03/01/2012, 14:20
03/01/2012, 18:30
03/01/2012, 18:35
03/01/2012, 22:27
05/01/2012, 14:55
Iran minimizza le sanzioni contro il petrolio
"Vogliono colpirci, pronte contromisure"
Teheran reagisce all'annuncio di un embargo sull'importazione di greggio in Europa. Medvedev parla con Ahmadinejad: "Solo col dialogo si può risolvere la crisi". Il ministro Terzi di Santagata: sì alla decisione Ue "per ricondurre il Paese a un atteggiamento cooperativo"
TEHERAN - Le autorità iraniane minimizzano gli effetti delle sanzioni occidentali sul greggio di Teheran, annunciate ieri come ormai prossime. "Queste sanzioni sono una guerra economica contro di noi. I nemici non hanno potuto colpire il nostro popolo, vogliono colpire la nostra economia", ha dichiarato il ministro dell'economia, Shamseddine Hosseini, citato dall'agenzia ufficiale Irna. "Speriamo che il petrolio iraniano non sia mai preso di mira da sanzioni, ma abbiamo adottato le misure necessarie per farvi fronte", ha affermato da parte sua il direttore degli affari internazionali della società nazionale del petrolio iraniano (nioc), Mohssen Ghamsari, citato dai mass media. "Nella misura in cui c'è una mancanza di offerta, gli occidentali non potranno sanzionare il petrolio iraniano", ha sottolineato.
Ieri è stato raggiunto un accordo di principio tra i paesi dell'Unione europea per imporre un embargo sull'esportazione del petrolio iraniano in occasione del vertice dei ministri europei degli affari esteri in programma il prossimo 30 gennaio a Bruxelles. L'intesa prevede l'interdizione sull'acquisto di greggio iraniano se Teheran continuerà a mantenere la sua posizione intransigente sul suo controverso programma nucleare.
Secondo il New York Times, le sanzioni europee sarebbero comunque adottate in modo scaglionato per evitare squilibri sul mercato delle forniture globali e difficilmente arriverebbero entro fine gennaio. L'approccio scaglionato, prosegue il giornale, "darebbe anche ai mercati il tempo di assorbire il gap creatosi con l'embargo". "C'è ancora molto lavoro da fare" ha detto al quotidiano una fonte diplomatica spiegando che sul tavolo ci sono anche "divergenze" sulle sanzioni da applicare al settore finanziario, incluse le transazioni con la Banca centrale di Teheran.
D'accordo con le sanzioni è anche il ministro degli Esteri Giulio Terzi di Santagata. "L'Italia sostiene sostiene il regime sanzionatorio deciso in ambito Onu ed europeo, finalizzato a ricondurre Teheran ad un atteggiamento cooperativo che innanzitutto nel suo interesse", ha detto il titolare della Farnesina. "Un Iran dotato dell'arma nucleare rappresenterebbe una minaccia molto grave non solo per gli Stati Uniti, ma per tutto il pianeta", ha aggiunto il ministro in un'intervista con il portale d'informazione europea Euractiv.It.
L'atteggiamento di Teheran è più morbido con Mosca. Dopo una conversazione telefonica con il presidente russo Dmitri Medvedev, il presidente Mahmoud Ahmadinejad ha detto che l'Iran appoggia la proposta russa di un "piano per ripristinare la fiducia nel programma nucleare iraniano" e con la Russia concorda che solo tramite il dialogo politico si possono risolvere la crisi in Siria e, in generale, i problemi del Medio Oriente: lo ha riferito l'ufficio stampa del Cremlino.
http://www.repubblica.it/esteri/2012/01 ... -27631482/
06/01/2012, 14:08
Iran, i Pasdaran: «Esercitazioni a Hormuz»
Nuove manovre navali nello Stretto: «Abbiamo il controllo»
Timori per il traffico petrolifero in caso di una serrata
MILANO - La tensione intorno allo Stretto di Hormuz - una delle principali vie di trasporto marittimo del petrolio - non accenna a scemare. La porzione di mare tra l'Iran e l'Oman è stata scenario di un'esercitazione della marina iraniana durata dieci giorni.
PORTAEREI - Una portaerei americana, la Uss Stennis, era transitata per lo stretto in direzione del Golfo di Oman e quindi dell'Oceano, provocando l'irritazione di Teheran («Che non torni indietro»).
ESERCITAZIONI - Adesso i Pasdaran, le Guardie della Rivoluzione, hanno annunciato che dal 21 gennaio al 19 febbraio effettueranno le proprie esercitazioni navali nella zona. L'ammiraglio Ali Fadavi ha spiegato che le manovre, denominate «Il Grande Profeta» saranno «diverse da quelle precedenti», e «dimostreranno» che la Repubblica islamica «ha il controllo dell'insieme dello Stretto di Hormuz e di tutti i movimenti nella regione», secondo quanto riportano le agenzie iraniane. I Pasdaran da sette anni effettuano esercitazioni nel Golfo, ma questa sembra essere un'altra dimostrazione di forza dopo le minacce di serrata dello Stretto, e i conseguenti timori dei paesi del Golfo membri dell'Opec che perderebbero il loro principale canale di esportazione del greggio.
SANZIONI - Gli Stati Uniti hanno recentemente inasprito le sanzioni economiche nei confronti dell'Iran, 'colpevole' di non voler rinunciare al suo programma nucleare, ritenuto di natura militare dall'Occidente. In particolare, l'Occidente vuole isolare la Banca centrale iraniana, fatto inaccettabilr per Teheran, che ha espressamente parlato di «guerra economica». Principalmente colpito è il mercato del petrolio, con l'Iran che è il quarto esportatore mondiale e che si trova in netta difficoltà, dato che il greggio costituisce l'80% dell'economia statale. La probabile adozione da parte dell'Unione europea dell'embargo sul petrolio iraniano sarà discussa dal Consiglio Ue del 30 gennaio.
fonte: http://www.corriere.it/esteri/12_gennai ... 4545.shtml
06/01/2012, 14:18
06/01/2012, 17:29
bleffort ha scritto:
Sarei curioso di vedere se una flotta di navi da guerra Iraniana e armata pure di missili Nucleari,si trovasse a passare da lì per caso!,a poche miglia dalla costa Americana!. (ma nelle acque internazionali)
Sezione9 che ne pensi tu,secondo te lo potrebbero fare?.
07/01/2012, 20:48
07/01/2012, 20:49
08/01/2012, 09:49
Ufologo 555 ha scritto:bleffort ha scritto:
Sarei curioso di vedere se una flotta di navi da guerra Iraniana e armata pure di missili Nucleari,si trovasse a passare da lì per caso!,a poche miglia dalla costa Americana!. (ma nelle acque internazionali)
Sezione9 che ne pensi tu,secondo te lo potrebbero fare?.
Bleffort, se lle nozioni di geografia non m'ingannano, le coste americane confinano con ... niente!
08/01/2012, 10:06
08/01/2012, 11:18
Ufologo 555 ha scritto:
Le acque territoriali , per quello che ricordo, sono di 12 miglia dalla costa.
Però, ripeto, come esempo non regge, perché gli Stati Uniti non hanno nessuno con cui spartire le acque territoriali; quindi come esempio non regge. Anche perché, cosa ci andrebbero a fare? Ci hanno provato solo i sovietici, qualche volta ...
Comunque, lo Stretto di Hormuz è ... stretto! in più c'è l trattato internazionale per simili cose.Quindi, non si può bloccare.
08/01/2012, 16:43
08/01/2012 - ANCHE LA GRAN BRETAGNA INVIA UN CACCIATORPEDINIERE. DIPLOMAZIA SEGRETA AL LAVORO
Peschereccio liberato
L’Iran ringrazia gli Usa
"Atto di umanità" Nel Golfo al via manovre navali contrapposte
GIORDANO STABILE
Il peschereccio e la portaerei. L'improvviso spiraglio tra i venti di guerra che soffiano nel Golfo Persico arriva da una vecchia imbarcazione tradizionale, il «dhow» Al Mulahi, per due mesi nelle mani dei pirati somali, liberato venerdì dalla gigantesca Uss Stennis, 90 mila tonnellate di dislocamento e due reattori nucleari come propulsore. Il governo iraniano, dopo ventiquattr’ore di esitazione, ha ringraziato ufficialmente gli americani per il salvataggio dei suoi tredici marinai: «Questa azione della Marina statunitense è stata un gesto umanitario a cui diamo il benvenuto - ha detto ieri il portavoce del ministero degli Esteri -. Tutti i Paesi dovrebbero lottare contro la pirateria».
Un grazie con qualche imbarazzo, dopo che nei giorni scorso Teheran aveva annunciato nuove manovre navali, dei Pasdaran, nello Stretto di Hormuz e ammonito proprio la Stennis a «non fare ritorno nel Golfo». Diversa è stata la reazioni dei pescatori ostaggi dei somali, quando hanno visto arrivare gli elicotteri Usa mandati a liberarli. «È come se vi avesse mandati Dio - li ha ringraziati uno di loro -, ogni notte pregavamo che accadesse e ora siete qui». Il loro «dhow» era stato sequestrato in novembre al largo dell’Oman e trasformato in «nave madre», base non sospetta, perché battente bandiera iraniana, da dove lanciare abbordaggi, con l’equipaggio ridotto in schiavitù.
Venerdì i pirati hanno avvistato il Sunshine, un cargo in viaggio tra Calais, Francia, e Bandar Abbas, Iran. Ma il mercantile ha chiesto aiuto e all’orizzonte sono comparse tre navi statunitensi, la Stennis, una nave da rifornimento, e l’incrociatore Uss Mobile Bay. Gli americani hanno prima liberato il Sunshine, poi sono risaliti alla nave madre, il peschereccio e, parlando con gli iraniani in una lingua che i pirati non conoscevano, l’urdu, hanno capito che erano in ostaggio. E hanno catturato i bucanieri nascosti nella stiva.
Ora l’Al Mulahi fa rotta verso il porto iraniano più vicino, attraverso lo Stretto di Hormuz che dal 21 gennaio, quando cominceranno nuove manovre dei Pasdaran tese a dimostrare che «l’Iran è in grado di controllare il Golfo», rischia di trasformarsi in una polveriera. Verso le acque dello Stretto è già diretto il potente cacciatorpediniere britannico Hms Daring, 8 mila tonnellate di dislocamento e armamenti di ultima generazione anti-nave e anti-aerei. Mentre Stati Uniti e Israele hanno annunciato un’esercitazione congiunta di difesa missilistica battezzata Austere Challenge 12, proprio per rintuzzare i progressi iraniani in campo balistico.
Tanto per mettere altra carne sul fuoco i Pasdaran hanno dato il via, ieri, a manovre terrestri, al confine con l’Afghanistan, in pratica di fronte ai 120 mila militari Usa che pattugliano il Paese. E, per dare un’idea di quanto Washington prenda sul serio l’ipotesi di un incidente che blocchi lo Stretto di Hormuz, da dove passa oltre un terzo del petrolio mondiale trasportato via mare, Corea del Sud e Giappone hanno ridotto le loro importazioni di greggio dall’Iran, su pressione americana. Ma, oltre alla «diplomazia del peschereccio», qualcosa di muove anche sul fronte diplomatico: secondo l’agenzia islamica iraniana Mehr, una delegazione statunitense guidata dell’ex diplomatico Thomas Pickering avrebbe avuto incontri segreti, in Turchia, con gli esponenti di alcuni think tank iraniani legati al regime.
Fonte
09/01/2012, 01:45