28/10/2012, 14:31
28/10/2012, 19:13
28/10/2012, 20:32
28/10/2012, 23:38
28/10/2012, 23:56
Zelman ha scritto:
il problema è più radicale,
con il cervello spento, NON poteva percepire nulla,
il che significa che la coscienza o questa chiamiamola, impropriamente, -percezione- senza intermezzo fisico (sensi, impulsi, ricezione) NON è un che che parte e finisce nell'individuo, ma è qualcosa che lo coniuga e lo permea...
28/10/2012, 23:57
morpheus85 ha scritto:
se il cervello era spento non poteva esserci nemmeno il ricordo
29/10/2012, 00:02
29/10/2012, 11:23
29/10/2012, 13:26
29/10/2012, 13:41
morpheus85 ha scritto:
...
Secondo me si, sarebbe identica alla nostra ma del tutto autonoma. Questo mi induce a credere che essa è il risultato di una combinazione di chimica e altre cose ancora poco chiare.
Ora secondo voi può esistere un'anima identica alla nostra con carattere, ricordi e sentimenti identici? Non penso proprio, quindi il mito dell'anima che controlla un corpo fisico cesserebbe automaticamente di esistere.
29/10/2012, 23:07
30/10/2012, 01:15
01/05/2013, 01:32
Il sogno dell'immortalità di Itskov: il cervello umano e la personalità in un robot
Mosca - (Adnkronos) - Il miliardario ha deciso di investire in un progetto che prevede, nel 2048, l'impianto di un cervello di un homo sapiens all'interno di un corpo elettronico e meccanico. E assicura: "Ho già affrontato le implicazioni spirituali con il Dalai Lama"
Mosca, 30 apr. (Adnkronos) - Il miliardario russo Dmitry Itskov sogna l'immortalità per l'uomo e ne fa la sua personale causa di vita: così come i suoi pari investono in squadre di calcio, yacht o gallerie d'arte, la sua idea è invece quella di impiantare entro il 2048 il cervello, la coscienza e la personalità, di un homo sapiens in un robot.
''Ero seduto alla mia scrivania quando ho realizzato di aver voglia di dedicarmi a qualcosa di più che agli affari. Guadagnare e spendere soldi aveva cominciato ad annoiarmi, volevo essere parte di un progetto di più vasta portata'', ha spiegato Itskov, 32 anni, a capo della società di portali e media web New Media Stars.
Da questo suo ennui è nata l'''Iniziativa strategico sociale 2045'', il programma che si propone di ''riunire l'umanità intorno a una nuova idea globale, raggiungere l'immortalità cibernetica''. Il prossimo mese di giugno, il 15 e il 16, Itskov ha organizzato a New York un congresso, il secondo della sue fondazione, per annunciare i nomi degli scienziati di tutto il mondo che hanno accettato la sfida. Ai lavori parteciperanno come sostenitori della prima ora del progetto Kay Kurzwell, direttore del settore ingegneristico di Google, Hiroshi Ishiguro e l'esperto di robot dell'università di Osaka che ha creato il suo gemello meccanico di silicone ed elettronico, l'esperto di robotica David Hanson e l'antropologo delle religioni ''affiliato'' all'Mit William Bushell. Itskov assicura di aver già affrontato le implicazioni spirituali del suo progetto con il Dalai Lama.
Ecco le tappe del programma, così come le ha illustrate il miliardario in una lettera indirizzata al segretario generale delle Nazioni Unite Ban ki-moon: la prima è fissata per il 2020, quando dovrà essere pronto un robot antropomorfo, l'avatar di una persona, un corpo artificiale, controllato da interfacce neurali, che potranno essere usate per la riabilitazione dei disabili, precisa. Si arriverà poi a impiantare il cervello di una persona in fase terminale, estendendone così la vita di 200-300 anni, a impiantare la personalità e e a studiare la coscienza per incarnarla in supporti non biologici da trasferire nell'avatar.
Con un diploma in management delle corporation all'Accademia russa dell'economia, Itskov ha iniziato a interessarsi alla scienza solo nel 2005: ''In passato il motore dell'evoluzione è stata la selezione naturale. Ora sempre più scienziati sostengono che la selezione naturale non funziona più. La specie umana andrà in contro a un degrado significativo, per questo lanciamo un appello, l'uomo deve salvare la sua specie'', ha detto dopo aver lanciato lo scorso anno un appello a tutti i suoi colleghi miliardari per contribuire al progetto.
Itskov si inserisce in una florida tradizione russa per la ricerca dell'immortalità: negli anni venti del novecento, il medico Alexandr Bodganov aveva teorizzato la sconfitta dell'invecchiamento attraverso trasfusioni di sangue da soggetti giovani a quelli più anziani. Il trattamento riservato ai leader bolscevichi avrebbe consentito anche il loro contatto con le masse. Per tre anni, come direttore del nuovo Istituto per la trasfusione di sangue, ha condotto centinaia di esperimenti prima di morire per le conseguenze non previste delle undici trasfusioni che si era prescritto. Negli stessi anni un suo collega, Sergei Bryukhonenko aveva creato il primo sistema circolatorio artificiale con cui era riuscito a mantenere viva la testa di un cane per quasi due ore. Negli anni settanta, Viktor Sarayev aveva estratto una sostenza dal tessuto di cuccioli di animali domestici che gli consentiva di aumentare la vita e la fertilità degli adulti.
16/12/2013, 01:37
Allungare la vita umana fino a 400 anni, le speranze in un vermicello
Roma - (Ign) - A spostare l'asticella della longevità è una ricerca del Buck Institute in California, pubblicata il 12 dicembre su 'Cell Reports'
Roma, 14 dic. (Ign) - Si chiama C. elegans il vermicello che promette di quintuplicare l'aspettativa di vita. A spostare l'asticella della longevità è una ricerca del Buck Institute in California, pubblicata il 12 dicembre su 'Cell Reports'.
Gli scienziati, manipolando due geni del C. elegans (chiamati Iis e Tor) hanno inaspettatamente ottenuto un'estensione della vita del verme del 500%. Il risultato che si attendeva dalla ricerca era invece un allungamento del 130%. Se rapportato all'essere umano il limite della durata della vita potrebbe essere spostato in avanti fino a 400 anni.
I risultati non possono essere trasferiti sull'uomo perché è necessario trovare un'alternativa alla manipolazione dei geni, ma la ricerca sul C elegans offre comunque delle importanti implicazioni anche per organismi ben più complessi del vermicello come l'essere umano.