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MessaggioInviato: 30/05/2012, 17:05 
Case giù, benzina su: Monti, delitto perfetto



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Accise sui carburanti aumentate di 2 centesimi. Leggi tutte le decisioni del governo.

http://www.liberoquotidiano.it/index.jsp



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U.F.O. "Astronavi da altri Mondi?" - (Opinioni personali e avvenimenti accaduti nel passato): viewtopic.php?p=363955#p363955
Nient'altro che una CONSTATAZIONE di fatti e Cose che sembrano avvenire nei nostri cieli; IRRIPRODUCIBILI, per ora, dalla nostra attuale civiltà.
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MessaggioInviato: 30/05/2012, 18:18 
Cita:
sezione 9 ha scritto:

Non la merito o più semplicemente non ce l'hai, una risposta?


Non siamo tutti così o almeno io non mi sento tale, comprensibile la rabbia per la mancanza di senso civico caratteristico di buona parte degli italiani, ma esiste una società civile che piano piano si prenderà gli spazi che le sono dovuti.
Comunque la rabbia la si può esprimere utilizzando termini meno forti.



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MessaggioInviato: 30/05/2012, 20:11 
Hai ragione, scusami (ma davvero, scusa), avrei dovuto scrivere "mediamente" o comunque far capire che mi riferivo all'italiano "medio", questo Fantastichini qui



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MessaggioInviato: 31/05/2012, 00:48 
La lunga marcia di logoramento dell’Italia





Dietro le forti pressioni esercitate dalla Commissione Europea e dagli organismi dell’Antitrust sia europeo che italiano, l’ENI si accinge a cedere la propria quota di controllo (51%) della Snam. Le ragioni che stanno alla base dello scorporo discendono tutte dal mantra liberista venerato acriticamente dalle istituzioni europee, secondo il quale sottraendo la distribuzione all’azienda si attiverebbe un circolo virtuoso di “sana” concorrenza che garantisca a tutti gli operatori del settore le pari condizioni di accesso che il controllo della Snam da parte dell’ENI avrebbe compromesso. Le compagnie statunitensi, francesi e britanniche avevano caldeggiato con forza questa svolta, in virtù del fatto che dal loro punto di vista lo scorporo della Snam comporta un netto indebolimento dell’ENI.
L’hedge fund statunitense Knight Winke, che controllava una quota ridotta del pacchetto azionario dell’ENI, aveva invece svolto un lavoro “interno” all’azienda, intraprendendo un’opera di convincimento nei confronti dell’azionariato incardinata sul concetto che vendendo la Snam, l’Ente Nazionale Idrocarburi avrebbe incamerato ricchi proventi che avrebbero a loro volta reso possibile l’allargamento del raggio operativo della società. Quando l’Amministratore Delegato di questo hedge fund è volato in Italia per partecipare alla presentazione del bilancio 2011, egli ha sottolineato che la fiducia dei mercati nei confronti dell’Italia è subordinata all’implementazione dei piani di privatizzazione delle ultime aziende su cui lo Stato è ancora in grado di esercitare un controllo effettivo, più che nei confronti del debito pubblico.
Il parossismo generale nei riguardi del debito pubblico – che, lungi dall’essere il fulcro del problema come vorrebbe qualcuno, costituisce invece la vera cartina tornasole capace di misurare grado di deterioramento delle altre attività economiche nazionali – non è altro che uno specchietto per le allodole, utile per giustificare lo smantellamento totale e definitivo dell’industria strategica italiana in nome dell’imperativo categorico di “far cassa”.
Per questa ragione il nuovo piano strategico elaborato da Finmeccanica ha suscitato l’approvazione di Morgan Stanley, che ha alzato il rating sulla società romana poche ore dopo che l’Amministratore Delegato Giuseppe Orsi ebbe esternato pubblicamente l’intenzione di “alleggerire” la holding attraverso la dismissione di alcune aziende “meno produttive”.
Parlare, inoltre, di concorrenza in un sistema estremamente corporativo ed oligopolistico come quello dell’energia appare quanto meno fuorviante, dal momento che i prezzi di petrolio e gas vengono stabiliti arbitrariamente da un cartello composto da un pugno di società petrolifere e da un numero altrettanto esiguo di istituzioni finanziarie che speculano sui rialzi. Alla luce di tutto ciò, giustificare l’indebolimento dell’ENI in nome della concorrenza tirando persino in ballo i minori costi che gli utenti si ritroverebbero ad affrontare appare analogo alla crociata guidata dall’attuale esecutivo “tecnico”, che intendeva provocare una diminuzione dei prezzi della benzina liberalizzando le pompe di distribuzione senza prendere in minima considerazione il ruolo di quelle che Enrico Mattei definiva “sette sorelle”. Il che la dice lunga sulla presunta risolutezza del governo Monti, che “non guarda in faccia nessuno”.
L’ultimo tassello da inserire in questo desolante mosaico è costituito dalla nomina ad advisor (consigliere), con compiti di valutazione delle modalità di vendita della Snam, di Goldman Sachs da parte della Cassa di Depositi e Prestiti presieduta da Franco Bassanini, che nel 1992 era salito a bordo del Panfilo Britannia in compagnia di una nutrita schiera di alti esponenti della politica e dell’economia italiana (Ciampi, Draghi, Costamagna, ecc.).
Sull’onda di Tangentopoli si insediò il governo tecnico presieduto da Giuliano Amato, il quale si affrettò a trasformare le aziende pubbliche in Società Per Azioni mente il Fondo Monetario Internazionale segnalava la necessità di provocare una svalutazione della moneta italiana per favorire il processo di privatizzazione. Così, non appena i “tecnici” del governo Amato ebbero incaricato Goldman Sachs di supervisionare alla vendita dell’ENI, il gruppo Rothschild “prestò” il direttore Richard Katz al Quantum Fund di George Soros per imbastire la colossale manovra speculativa contro la lira, provocando una svalutazione della moneta italiana pari al 30%. Ciò consentì ai Rothschild di acquisire parte dell’ENI a un prezzo fortemente “scontato”.
Lo scorporo della Snam appare quindi come una fase avanzata della lunga marcia di logoramento di quel che rimane dell’industria strategica italiana avviata nel 1992, con Tangentopoli e con gli attentati del 1992 che costarono la vita a Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Paolo Borsellino e gli agenti delle rispettive scorte.
Proprio in questi giorni è stato celebrato l’anniversario della strage di Capaci tra altisonanti discorsi da parte dei più autorevoli esponenti istituzionali. Sarebbe stato interessante se qualcuno avesse osato tirare in ballo le dichiarazione rese dall’ex ministro dell’interno Vincenzo Scotti nel corso di un’intervista resa al quotidiano romano “Il Tempo” il 6 dicembre 1996. In quell’intervista, Scotti spiegò che nel febbraio 1992 i servizi segreti e il capo della polizia Vincenzo Parisi avevano redatto e fatto pervenire sulla sua scrivania un rapporto in cui erano sommariamente elencate e descritte le modalità di un imminente piano di destabilizzazione politico, sociale ed economico dell’Italia, orchestrato da svariate potenze internazionali in combutta con alcune potenti lobby finanziarie. Il piano in questione, secondo quanto affermato da Scotti, comprendeva attentati di varia natura atti a distorcere la percezione di sicurezza nazionale in seno alla società, in modo da creare un clima di instabilità che spianasse la strada agli attacchi finanziari diretti contro il patrimonio industriale e bancario di stato. Non ricorda qualcosa?

http://www.statopotenza.eu/3809/la-lung ... dellitalia


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MessaggioInviato: 31/05/2012, 01:47 
Cita:
ubatuba ha scritto:


La lunga marcia di logoramento dell’Italia

Dietro le forti pressioni esercitate dalla Commissione Europea e dagli organismi dell’Antitrust sia europeo che italiano, l’ENI si accinge a cedere la propria quota di controllo (51%) della Snam. Le ragioni che stanno alla base dello scorporo discendono tutte dal mantra liberista venerato acriticamente dalle istituzioni europee, secondo il quale sottraendo la distribuzione all’azienda si attiverebbe un circolo virtuoso di “sana” concorrenza che garantisca a tutti gli operatori del settore le pari condizioni di accesso che il controllo della Snam da parte dell’ENI avrebbe compromesso. Le compagnie statunitensi, francesi e britanniche avevano caldeggiato con forza questa svolta, in virtù del fatto che dal loro punto di vista lo scorporo della Snam comporta un netto indebolimento dell’ENI.
L’hedge fund statunitense Knight Winke, che controllava una quota ridotta del pacchetto azionario dell’ENI, aveva invece svolto un lavoro “interno” all’azienda, intraprendendo un’opera di convincimento nei confronti dell’azionariato incardinata sul concetto che vendendo la Snam, l’Ente Nazionale Idrocarburi avrebbe incamerato ricchi proventi che avrebbero a loro volta reso possibile l’allargamento del raggio operativo della società. Quando l’Amministratore Delegato di questo hedge fund è volato in Italia per partecipare alla presentazione del bilancio 2011, egli ha sottolineato che la fiducia dei mercati nei confronti dell’Italia è subordinata all’implementazione dei piani di privatizzazione delle ultime aziende su cui lo Stato è ancora in grado di esercitare un controllo effettivo, più che nei confronti del debito pubblico.
Il parossismo generale nei riguardi del debito pubblico – che, lungi dall’essere il fulcro del problema come vorrebbe qualcuno, costituisce invece la vera cartina tornasole capace di misurare grado di deterioramento delle altre attività economiche nazionali – non è altro che uno specchietto per le allodole, utile per giustificare lo smantellamento totale e definitivo dell’industria strategica italiana in nome dell’imperativo categorico di “far cassa”.
Per questa ragione il nuovo piano strategico elaborato da Finmeccanica ha suscitato l’approvazione di Morgan Stanley, che ha alzato il rating sulla società romana poche ore dopo che l’Amministratore Delegato Giuseppe Orsi ebbe esternato pubblicamente l’intenzione di “alleggerire” la holding attraverso la dismissione di alcune aziende “meno produttive”.
Parlare, inoltre, di concorrenza in un sistema estremamente corporativo ed oligopolistico come quello dell’energia appare quanto meno fuorviante, dal momento che i prezzi di petrolio e gas vengono stabiliti arbitrariamente da un cartello composto da un pugno di società petrolifere e da un numero altrettanto esiguo di istituzioni finanziarie che speculano sui rialzi. Alla luce di tutto ciò, giustificare l’indebolimento dell’ENI in nome della concorrenza tirando persino in ballo i minori costi che gli utenti si ritroverebbero ad affrontare appare analogo alla crociata guidata dall’attuale esecutivo “tecnico”, che intendeva provocare una diminuzione dei prezzi della benzina liberalizzando le pompe di distribuzione senza prendere in minima considerazione il ruolo di quelle che Enrico Mattei definiva “sette sorelle”. Il che la dice lunga sulla presunta risolutezza del governo Monti, che “non guarda in faccia nessuno”.
L’ultimo tassello da inserire in questo desolante mosaico è costituito dalla nomina ad advisor (consigliere), con compiti di valutazione delle modalità di vendita della Snam, di Goldman Sachs da parte della Cassa di Depositi e Prestiti presieduta da Franco Bassanini, che nel 1992 era salito a bordo del Panfilo Britannia in compagnia di una nutrita schiera di alti esponenti della politica e dell’economia italiana (Ciampi, Draghi, Costamagna, ecc.).
Sull’onda di Tangentopoli si insediò il governo tecnico presieduto da Giuliano Amato, il quale si affrettò a trasformare le aziende pubbliche in Società Per Azioni mente il Fondo Monetario Internazionale segnalava la necessità di provocare una svalutazione della moneta italiana per favorire il processo di privatizzazione. Così, non appena i “tecnici” del governo Amato ebbero incaricato Goldman Sachs di supervisionare alla vendita dell’ENI, il gruppo Rothschild “prestò” il direttore Richard Katz al Quantum Fund di George Soros per imbastire la colossale manovra speculativa contro la lira, provocando una svalutazione della moneta italiana pari al 30%. Ciò consentì ai Rothschild di acquisire parte dell’ENI a un prezzo fortemente “scontato”.

Lo scorporo della Snam appare quindi come una fase avanzata della lunga marcia di logoramento di quel che rimane dell’industria strategica italiana avviata nel 1992, con Tangentopoli e con gli attentati del 1992 che costarono la vita a Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Paolo Borsellino e gli agenti delle rispettive scorte.
Proprio in questi giorni è stato celebrato l’anniversario della strage di Capaci tra altisonanti discorsi da parte dei più autorevoli esponenti istituzionali.

Sarebbe stato interessante se qualcuno avesse osato tirare in ballo le dichiarazione rese dall’ex ministro dell’interno Vincenzo Scotti nel corso di un’intervista resa al quotidiano romano “Il Tempo” il 6 dicembre 1996. In quell’intervista, Scotti spiegò che nel febbraio 1992 i servizi segreti e il capo della polizia Vincenzo Parisi avevano redatto e fatto pervenire sulla sua scrivania un rapporto in cui erano sommariamente elencate e descritte le modalità di un imminente piano di destabilizzazione politico, sociale ed economico dell’Italia, orchestrato da svariate potenze internazionali in combutta con alcune potenti lobby finanziarie. Il piano in questione, secondo quanto affermato da Scotti, comprendeva attentati di varia natura atti a distorcere la percezione di sicurezza nazionale in seno alla società, in modo da creare un clima di instabilità che spianasse la strada agli attacchi finanziari diretti contro il patrimonio industriale e bancario di stato. Non ricorda qualcosa?

http://www.statopotenza.eu/3809/la-lung ... dellitalia


Grazie ubatuba per questa vera perla........

Per chi volesse imparare a collegare gli eventi,
le date e le "casuali" nomine, consiglio la lettura di questo....
http://www.ufoforum.it/topic.asp?whichp ... _ID=227416



_________________
"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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thethirdeye@ufoforum.it
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MessaggioInviato: 31/05/2012, 13:37 
purtroppo tte certe cose non vengono mai dette dall'informazione schiava dei poteri economici et finanziari [;)]


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MessaggioInviato: 01/06/2012, 17:13 
Incatenati al terremoto.

Del fatto che siamo stati quasi tutti, noi gente normale, ficcati in una galera e chiusi in 2 metri quadri di cella legati al muro con una catena, ci si rendo conto soprattutto quando c’è il terremoto. Inizia a tremare la terra e d’istinto vorremmo precipitarci verso l’uscita, ma ecco che la catena si tende e rimaniamo lì, sotto i crolli. Che poi sono ancor più micidiali per il fatto di essere rinchiusi in uno spazio così angusto.



Questa perfetta semi-metafora, descrive in modo terribile quello che stanno passando i terremotati emiliani in queste ore, ciò che hanno passato gli aquilani, tutti all’interno dell’Eurozona.



Ci hanno chiusi e incatenati nell’Eurozona e nel Fiscal Compact, noi e il nostro Stato, e ora che lo Stato dovrebbe salvarci dai crolli economici e anche fisici di questi mesi, incluso il disastro emiliano, nulla è possibile, siamo incatenati e dobbiamo soffrire, per generazioni. Mentre invece tutto sarebbe risolvibile in poche ore, nella parte decisionale, e i pochi mesi nella parte esecutiva.



E’ un fatto dimostrato da innumerevoli studi e dibattiti e lezioni di economia, che se all’Italia non fosse stata sottratta la sovranità monetaria, se non ci fossero stati imposti il Patto di Stabilità, i Trattati sovranazionali pro finanza, il Fiscal Compact, e se oggi non fossimo in regime di Golpe Finanziario con Mario Monti, il governo italiano potrebbe sedersi in consiglio dei Ministri e deliberare adesso la salvezza delle zone disastrate con mezzi inauditi (per gli standard correnti).



Ho detto che Monti mente sapendo di mentire. Sa benissimo di aver portato l'Italia nel Fiscal Compact firmato da lui il 2 marzo 2012. Il Fiscal Compact, che eredita tutto il precedente capitolo di distruzione dello Stato pubblico e da me descritto in altri lavori, comporta quanto segue:

1) Il Senato ha approvato la riforma dell'art. 81 che introduce il pareggio di bilancio in Costituzione. Obbligo dello Stato di spendere per cittadini e aziende 100 e tassarli 100 su base costante. Risultato: lo Stato DEVE lasciare 0 nelle casse di cittadini e aziende.

2) Dunque impossibile per Monti qualsiasi esborso straordinario della spesa pubblica, specialmente nel momento in cui lo Stato deve correre nella direzione opposta (tagli) per raggiungere il pareggio entro il 2013.

3) Ma anche nel caso in cui Monti ipoteticamente decidesse spese straordinarie in deroga al Fiscal Compact, avrebbe 2 problemi enormi e micidiali: A) si tratterebbe di Euro che lo Stato italiano dovrebbe trovare dai soliti mercati di capitali privati a tassi usurai, dunque da ripagare in futuro peggiorando le Austerità, dunque più tasse su aziende e famiglie, quindi ancor più spirale di deflazione dei redditi, che comporta anche il crollo del gettito fiscale e dunque aumento del debito pubblico. Non per nulla questo criminale ha annunciato la volontà immediata di recuperare quei due spiccioli che spenderà in Emilia dalle accise sulla benzina e dall’IVA, tanto per deprimere per bene chiunque usi mezzi a idrocarburi per lavorare e poi tutto il commercio. B) L'Italia è già ora costretta dal Fiscal Compact a chiedere IL PERMESSO PREVENTIVO alla Commissione Europea prima di emettere titoli per finanziarsi, e questo significa la concreta possibilità di un no secco di Barroso anche in questa emergenza, se non appunto per spiccioli immediatamente recuperati da altra tassazione.

Questo si traduce in una paralisi della funzione pubblica, nell’abbandono dei terremotati e in sofferenze sociali immense. Questa è l’agghiacciante immoralità di Monti e di tutta questa sciagura voluta a tavolino che si chiama Eurozona, specialmente se raffrontata a cosa uno Stato con moneta sovrana che adottasse la Modern Money Theory (MMT) come politica economica potrebbe fare per il terremoto e per le sue vittime ora.



Con moneta sovrana e MMT accadrebbe quando segue:

1) Il Tesoro decide la spesa straordinaria della ricostruzione senza limiti reali di budget. La Banca d'Italia monetizza la decisione del tesoro senza limiti di creazione di moneta (così come fa la Banca Centrale in USA per qualsiasi spesa dello Stato). La ricostruzione parte a tutto campo, e questo si traduce in accrediti di denaro governativo al netto sui conti delle aziende incaricate (e dei dipendenti di conseguenza), sui conti dei comuni colpiti, e sui conti dei prestatori di servizi necessari (si veda punto 3). Ecco la prima creazione di ricchezza finanziaria al netto.



2) Il governo decide di usare l’opportunità dell’intervento per rimodernare le infrastrutture secondo idee di massimizzazione dell’efficienza commerciale e con tecnologie di buon impatto ambientale. Ciò che ha fatto la Germania per tutti gli anni ’90, quando sapeva che le sue aziende avrebbero dovuto competere in Eurozona (salvo poi, ‘sti ipocriti e bari, censurare chiunque altro lo volesse fare). Prima creazione di ricchezza reale al netto.



3) Il governo assume direttamente un numero di disoccupati italiani prelevati dai settori utili alla ricostruzione, rilancio, ma soprattutto dal settore servizi ‘umani’ per aziende e famiglie colpite, pagando loro stipendi maggiorati sulla media di mercato per tutti i mesi/anni necessari a soccorrere/ricostruire. Le mansioni ad alta densità di servizio umano necessarie ad assistere le vittime in drammi di questa portata sono innumerevoli, innumerevoli sarebbero i neo occupati (ad es. ho calcolato che un singolo anziano disabile/ammalato necessiterebbe di 8 figure d’assistenza a turnazione, oltre a medici e famiglia). Ecco la seconda creazione di ricchezza finanziaria al netto.



4) Il governo può detassare tutto il comparto produttivo e occupazionale oggetto dell’intervento d’emergenza di cui si parla. Ad esempio può concedere l’eliminazione di IVA e IMU in blocco, e detassare l’impiego drasticamente, e per periodi prolungati, per i soggetti certificati come colpiti dal sisma. Come sappiamo, in regime di moneta sovrana le tasse NON servono mai a finanziare lo Stato nella sue spesa, e lo Stato può regolarle a piacimento senza alcun problema di budget.



5) Il governo può rendere ‘liquide’ le banche commerciali coinvolte nella filiera produttiva della zona, quelle cioè esposte al debito di famiglie e imprenditori colpiti, permettendo così agli stressi istituti di credito di allungare le scadenze o persino di emettere crediti agevolati, di ridurre le rate dei mutui ecc. (meccanismo complesso in cui non entro ora). Sempre in ambito bancario, il governo può fare ancora di più, per esempio offrendo (in soli casi di emergenze) alle medesime banche un sistema ‘Mosler’ di trasformazione di eventuali predite su prestiti divenuti inesigibili per via del disastro, in crediti d’imposta spendibili dalle banche stesse.



6) La spesa a deficit dello Stato in questa occasione sarebbe virtuosa, cioè innescherebbe un circolo produttivo di ricchezza e di benessere che rapidamente si ripagherebbe la spesa da sé. Infatti, il risanamento unito al rilancio infrastrutturale delle aree colpite produce maggiorazione di PIL; la ventata occupazionale dell’emergenza, e quella del rilancio del settore locale, come sopra descritte, fa la medesima cosa; tutto questo aumenta il gettito fiscale per aumentati fatturati/redditi, e ciò senza assolutamente alzare le aliquote; un aumentato gettito fiscale di questo tipo, originato cioè da aumenti di PIL e NON da vessazioni fiscali ‘alla Monti’, va a ridurre anche il deficit. Inoltre, le competenze professionali sviluppatesi in questa occasione nei settori ad alta densità di servizio umano dovrebbero servire alla creazione di un nuovo settore nazionale di servizi, inizialmente forniti da un programma governativo, ma possibili anche in ambito privato, che di nuovo aumentano il PIL e ingenerano circoli virtuosi economici. Gli aumenti di PIL contengono anche l'inflazione.




E poi molto altro. Tutto ciò che una sovranità monetaria unita alla MMT può permettere alla collettività. Basta fare una scelta politica.



Mi rendo conto che quanto qui enunciato può sembrare irreale. Seduto sulle macerie della propria aziende a Finale Emilia, un imprenditore potrebbe persino sbottare leggendomi, imprecare contro sto giornalista che vende chimere a gente disperata. Non è così. E’ tutto vero, tutto economicamente sondato dal lavoro di grandi macroeconomisti, e provato nella realtà persino della nostra storia nazionale passata. Ed è osceno che così tanti debbano soffrire solo perché la “Finanza Funzionale” (A. Lerner), cioè la funzione democratica della spesa pubblica con moneta sovrana pro collettività, deve essere occultata ai più per l’interesse criminoso di pochissimi.



http://paolobarnard.info/intervento_mos ... php?id=389


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MessaggioInviato: 02/06/2012, 00:55 
Disoccupazione da record: quota 10,2%. Senza lavoro il 35% dei giovani

Roma - (Adnkronos/Ign) - Istat: in un mese i disoccupati sono cresciuti di 38 mila unità (+1,5%). In un anno persi 621 mila posti (+31,1%). E' il livello più alto da gennaio 2004. Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni è pari al 35,2%, in aumento di 7,9 punti su base annua

Roma, 1 giu. (Adnkronos/Ign) - Vola la disoccupazione e cresce in maniera preoccupante fra i giovani il numero dei senza lavoro. ''Il numero dei disoccupati, pari a 2.615 mila, cresce dell'1,5% (38 mila unita') rispetto a marzo - spiega l'Istat -. Su base annua il numero di disoccupati aumenta del 31,1% (621 mila unita'). Il tasso di disoccupazione si attesta al 10,2%, in aumento di 0,1 punti percentuali rispetto a marzo e di 2,2 punti su base annua''. E' il tasso più alto da gennaio 2004.

''Tra i 15-24enni le persone in cerca di lavoro sono 611 mila. Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, ovvero l'incidenza dei disoccupati sul totale di quelli occupati o in cerca, e' pari al 35,2%, in diminuzione di 0,8 punti percentuali rispetto a marzo ma in aumento di 7,9 punti su base annua'', continua l'Istat.

''Gli inattivi tra 15 e 64 anni diminuiscono dello 0,1% rispetto al mese precedente. In confronto a marzo, il tasso di inattivita' risulta invariato e si mantiene al 36,6%'', aggiunge l'Istat.

Ad aprile 2012 gli occupati sono 22.953 mila, in diminuzione dello 0,1% (-28 mila unita') rispetto a marzo. Il calo e' determinato dalla contrazione dell'occupazione maschile. Nel confronto con lo stesso mese dell'anno precedente l'occupazione segna un aumento dello 0,1% (23 mila unita'). Il tasso di occupazione e' pari al 57,0%, invariato in termini congiunturali ma in aumento di 0,2 punti percentuali nel confronto tendenziale.

''Nel primo trimestre 2012, il numero di occupati registra una flessione tendenziale dello 0,4 per cento (-81.000 unita'), a sintesi del calo dell'occupazione maschile (-1,2%, pari a -168.000 unita') e del nuovo incremento di quella femminile (+0,9%, pari a 87.000 unita'). La discesa dell'occupazione interessa l'intero territorio nazionale. Nel Nord (-0,3%, pari a -32.000 unita') e nel Mezzogiorno (-0,2%, pari a -15.000 unita') coinvolge la sola componente maschile; nel Centro, dove il calo e' piu' ampio (-0,7%, pari a -34.000 unita'), entrambe le componenti di genere'', continua l'Istat.

''Per il secondo trimestre consecutivo emerge una significativa riduzione degli occupati italiani (-155.000 unita', in confronto allo stesso periodo di un anno prima), dovuto esclusivamente alla riduzione della componente maschile. Sebbene con intensita' inferiore al recente passato, prosegue l'incremento dell'occupazione straniera (+36.000 uomini e +38.000 donne)'', conclude l'Istat.

Nel Vecchio Continente, Eurostat stima che 24 milioni 667mila uomini e donne nell'Ue a 27, di cui 17 milioni 405mila nell'area euro, fossero disoccupate ad aprile: rispetto al mese precedente, sono aumentate di 102mila unita' nell'Ue a 27 e di 110mila nell'area euro. Tra i Paesi membri, il livello piu' basso di disoccupazione e' stato registrato in Austria (3,9%), Lussemburgo e Olanda (5,2%) e Germania (5,4%), mentre quello piu' alto in Spagna (24,3%), Grecia (21,7%, il dato e' relativo a febbraio), Lettonia (15,2%, nel primo trimestre del 2012) e Portogallo (15,2%).

Per quanto riguarda la disoccupazione civile, ad aprile, nell'Ue a 27 erano disoccupati cinque milioni 462mila ragazzi sotto i 25 anni, di cui 3 milioni 358mila nell'area euro, pari rispettivamente ad un tasso del 22,4% e del 22,2%, contro il 20,9% ed il 20,4% dell'aprile 2011. I tassi piu' bassi sono stati registrati in Germania (7,9%), Austria (8,9%) e Olanda (9,4%), mentre quelli piu' alti in Grecia (52,7% a febbraio) e Spagna (51,5%).

http://www.adnkronos.com/IGN/News/Econo ... 45399.html


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ma non doveva essere un 2 giugno sobrio?alla faccia, 2.000 invitati,valletti a gogo catering delle grandi occasioni x politici giornalisti,personaggi dello spettacolo,con relativi portoghesi,alla faccia del disastro........ [:49] [:54] [:213]


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MessaggioInviato: 02/06/2012, 20:17 
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ubatuba ha scritto:

ma non doveva essere un 2 giugno sobrio?alla faccia, 2.000 invitati,valletti a gogo catering delle grandi occasioni x politici giornalisti,personaggi dello spettacolo,con relativi portoghesi,alla faccia del disastro........ [:49] [:54] [:213]


Guarda, spero solo che l'Italia esca subito agli Europei... così che gli italiani non si distraggano troppo.

Da complottista sono quasi convinto che faranno di tutto per farla vincere! A meno che...

[}:)] [}:)] [}:)]



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MessaggioInviato: 02/06/2012, 20:49 
Il 2 Giugno volge al termine... io non mi sento italiano... ma per fortuna o purtroppo lo sono.

Se un piccolo imprenditore non riesce a stare dietro alla pressione fiscale elevatissima Equitalia gli pignora la casa e gli blocca i conti correnti e lo costringe al fallimento...

Se invece sei una società concessionaria del gioco d'azzardo, il colonnello della GdF che ti ha scoperto viene congedato!

Cita:
Sabato 02 Giugno 2012
Guardia di Finanza, Rapetto lascia

ROMA - “Cancellati 37 anni di sacrifici”, polemico addio del colonnello fondatore del Gruppo anti-crimine telematico

Immagine

Era il maggior esperto nella lotta alle cyber-truffe. Con le sue indagini, ha fatto infliggere una mega multa da 98 miliardi a dieci società concessionarie del gioco d’azzardo di Stato. Umberto Rapetto, 53 anni, colonnello della Guardia di finanza ha annunciato le sue dimissioni su Twitter: “Qualche modulo e una dozzina di firme sono bastati per cancellare 37 anni di sacrifici e di soddisfazioni e i tanti sogni al Gat GdF”, scrive amareggiato.

Rapetto era stato il fondatore di quello che sarebbe poi diventato il Nucleo speciale frodi telematiche. Tra i suoi successi l’operazione “Macchianera” sulle frodi nei confronti dell’Inps, e le indagini che avevano portato all’arresto di hacker penetrati nel sistema di sicurezza di Nasa e Pentagono.

Rientra tutto nell’ambito di un normale avvicendamento assicurano i vertici delle Fiamme Gialle. “Il Colonnello Rapetto ha ‘sua sponte’ lasciato ormai il Corpo della Guardia di Finanza,” e in funzione di ciò “non è possibile anche solo ipotizzare ripensamenti organizzativi”, ha dichiarato il viceministro Vittorio Grilli, rispondendo a un'interrogazione parlamentare durante il question time. A costare il posto all’esperto, secondo alcune voci potrebbe essere stata proprio l’inchiesta sulle slot machine che avrebbe toccato e scardinato alcuni potentati occulti.

Fonte: http://www.tg3.rai.it/dl/tg3/articoli/C ... cef71.html


Ma non finisce mica qui.

Infatti sembrerebbe (il condizionale è d'obbligo non potendo verificare le fonti) che per cinque anni, Rapetto ha seguito tutti i componenti delle organizzazioni che gestivano il gioco d’azzardo in Italia senza pagare le imposte. Finchè un giorno, ha chiuso il dossier, facendolo arrivare ai carabinieri: ha fatto arrestare quindici persone.

Rapetto si è presentato in giudizio con migliaia di pagine di prove e con conti precisi: le società dei videopoker sotto accusa devono allo Stato di 98 miliardi, 456 milioni, 756 mila euro. Cifra mostruosa, superiore persino alle ultime quattro manovre finanziarie messe assieme.

Gli imputati che sono stati tutti condannati penalmente hanno patteggiato, anche se Rapetto era contrario: il colonnello sosteneva che dovevano restituire fino all’ultimo centesimo di euro. Alla fine i giudici si sono rivolti alla Corte dei Conti la quale ha preso atto della condanna penale della Cassazione e ha imposto agli imputati il pagamento di appena 2,5 miliardi di euro.

Fonte: http://www.nocensura.com/2012/06/le-lob ... no-98.html

La prossima volta che vi esalterete per i blitz della GdF a Cortina ricordatevi del Colonnello Rapetto.

Io non mi sento italiano... ma per fortuna o purtroppo lo sono.


Ultima modifica di Atlanticus81 il 02/06/2012, 20:59, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 02/06/2012, 23:14 
...purtroppo questa e' l'italia...........................esclusivamente un identita geografica.......[;)]


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