28/01/2012, 19:26
Thethirdeye ha scritto:mik.300 ha scritto:
a parte questo..
non si parla più di libia..
silenzio totale..
c avete fatto caso ?
Ti segnalo un articolo...
Gli amici della Nato governano in Libia ma fanno disastri
In Libia non esiste ancora un unico esercito nazionale e il risultato è il perdurare delle bande armate nel Paese. Il Cnt ha già commesso due errori: non ha evitato una giustizia sommaria e non riesce ancora a garantire sicurezza, scrive Arturo Varvelli, ricercatore all’Istituto per gli studi di politica internazionale.
http://www.informarexresistere.fr/2012/ ... z1kk4gTJHA
28/01/2012, 20:46
28/01/2012, 20:51
07/02/2012, 01:26
i clan di Tuarga hanno combattuto la ribellione e partecipato al blocco di Misurata con le forze armate governative. Ma, quando la congiuntura si è invertita, a favore dei colpi inferti dalla NATO, i ribelli di Misurata hanno fatto di Tuarga “un esempio”: gli uomini sono stati in gran parte massacrati (alcuni sono stati abbandonati sul posto dopo che erano state loro bruciate le gambe) o rinchiusi nella prigione di Misurata, dove molti sono stati “puniti”, cioè torturati e quotidianamente sottomessi ad umiliazioni, e dove un certo numero di loro sarebbe ancora oggi detenuto (non sono stato autorizzato a visitare questa prigione). I raid dei ribelli hanno poi cacciato gli ultimi abitanti, ai quali è impedito di ritornare nelle proprie case.
...
Dopo due ore di strada attraverso il deserto, ho raggiunto Sirte.
Era la prima volta che vedevo una città completamente bombardata, devastata dal diluvio di fuoco che si può immaginare guardando ciò che resta degli edifici: le strade bucate dagli obici, gli edifici crollati, i muri crivellati, i pannelli di segnalazione ed i lampioni fatti a pezzi dalla mitraglia, le automobili rovesciate dallo spostamento d’aria delle esplosioni, scagliate sulle facciate delle abitazioni o su altri veicoli… Un’intera città in gran parte scomparsa.
A Sirte ed a Beni Ualid, le nuove autorità non hanno ristabilito la distribuzione dell’acqua, né dell’elettricità, né l’approvvigionamento di carburante (in ogni caso noi avevamo portato delle taniche di benzina per non rimanere a secco). Allo stesso modo, la distribuzione di vestiti e di derrate alimentari alle popolazioni è razionata e volontariamente limitata dai miliziani del CNT, compreso quando si tratta di aiuti del Programma alimentare mondiale (è stato durante una distribuzione, a Sirte, che mi è stato impedito di fare foto per la prima volta dall’inizio del conflitto). Nessuna ricostruzione è stata ancora iniziata e nessun campo di tende è stato ancora montato.
Lo scopo è evidente…
Queste città, soprattutto Sirte, hanno subito pesanti perdite civili. Se Beni Ualid è stata severamente bombardata, Sirte, è stata, per così dire, rasa al suolo dai bombardamenti della NATO, che, stando così le cose, ha rotto il suo mandato: la NATO aveva la missione di proteggere i civili; in alcun caso di aiutare una ribellione armata a rovesciare il governo in uno Stato sovrano ed a conquistare le città.
Al momento della battaglia di Sirte, presentata dai media occidentali come la vittoria di una ribellione democratica, la NATO, senza ombra di dubbio, si è resa colpevole di un crimine di guerra nel senso più stretto del diritto internazionale e delle due Convenzioni di Ginevra. Sirte, una città di 134.000 abitanti, oggi è un ammasso di rovine; solo un quartiere è stato risparmiato parzialmente, quello a nord-est. «Vae victis!», proclamavano i Romani; «Guai ai vinti!»: come Dresda, Sirte non sarà probabilmente mai oggetto di un processo davanti ad un improbabile tribunale internazionale per la Libia…
E’ impossibile calcolare il numero dei morti civili; forse diverse migliaia (gli abitanti che ho incontrato lì mi hanno parlato di molte decine di migliaia di morti, i cui corpi erano stati portati e seppelliti nelle fosse comuni, scavate nella sabbia del vicino deserto). Secondo le testimonianze che ho raccolto dai ribelli che occupano Beni Ualid e Sirte, quelli che non sono stati uccisi nei bombardamenti avevano per la maggior parte lasciato quei luoghi e si erano stabiliti a Tripoli, Misurata o Bengasi.
L’obiettivo del CNT era quindi di evitare che questi clan ostili si ricostituissero e riprendessero presto o tardi i combattimenti per vendicare i loro morti e liberarsi dalla tutela dei vincitori.
...
A Sirte, in particolare, c’è l’umiliazione che rende il presente insopportabile, come mi hanno spiegato i sopravvissuti: i miliziani di Bengasi che pattugliano fieramente tra le rovine e sfidano i sopravvissuti dall’alto dei loro pickup armati di cannoni e mitragliatrici; la punizione per aver resistito all’Occidente; l’ingiusta condanna della comunità internazionale che ha rifiutato loro il diritto di difendersi; l’impotenza di cambiare le loro sorti di fronte alla macchina militare atlantica; la miseria, la povertà, la sporcizia che sono diventate il loro quotidiano…
07/02/2012, 09:58
07/02/2012, 10:58
bleffort ha scritto:
C'e' da battergli le mani alla NATO e al governo Italiano che ha permesso questo.
07/02/2012, 12:34
iLGambero ha scritto:
Dall'inferno libico.
Un lungo e interessante reportage
http://www.geopolitica-rivista.org/1624 ... organizza/
Queste città, soprattutto Sirte, hanno subito pesanti perdite civili. Se Beni Ualid è stata severamente bombardata, Sirte, è stata, per così dire, rasa al suolo dai bombardamenti della NATO, che, stando così le cose, ha rotto il suo mandato: la NATO aveva la missione di proteggere i civili; in alcun caso di aiutare una ribellione armata a rovesciare il governo in uno Stato sovrano ed a conquistare le città.
07/02/2012, 13:01
23/02/2012, 10:32
28/02/2012, 18:06
28/02/2012, 18:26
28/02/2012, 22:09
Ufologo 555 ha scritto:
Perchè non ringraziate Sarkozy, invece? Oppure Napolitano ...(per le nostre basi messe a disposizione)
28/02/2012, 22:17
02/03/2012, 18:11
02/03/2012, 18:35