FRACKING, TERREMOTI E L'EMILIA ROMAGNAFonte: http://www.eclisseforum.it/2012/06/21/i ... te-i-di-iiIn questi giorni e nei giorni passati, in seguito alla serie di eventi sismici che ha colpito l’Emilia Romagna, abbiamo assistito ad un tam tam di notizie spesso incontrollate ed infondate che puntavano il dito contro le attività delle compagnie petrolifere e si è parlato molto di tecniche di fratturazione ( Fracking) o lo stoccaggio di gas nel sottosuolo come causa scatenante di terremoti. Durante le argomentazioni di discussione sul nostro forum, abbiamo scelto di affidarci ad un esperto a cui porre delle domande di interesse riguardo a quanto sta accadendo in Emilia Romagna. Grazie all’enorme disponibilità del Prof.Mucciarelli, siamo lieti di porre all’attenzione dei lettori questi due ottimi articoli (di cui pubblichiamo oggi la prima parte) che trattanto questo caso sotto numerosi aspetti, dalla tecnica del fracking, alle normative per spingersi fino alla prevedibilità di sismi. Il professor Marco Mucciarelli è Laureato in Fisica, professore universitario e insegna Sismologia Applicata presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università della Basilicata oltre ad essere impegnato attivamente nell’area di ricerca “Scienza dei Terremoti”. Si ringrazia sentitamente il Professore e gli utenti di EclisseForum.it per la collaborazione e la sinergia.
Marco MucciarelliIn brevi parole, cos’è il fracking?Il fracking è un acronimo per fratturazione idraulica. Sino dalla fine degli anni 40, in molti pozzi petroliferi al termine del foro verticale si è prodotto un aumento della porosità mediante acqua in pressione che produce microfratture nelle quali si installano microparticelle di materiale ceramico (proppant) che le mantiene aperte migliorando la conducibilità idraulica e quindi la produttività del pozzo. Il fracking che si pratica ora negli USA e di cui si parla prevede lunghi fori orizzontali nei quali viene iniettata acqua mista a solventi ed anche ad altri idrocarburi, acidi e traccianti radioattivi per recuperare gas intrappolato in strati poco porosi.
Qual è il processo attraverso il quale il fracking crea movimenti tellurici?Vi sono due modalità. Durante le operazioni di fratturazione e reiniezione si producono scosse di limitata magnitudo. Gli eventi maggiori sono invece causati dalla re-iniezione in profondità dei reflui (acqua fortemente inquinata e non trattabile)
Qual è la differenza tra Fracking e perforazioni? E’ possibile che tali attività siano coinvolte nei sismi in Emilia? O in caso di risposta negativa, quali sono gli elementi che secondo Lei scagionano il fracking come causa delle sismicità di questi giorni?Perforazioni per lo sfruttamento di idrocarburi ve ne sono a migliaia in tutto il mondo, ed in questi casi si sono verificati un numero limitato di eventi sismici indotti, dovuti alla diminuzione di pressione nei giacimenti o alla reiniezione di reflui. Il fracking è scagionato per il terremoto in Emilia per il semplice motivo che non si pratica in Europa. In molte nazioni è esplicitamente vietato. Inoltre non è un tipo di attività che si nasconde nel giardino di casa. Una torre di trivellazione per arrivare a 6 km di profondità, dove vengono iniettati i reflui, è enorme e deve rimanere sul luogo per mesi.
Quali sono i vantaggi per l’uomo nell’utilizzo della tecnica di fracking , tanto da rischiare un terremoto che non ha moltà utilità, se non quello di far spendere i soldi per una ricostruzione e pagare un tributo alto in vite umane? I vantaggi della compagnia rispetto ai rischi ambientali (sismi e territorio) restituiscono un bliancio positivo?I vantaggi sono di natura economica. Negli Stati Uniti negli ultimi due anni il prezzo del metano si è dimezzato per la grande disponibilità di gas ottenuto con il fracking.
Quali sono i rischi di contaminazione ambientale legati all’ attività di Fracking?Ci sono due tipi di problemi: si sono lamentati casi in cui la fratturazione si è estesa dallo strato di interesse minerario a qualli adiacenti, provocando contaminazioni delle falde idriche per uso potabile, ed inoltre rimane irrisolto il problema dello smaltimento delle enormi quantità di acqua e fango contaminati che la tecnica produce. Al momento quello che non viene reiniettato viene lasciato in enormi vasche a cielo aperto
Esistono organi di controllo che regolarizzano l’ attività di Fracking in modo tale da non provocare sismi di magnitudo notevole che possano mettere a rischio la comunità?Proprio in questi giorni l’EPA (l’ente per l’ambiente USA) ha iniziato la discussione pubblica su un regolamento complessivo delle attività di fracking con particolare riguardo all’inquinamento idrico ed alla sismicità indotta.
Il Fracking può provocare micro-scosse localizzate, ma per quale motivo in alcuni paesi questa attività è stata vietata? I motivi sono connessi ai rischi ambientali o alla possibilità che si creino sismi molto più preoccupanti?I paesi che lo hanno vietato lo hanno fatto per motivi di tutela ambientale, essendo paesi poco o per nulla sismici.
Nel suo sito si intuisce che spetta alle compagnie petrolifere fornire materiale documentale su eventuali microsismicità indotte. ma questo aspetto non è controproducente nei confronti della sicurezza sull’utilizzo di tali tecniche?L’informazione è indispensabile se si vuole un rapporto corretto con le popolazioni che devono accettare o meno certe pratiche nei loro territori. Per fare un esempio legato ad un’altra attività di cui molto si parla in Emilia, lo stoccaggio gas nel sottosuolo, esistono siti di gestori che informano su quale sia la massima magnitudo attesa e si assumono la responsabilità totale per ogni danno eventualmente causato.
Sui terremoti Emiliano RomagnoliHo sentito parlare di due faglie attive attualmente in Emilia Romagna, ve ne sono altre che potrebbero attivarsi?L’Emilia è una regione che presenta tre principali zone sismiche, interessate in passato da forti terremoti: quella dei fronti sepolti sotto la pianura padana, la zona di appennino al confine con la Toscana (Mugello, Garfagnana, Lunigiana) e la costa tra Rimini e Cattolica.
Perché in Italia eventi sismici, come quelli recenti, che a seconda di alcuni esperti sono considerati medi, se non minori, causano un tale disastro, al contrario di paesi come il Giappone o la California? E’ solo una questione al come si costruisce, o ci sono altri fattori da considerare?La tipologia costruttiva è senz’altro il fattore predominante. L’altro fattore è che la sismicità in Italia è meno frequente che in California o Giappone, e questo comporta un falso senso di sicurezza che si traduce in una assenza di comportamenti sismicamente sicuri da parte delle popolazione (ad esempio si ignorano accorgimenti per rendere meno pericoloso l’interno e l’arredamento delle abitazioni o si sottovaluta la scarsa qualità sismica di certi terreni, come si è visto con le liquefazioni in Emilia)
Leggendo un po’ in giro ho saputo che la zona colpita di recente dal sisma era considerata non sismica fino al 2003, mentre successivamente era stata classificata come a basso rischio. Al momento del sisma, quale era la classificazione di rischio ufficiale per la zona colpita, e quella stimata dai sismologi?La stima non era di basso rischio, ma di bassa pericolosità. Il rischio deriva dalla combinazione della probabilità che avvenga un terremoto (pericolosità) con la capacità o meno di resistere degli edifici (vulnerabilità) e con la densità abitativa (esposizione).
C’è, disponibile al pubblico, una mappa reale del rischio sismico delle varie zone d’italia? Nel senso che, se quelle ufficiali rilasciate dal governo italiano non sono aggiornate od esatte, vi è una mappa con le reali valutazioni dei sismologi?Esistono molte mappe di rischio pubblicate da vari autori, che stimano ad esempio il numero di abitazioni che si danneggeranno in un certo periodo, oppure il numero di morti e feriti attesi. Bisogna capire però una cosa importante: per tutti i rischi ci deve essere un bilancio tra i danni attesi ed i costi per prevenirli. Non è realistico pensare ad un mondo a rischio zero perché non avremmo le risorse per permettercelo. Bisogna costruire bene dove si deve risparmiando dove si può. Inoltre bisogna accettare l’idea che la mappa di pericolosità e di rischio sono oggetti dinamici che possono cambiare con il variare delle nostre conoscenze.
Sulla RicercaC’è un modo in cui, un comune cittadino, indipendentemente dal suo titolo di studio, possa collaborare con i sismologi? In parole povere, esiste un modo in cui una persona qualsiasi possa rendersi utile per voi?Il modo più semplice di collaborare alle ricerche è compilare i questionari on-line disponibili su vari siti (INGV, INOGS, CSEM, USGS) ogni qualvolta si avverte un terremoto. Si producono cosi mappe di intensità macrosismica in tempo reale molto utili per lo studio dei terremoti e dei loro effetti
Si sente spesso che la ricerca in italia, in qualsiasi campo, è colpita cronicamente dalla mancanza di fondi, ciò vale anche per i vostri studi? Oppure vista la loro importanza siete sufficientemente finanziati?Abbastanza finanziati rispetto ad altri settori, ma molto meno di quelle che sarebbero le necessità
Sulle dicerie on-lineC’è chi accusa un sistema quale HAARP (uno studio sull’atmosfera con emissioni radio a basse frequenza, finalizzato a migliorare le telecomunicazioni) come responsabile del sisma nella pianura padana. E’ possibile, anche solo teoricamente, che delle emissioni radio a bassa frequenza provochino sismi?No.
C’è chi afferma che vi possono essere metodi per provocare artificialmente un terremoto. Tale affermazione è vera? Se anche non lo fosse, quali potrebbero essere e quanta energia sarebbe necessaria?L’uomo causa terremoti con molte sue attività, dalle miniere alla costruzione di grandi bacini idroelettrici, dalla reiniezione di fluidi alle estrazioni petrolifere. Non può intenzionalmente provocare un terremoto “a comando” come sostengono alcuni. Per un calcolo delle energie necessarie e per fare capire come, ad esempio, HAARP non c’entri nulla con i terremoti, consiglio questo link:
http://www.cicap.org/new/articolo.php?id=273694Vi sono persone che dicono di saper prevedere i terremoti, uno su tanti Giampaolo Giuliani, per fare un esempio. Quanti metodi vengono proposti per prevedere un terremoto, e quanto questi metodi sono attendibili, od anche solo parzialmente efficaci?La risposta più sintetica è: moltissimi metodi proposti, efficaci nessuno.
Al momento, nonostante tutti i soldi investiti dal Giappone (lacuna sismica di Tokai ) e USA (terremoto Parkfield) non si sono trovati precursori in grado di prevedere i terremoti. Di radon in Emila-Romagna me ne sono occupato anch’io quasi 20 anni fa in un articolo pubblicato nel 1994. La conclusione era che le emissioni di radon sono correlate ai terremoti, ma mentre a volte avvengono prima, a volte avvengono subito dopo il terremoto e questo le rende inutili come precursori.
Sul perché predire i terremoti non solo è attualmente impossibile, ma anche inutile, vi segnalo due link:
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http://tersiscio.blogspot.it/2012/06/il ... e-dei.html-
http://tersiscio.blogspot.it/2012/01/la ... oto-e.html