I carri armati ad Aleppo inizia la battaglia finale
Dalle 10 di oggi è in corso l'offensiva del regime di Assad: la tv di stato annuncia la vittoria, i ribelli smentiscono, gli abitanti fuggono.di PIETRO DEL RE
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Dopo aver ammassato più di ventimila soldati e fatto piovere nelle ultime due settimane tonnellate di bombe sui quartieri nelle mani degli insorti, in mattinata l'esercito del regime ha scatenato la sua controffensiva per riconquistare Aleppo, seconda città siriana e capitale economica del Paese.
La battaglia finale, come l'hanno chiamata gli stessi generali di Damasco, è cominciata verso le dieci, con l'entrata di mezzi corazzati lealisti nello strategico quartiere centrale di Salaheddin, vera roccaforte nelle mani dell'Esercito siriano libero, attraverso la quale passa da giorni la linea del fronte. "Le forze del regime sono avanzate lungo via Al Malab con carri armati e blindati protetti dagli elicotteri da combattimento", ha ammesso Wassel Ayoub, un comandante locale del braccio armato dell'opposizione.
"Nella zona sono adesso in corso furiosi combattimenti, con i carri armati che sparano ciecamente contro ogni abitazione, colpendo indiscriminatamente combattenti e civili". Secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani, organizzazione in esilio con sede in Gran Bretagna, gli scontri in atto oggi nel cuore di Aleppo sono i più intensi mai combattuti in quasi diciassette mesi di rivolta.
La controffensiva del regime è in realtà cominciata all'alba di oggi, quando le forze fedeli al presidente Bashar al Assad hanno cominciato a bombardare pesantemente Aleppo, con colpi di artiglieria e con razzi sganciati dai caccia su diversi quartieri della città.
Uno
di questi ha raggiunto una casa, provocandone il crollo e uccidendo una donna e i suoi due bambini, rimasti intrappolati all'interno. A mezzogiorno, la tv di Stato siriana ha affermato che numerosi "terroristi" sono stati uccisi nel quartiere di Salaheddin, riconquistato dai soldati filo-governativi.
Nell'annunciare trionfalmente la caduta della roccaforte degli insorti, i mass media di Damasco hanno aggiunto che le forze lealiste avrebbero poi dilagato anche in quartieri adiacenti, dove sarebbe stata eliminata la maggior parte degli "jihadisti" che vi si annidava. Intorno alle 13 è giunta però la smentita degli insorti.
"Non è vero niente", ha dichiarato il colonello Abdel Jabbar al-Oqaidi dell'Esercito libero siriano. "Le forze del regime non hanno ancora assunto il controllo del quartiere anche se hanno scatenato su Salaheddin un attacco barbaro e selvaggio".
In questa propaganda di guerra, dove solo poche sono le notizie attendibili e ancora meno quelle verificabili, ne giunge un'altra altrettanto clamorosa, ossia che gli insorti avrebbero abbattuto un Mig sul cielo di Aleppo. La sola cosa che siamo in grado di documentare con certezza è l'enorme quantità di civili che fugge verso la Turchia, soprattutto donne, anziani e bambini terrorizzati dalle bombe e dagli intensi combattimenti in tutta la regione di Aleppo.
Soltanto questa notte sono circa 2.400 i cittadini siriani che hanno sconfinato. Nel gruppo erano presenti anche due generali e due colonnelli, disertori dell'esercito regolare. Negli ultimi due giorni si è assistito a un aumento di rifugiati che hanno scelto di riparare in Turchia, anche perché i bombardamenti dell'esercito del regime hanno colpito nelle ultime ore anche villaggi vicini al confine.
Ieri i profughi sono stati 1.328, circa il doppio rispetto a due giorni fa. E sono ormai 50mila i cittadini siriani che hanno trovato rifugio in Turchia. Sempre stamattina intanto, dopo una serie di testardi dinieghi, le autorità iraniane hanno dovuto riconoscere che vi sono anche alcuni militari e membri delle Guardie della Rivoluzione, i cosiddetti pasdaran, tra gli oltre quaranta connazionali fatti prigionieri dagli insorti il 4 agosto a Damasco: "Ma si tratterebbe di elementi oramai a riposo, pensionati senza più collegamenti con l'apparato militare di Teheran, recatisi in Siria solo per motivi di pellegrinaggio religioso".
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