Bliss, scusa, ma cosa vuoi fare? Trasformare Grillo (GRILLO???) nell'erede di Berlinguer? Oppure, prendere Berlinguer per giustificare Grillo?
Berlinguer diceva una cosa esatta: i partiti (ma NON tutti i partiti, NON la sinistra: non facciamo il gioco sporco di usare Berlinguer per criticare la sinistra) ormai sono federazioni di correnti, che per mantenere l'equilibrio interno si spartiscono e lottizano. Ma, visto che sei così esperta, mi sai dire anche quale era la soluzione proposta da Berlinguer? L'abolizione dei partiti? Il populismo? Il qualunquismo? Un partito di proprietà di un comico che naturalmente le mani non se le sporca? Dio mio, davvero, usare Berlinguer per spacciare Grillo! Ne avevo sentite tante (da FN che spaccia il Che come mito nazionalista di destra a Mao nazista), ma questa le supera tutte. E il bello è che questa bislacca operazione, senza neanche che tu te ne renda conto, dimostra solo che quello che tu spacci per salvezza della nazione non ha il minimo retroterra culturale, ideologico, "di pensiero", tanto che deve appoggiarsi a persone e idee che nella loro vita hanno fatto di tutto per contrastare l'idea del capo che parla alla massa adorante.
Quello che dice Berlinguer nell'intervista a Scalfari (ma non solo qui, ovvio) è che la democrazia bloccata.
D: Lei ha detto varie volte che la questione morale oggi è al centro della questione italiana. Perché? R: La questione morale non si esaurisce nel fatto che, essendoci dei ladri, dei corrotti, dei concussori in alte sfere della politica e dell’amministrazione, bisogna scovarli, bisogna denunciarli e bisogna metterli in galera. La questione morale, nell’Italia d’oggi, fa tutt’uno con l’occupazione dello stato da parte dei partiti governativi e delle loro correnti, fa tutt’uno con la guerra per bande, fa tutt’uno con la concezione della politica e con i metodi di governo di costoro, che vanno semplicemente abbandonati e superati. Ecco perché dico che la questione morale è il centro del problema italiano. Ecco perché gli altri partiti possono provare d’essere forze di serio rinnovamento soltanto se aggrediscono in pieno la questione morale andando alle sue cause politiche.
D: Le cause politiche che hanno provocato questo sfascio morale: me ne dica una. R: Le dico quella che, secondo me, è la causa prima e decisiva: la discriminazione contro di noi.
D: Non le sembra eccessivo Signor Segretario? Tutto nasce dal fatto che non siete stati ammessi al governo del Paese? R: Vorrei essere capito bene. Non dico che tutto nasca dal fatto che noi non siamo stati ammessi nel governo, quasi che, col nostro ingresso, di colpo si entrerebbe nell’Età dell’ Oro (del resto noi non abbiamo mai chiesto l’elemosina d’esser “ammessi”). Dico che col nostro ingresso si pone fine ad una stortura e una amputazione della nostra democrazia, della vita dello Stato; dico che verrebbe a cessare il fatto che per trentacinque anni un terzo degli italiani è stato discriminato per ragioni politiche, che non è mai stato rappresentato nel governo, che il sistema politico è stato bloccato, che non c’ è stato alcun ricambio della classe dirigente, alcuna alternativa di metodi e di programmi. Il gioco è stato artificialmente ristretto al 60 per cento degli elettori; ma è chiaro che, con un gioco limitato al 60 per cento della rappresentanza parlamentare, i socialisti si vengono a trovare in una posizione chiave.
Entiendes? Berlinguer individua come causa della degenerazione dei partiti la mancanza di alternanza. Quello che propone, e che mette in atto, non è (come pensi di spacciare tu) la fine dei partiti sostituiti dall'unico partito onesto, non è il "tutti a Norimberga", caspita! E', al contrario, la collaborazione tra PCI, PSI e sinistra DC per creare l'alternativa! Altro che partiti da rottamare. Berlinguer è stato il primo a far candidare esponenti cattolici nelle liste del PCI, sappilo, visto che tu parli di sinistra più a destra della destra. Sappilo, che l'accusa che veniva fatta a Berlinguer era proprio questa!
"Che passione c’era allora, quanto entusiasmo, quante rabbie sacrosante! Soprattutto c’era lo sforzo di capire la realtà del paese e di interpretarla. E tra avversari ci si stimava. De Gasperi stimava Togliatti e Nenni e, al di là delle asprezze polemiche, ne era ricambiato"
RISPETTO. Questa è la prima parola che si trova all'inizio dell'intervista da te (malamente) citata. Rispetto per gli avversari, non furia devastatrice del nuovo Mussolini.
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