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Blissenobiarella ha scritto:
"La mappa non è il territorio". Oggi va di moda esporre il concetto con questa frase. La rappresentazione che noi abbiamo del mondo è un fatto psichico. Ovviamente la realtà esiste, ma noi non conosciamo la realtà nella sua essenza ma solo la realtà della rappresentazione che creiamo per decifrarla. Il messaggio è datato? Certo... è un concetto noto ai pensatori del passato, come a quelli odierni. Nulla di nuovo, cose che si conoscono da sempre... il fatto che un concetto sia antico significa che è superato?
Ovviamente no, un concetto non è datato per il solo fatto di essere antico. E' datato quando è superato da concetti più profondi, più coerenti e più dettagliati.
So che c'è chi crede che la filosofia sia una sorta di guazzabuglio di diverse metafisiche ed ideologie in contrasto l'una con l'altra che cambiano solo a seconda della moda, ma non è così.
Esiste un progresso del pensiero filosofico come esiste un progresso del pensiero scientifico.
La dottrina filosofica secondo cui il mondo fisico è illusorio e solo quello spirituale, concepito in diversi modi, è reale, è senz'altro antica, ma lo è nello stesso senso in cui lo è qualsiasi concezione metafisica indimostrata e indimostrabile.
Una concezione che, tra l'altro, offre il fianco a innumerevoli obiezioni.
Si tratta, a dire il vero, di una dottrina più orientale che occidentale, o meglio tipica della filosofia indiana, sia essa induista o buddista.
In Occidente la cosa è meno diffusa: ci furono innanzitutto l'Orfismo, e in seguito il Neoplatonismo, che in parte fu ispirato dall'Orfismo, che avevano dottrine che si avvicinavano a questa concezione.
Per il platonismo e il neoplatonismo il mondo fisico è solo "l'ombra" del mondo spirituale. Per l'Orfismo il corpo è il carcere dell'anima, condannata a reincarnarsi in corpi umani e animali, fino a quando non raggiunge la liberazione attraverso la pratica mistica ed ascetica.
Nel mondo moderno, invece, le idee iper-spiritualistiche sono sorte a causa del nascere e progredire delle filosofie gnoseologiche, cioè della conoscenza, a partire da Cartesio in poi, il quale per primo cominciò a dubitare che il mondo fisico esistesse realmente, mentre solo l'atto della coscienza, il "Cogito Ergo Sum" era il solo aggancio certo alla realtà.
Il suo era un "dubbio metodico", per cui la sua filosofia arrivava a stabilire che il mondo fisico era reale, ma appunto in virtù delle capacità critiche dell'unica realtà certa "a priori", cioè la coscienza individuale, l'Io.
Da lui però vennero filosofi che negarono l'esistenza autonoma della realtà fisica: filosofi come Berkeley, che affermava che il mondo fosse solo un fascio di sensazioni illusorie create a bella posta da Dio per le nostre anime (perché lo facesse, non si sa).
Filosofi come Leibniz, che affermò la dottrina delle "monadi", cioè particelle spirituali pensanti e coscienti, con caratteristiche che le avvicinano alla moderna fisica quantistica, poiché ognuna di loro è lo specchio di tutto l'universo, e ogni particella è legata sincronicamente ai movimenti di tutte le altre. Per Leibniz, le monadi costituivano l'intero universo per volontà di Dio, e la materia non era altro che un insieme di fenomeni creati dalle monadi stesse.
Ma poi venne Hume... che disse: se davvero il mondo fisico non è altro che un insieme di percezioni che non hanno realtà, come possiamo affermare che per il mondo dello spirito, la coscienza, l'anima, l'Io, sia diverso?
E infatti Hume, criticando il principio di causa ed effetto su cui si fonda ogni conoscenza che abbiamo della realtà, compresa quella dell'Io, affermò che il mondo è "apparizione di niente a nessuno", cioè che anche quella che noi chiamiamo "coscienza" o "Io" non aveva una realtà propria dimostrabile, in quanto anche i fenomeni della coscienza sono appunto fenomeni, apparizioni che noi riuniamo assieme e classifichiamo come "Io", così come riuniamo e classifichiamo i fenomeni esterni a noi come "mondo". Ma né l'Io nè il mondo sono realtà dimostrabili, poiché non c'è alcuna vera certezza dimostrabile razionalmente che essi esistano come realtà indipendenti.
Un bell'impasse.... quando Kant, che prima era leibniziano, lesse Hume, si risvegliò dal suo torpore metafisico, e si accorse che bisognava ripensare tutto da capo. Dove la logica poteva trovare un aggancio all'essenza delle cose?
Elaborò la dottrina della ragion pura, e arrivò a stabilire che noi possiamo solo conoscere i fenomeni del mondo e dell'Io, ma non la loro vera essenza.
Cosa ci sia dietro i fenomeni del mondo e della coscienza non si sa, ma qualcosa doveva esistere, e Kant li chiamò "noumeni", realtà pensabili ma non sperimentabili.
La verità sui noumeni non era razionalmente dimostrabile, poteva essere colta solo dalla fede.
La ragione aveva potere solo sui fenomeni, noi potevamo capire solo come vediamo e interpretiamo il mondo, ma non potevamo conoscere la verità ultima, sia essa spirituale o fisica, né era possibile dimostrare l'esistenza di Dio o dell'anima.
Si stabiliva così la separazione netta fra ragione e fede, fra teologia, filosofia e scienza. Nasceva il pensiero contemporaneo e Kant in fin dei conti è il grande padre spirituale del pensiero moderno e di noi occidentali moderni.
Ma i problemi non si erano risolti, proprio per niente.
Arrivarono gli Idealisti, una grande schiera di filosofi che fecero un passo avanti a Kant, un passo pericoloso, che gettò il pensiero filosofico in una crisi profonda da cui non è ancora uscito.
Fichte, il primo degli Idealisti, disse: se i noumeni li si può solo pensare, e non dimostrare e conoscere razionalmente, come si fa a essere sicuri che esistano?
Non è piuttosto che sia l'Io, il Pensiero, la natura stessa dell'Essere? Non è che in realtà ci sia un Pensiero, un Io universale che si divide in tanti Io individuali e crea così il Non-Io, il mondo?
Gli idealisti dunque fecero un balzo metafisico che nessuno aveva mai fatto prima: arrivarono a dire che il mondo non è illusione, il mondo esiste, ma è Spirito, è parte stessa dell'Io, e noi siamo solo le diverse manifestazioni di uno Spirito universale, non più concepito in un mondo "aldilà", ma qui e adesso.
L'Idealismo collassò dentro una sorta di delirio elucubrativo in cui i filosofi speculavano sulle varie forme di questo Spirito universale che si manifesta nella storia, e non in un mondo trascendente, fino a quando Husserl, padre della Fenomenologia, cercò di riportare concretezza.
Disse: mettiamo "tra parentesi" se la realtà è una costruzione della nostra coscienza o meno, se esistano i noumeni oppure no, se esista l'Io universale oppure no.
Tanto qua non se ne esce: la logica è condannata a un'impasse totale, non riesce a dimostrare né l'una né l'altra tesi.
Cerchiamo di tornare "alle cose stesse", cioè a come questo mondo, che è l'unico che vediamo, e questa nostra natura umana, che è l'unica che abbiamo, si manifesta concretamente, e cerchiamo di individuare le leggi interne al mondo dei fenomeni.
Facciamo sì cioè che la filosofia diventi studio dell'essenza dei fenomeni, e non di enti astratti e ipotetici.
D'allora in poi, il pensiero metafisico moderno si è fermato. Molti dicono che la metafisica è "morta", perchè il pensiero razionale si è reso conto di non poter superare il mondo dei fenomeni per accedere a quello delle realtà trascendenti.
La ragione non può dimostrare l'esistenza né di Dio, né dell'anima, né del mondo, almeno non allo stato attuale delle cose.
L'unico pensiero metafisico che ancora dimostra una qualche fecondità è l'ontologia, cioè lo studio dell'Essere, inteso appunto come primo fenomeno fondamentale di tutte le cose, e non come ente astratto e trascendente, come avveniva nella filosofia antica e medioevale.
Allora cosa resta della teoria spiritualista del mondo?
Certo, se uno vuole credere che il mondo sia un'illusione e solo lo spirito sia reale, può farlo. Può farlo perché la fede è libera, laddove non v'è certezza.
Ma se crede che il pensiero moderno possa attualmente convalidare, o anche solo rendere più probabile la sua fede, beh... si sbaglia.
Il video vuole far credere, con molta superficialità, che la realtà fisica sia una sorta di "impulsi elettrici" e non esista, se non come "illusione". Senza star lì a pensare a cosa s'intende per "illusione". Un miraggio? Lucciole per lanterne? Fischi per fiaschi? Cani e porci? Boh.... non degna l'interlocutore di una spiegazione.
Il guaio è che se si è arrivati a stabilire che il nostro cervello elabora la sua rappresentazione del mondo attraverso impulsi elettrici, lo si è fatto proprio partendo dal mondo fisico, e non buttandolo da parte. Anche gli "impulsi elettrici" sono un concetto che abbiamo in mente perché lo abbiamo elaborato a partire da concetti fisici sperimentali, non per un'illuminazione superiore!
E poi scusate.... il video fa dei salti logici veramente grossolani. Perché il mondo sarebbe "ingannevole" solo perché la visione che abbiamo del mondo stesso è un insieme di impulsi elettrici? Allora anche il considerare la sua rappresentazione come un insieme di impulsi elettrici è un'illlusione?
E soprattutto: perché l'Anima dovrebbe avere una realtà superiore a quello che vedo e che sento? Perché non potrebbe essere una illusione anch'essa?
Per questo dico che tale filosofia è "datata": perché pretende di dimostrare razionalmente, tramite concetti scientifici male interpretati, cose che la filosofia HA GIA' dimostrato che non sono dimostrabili... e da parecchio tempo! Kant e Hume sono vissuti più di due secoli fa!
Per finire, e spero di non avere annoiato troppo, ma quando si tratta di filosofia metafisica è difficile essere avvincenti:
lo spiritualismo assolutista, quello che svaluta completamente il mondo fisico a vantaggio di un presunto mondo spirituale, è considerato dal pensiero moderno come qualcosa di pernicioso e alienante.
Oggi si tende a voler invece considerare l'uomo come un Tutto composto di spiritualità e corporeità non separate e non separabili, e ogni fuga nel mondo spirituale con totale svalutazione del mondo fisico viene visto come una fuga dai problemi concreti dell'uomo e del mondo, e soprattutto dalla possibilità di una vita gioiosa e piena, che consideri i valori del corpo e della materia non come "vizi" o qualcosa di "inferiore", ma come qualcosa che dà pienezza e completezza all'uomo.
E io sinceramente mi trovo pienamente d'accordo.
La spiritualità è importante, ma non deve essere una fuga dal mondo e da se stessi, altrimenti può nascondere un fondamentale fallimento: l'incapacità di vivere felici in questo mondo che trova una compensazione illusoria nella fuga in mondi ipotetici, ma inaccessibili.
Questo senza voler svalutare i grandi mistici, i quali di fatto hanno saputo vivere pienamente anche il loro mondo e la loro epoca, dando un significato spirituale alla loro vita nel mondo.
Lo stesso compito spirituale che abbiamo noi.