Time zone: Europe/Rome [ ora legale ]




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Grigio
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http://www.wallstreetitalia.com/article ... orire.aspx

New York - Dopo aver a lungo scandito i tempi dell'applauso di mercati, cancellerie europee e Casa Bianca alla politica di rigore del governo Monti, anche al Wall Steet Journal ora viene qualche dubbio: le misure di austerity varate dall'Italia creano rischi per l'economia perché "stanno arrestando lo sviluppo dell'attività economica".

L'apertura del Wall Street Journal Europe prende spunto dai recenti dati economici e di bilancio per sostenere che i passi compiuti dal governo italiano si stanno rivelando "controproducenti" dal momento che gli ultimi aumenti delle tasse stanno aiutando l'Italia a risanare i conti, ma stanno anche facendo contrarre l'economia più rapidamente.

Secondo il Wsj Europe "lo scenario che si sta scoprendo ora in Italia, Grecia e Spagna lascerà i paesi problematici dell'eurozona con percentuali di debito pubblico ancora piu' alte anche se realizzano sforzi dolorosi per ridurlo". Insomma, se il vincolo europeo rappresentato dal rapporto deficit/Pil o debito pubblico/Pil si traduce in misure depressive che tagliano il numeratore nella speranza di centrare gli obiettivi, il problema resta il denominatore, la ricchezza prodotta in questi Paesi. Che non crescono più e rischiano di veder peggiorare, insieme al Pil, anche le speranze di cresita, sviluppo, risanamento.

Il cappello di Monti

"Il fulcro delle misure è l'aumento delle tasse sui redditi dei lavoratori ma anche su consumi e beni immobiliari che a giudizio di molti economisti ha un maggiore effetto recessivo rispetto ai tagli alla spesa". "Quello che è successo in Grecia può accadere in Italia", spiega al Wsj Salvatore Cantale professore di finanza alla Imd Business School di Losanna sottolineando come i drastici interventi fiscali stiano frenando il Pil con la conseguenza di non centrare neanche gli obiettivi su debito e deficit. E per questo - dice Cantale - "Monti dovrebbe dire agli italiani cosa ha nel cappello se la contrazione dell'economia diventa più forte o piu' lunga del previsto".

Luna di miele finita

Italia in prima pagina anche sul Financial Times che titola sulla "fine della luna di miele" del governo tecnico di Mario Monti e parla del rischio di "instabilita' politica in
Italia" per effetto del "pieno impatto dell'aumento delle tasse" ma anche per lo scontro sull'articolo 18.

La principale ragione della fine della 'luna di miele' tra esecutivo e paese è l'aumento delle tasse sulla casa "esacerbato dall'aumento dei prezzi del petrolio e il brusco rialzo delle tariffe energetiche".

Il quotidiano cita "un alto funzionario che chiede di non essere citato" che dice: "Abbiamo avuto cento incredibili giorni di luna di miele; la gente era cosi' felice di essersi liberata di Berlusconi e di vedere restaurata la fiducia nell'Italia. Ma quella
fase e' finita". Tanto che risultano "intaccati" i sondaggi sull'operato dell'esecutivo.

La previsione "di un calo di solo lo 0,4% del pil quest'anno sembra eccessivamente fiduciosa". Per il premier "preoccupante", sempre secondo Ft, che cita a tale riguardo "funzionari e analisti" senza indicarne i nomi, e' anche il fatto "che gli investitori
stranieri non stanno tornando ad acquistare titoli italiani".

E "come il signor Monti ha avvertito il mese scorso, resta il pericolo continuo di contagio dalla Spagna, dove il governo Mariano Rajoy non è riuscito a soddisfare le aspettative degli investitori".

Dopo Monti, Monti

"La cosa migliore che l'Italia potrebbe fare è quello di mantenere Monti e il suo governo", afferma al quotidiano della City l'economista Nouriel Roubini. "La realtà è che nessun investitore vorrebbe mandarlo via ora o anche dopo le prossime elezioni".


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MessaggioInviato: 04/04/2012, 13:38 
Non ci andremo a votare, ne sono più che convinto.


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MessaggioInviato: 04/04/2012, 15:51 

Solo parole parole parole....
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MessaggioInviato: 04/04/2012, 16:26 
L'Italia ce la farà?

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http://www.wallstreetitalia.com/article ... -fara.aspx

L’Italia non ce la farà a centrare l’obiettivo di riportare l’anno prossimo in pareggio i conti dello Stato e il Governo Monti dovrà varare una nuova manovra finanziaria. Questo timore è contenuto in un rapporto dal titolo "Budgetary situation in Italy" distribuito ai ministri delle finanze e dell’economia durante il vertice dell’Eurogruppo tenutosi venerdì scorso in Danimarca.

Nel rapporto, reso noto nell’edizione di martedì 3 aprile dal quotidiano "The Financial Times", si legge che Roma ha varato impressionanti misure di risparmio a partire dal mese di maggio del 2010. Queste misure ammontano complessivamente a più di 100 miliardi di euro e sono quindi pari a circa il 7% del PIL italiano. Esse hanno permesso di ridurre il disavanzo pubblico dell’anno scorso al 3,9% del PIL e a riguadagnare una certa fiducia da parte dei mercati finanziari.

Ma – si sostiene sempre in questo rapporto – "Gli sforzi intrapresi vengono rimessi in discussione dalla recessione e dal livello ancora relativamente alto dei tassi di interesse." Il rapporto si conclude con un chiaro ammonimento: "Il Governo italiano deve evitare qualsiasi sforamento dei conti pubblici e deve essere pronto ad adottare altre misure se necessario".

I timori degli esperti europei, che hanno redatto questo rapporto, sono stati ulteriormente alimentati dai dati diffusi all’inizio di questa settimana che attestano che l’attività manifatturiera italiana si è contratta per l’ottavo mese consecutivo e che la disoccupazione è cresciuta al livello più elevato dell’ultimo decennio. La Banca d’Italia prevede che quest’anno il PIL si contrarrà dell’1,2%, ma questa previsione rischia di rivelarsi ottimistica. Non sorprende in queste circostanze il differenziale tra tassi italiani e tassi tedeschi sia ritornato stabilmente sopra i 300 punti base.

Insomma in Italia, come in Spagna, la recessione, che viene aggravata da queste misure di austerità, non sta rendendo possibile il raggiungimento degli obiettivi riguardanti il risanamento dei conti pubblici. In pratica queste politiche rischiano di non curare il paziente, ma di ammazzarlo.

In Europa comunque non si è ancora arrivati alla conclusione che senza crescita è difficile che ci sia una via di uscita dalla crisi. La difficoltà di mutare rotta è dovuta al fatto che se un Paese cede nella sua politica di austerità viene immediatamente punito dai mercati e non ha la possibilità di ricorrere all’aiuto della propria banca centrale, come capita per Gran Bretagna e Giappone che sono Paesi con deficit pubblici ben superiori a quelli italiani e spagnoli. Questo circolo vizioso, dovuto alla camicia di forza rappresentata dall’euro, rischia di far precipitare le economie dei Paesi deboli dell’Europa in una vera e propria depressione senza ottenere un miglioramento significativo dei loro conti pubblici.

Questo circolo vizioso ci spinge a ripetere che la spaccatura dell’euro è la soluzione meno peggiore. I Paesi deboli dell’Europa non hanno solo conti pubblici in rosso, ma hanno anche bilance commerciali in deficit a dimostrazione di una loro perdita di competitività da quando sono entrati nell’euro.

Rimanendo all’interno dell’Unione monetaria europea possono solo condurre politiche procicliche che rendono più profonda la recessione. Una spaccatura dell’euro con l’uscita dei Paesi forti (Germania, Olanda, Austria e Finlandia) permetterebbe a questi Paesi di beneficiare di una svalutazione per riguadagnare competitività e di una banca cetrale che potrebbe monetizzare parte dei loro deficit, come fanno le banche centrali di Gran Bretagna e Giappone.

In conclusione, lo smantellamento dell’euro appare sempre più come una priorità. Rinviare questo passo renderà solo molto più costosa la disintegrazione dell’Unione monetaria europea.



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

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MessaggioInviato: 04/04/2012, 17:10 
Cita:
Thethirdeye ha scritto:

L'Italia ce la farà?

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Non mi preoccuperei, anzi..se cade da quell'altezza..si spezza...



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MessaggioInviato: 04/04/2012, 17:44 
Lo smantellamento dell'euro è la sconfitta dell'elitè.
Stanno facendo di tutto per salvare la possibilità di schiavitù.

Spero che Fulford abbia ragione.



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MessaggioInviato: 04/04/2012, 18:22 
Purtroppo stanno ancora stampando moneta e fino a quando continueranno a fare cosi potranno prendere ancora tempo per spostare tutti i loro investimenti al di fuori dell`area euro (scusa volveo dire mer@da) dopo di che a fallire saranno come sempre i cittadini.
Ma la massa continuera`come sempre a prenderla in quel posto.

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MessaggioInviato: 06/04/2012, 11:36 
vi ricordate quellepolizze/scommesse
della deutsche bank
sulla vita dei malati terminali americani ??


qualcuno c ha provato
a piazzarle sul serio....

http://www.repubblica.it/cronaca/2012/04/06/news
/pesaro_polizze_su_malati_terminali_scoperta_maxitruffa_da_30_milioni-32841254/

PESARO - Porzioni di polizze di cittadini americani, malati terminali di cancro, con rendimento calcolato sull'aspettativa di vita dell'assicurato: prima avviene il decesso, più alto è il guadagno. E' una delle sconcertanti "offerte" finanziarie accertate dai finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Pesaro che hanno smascherato un sodalizio criminale capace di truffare un centinaio di persone della zona - per lo più medici, avvocati e commercianti - per un totale di oltre 30 milioni di euro. Tre i soggetti denunciati alla procura locale, due promotori finanziari e un agente assicurativo: sono ritenuti responsabili in concorso del reato del truffa aggravata, abusivismo finanziario e - due di loro - anche di abusivismo assicurativo e intermediazione assicurativa. In caso di condanna rischiano pene fino ad un massimo di cinque anni di carcere.

forse in germania non sono reati
ma qui si,
ordine pubblico, buon costume, norme imperative
(non si può scommettere sulla vita delle persone..)



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https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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MessaggioInviato: 06/04/2012, 12:47 
Strano pero` che in un sistema isolato (chiuso almeno per quello che ufficialmente si sa e conosce verso "l`esterno" ovvero altro che la Terra...senza scambi di niente in pseudo stile termodinamico) qual e` il sistema Terra non si riesca ad individuare le sorgenti dei problemi ed anche risolverli.
Temo che i cosiddetti ordini costituiti non siano altro che centri di potere autoreferenziali autolegittimati nel caso delle cosiddette democrazie dal voto (illusorio) popolare; legittimati a forza nelle dittature di ogni ordine e grado.
Barnard e` un poco "illuso" ad esempio pensando che la soluzione a tutti i problemi derivi e sia connessa con le ragioni e le cause apparenti ovvero tutta materia economica.
Qui sotto c`e` altro e molto lugubre.
E gia` le banche, i finanzieri sono ad un livello gerarchico inferiore.
Il solo fatto poi che la disomogeneita` di ricchezze venga mantenuta a forza con l`uso delle armi...mah.
Se poi come dice sempre Barnard e` quasi inutile recarsi a votare pensando che le dinamiche risolutive dei problemi appartengano poi agli Stati nazionali con le loro care democrazie pone una seria ipotetica sulla sorta di pseudo libero arbitrio che ogni nazione pensa di avere.
Il Salvatore della Patria non sa cosa sia la Massoneria...
E magari come per noto immobile in prossimità ` di noto circo a Roma non sa neppure di essere cavaliere Kadosh di ennesimo livello.
Una cosa su cui sono d`accordo con Barnard e` che il livello al quale risiede "the third eye" di anno in anno seleziona nella base, all`interno delle universita` e dei centri di ricerca economico/finanziari (economisti e finanzieri...tutta brava gente che manderei volentieri in una colonia extra mondo...non servono a niente...un bel niente...) le migliori menti da asservire come gangli alle proprie mire.
Il problema pero` rimane...
In un sistema chiuso e senza scambi come quello terrestre prima o poi c`e` il rischio che non ci si possa risollevare piu` da una delle crisi economiche/gioco del vertice...
Ed allora il moto di valanga finirebbe per coinvolgere anche loro...
A meno che Loro non abbiano gia` una via di fuga verso le stelle...
Grazie.

Marco71.



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MessaggioInviato: 07/04/2012, 11:54 
http://www.repubblica.it/economia/finan ... ef=HREC2-1


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Galattico
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MessaggioInviato: 07/04/2012, 12:48 
La Spectre che comanda l'economia
e il Nuovo Ordine Mondiale


http://www.wallstreetitalia.com/article ... diale.aspx

In questi tempi di crisi si parla spesso del giudizio dei mercati finanziari, che sembrano essersi sostituiti ai parlamenti e soprattutto all’elettorato nel decretare la fine di un governo e nell’imporre importanti scelte politiche. Ci si può dunque interrogare su chi siano effettivamente questi mercati e soprattutto ci si può chiedere: chi comanda veramente?

Negli ultimi decenni si è diffusa la convinzione che i mercati sono efficienti e in grado di autoregolarsi. In pratica le decisioni di milioni di investitori determinerebbero i prezzi di azioni, obbligazioni, materie prime e tassi di cambio delle valute in base alle informazioni disponibili. Questi milioni di scelte individuerebbero correttamente i prezzi che varierebbero in seguito solo in base ad informazioni nuove. Inoltre, queste scelte determinerebbero anche quella che gli economisti chiamano la migliore allocazione delle risorse, ossia premierebbero gli investimenti e le attività che hanno le migliori prospettive e non incorrerebbero in clamorosi sprechi, come invece accadrebbe alle scelte di investimento effettuate dai governi e quindi dalla politica.


Video di Luca Ciarrocca e Lidia Undiemi sulla censura dei media su ESM e Fiscal Compact e il salvataggio delle banche Ue da parte della Bce:



Queste teorie sono assurte a paradigma indiscusso ed indiscutibile. Il crollo della bolla dei titoli tecnologici nel 2000, la crisi dei mutui americani subprime nel 2007/2008, la crisi del sistema bancario del 2008 e l’attuale crisi dei debiti sovrani hanno rimesso in discussione queste convinzioni che di fatto giustificavano l’operato della grande speculazione finanziaria.

Restano dunque aperte le domande fondamentali: come funzionano i mercati finanziari? Chi sono gli attori principali di questi mercati? La risposta non è assolutamente facile e scontata. Effettivamente ogni giorno sui mercati finanziari operano milioni di persone e, quindi, questa indiscutibile realtà serve da tuta mimetica che nasconde i veri e determinanti attori (oppure manipolatori) dei mercati. I mercati finanziari si comportano in realtà come greggi. Si tratta dunque di individuare i caproni che guidano il gregge.

Questa teoria del gregge è addirittura formalizzata dalla scuola della cosiddetta finanza comportamentale che cerca di individuare i meccanismi psicologici che inducono milioni di attori a reagire e a comportarsi in modo uniforme. Questa uniformità di comportamenti è ulteriormente esaltata dai meccanismi di valutazione dei risultati della gestione degli investitori istituzionali, ossia dei gestori dei capitali delle casse pensioni, dei grandi fondi di investimento, ecc. Questi ultimi non vengono tanto valutati annualmente in base ai guadagni conseguiti, ma rispetto a parametri di confronto.

Ad esempio, la gestione di un fondo azionario svizzero viene confrontata con l’andamento della Borsa svizzera. Quindi è importante non perdere molto più dell’indice della Borsa svizzera, quando quest’ultima chiude l’anno in ribasso, e non guadagnare molto meno dell’indice, quando chiude in rialzo.

Ma chi determina il loro andamento? In realtà un pugno di uomini o meglio di grandi banche di investimento e di grandi società multinazionali. Questi istituti sono in realtà più organi di propaganda che vere e proprie banche. Infatti attraverso analisi, ricerche, studi e raccomandazioni di investimento riescono a determinare l’andamento dei mercati.

Negli anni Novanta, ad esempio, hanno esaltato il fenomeno delle nuove tecnologie informatiche, creando una mania che ha spinto milioni di persone ad investire nelle azioni delle società di telecomunicazione e nelle cosiddette dot.com, creando una bolla che è poi scoppiata nel 2000. Queste analisi, che si fondano sempre su dati reali e soprattutto facilmente comprensibili, vengono diffuse in tutto il mondo e vengono sostenute da queste stesse banche con massicci acquisti da parte dei fondi che gestiscono direttamente e da parte delle loro sale di trading (sale di compravendita delle più diverse attività finanziarie). Infatti negli ultimi decenni il grosso degli utili delle grandi banche di investimento è generato dalla speculazione effettuata con il capitale proprio.

La speculazione ha dunque un nome e un volto. Sono le grandi banche di investimento che si indebitano per moltiplicare le loro scommesse sui mercati (la cosiddetta leva), affiancate dai grandi Hedge Fund (che dipendono dalle banche per le linee di credito e per l’operatività) e dalle grandi società multinazionali, la cui attività sui mercati finanziari è spesso più redditizia e più importante di quella industriale.

Molto probabilmente chi ha avuto l’ardire di giungere fino a questo punto nella lettura di questo articolo, potrebbe dire che queste affermazioni non sono suffragate da prove. Ebbene un recente studio dell’Università di Zurigo mette in luce la concentrazione delle strutture proprietarie e delle strutture di controllo dell’attuale sistema economico.

In pratica, esiste una rete, che si potrebbe definire «invisibile», formata da una cinquantina di società multinazionali (prevalentemente istituti finanziari), che attraverso un complicato meccanismo di relazioni di proprietà, controlla il 40% del valore economico e finanziario di 43.060 società multinazionali. Possiamo sostenere, senza timore di poter essere smentiti, che questo è il cuore dell’economia occidentale.

Oggi è in crisi questo cuore del sistema: il giocattolo si è rotto e gli uomini della plancia di comando non sanno come uscire dall’attuale crisi. Sanno però che bisogna a tutti i costi tenere in piedi il castello di carte e di debiti costruito negli anni. Quindi, spingono i governi a salvare le banche, le banche centrali a rifornirle di liquidità a costo pressoché zero e la politica ad estrarre dall’economia reale le risorse ancora esistenti per tentare di rinviare il momento della verità.

In conclusione, i mercati finanziari dove milioni di persone operano quotidianamente possono essere considerati una tuta mimetica, che serve a far credere a tutti di essere coinvolti e corresponsabili di quanto succede e che serve soprattutto a celare la plancia di comando, dalla quale uomini e società gestiscono il nostro mondo.



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bleffort ha scritto:

Per salvare il Capitalismo non esitano a schiacciare senza pietà e rendere schiavi centinaia di milioni di persone,nessun Stato Comunista ha fatto questo.!! [:(!]


Capitalismo, Comunismo, Nazismo, Fascismo, ecc. ecc., sono le diverse facce della stessa medaglia, che ha come unico scopo rendere l'umanità schiava inconsapevole.



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GanjaMan ha scritto:

Cita:
bleffort ha scritto:

Per salvare il Capitalismo non esitano a schiacciare senza pietà e rendere schiavi centinaia di milioni di persone,nessun Stato Comunista ha fatto questo.!! [:(!]


Capitalismo, Comunismo, Nazismo, Fascismo, ecc. ecc., sono le diverse facce della stessa medaglia, che ha come unico scopo rendere l'umanità schiava inconsapevole.


Quoto.
E' inutile cercare di legittimare un ideologia accusandone un altra. Ha ragione GanjaMan.



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La politica (locale e mondiale) degli ultimi decenni ha fatto proprio questo; dividere le persone sulle idee teoriche in modo da evitare che ragionino e si uniscano nel prendere coscienza che i politici non sono i rappresentanti dei cittadini, ma posizionati ai posti di comando dall'elite finanziaria e quindi loro rappresentanti.
E' la strategia del divide et impera;
Occupa la testa delle persone in modo che 2 schieramenti si combattano l'uno contro l'altro su questioni di poco conto e nel frattempo imperi...

Solo liberi dalle ideologie potremmo capire che l'elite finanziaria è la dittatura da distruggere per ritornare ad avere democrazia.
Saluti


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