07/01/2012, 11:38
mik.300 ha scritto:Angeldark ha scritto:mik.300 ha scritto:
ricordo tempo fa 1 euro -> 1,5 chf
Pensa che stamani è 1 euro= 1,216 chf
volevo dire..
-> nessuno può dirsi al sicuro..
spero di aver espresso bene il concetto..

Il segreto bancario elvetico è un segreto parziale, poiché esiste l’obbligo per gli istituti di credito di collaborare e consegnare tutta la documentazione richiesta dalla magistratura in caso di attività criminali, processi penali, procedimenti di esecuzione forzata e di frode fiscale.
Il diritto di accedere alle informazioni bancarie vale anche, a prescindere che il reato sia commesso in Svizzera o all’estero, per le autorità estere in virtù di trattati come la Convenzione europea di assistenza giudiziaria penale (CEAG) oppure della legge federale sull'assistenza internazionale in materia penale (AIMP).
A seguito delle pressioni internazionali[4] per la crisi economica, il 13 marzo 2009 il consigliere federale e capo del dicastero delle finanze Hans-Rudolf Merz ha annunciato la revisione delle norme sul segreto bancario svizzero, allineandosi con le richieste dell'OCSE[5]. A ciò è seguita la stipula di una serie di nuove convenzioni per la doppia imposizione che prevedono la possibilità di scambio di dati tra gli istituti di credito elvetici e le istituzioni straniere anche qualora vi sia richiesta esplicita e fondati sospetti di evasione fiscale. La decisione ha sollevato forti polemiche interne[5]. Nel febbraio 2011 il governo ha annunciato l'intenzione di estendere l'assistenza alla comunicazione del numero di conto bancario del presunto reo.[6]
Il contenzioso che oppone da anni Svizzera ed Unione Europea (Italia in particolare) verte sul fatto che le autorità elvetiche si rifiutano di dar seguito a rogatorie internazionali per evasione fiscale visto che la stessa (a differenza della frode fiscale che implica invece la falsificazione di documenti) non è considerata reato dal diritto elvetico, ma è soggetta solo a sanzioni amministrative[9].
Le parti hanno trovato un accordo che prevede da parte svizzera l’applicazione di una ritenuta fiscale del 35% sugli interessi provenienti da capitali d’investitori con domicilio in un paese europeo. La stessa (in misura del 75%) viene poi bonificata all’UE garantendo l’anonimato dei clienti. Questa misura, in contrasto con i tentativi di eludere il pagamento delle tasse sul capitale, è stata modellata su un sistema già in vigore in Svizzera (imposta preventiva) che prevede, per clienti residenti in Svizzera, una ritenuta fiscale alla fonte del 35% sui ricavi da investimenti finanziari, che può essere recuperata dal cliente solo ed unicamente dichiarando tali averi alle autorità fiscali[10].
07/01/2012, 11:51
mik.300 ha scritto:Indiana Pipps ha scritto:kaltony ha scritto:
beh se l'euro va verso la rottura è più probabile che domani ne compri 5 di monete locali e dopodomani 3
Ho notato come ad ogni tonfo borsistico alcune valute internazionali accrescono il loro valore. Una su tutte, quella polacca: il 6 Gennaio 2011 avevamo 1=3,88792, oggi 1=4,50060.
Entro Giugno sono convinto avremo un rapporto di 1=5.
Altro esempio, la Corona ceca. Un anno fa 1=24,8457, oggi 1=25,8579.
veramente la valuta polacca/ceca
hanno perso valore..
se prima bastavano 3,8 polacchi
per acquistare 1 euro
oggi ce ne vogliono 4,5..
così la corona ceca..
07/01/2012, 12:16
Thethirdeye ha scritto:kaltony ha scritto:
beh se l'euro va verso la rottura è più probabile che domani ne compri 5 di monete locali e dopodomani 3
Esatto.... è per questo che sarebbe meglio, intanto, cambiare gli euro in franchi svizzeri.
Quelli non si svalutano mai... neanche dopo la caduta dell'euro...
Fiscovelox riapparsi? No, mai tolti
La Lega critica Berna e chiede che resti il blocco dei ristorni - La GdF precisa
COMO - "I fiscovelox ai valichi di Ponte Chiasso e Brogeda sono ricomparsi, ciò conferma che i rapporti tra Italia e Svizzera, anche sotto il Governo di Mario Monti, restano problematici". È quanto indica oggi in un comunicato la Lega de ticinesi, che torna a puntare il dito contro Berna che avrebbe dimostrato di non sapersi "rapportare in modo adeguato con la controparte italiana". Il blocco dei ristorni dei frontalieri, dunque, va mantenuto anche nel 2012.
Sul fronte italiano la Guardia di finanza conferma come “Nel nostro territorio, usiamo tutti gli strumenti consentiti dall’ordinamento italiano, nel rispetto delle normative e senza alcun pericolo per la violazione della privacy”. Marco Pelliccia, colonnello a capo del Comando Provinciale della GdF di Como, rileva che tutti i sistemi di accertamento finalizzati a evidenziare eventuali violazioni fiscali, vengono abitualmente impiegati, compreso il fiscovelox. A questo proposito, da quando è stato introdotto, non sono mai giunte indicazioni o direttive per bloccarne o limitarne l’uso.
“Non è stato istituito nessun presidio fisso – aggiunge – men che meno in zone tali da far ritenere che l’attenzione possa essere puntata verso un particolare territorio o Stato estero, e non ci sono state richieste di inasprimento dei controlli nelle ultime settimane”. Nessun pericolo – dunque - di violazione della privacy del privato cittadino, o di forme di spionaggio, da parte italiana. Ciò che interessa alla Guardia di Finanza, ribadisce, è il contribuente italiano. Per prevenire la fuga di capitali verso l’estero, le fiamme gialle utilizzano una rosa di mezzi nota e molto flessibile: si parte con il controllo faccia a faccia da parte del finanziere, autorizzato anche a far accertamenti all’interno del veicolo. A questo si può aggiungere un’ispezione con il cane antivaluta, o un posto di controllo di una pattuglia di retrovalico. Infine, appunto, il monitoraggio svolto con i furgoni dotati di fiscovelox, un sistema mobile di raccolta e informatizzazione dei dati, finalizzato a un ulteriore sviluppo dei controlli, partendo dalle targhe delle auto. Un sistema, appunto, che non era però mai stato soppresso.
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