; per questo è stata ideata una teoria che lega l'attività solare alla presenza di raggi cosmici in arrivo sulla nostra atmosfera.
Quando l'attività solare è molto forte, lo è anche il vento solare, che allontana i raggi cosmici presenti nello spazio dall'atmosfera terrestre.
Essi fungono da nuclei di condensazione di nubi, quindi il cielo sulla Terra è più sereno, e maggiore il flusso di energia che giunge dalla nostra Stella, riscaldando così il Pianeta.
Al contrario, con minimi solari prolungati, il flusso solare è molto debole, maggiore è quindi il flusso di raggi cosmici che interagiscono con la nostra atmosfera, aumentandone la nuvolosità medio bassa, che riflette nello spazio la radiazione solare, contribuendo al raffreddamento del nostro clima.
Tale teoria è ancora controversa, non è da tanto tempo che si misura la nuvolosità dell'intero globo, i dati sono per ora forse insufficienti per confermare o smentire tale teoria.
Parliamo adesso dell'ultimo minimo solare, che, sorprendendo scienziati e fisici del Sole, che avevano pronosticato un massimo solare per il 2012 che poteva essere il più forte da quando esistono rilevazioni, in realtà ha una durata straordinariamente lunga, superando ogni record degli ultimi novant'anni.
Attualmente, con 269 giorni "spotless", l'anno 2008 si è posto al secondo posto il 1912 come anno di scarsa attività solare, mentre il numero di giorni senza macchie, a partire dal Gennaio 2004, è al momento di 514, numero del tutto sconosciuto negli ultimi 60 anni.
Un esame del grafico elaborato dal fisico Janssenss, mostra con precisione che l'attuale ciclo 24, non è paragonabile, per durata del minimo, a quelli degli ultimi ottant'anni, mentre si avvicina molto ai cicli deboli intervenuti tra la fine dell'Ottocento ed i primi due decenni del Novecento, che furono periodi globalmente freddi e con avanzata glaciale.
Tuttavia, sappiamo che la temperatura della Terra non dipende solo dall'attività solare, in quanto le "forzanti antropiche" (aumento dei gas serra) potrebbero aver alterato tale equilibrio.
Ora, non sappiamo al momento quanto durerà questo periodo di "quiete solare", un nuovo minimo di Dalton, come presuppongono alcuni scienziati, porterebbe ad un calo termico di almeno un grado centigrado, mentre un nuovo minimo di Maunder potrebbe far calare la temperatura terrestre di quasi due gradi rispetto al valore attuale.
Tuttavia, anzitutto non conosciamo ancora la durata di questo minimo, né se il prossimo massimo solare sarà elevato.
In secondo luogo, i cali termici verificatisi negli scorsi Secoli erano intervenuti dopo lunghi decenni di attività solare bassa, mentre, in questo caso, veniamo da almeno ottant'anni di forte attività.
La Terra presenta una notevole "inerzia termica" innescata dalla presenza di grandi quantità d'acqua oceanica, occorrerebbero probabilmente numerosi cicli di minimi solari bassi per innescare una nuova "Piccola Età Glaciale".
Inoltre, ancora non sappiamo valutare con esattezza il contributo antropico al riscaldamento, che finora ha agito in sinergia con l'aumento dell'attività solare, né conosciamo ancora una teoria convincente che correla i minimi solari con la diminuzione di temperatura globale.
Abbiamo notato invece un'altra cosa, dall'esame del clima europeo dei Secoli passati.
Periodi di grandi e numerose macchie solari sono spesso associate ad Estati molto calde (come quelle verificatesi negli anni Cinquanta, oppure nell'Estate 2003 capitata nel mezzo di un massimo).
Periodi di minimo prolungato sono invece spesso associati ad invernate europee molto fredde (come nei periodi dei minimi di Dalton, o di Maunder, o di Spoerer).
FonteNon aggiungo poi che le teorie sulle interazioni sole-terra-clima sono molteplici e variamente fantasiose perche' immagino ormai tutti lo abbiano capito da soli.