La presenza del metano su Marte è da molto tempo una fonte di grande perplessità per gli scienziati ma anche alla base di alcune delle ipotesi astrobiologiche più affascinanti; questo gas è molto instabile e sparisce presto nell'atmosfera, ma su Marte è stato misurato in quantità sorprendenti, che cambiano con il cambiare delle stagioni e alle volte arrivano a toccare anche picchi molto alti. La sua presenza implica una qualche fonte che continua a rifornirlo nell'atmosfera. Fu proposto da diversi astrobiologi che si potrebbe trattare di batteri, come succede sulla Terra, mentre altri sostenevano che il fenomeno poteva essere spiegato anche con ipotesi geologiche, senza ricorrere alla vita. Adesso un gruppo di ricercatori del Messico ha trovato un'altra possibile spiegazione, piuttosto inaspettata: il metano potrebbe essere rifornito da tempeste di sabbia e dust devil (simili a tornado).
"Proponiamo un nuovo meccanismo per la produzione del metano, in base all'effetto delle scariche elettriche sopra superfici ghiacciate" si legge nella ricerca pubblicata nella rivista scientifica "Geophysical Research Letters" da un team guidato da Arturo Robledo-Martinez, dell'Università Autonoma Metropolitana, Azcapotzalco, Messico.
"Le scariche, causate dall'elettrificazione dei dust devil e tempeste di sabbia, ionizzano gas di CO2 e molecole di acqua, che forniscono gli ingredienti per formare poi metano."
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68,11 KBVariazione prevista prima e dopo le scariche elettriche, nella quantità di metano. Credit: Robledo-Martinez, A, H, Sobral/A. Ruiz-Meza (2012)
In una simulazione in laboratorio, hanno mostrato che gli impulsi elettrici sopra campioni di ghiaccio, all'interno di un'atmosfera che simulava quella su Marte, ha prodotto 1.41x1016 molecole di metano per ogni joule di energia applicata. I risultati degli esperimenti sono stati comparati con la fotolisi indotta grazie alla radiazione di laser UV e si è scoperto che anche in quel caso veniva prodotto del metano, anche se l'efficienza della fotolisi arrivava soltanto ad un terzo di quella della scarica.
Gli scienziati sottolineano che questo non significa automaticamente che il metano non potrebbe provenire anche da altre fonti, ma il modo in cui i dust devil e le tempeste riescono a formarsi rapidamente significa anche che possono rapidamente generare tanto metano. "Il meccanismo presentato qui potrebbe agire in parallelo con altri meccanismi proposti ma il suo vantaggio è che può generare metano molto rapidamente e quindi spiegare la generazione dei picchi improvvisi che vediamo nei dati" spiegano i ricercatori messicani
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41,78 KBIl rover Spirit ha ripreso questo spettacolare piccolo dust devil sulla superficie di Marte. (i più grandi come quello fotografato in apertura arrivano ad essere alti 20 km! cioè oltre il doppio dell'Everest!). Se l'animazione non parte cliccateci sopra. Credit: NASA/JPL
Il metano nell'atmosfera Marziana è stato osservato già dal 1999, ma nel 2009 gli scienziati che studiavano l'atmosfera del Pianeta Rosso da diversi anni, hanno annunciato che ci sono tre diverse regioni dove c'è un grande rilascio di metano. Le tre regioni si trovano su aree dove si pensa che c'era molta acqua in passato e che ora sono coperte da depositi di ghiaccio.
In seguito furono anche osservati pennacchi di metano che sono arrivati a 19.000 tonnellate metriche rilasciate in un solo colpo. I pennacchi erano emessi durante le stagioni più calde, primavera ed estate, che è anche lo stesso periodo in cui si formano i dust devil più grossi.
Il metano è molto eccitante perché come detto prima, nell'atmosfera Marziana durerebbe al massimo qualche centinaio di anni prima di sparire del tutto, e questo significa che c'è per forza un meccanismo (o più di uno) che continua a rifornire metano. In origine, nel 2009, fu proposta l'ipotesi di permafrost che si scioglieva periodicamente all'interno di profonde fratture o fessure nella crosta, permettendo così al metano di sfuggire. Oppure potrebbe essere prodotto da un processo geologico chiamato serpentinizzazione, che si basa su una reazione tra acqua e roccia. Ovviamente c'è anche l'ipotesi biologica, ma essendo quella più ardita è anche quella che richiederebbe la più grande quantità di prove a suo sostegno.
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129,55 KBMappa della distribuzione del metano sulla superficie di Marte. Credit: NASA
Se però adesso viene dimostrato che i dust devil e le tempeste possono spiegare benissimo il metano, il mistero diventa molto più facile da risolvere, e l'ipotesi biologica diventa molto più difficile da sostenere.
La nuova ricerca ha menzionato anch'essa le fissure nella superficie ma per una ragione differente: il campo elettrico generato dai dust devil è amplificato dalla topologia del suolo: "Il campo elettrico prodotto da un dust devil non solo può battere facilmente la forza dielettrica dell'atmosfera Marziana, ma può anche penetrare all'interno di fratture nel suolo ed arrivare a strati ghiacciati in profondità, per via della particolare topografia del terreno."
Con una concentrazione di circa 10-50 parti per miliardo, il metano è ancora soltanto un pallido elemento di traccia nell'atmosfera Marziana, ed i picchi molto alti osservati restano difficili da spiegare. Forse ulteriori esperimenti e dimostrazioni di questa nuova ipotesi potranno finalmente chiarire il mistero.
http://www.agu.org/pubs/crossref/2012/2 ... 3255.shtml http://www.universetoday.com/97280/coul ... tmosphere/link2universe
come teoria potrebbe essere plausibile,ma e' necessario fare pure considerazioni,se la quantita' di metano ch4 su marte e' molto superiore al previsto e che le molecole si dissociano facilmente,x riprodurlo,sarebbe necessario una quantita' di dust devils impressionante
cosa che con le notizie in ns possesso sembrano escludere,quindi x la presenza del ch4 dovrebbero esserci altre ipotesi/soluzioni...................
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ubatuba il 14/09/2012, 12:40, modificato 1 volta in totale.