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MessaggioInviato: 03/01/2012, 14:20 
tensioni in medio oriente
L'Iran: «Via la portaerei americana»
Teheran insiste e minaccia ritorsioni
Terminate le esercitazioni nel Golfo di Oman, le Forze Armate hanno provato la serrata dello Stetto di Hormuz
«Consigliamo vivamente alla portaerei americana che ha attraversato lo stretto di Hormuz e che attualmente si trova nel Golfo di Oman di non ritornare nel Golfo Persico. La Repubblica Islamica d'Iran non ha l'intenzione di ripetere questo consiglio».
Fonte:http://www.corriere.it/esteri/12_gennaio_03/Iran-via-portaerei-americana-teheran-minaccia_889870d2-35f1-11e1-8614-09525975e917.shtml



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MessaggioInviato: 03/01/2012, 18:30 
Diciamola così. L'Albania dice all'Italia che l'Adriatico è un mare di sua proprietà e che non vuole più vedere navi italiane passare davanti ad Otranto. L'Italia che deve fare? Sissignore? Penso che sia ovvio che l'unica risposta possibile sia un bel "prova a impedirmelo".

Questi stanno giocando. Con Teheran che fa il burattino in mano a qualcun altro (Cina e Russia). Questo rende le cose pericolose: nessuno oserebbe attaccare direttamente il nemico principale, ma una guerra sul suolo di una terza parte potrebbe anche interessare. Ma qui non stiamo parlando di Vietnam o di Corea, stiamo parlando di un Paese in mano a dei pazzi fanatici, piazzato in mezzo a tutta una serie di regimi dalla dubbia moralità ma con la bomba atomica, dalla Russia a Israele, passando per Cina, Pakistan e India. Aggiungeteci Usa e Inghilterra e viene fuori proprio un bel ritrattino... Come dice Alessio, finchè pubblicamente giocano (e sotto banco trattano) siamo apposto. Una lustratina alle armi e qualche miliardo buttato via in stupide dimostrazioni di forza e basta. Ma se cominciano a pensare che il nemico sa che noi sappiamo che loro pensano... Che poi sicuramente ci saranno forze politiche che spingono contro la guerra e altre che spingono per radere al suolo qualunque cosa. Come con la crisi di Cuba. Ahh... Quanto mi piace la politica estera... Come giocare a Risiko con il destino di 7 miliardi di persone al posto dei carri armatini...

C'è poi una cosa che non mi è chiara: il prete folle iraniano che si è appropriato della rivoluzione altrui (Khomeini) se ne stava rintanato in Francia. Lo Scià era tenuto in piedi dagli Inglesi, oltre che dagli americani. Chissà la Francia, in una eventuale guerra in Iran, cosa farebbe.


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MessaggioInviato: 03/01/2012, 18:35 
Bel discorsetto ...[8D]



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MessaggioInviato: 03/01/2012, 22:27 
Sarei curioso di vedere se una flotta di navi da guerra Iraniana e armata pure di missili Nucleari,si trovasse a passare da lì per caso!,a poche miglia dalla costa Americana!. (ma nelle acque internazionali)
Sezione9 che ne pensi tu,secondo te lo potrebbero fare?.[;)]


Ultima modifica di bleffort il 03/01/2012, 22:28, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 05/01/2012, 14:55 
Cita:
Iran minimizza le sanzioni contro il petrolio
"Vogliono colpirci, pronte contromisure"

Teheran reagisce all'annuncio di un embargo sull'importazione di greggio in Europa. Medvedev parla con Ahmadinejad: "Solo col dialogo si può risolvere la crisi". Il ministro Terzi di Santagata: sì alla decisione Ue "per ricondurre il Paese a un atteggiamento cooperativo"

TEHERAN - Le autorità iraniane minimizzano gli effetti delle sanzioni occidentali sul greggio di Teheran, annunciate ieri come ormai prossime. "Queste sanzioni sono una guerra economica contro di noi. I nemici non hanno potuto colpire il nostro popolo, vogliono colpire la nostra economia", ha dichiarato il ministro dell'economia, Shamseddine Hosseini, citato dall'agenzia ufficiale Irna. "Speriamo che il petrolio iraniano non sia mai preso di mira da sanzioni, ma abbiamo adottato le misure necessarie per farvi fronte", ha affermato da parte sua il direttore degli affari internazionali della società nazionale del petrolio iraniano (nioc), Mohssen Ghamsari, citato dai mass media. "Nella misura in cui c'è una mancanza di offerta, gli occidentali non potranno sanzionare il petrolio iraniano", ha sottolineato.

Ieri è stato raggiunto un accordo di principio tra i paesi dell'Unione europea per imporre un embargo sull'esportazione del petrolio iraniano in occasione del vertice dei ministri europei degli affari esteri in programma il prossimo 30 gennaio a Bruxelles. L'intesa prevede l'interdizione sull'acquisto di greggio iraniano se Teheran continuerà a mantenere la sua posizione intransigente sul suo controverso programma nucleare.

Secondo il New York Times, le sanzioni europee sarebbero comunque adottate in modo scaglionato per evitare squilibri sul mercato delle forniture globali e difficilmente arriverebbero entro fine gennaio. L'approccio scaglionato, prosegue il giornale, "darebbe anche ai mercati il tempo di assorbire il gap creatosi con l'embargo". "C'è ancora molto lavoro da fare" ha detto al quotidiano una fonte diplomatica spiegando che sul tavolo ci sono anche "divergenze" sulle sanzioni da applicare al settore finanziario, incluse le transazioni con la Banca centrale di Teheran.

D'accordo con le sanzioni è anche il ministro degli Esteri Giulio Terzi di Santagata. "L'Italia sostiene sostiene il regime sanzionatorio deciso in ambito Onu ed europeo, finalizzato a ricondurre Teheran ad un atteggiamento cooperativo che innanzitutto nel suo interesse", ha detto il titolare della Farnesina. "Un Iran dotato dell'arma nucleare rappresenterebbe una minaccia molto grave non solo per gli Stati Uniti, ma per tutto il pianeta", ha aggiunto il ministro in un'intervista con il portale d'informazione europea Euractiv.It.

L'atteggiamento di Teheran è più morbido con Mosca. Dopo una conversazione telefonica con il presidente russo Dmitri Medvedev, il presidente Mahmoud Ahmadinejad ha detto che l'Iran appoggia la proposta russa di un "piano per ripristinare la fiducia nel programma nucleare iraniano" e con la Russia concorda che solo tramite il dialogo politico si possono risolvere la crisi in Siria e, in generale, i problemi del Medio Oriente: lo ha riferito l'ufficio stampa del Cremlino.

http://www.repubblica.it/esteri/2012/01 ... -27631482/



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MessaggioInviato: 06/01/2012, 14:08 
Cita:
Iran, i Pasdaran: «Esercitazioni a Hormuz»
Nuove manovre navali nello Stretto: «Abbiamo il controllo»

Timori per il traffico petrolifero in caso di una serrata

MILANO - La tensione intorno allo Stretto di Hormuz - una delle principali vie di trasporto marittimo del petrolio - non accenna a scemare. La porzione di mare tra l'Iran e l'Oman è stata scenario di un'esercitazione della marina iraniana durata dieci giorni.

PORTAEREI - Una portaerei americana, la Uss Stennis, era transitata per lo stretto in direzione del Golfo di Oman e quindi dell'Oceano, provocando l'irritazione di Teheran («Che non torni indietro»).

ESERCITAZIONI - Adesso i Pasdaran, le Guardie della Rivoluzione, hanno annunciato che dal 21 gennaio al 19 febbraio effettueranno le proprie esercitazioni navali nella zona. L'ammiraglio Ali Fadavi ha spiegato che le manovre, denominate «Il Grande Profeta» saranno «diverse da quelle precedenti», e «dimostreranno» che la Repubblica islamica «ha il controllo dell'insieme dello Stretto di Hormuz e di tutti i movimenti nella regione», secondo quanto riportano le agenzie iraniane. I Pasdaran da sette anni effettuano esercitazioni nel Golfo, ma questa sembra essere un'altra dimostrazione di forza dopo le minacce di serrata dello Stretto, e i conseguenti timori dei paesi del Golfo membri dell'Opec che perderebbero il loro principale canale di esportazione del greggio.

SANZIONI - Gli Stati Uniti hanno recentemente inasprito le sanzioni economiche nei confronti dell'Iran, 'colpevole' di non voler rinunciare al suo programma nucleare, ritenuto di natura militare dall'Occidente. In particolare, l'Occidente vuole isolare la Banca centrale iraniana, fatto inaccettabilr per Teheran, che ha espressamente parlato di «guerra economica». Principalmente colpito è il mercato del petrolio, con l'Iran che è il quarto esportatore mondiale e che si trova in netta difficoltà, dato che il greggio costituisce l'80% dell'economia statale. La probabile adozione da parte dell'Unione europea dell'embargo sul petrolio iraniano sarà discussa dal Consiglio Ue del 30 gennaio.

fonte: http://www.corriere.it/esteri/12_gennai ... 4545.shtml


Ultima modifica di GIANLUCA1989 il 06/01/2012, 14:08, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 06/01/2012, 14:18 
In questo quadro geopolitico generale, può essere utile
considerare alcuni aspetti legati alla reali fazioni in campo:

http://www.ufoforum.it/topic.asp?whichp ... _ID=207480



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MessaggioInviato: 06/01/2012, 17:29 
Cita:
bleffort ha scritto:

Sarei curioso di vedere se una flotta di navi da guerra Iraniana e armata pure di missili Nucleari,si trovasse a passare da lì per caso!,a poche miglia dalla costa Americana!. (ma nelle acque internazionali)
Sezione9 che ne pensi tu,secondo te lo potrebbero fare?. [;)]


Bleffort, se lle nozioni di geografia non m'ingannano, le coste americane confinano con ... niente! [^]



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MessaggioInviato: 07/01/2012, 20:48 
Migliaia di truppe di terra statunitensi in Israele. Portaerei in arrivo

Gli aerei da combattimento voleranno in missioni con aerei israeliani . I 9.000 militari statunitensi si raduneranno in Israele nelle prossime settimane sono per lo più aviatori, i team di intercettazione missilistica, marines, marinai, tecnici e funzionari dei servizi segreti.

I soldati americani in arrivo sono ufficialmente classificati come partecipanti Sfida Austero 12, le più grande manovre congiunte USA-Israele di guerra mai realizzata.

http://www.debka.com/article/21629/


Ultima modifica di ubatuba il 07/01/2012, 20:49, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 07/01/2012, 20:49 
Ah, ma è un'esercitazione ...[;)]



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MessaggioInviato: 08/01/2012, 09:49 
Cita:
Ufologo 555 ha scritto:

Cita:
bleffort ha scritto:

Sarei curioso di vedere se una flotta di navi da guerra Iraniana e armata pure di missili Nucleari,si trovasse a passare da lì per caso!,a poche miglia dalla costa Americana!. (ma nelle acque internazionali)
Sezione9 che ne pensi tu,secondo te lo potrebbero fare?. [;)]


Bleffort, se lle nozioni di geografia non m'ingannano, le coste americane confinano con ... niente! [^]

Quando è il limite delle acque territoriali? sarà di 20 miglia?,ecco vediamo se navi da guerra Iraniane navigassero a 25-30 miglia dalla Costa Statunitense,sono o no acque internazionali!!.,o i trattati valgono solo per cert'uni e per altri no!!. [:(]


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MessaggioInviato: 08/01/2012, 10:06 
Le acque territoriali , per quello che ricordo, sono di 12 miglia dalla costa.
Però, ripeto, come esempo non regge, perché gli Stati Uniti non hanno nessuno con cui spartire le acque territoriali; quindi come esempio non regge. Anche perché, cosa ci andrebbero a fare? Ci hanno provato solo i sovietici, qualche volta ...
Comunque, lo Stretto di Hormuz è ... stretto! in più c'è l trattato internazionale per simili cose.[;)] Quindi, non si può bloccare.



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MessaggioInviato: 08/01/2012, 11:18 
Cita:
Ufologo 555 ha scritto:

Le acque territoriali , per quello che ricordo, sono di 12 miglia dalla costa.
Però, ripeto, come esempo non regge, perché gli Stati Uniti non hanno nessuno con cui spartire le acque territoriali; quindi come esempio non regge. Anche perché, cosa ci andrebbero a fare? Ci hanno provato solo i sovietici, qualche volta ...
Comunque, lo Stretto di Hormuz è ... stretto! in più c'è l trattato internazionale per simili cose.[;)] Quindi, non si può bloccare.


e la piattaforma continentale
dove la metti?

dovrei rivedere il codice internazionale,
ma mi pare che siano più di 12 miglia..

l'embargo petrolifero dell'iran
è legittimo (sancito dall'onu)?
o unilaterale?

io dico la seconda..
(non credo russia/cina avvallerebbero)

ergo torto per torto..



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https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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MessaggioInviato: 08/01/2012, 16:43 
Non sempre notizie pessime. [:)]

Cita:
08/01/2012 - ANCHE LA GRAN BRETAGNA INVIA UN CACCIATORPEDINIERE. DIPLOMAZIA SEGRETA AL LAVORO
Peschereccio liberato
L’Iran ringrazia gli Usa


"Atto di umanità" Nel Golfo al via manovre navali contrapposte
GIORDANO STABILE



Il peschereccio e la portaerei. L'improvviso spiraglio tra i venti di guerra che soffiano nel Golfo Persico arriva da una vecchia imbarcazione tradizionale, il «dhow» Al Mulahi, per due mesi nelle mani dei pirati somali, liberato venerdì dalla gigantesca Uss Stennis, 90 mila tonnellate di dislocamento e due reattori nucleari come propulsore. Il governo iraniano, dopo ventiquattr’ore di esitazione, ha ringraziato ufficialmente gli americani per il salvataggio dei suoi tredici marinai: «Questa azione della Marina statunitense è stata un gesto umanitario a cui diamo il benvenuto - ha detto ieri il portavoce del ministero degli Esteri -. Tutti i Paesi dovrebbero lottare contro la pirateria».

Un grazie con qualche imbarazzo, dopo che nei giorni scorso Teheran aveva annunciato nuove manovre navali, dei Pasdaran, nello Stretto di Hormuz e ammonito proprio la Stennis a «non fare ritorno nel Golfo». Diversa è stata la reazioni dei pescatori ostaggi dei somali, quando hanno visto arrivare gli elicotteri Usa mandati a liberarli. «È come se vi avesse mandati Dio - li ha ringraziati uno di loro -, ogni notte pregavamo che accadesse e ora siete qui». Il loro «dhow» era stato sequestrato in novembre al largo dell’Oman e trasformato in «nave madre», base non sospetta, perché battente bandiera iraniana, da dove lanciare abbordaggi, con l’equipaggio ridotto in schiavitù.

Venerdì i pirati hanno avvistato il Sunshine, un cargo in viaggio tra Calais, Francia, e Bandar Abbas, Iran. Ma il mercantile ha chiesto aiuto e all’orizzonte sono comparse tre navi statunitensi, la Stennis, una nave da rifornimento, e l’incrociatore Uss Mobile Bay. Gli americani hanno prima liberato il Sunshine, poi sono risaliti alla nave madre, il peschereccio e, parlando con gli iraniani in una lingua che i pirati non conoscevano, l’urdu, hanno capito che erano in ostaggio. E hanno catturato i bucanieri nascosti nella stiva.

Ora l’Al Mulahi fa rotta verso il porto iraniano più vicino, attraverso lo Stretto di Hormuz che dal 21 gennaio, quando cominceranno nuove manovre dei Pasdaran tese a dimostrare che «l’Iran è in grado di controllare il Golfo», rischia di trasformarsi in una polveriera. Verso le acque dello Stretto è già diretto il potente cacciatorpediniere britannico Hms Daring, 8 mila tonnellate di dislocamento e armamenti di ultima generazione anti-nave e anti-aerei. Mentre Stati Uniti e Israele hanno annunciato un’esercitazione congiunta di difesa missilistica battezzata Austere Challenge 12, proprio per rintuzzare i progressi iraniani in campo balistico.

Tanto per mettere altra carne sul fuoco i Pasdaran hanno dato il via, ieri, a manovre terrestri, al confine con l’Afghanistan, in pratica di fronte ai 120 mila militari Usa che pattugliano il Paese. E, per dare un’idea di quanto Washington prenda sul serio l’ipotesi di un incidente che blocchi lo Stretto di Hormuz, da dove passa oltre un terzo del petrolio mondiale trasportato via mare, Corea del Sud e Giappone hanno ridotto le loro importazioni di greggio dall’Iran, su pressione americana. Ma, oltre alla «diplomazia del peschereccio», qualcosa di muove anche sul fronte diplomatico: secondo l’agenzia islamica iraniana Mehr, una delegazione statunitense guidata dell’ex diplomatico Thomas Pickering avrebbe avuto incontri segreti, in Turchia, con gli esponenti di alcuni think tank iraniani legati al regime.

Fonte



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MessaggioInviato: 09/01/2012, 01:45 
INDEBOLIRE L’IRAN PER L’ATTACCO FINALE

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http://www.altrainformazione.it/wp/2012 ... co-finale/

gen 7th, 2012

DI WAYNE MADSEN
Strategic Culture

In un certo senso, la tanto attesa guerra dell’America e di Israele contro l’Iran é già iniziata. Non é il tipo di guerra che ci si aspettava (uno stile a sorpresa da manuale israeliano e un attacco lampo alle installazioni nucleari iraniane, seguito da un’intensa campagna di bombardamenti aerei da parte degli Stati Uniti e della Nato), bensì una guerra segreta dal carattere tranquillo e inaspettato. La guerra segreta, risultata nell’aumento di velivoli statunitensi radioguidati nei cieli dell’Iran e nell’incremento di esplosioni sospette alle installazioni militari iraniane, é stata associata a un’azione di destabilizzazione di tutti gli alleati e amici dell’Iran, compresi Siria, Russia, Cina, Corea del Nord e Venezuela…
Tale strategia d’attacco multifronte ha mandato un messaggio chiaro all’Iran, che é minacciato a casa propria dai sabotaggi segreti e non può più contare sui suoi alleati esteri, che devono fare i conti con problemi interni causati da Stati Uniti e Israele.

Nonostante la Libia di Muammar Gheddafi non fosse un alleato dell’Iran, l’ascesa al potere di elementi filosauditi wahabiti e sunniti-salafiti a Tripoli e a Bengasi aumenta la falange di stati arabi che si oppone attivamente al governo sciita di Teheran. Il successo della Fratellanza Musulmana e dei partiti salafiti alle elezioni parlamentari in Egitto é un ulteriore fattore di preoccupazione per l’Iran.

Tuttavia, é la potenziale perdita di potere del regime di Bashar al Assad in Siria a rappresentare la peggiore disfatta immediata per l’Iran. La Siria é stata l’alleato del mondo arabo più vicino all’Iran. L’Occidente, i sauditi e i qatarioti hanno appoggiato gli elementi salafiti, terroristi inclusi, che hanno commesso la loro parte di atrocità in Siria, come quelle contro i sostenitori di Gheddafi o i massacri razzisti degli lavoratori africani e libici di colore durante la guerra civile in Libia.

Ai confini dell’Iran e nelle aree marine adiacenti, i paesi che ospitano le forze militari americane (Kuwait, Arabia Saudita, Qatar, Bahrein, Emirati Arabi Uniti, Oman, Turchia e Afghanistan) si stanno preparando a un conflitto militare con l’Iran. Anche se l’amministrazione Obama ha proclamato la fine dell’occupazione militare degli Stati Uniti in Iraq, alcune forze americane restano nel paese, così come un gruppo di organi di sicurezza privata paramilitare.

Con la notizia che in Iraq, dove prevale lo Sciismo, il governo filoiraniano di Nouri al Maliki a Baghdad ha formato un’alleanza militare con l’Iran e che il vicepresidente sunnita dell’Iraq, Tareq al-Hashimy, ha cercato protezione dall’arresto presso il governo di Maliki nel Kurdistan iracheno, ci si aspetta che gli Stati Uniti aumentino la propria presenza militare segreta e non nelle aree sunnite dell’Iraq nella parte occidentale del paese, così come nel Kurdistan iracheno. Le prime linee del fronte in un confronto militare americano e/o israeliano con l’Iran potrebbero formarsi lungo le linee di scontro tra sciiti e sunniti in Iraq, una nazione già molto debole e decimata dalla guerra.

Le forze della Guardia Rivoluzionaria Iraniana potrebbero alla fine attraversare i confini dell’Iraq per sostituire le restanti forze americane e i loro bracci armati sunniti e curdi.

Gli Stati Uniti hanno fatto pressione su Maliki perché non schieri le sue forze contro i 3400 esiliati iraniani, per la maggior parte membri del gruppo rivoluzionario Mujaheddin-e-Khalq che un tempo avevano l’appoggio di Saddam Hussein. Le forze MEK contro il regime di Teheran ora godono dell’appoggio di alcuni politici americani ma sono considerati dei terroristi dagli iraniani. Dai tempi dell’occupazione statunitense in Iraq, i rifugiati del MEK sono stati messi sotto assedio a Camp Ashraf. Gli Stati Uniti hanno fatto pressione su Maliki affinché consenta agli iraniani di ristabilirsi a Camp Liberty vicino a Baghdad, prima che gli Stati Uniti procedano all’esfiltrazione dell’Iraq. Non é stato firmato nessun accordo finale tra Washington e Baghdad, ma le forze lealiste del MEK potrebbero finire in uno degli stati del Golfo e rendersi disponibili per future operazioni di guerriglia all’interno dell’Iran.

L’altra incognita nel futuro degli Stati Uniti é il Pakistan, i cui rapporti con Washington sono al momento interrotti dopo gli intensi e continui attacchi americani che hanno causato la morte dei soldati pakistani di frontiera e di alcuni civili. Il presidente corrotto del Pakistan, Ali Asraf Zardari, vedovo di Benazir Bhutto, é visto come un fallimento. Come quelle di George Soros e del National Endowment for Democracy (NED), le ribellioni “a tema” vengono attualmente fomentate contro gli alleati diplomatici e i partner economici e militari dell’Iran, quali Russia e, Cina, mentre il Pakistan, la sola potenza nucleare del mondo musulmano, é nel mezzo di un’insurrezione “popolare” guidata da Imran Khan, ex giocatore di cricket entrato in politica.

Il partito pakistano Tehreek-e-Insaf (Movimento per la Giustizia) di Khan radunato recentemente oltre 100.000 persone a Karachi, dove i manifestanti hanno richiesto a gran voce riforme politiche ed economiche e la fine della corruzione praticata da Zardari e dai suoi amici. Il messaggio assomiglia a quello delle forze anti-Vladimir Putin a Mosca, contro la corruzione e l’istituzione di riforme politiche. Persino il numero di manifestanti é lo stesso: 100.000 sia nell’ultima protesta contro Putin a Mosca, sia nella protesta anti-Zardari a Karachi.

Tuttavia, Khan é appoggiato dall’élite istruita e professionista del Pakistan, per la maggior parte formata da giovani. La sua ex moglie è la londinese Jemima Goldsmith Khan, un agente che opera in Islam e imparentata con la famiglia Rothschild. Anche se ha divorziato da Khan nel 2004, Jemima Khan sostiene gli obbiettivi del movimento PTI dell’ex marito. Il PTI sta iniziando a riscuotere sostegno politico in Pakistan da alcuni ex membri e funzionari del Partito del Popolo di Zardari, un segnale che ci mostra come Khan stia espandendo la propria base.

Jemima Khan ha anche aderito all’appello a favore di Julian Assange di WikiLeaks, una chiara indicazione che il movimento di Khan è davvero vicino al concetto dell’"infiltrazione cognitiva e della dissidenza" propugnato da Soros-NED-CIA e applicato in varie nazioni.

Khan ha dovuto assumere un tono anti-americano per condannare gli attacchi incessanti della presenza militare statunitense in Pakistan. In ogni caso, Khan, per rimanere un candidato al potere, deve seguire una linea politica nazionalista perché l’America é odiata da un ampio spaccato della popolazione pachistana. Khan sta adottando lo stesso approccio politico privo di carattere assunto da Barack Obama nel 2008, prendendo a prestito alcuni elementi dalla sua campagna come i poster elettorali con le scritte “Speranza” e “Cambiamento” che tappezzano tutto il Pakistan e persino usando lo stesso slogan di Obama, con un leggero cambiamento: “Yes We Khan”.

Ci si aspetta che l’intensa campagna aerea americana fondata su velivoli automatici (Unmanned Aerial Vehicle – UAV), che utilizza tecnologie dell’intelligence e droni armati, continui nonostante la presa iraniana di un sofisticato drone americano a reazione (RQ0170 Sentinel) fatto precipitare in Iran. Inoltre, circolano voci che Israele potrebbe essere in possesso di basi di droni e altre tecnologie dell’intelligence da utilizzare contro l’Iran dall’Azerbaijan, sulla frontiera settentrionale dell’Iran. Si sospetta che gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e Israele siano i responsabili di questi attacchi segreti (fisici e cibernetici) contro il programma di sviluppo nucleare iraniano.

Scienziati nucleari iraniani e funzionari della difesa sono stati assassinati e sequestrati da agenti dell’intelligence occidentale che operano in Iran e in altre nazioni. Ci sono state misteriose esplosioni nella base di produzione dei missili iraniani appena fuori da Teheran e presso l’istallazione nucleare vicino a Esfahan. L’Occidente, inoltre, sta usando gruppi di guerriglia formati da minoranze iraniane per condurre operazioni all’interno dell’Iran, compresi gli Arabi iraniani nel sud-ovest del paese, i curdi nel nord e i beluci nel sud-est.

Nonostante le azioni militari UAV contro l’Iran siano state ampiamente denunciate, l’uso di veicoli sottomarini autonomi (Unmanned Undersea Vehicles – UUV) contro le forze navali dell’Iran, attualmente impegnate in grosse operazioni nel Golfo, non può essere ignorato. La marina americana potrebbe usare gli UUV per condurre azioni mirate all’interno della zona navale iraniana di Bandar Abbas nel Golfo e in un prossimo futuro potrebbe effettuare azioni di sabotaggio sui vascelli iraniani e annullare la minaccia delle mine iraniane facendole esplodere.

É inoltre risaputo che Israele mantiene due dei suoi sottomarini diesel elettrici della Classe Dolphin nel Golfo. Questi sottomarini trasportano missili da crociera molto probabilmente dotati di testate nucleari.

Nel frattempo, l’Occidente non lascia nulla di intentato nella neutralizzare ogni sostegno fornito dagli alleati all’Iran. Oltre a sostenere le proteste contro la Russia e la Cina (le cosiddette rivoluzioni “bianche”), l’amico dell’Iran in Venezuela, Hugo Chavez, é accusato di collaborare con gli iraniani allo sviluppo di armi nucleari in Venezuela, una vecchia storia totalmente infondata, e di appoggiare gli Hezbollah libanesi e venezuelani coinvolti nel narcotraffico in Messico. Quest’ultima versione é stata fatta circolare dall’emittente televisiva in lingua spagnola Univision, che appartiene al famoso magnate israelo-americano di Hollywood Chaim Saban, un sionista che finanzia il Saban Centre della Brooking Institution. Il Saban Centre permette anche ai propagandisti dal proprio ufficio satellitare a Doha, in Qatar, di influenzare la propaganda in stile Fox News, spacciata per “notiziario”, trasmessa dagli studi di Al Jazeera a Doha.

Gli alleati Hezbollah libanesi dell’Iran e il governo del Sudan e della Corea del Nord, noti per mantenere stretti rapporti con Teheran, subiscono nuovamente le pressioni dell’Occidente, in particolar modo la Corea del Nord dopo l’improvvisa morte di Kim Jong-il. Mentre si affastellano le voci a Seul e a Pechino secondo cui Kim Jong potrebbe essere stato assassinato da ufficiali militari in una contesa di potere sfociata in un colpo di stato, il ruolo della Corea del Nord come fonte di missili iraniani e di tecnologia nucleare potrebbe ora non essere più certo. Il Sudan, che ha già perso il Sudan del Sud in mano a un regime filoisraeliano, rischia ora di perdere anche il Darfur e il Nord Kordofan, lasciando Karthoum con un regime impotente.

Negli Stati Uniti, i propagandisti sionisti stanno diffondendo voci assurde circa un presunto coinvolgimento dell’Iran negli attacchi dell’11 settembre con Al Qaeda, l’organizzazione inventata da Mossad e dalla CIA.

Rimane un fatto. L’Iran al momento sta facendo i conti con una guerra non dichiarata finanziata dall’Occidente e da Israele. Si tratta una guerra di virus informatici (come lo Stuxnet, creato da Israele), di propaganda, di sostegno a ribelli armati, omicidi e sabotaggi segreti e di pressione politica contro gli alleati dell’Iran in tutto il mondo. L’Occidente si aspetta che un tale indebolimento dell’Iran trasformi l’assalto militare finale alla nazione in un “gioco da ragazzi”.


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Fonte: Softening Up Iran for the Final Attack

Traduzione per comedonchisciotte.org a cura di CRISTINA URONI



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

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