28/10/2012, 10:14
28/10/2012, 10:25
28/10/2012, 10:31
28/10/2012, 10:45
28/10/2012, 10:47
morpheus85 ha scritto:
e se fosse solo una sorta di proiezione della coscienza? come se il cervello non funzionando più al meglio interagisse con lo spazio circostante in modo errato?
queste esperienze riguardano le brevi distanze, si avverte di essere fuori dal corpo ma a pochi metri di distanza non a km, quindi esiste ancora un legame tra corpo fisico e "anima"
il cervello è un decoder programmato dalla natura, quando funziona bene ci restituisce una determinata realtà e i 5 sensi sono regolati apposta per restituire una particolare interpretazione della realtà ma non l'unica.
28/10/2012, 11:08
28/10/2012, 11:10
In altre parole, per riuscire a ottenere nella nostra realtà concreta e materiale le situazioni e gi eventi che desideriamo, dobbiamo prima costruirli nella nostra realtà interiore e sperimentare i sentimenti collegati ad essi come se quegli eventi fossero già realizzati.
28/10/2012, 11:13
Zelman ha scritto:morpheus85 ha scritto:
e se fosse solo una sorta di proiezione della coscienza? come se il cervello non funzionando più al meglio interagisse con lo spazio circostante in modo errato?
queste esperienze riguardano le brevi distanze, si avverte di essere fuori dal corpo ma a pochi metri di distanza non a km, quindi esiste ancora un legame tra corpo fisico e "anima"
il cervello è un decoder programmato dalla natura, quando funziona bene ci restituisce una determinata realtà e i 5 sensi sono regolati apposta per restituire una particolare interpretazione della realtà ma non l'unica.
hai messo il se... "come se il cervello non funzionando al meglio"
a parte che chi si è trovato in NDE ha descritto esattamente azioni, luoghi e oggetti durante il cervello non funzionante, certo non posso evadere per pensare di vedere come in volo ciò che non riguarda la mia persona, o qualsiasi anche non riguardante
un pò di privacy!
quando funziona "bene" queste cose non possono essere accessibili,
però se non funziona bene, come fa a testimoniare -esattamente- ciò che è avvenuto durante l'assenza, rilevata dagli STRUMENTI, di rilevazione neuro-fisiologica di attività cerebrale,
quindi se non c'era attività rilevata dagli STRUMENTI odierni medici,
il paragone che fai con un decoder è solo prestato, perchè un -decoder- simile ancora non esiste come sappiamo farlo noi per altre e limitate attività di rilevazione di dati oggettivi...
i 5 sensi però si servono di dati che partono dagli occhi, dalle orecchie etc...
se gli occhi sono chiusi e gli impulsi non sono trasmessi-ricevuti come ha fatto la persona NDE a vedere, -esattamente-?
la realtà, da vigili e sani, certo non è l'unica, seppure largamente condivisibile sui dati oggettivi, dalla stessa specie, o e se si vuole parlare della visione del mondo della persona- (che può essere più persistente di dati oggettivi) - comunque a parte interpretazioni basate su sfumature di percezione visiva, olfattiva, etc...
28/10/2012, 11:15
28/10/2012, 11:19
morpheus85 ha scritto:
fin quando non si è morti del tutto c'è sempre attività cerebrale
28/10/2012, 11:36
In ogni istante una particella si trova contemporaneamente in tutti i suoi possibili stati di esistenza. Solo quando interviene un osservatore (ad esempio, attraverso degli strumenti di misura) la particella viene a trovarsi in uno stato determinato (si dice che la funzione d’onda della particella “collassa”) che esclude tutti gli altri.
28/10/2012, 11:57
Angeldark ha scritto:morpheus85 ha scritto:
fin quando non si è morti del tutto c'è sempre attività cerebrale
Quella di Alexander è quindi un'esperienza che ha modificato profondamente una radicata visione scientifica della coscienza umana. "Come neurochirurgo, non credevo alle Nde", scrive lo scienziato su Newsweek, "e ho sempre preferito le ipotesi scientifiche". Il dottore dichiara di non essere cattolico, e di non credere nella vita eterna. Ma poi ha sperimentato "qualcosa di così profondo", da fargli riconsiderare le esperienze NDE in chiave scientifica.
Il suo viaggio tra "nuvole rosa e creature angeliche che lasciavano scie in cielo" racconta di incontri con creature "diverse da qualunque altra abbia mai visto su questo pianeta", dice Alexander. "Erano più avanzate, forme più alte. E poi il canto corale che arrivava dall'alto, mi riempiva di gioia e stupore". Tutto questo, dicono i referti, durante uno stato in cui la corteccia cerebrale, la parte che controlla le emozioni e il pensiero, costantemente monitorata, è risultata priva di attività.
Alexander aggiunge: "Non c'è una spiegazione scientifica a quello che è successo: mentre i neuroni della corteccia erano inattivi a causa dell'infezione, qualcosa come una coscienza slegata dalla mente è arrivata in un altro universo. Una dimensione di cui mai avrei immaginato l'esistenza". Un'esperienza che lo stesso dottore ha ben chiaro possa ricordare un set hollywoodiano. E che però, dichiara, "Non era di fantasia. E ha prodondamente inciso sulla mia attività professionale e sfera spirituale". Forse il libro che ha scritto porterà cambiamenti anche sul conto in banca di Alexander, e un pezzettino di paradiso potrà materializzarsi anche in Terra. Con l'auspicio però che un contributo firmato da un neuroscienziato possa aiutare a fare più luce, terrena, sul complesso fenomeno delle Nde.
Fonte:http://www.repubblica.it/scienze/2012/10/09/news/sono_stato_in_paradiso_ecco_com_il_neuroscienziato_racconta_dopo_il_coma-44202072/
28/10/2012, 12:03
28/10/2012, 12:25
28/10/2012, 12:49