L'ennesima "Astronave-Madre"
Fili bianchi cadono ad Oloron e Gaillic, IR2 a Marignane

Il tempo era splendido, sembrava una giornata estiva ma era il 17 ottobre del 1952 ad Oloron. Ed è proprio qui che si verificò uno dei più clamorosi avvistamenti UFO che per tutto l'anno, ed in particolare in quel mese, si susseguirono in Francia. Yves Prigent, custode del liceo locale, si accingeva a pranzare insieme alla sua famiglia nel suo appartamento, al primo piano della scuola, quando uno dei suoi figli lo chiamò per fargli vedere uno strano fenomeno. Dopo un po' tutta la famiglia accorse ad osservare: in cielo c'era uno strano oggetto a forma di sigaro, molto grande, inclinato di 45 gradi che si spostava lentamente in linea retta verso sud-ovest. L'oggetto era biancastro, luminoso con contorni molto chiari e dall'estremità superiore fuoriusciva una specie di pennacchio bianco. Non lontani dal grosso velivolo cilindrico, una trentina di oggetti sferici seguivano la stessa traiettoria. Con il cannocchiale Prigent notò una sfera centrale rossa, circondata da un anello giallastro fortemente inclinato. L'inclinazione era tale da ricoprire quasi interamente la parte inferiore della sfera, mentre quella superiore era ben visibile. Gli oggetti che seguivano “l'astronave madre” si spostavano in formazione da due seguendo una traiettoria spezzata, uno zig-zag rapido e corto. Quando i due dischi si allontanavano l'uno dall'altro si produceva in mezzo a loro una luce biancastra di aspetto simile a quella prodotta da un arco voltaico. Tutti gli oggetti lasciavano dietro di sé una scia di strani filamenti che volgevano lentamente verso terra, dissolvendosi. Per un paio d'ore ne rimase debole traccia sugli alberi, sui fili del telefono e sui tetti delle case. I filamenti assomigliavano al nylon ed avevano l'aspetto di piccoli batuffoli che divenivano rapidamente gelatinosi, per poi restringersi e, alla fine, dissolversi. Alcuni erano lunghi quasi 10 metri. L'insegnante di scienze del liceo, ne raccolse un campione per ma non ebbe il tempo per analizzarlo perché subito svaniva.
Esattamente dieci giorni dopo, un centinaio di abitanti di Gaillac, una cittadina sita sulle rive del Tarn, nella Francia sud-occidentale, assistettero allo stesso fenomeno: videro il grande UFO a forma di cilindro con il pennacchio di fumo che si dirigeva verso sud-est. e una ventina di dischi che seguivano in formazione da due. Unica differenza con il caso di Oloron fu che due dischi, ad un certo punto, lasciarono momentaneamente la formazione per scendere più in basso sino a 300-400 metri di altitudine. L'apparizione durò circa una ventina di minuti, poi il sigaro ed i dischi scomparvero all'orizzonte e come nel caso precedente produssero dei fili bianchi che caddero sulla cittadina. Gli abitanti di Gaillic raccolsero molti filamenti ma, come ad Oloron, nessuno ebbe la possibilità di accertarne la composizione chimica, in quanto essi subito dopo essere caduti in terra si restringevano e dopo un po' si dissolvevano. Quello stesso giorno, poco dopo le 17.30 (subito dopo la fine dell'apparizione a Gaillac), nell'Alta Loira fu segnalato un disco grigio argenteo con riflessi metallici. L'oggetto attraversò il cielo rapidamente e scomparve in silenzio verso sud-est, seguito da un sigaro, di eguale colore che per un po' sostò in cielo e poi scomparve dopo una grande accelerazione. Una sfera luminosa fu vista, inoltre, attraversare a grande velocità il cielo di Tabers, il 28 ottobre verso le 16.
In una ondata che si rispetti non può certo mancare di un evento stupefacente come un incontro ravvicinato del terzo tipo oppure come un atterraggio. E in questo caso, incredibile ma vero, l'atterraggio avvenne nientemeno che in un aeroporto civile. L'aeroporto è quello di Marignane e ad osservare un ordigno posarsi al suolo per poi ripartire dopo una breve sosta fu il doganiere Gabriel Gachignard. Verso le due del mattino del 27 ottobre , Ganchinard si trovava su una terrazza della dogana dell'aeroscalo. Il corriere postale Nizza-Parigi era appena decollato quando, all'improvviso il doganiere, alla sua sinistra, scorse una piccola luce che sembrava avvicinarsi sorvolando la pista. Non era molto forte, ma ben visibile e nitida, successivamente ne stimò la velocità a circa 250 chilometri orari. Ganchinard dapprima pensò che si potesse trattare di una stella cadente e di essersi sbagliato nella valutazione della distanza e della velocità, ma quando la luce si abbassò sino ad una decina di metri al di sopra di una costruzione che si trova a circa un chilometro, al margine della pista, comprese che non si trattava di una meteora, ma di qualcosa di assolutamente diverso. L'oggetto, proseguendo con una traiettoria rettilinea, senza oscillazioni, giunse sulla pista e improvvisamente si fermò, passando dai circa 250 chilometri orari all'immobilità completa. Nel momento preciso in cui l'oggetto si posò al suolo, a circa 100 metri di distanza da Ganchinard, il doganiere udii un rumore sordo, come soffocato; il rumore di un oggetto pesante che viene deposto al suolo. Era il primo suono che sentiva perché tutto si era svolto in assoluto silenzio.
La curiosità vinse la paura e così il doganiere cominciò ad avvicinarsi; arrivato a circa 50 metri dall'oggetto poté distinguerlo: era a forma di una palla da rugby, alto circa un metro e lungo cinque. Aveva delle finestrelle alte circa 20 centimetri, disposte su una linea che seguiva la curvatura dell'oggetto. Dietro ai portelli palpitava una luce strana, né stabile, né fissa, ma blanda, pallida. Il doganiere vide delle ombre che passavano dietro quelle finestre. Ad un certo punto dall'oggetto uscirono delle scintille subito seguite da un crepitio simile a quello dei fuochi d'artificio, e subito dopo l'oggetto decollò con una tale forza da costringere il doganiere di indietreggiare di diversi metri. Impossibile valutarne la velocità. Dopo alcuni istanti, lasciandosi dietro una scia di particelle bianche, l'UFO, allontanandosi sopra lo stagno di Berre, scomparve nella notte.