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17/02/2013, 18:28

I debiti degli ex ds

Pd, un buco da 200 milioni

Le banche chiedono soldi

Se non arrivano, paghiamo noi


Oscar, Gianfry, Casini, Ingroia piccoli furbi: vincono anche se perdono grazie alla pioggia di rimborsi elettorali !


http://www.liberoquotidiano.it/index.jsp?refresh_ce

Banche alle costole dei Ds:
200 milioni di euro di debiti. Ma a pagare sarà lo Stato ...

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I Ds ha trasferito tutti gli immobili mettendoli al riparo dai creditori. Ma le banche adesso chiedono indietro 200 milioni di euro. Ecco chi dovrà appianare il debito...

http://www.ilgiornale.it/
Ultima modifica di Ufologo 555 il 17/02/2013, 18:31, modificato 1 volta in totale.

17/02/2013, 23:03

Si prepara lo scenario del "governissimo". Dopo la raffica di inchieste e arresti, tutto si legge come un antipasto della «Grossa coalizione» (guidata da Mario Monti). Il Cavaliere deve andare a casa altrimenti la finanza globale massacra l'Italia: crollo Btp e spread a 700. Grillo verso il 25-30%. Elezioni in stile Grecia: due tornate nel giro di tre mesi.

NEW YORK (WSI) - La massima preoccupazione (o obiettivo) della finanza internazionale, cioe' i mercati - a New York come a Londra o a Tokyo - e' che nelle elezioni politiche del 24-25 febbraio l'ex premier Silvio Berlusconi prenda pochi voti e sia quindi messo, per sempre, in un angolo.

Silvio e' impresentabile - sentiamo dire a Manhattan (e negli ambienti della Casa Bianca dove Napolitano ieri ha ascoltato da Obama lo stesso ritornello); ma non solo: il miliardario italiano dei media e' un disco rotto (ha riesumato il solito Ponte sullo Stretto!), il suo serbatoio voti esiste per la sua personale abilita' di 'comunicatore' ma l'uomo ormai, non puo' offrire null'altro all'Italia e all'Ue. Anzi, Berlusconi e' un rischio in stile Lehman Brothers. Manipolare masse teleguidate di bassa cultura e basso quoziente intellettuale (oltre ai furbi evasori) non e' utile quando si governa un mondo complesso e ingolfato dai debiti. That's it, dicono gli americani!

Insomma: il Cavaliere deve andare a casa altrimenti la finanza globale e gli hedge funds il 26 febbraio, a cominciare dai mercati asiatici, massacreranno l'Italia, come e' accaduto nell'agosto 2011 e nei convulsi mesi successivi che portarono alla caduta del governo Berlusconi/Bossi. Le banche d'affari faranno di nuovo crollare il prezzo dei Btp mentre i tassi schizzeranno sopra la "zona Grecia" del 7,0%, con lo spread in area 700, il che costera' 120 miliardi all'anno di tassi d'interesse da pagare sul debito pubblico dell'Italia da oltre $2,6 trilioni di dollari.

Nel frattempo, il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, alimentato dal malcontento, dallo schifo generale e da una recessione senza fine che fiacca anche i piu' forti e ottimisti, secondo sondaggi non pubblicabili sta andando sicuro verso un'affermazione nelle urne del 25-30%. Il M5S potrebbe quindi essere il secondo, e forse anche il primo partito italiano. Il Pd soffre di una continua emorragia di voti. Per Bersani e soci il Senato pare negato, la Camera e' sul filo di un pugno di voti.

Se il M5S fosse il primo partito scatterebbe il premio di maggioranza previsto dalla "legge elettorale porcata". In ogni caso 120 grillini in parlamento sarebbero una vera rivoluzione. L'obiettivo, da parte di milioni di ex elettori Pd, PdL (radicali, socialisti e perfino di "area tecnica") stanchi dello status quo, e' di "scardinare" dall'interno il sistema rottamando le vecchie cariatidi. E' un'occasione che non si presentava da decenni (la Lega fu un movimento esclusivamente del Nord e di stampo razzista). Per il dopo, si vedra'. Grillo - che comunque e' arcistufo del suo ruolo - con il guru Casaleggio, si inventera' qualcosa, sull'onda del sicuro successo.

Insomma, si prepara uno scenario da "governissimo". Dopo la raffica di inchieste, arresti e sentenze di questi giorni nell'universo dei "gioielli di famiglia" italiani (Eni, Finmeccanica, Saipem, Enel: oltre ad essere buone aziende sono stati per decenni i bancomat di caste e lobby dei "poteri forti") cio' che accade si legge come un antipasto della «Grossa coalizione» (formerly known as ABC, without Angelino). Sara' Mario Monti a guidarla, anche se uscira' sconfitto dalle urne, il grigio e a carisma-zero ex premier tecnico avra' il ruolo di 'ago della bilancia', un po' come il Craxi nello storico CAF. Intanto diventa sempre piu' probabile l'ipotesi di una seconda tornata elettorale in 'stile Grecia', cioe' due elezioni nel giro di pochi mesi. 'Stile Grecia' le elezioni, 'stile Grecia' il rischio collasso. (wsi)

http://www.wallstreetitalia.com/article ... iugno.aspx


se cosi' fosse,sarebbe l'ennesima occasione in cui si dimostrerebbe che il ns voto non conta nulla,e che il ns futuro e' orchestrato fuori dalla ns possibilita' di controllo,e pure l'insipienza dei ns politici che praticamente sono solo esecutori e null'altro

18/02/2013, 10:38

Anche questo scenario è prevedibile; poveri noi! [xx(]

18/02/2013, 10:49

Comunque vada, sarà un macello!

18/02/2013, 12:23

Hannah ha scritto:

Comunque vada, sarà un macello!


..speriamo,cmq,di non essere noi........... le vittime sacrificali [;)]

18/02/2013, 17:06

ubatuba ha scritto:

Hannah ha scritto:

Comunque vada, sarà un macello!


..speriamo,cmq,di non essere noi........... le vittime sacrificali [;)]



CI PUOI GIURARE, COME SEMPRE! [:(]

18/02/2013, 18:04

Ufologo 555 ha scritto:

Anche questo scenario è prevedibile; poveri noi! [xx(]
Letto bene cosa dice? [:o)]

Manipolare masse teleguidate di bassa cultura e basso quoziente intellettuale (oltre ai furbi evasori) non e' utile quando si governa un mondo complesso e ingolfato dai debiti. That's it, dicono gli americani!

18/02/2013, 18:14

Ronin77 ha scritto:


Manipolare masse teleguidate di bassa cultura e basso quoziente intellettuale (oltre ai furbi evasori) non e' utile quando si governa un mondo complesso e ingolfato dai debiti. That's it, dicono gli americani!


si...di se stessi
[:o)]

18/02/2013, 18:45

rmnd ha scritto:

Ronin77 ha scritto:


Manipolare masse teleguidate di bassa cultura e basso quoziente intellettuale (oltre ai furbi evasori) non e' utile quando si governa un mondo complesso e ingolfato dai debiti. That's it, dicono gli americani!


si...di se stessi
[:o)]
esatto,quello che sta accadendo anche qui è chiaro stile amerrrrricano [|)]

22/02/2013, 11:38

Vendola a pranzo con il giudice che lo ha assolto
Ecco la foto del pranzo di Nichi insieme a Susanna De Felice che l'ha scagionato dall'accusa di abuso di ufficio.


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Il giudice che ha assolto Vendola è amica della sorella di Nichi

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A’ Nichi, ma che stai a di’? La narrazione questa volta non serve, l’abituale retorica poetica vale meno di zero, lo spirito polemico s’affloscia come un budino venuto male davanti a una foto che, da sola, dice tutto: Vendola festeggia con il magistrato che l’ha assolto. Potenza dell’immagine: che volete aggiungere? Guardatela: il leader del Sel sta in basso a destra, accanto c’è il suo compagno Ed, poi c’è il capo della squadra mobile di Foggia, e subito dopo spunta il giudice Susanna De Felice, quella che il 31 ottobre l’ha assolto dall’accusa di abuso d’ufficio nel processo sulle nomine Asl. Lei si sporge in avanti, per mettersi in mostra. Lui ha il solito sguardo sognante. Condividono lo stesso tavolo, la stessa felicità, gli stessi amici, lo stesso cibo, lo stesso vino, la stessa allegria. Quello che ci vuole per condividere, qualche tempo dopo, anche una sentenza in tribunale. Peccato che in quel tribunale ci siano andati, con ruoli assai diversi tra loro: Vendola nei panni dell’imputato, Susanna De Felice in quelli del giudice.

http://www.liberoquotidiano.it/news/per ... solto.html

22/02/2013, 22:54

ma u 555 era una festa culinaria....sono ragazzi........ festeggiavano [:273] [:277] [:278]

23/02/2013, 11:28

Se, se! culina tu, culino io ...[:246]

23/02/2013, 12:44

L'Italia è in vendita
I pm feriscono Finmeccanica, il lusso finisce all'estero, il made in Italy viene svenduto: a chi giova un'Italia debole?




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È sempre più lunga la lista dei grandi marchi nostrani divorati dalle multinazionali straniere: nessun settore ne è immune. Perché i nostri imprenditori non riescono a investire più in questi marchi? Viaggio nell'Italia che svende i propri gioielli:


Non c'è campo che ne sia immune. La lista si fa sempre più lunga (guarda l'infografica). Negli ultimi anni l'assalto non arriva più dalle sole multinazionali occidentali che strappano assegni a svariati zeri, a richiedere i marchi del made in Italy sono anche Paesi emergenti, come il Brasile, la Cina e l'India, Russia, e soprattutto la penisola araba.

"Air France Klm non ha intenzione di prendere il controllo di Alitalia: lo abbiamo già detto a più riprese, viste le nostre priorità e i nostri mezzi, che sono limitati", ha assicurato nelle ultime ore il direttore finanziario del vettore franco-olandese Philippe Calavia a margine della presentazione dei conti del gruppo. Da settimane i media vociferano di una possibile svendita della compagnia di bandiera. Non è certo l'unico gioiello al centro degli interessi dei colossi internazionali. Il colpo inflitto dalla magistratura a Finmeccanica ha fatto saltare sull'attenti il presidente francese Francois Hollande che è volato subito dal premier indiano Manmohan Singh per firmare accordi commerciali da svariati miliardi. A chi giova un'Italia debole? Chi beneficia di una Saipem il cui margine operativo lordo nel 2012 si aggira intorno ai 1,5 miliardi di euro (circa il 6% in meno rispetto a quanto precedentemente annunciato)? Perché i nostri imprenditori non riescono a investire più in questi marchi? A far aprire gli occhi agli analisti era stato il "colpaccio" del marchio Luis Vuitton Moet Hennessy (Lvmh) che, comprando Bulgari nel 2011, aveva rivoluzionato il mondo del lusso. In realtà, è ormai un ventennio che, tra grandi affari e colossali svendita, l'Italia perde un pezzetto dopo l'altro. Si è iniziato con l'Iri e le svendite di Romano Prodi e da lì non ci si è più fermati.

Per ogni azienda italiana che si espande all’estero, ve ne sono tante altre che mettono le mani sui marchi made in Italy. Se Barilla compra la francese Harry’s o la svedese Wasa o se Luxottica di Leonardo Del Vecchio compra l’americana Ray Ban, un numero sempre maggiore di etichette italiane finiscono fuori dal Belpaese. "In alcuni casi è giusto vendere, poiché il prezzo offerto è fuori da qualsiasi logica economico-finanziaria - spiega l'analista Ulisse Severino - in altri casi si assiste al pagamento di quelli chiamerei veri e propri prezzi di liquidazione". Qualche esempio? È presto fatto. Bernard Arnault, proprietario della Lvmh, non è solo il padrone incontrastato di Bulgari. Lvmh possiede, infatti, anche Emilio Pucci, Acqua di Parma e Fendi. Gucci invece è sotto il controllo di Ppr, antagonista storico di Lvmh. François Henri Pinault, poi, controlla Bottega Veneta, Sergio Rossi e come prossimo obiettivo addirittura Edison, colosso energetico italiano. E ancora: Gianfranco Ferrè è stata ceduta a Paris Group di Dubai, holding che fa capo al magnate Abdulkader Sankari e che controlla 250 boutique tra Emirati arabi, Kuwait e Arabia Saudita. Stesso destino per la Safilo, che oggi confeziona occhiali per Emporio Armani, Valentino, Yves Saint Lauren, Hugo Boss, Dior e Marc Jacobs: è finita nelle mani del gruppo olandese Hal Holding.

Se il settore del lusso è preso d'assalto, il mercato degli alimentari viene continuamente saccheggiato. Anche qui, solo per fare alcuni esempio, abbiamo Carrefour e Auchan a farla da padroni nel campo del retail. La francese Lactalis ha messo le mani su Parmalat, Galbani, Invernizzi, Cademartori e Locatelli. Nelle mani del fondo di private equity Pai Partners è finita la catena Coin nata nel lontano 1916 quando il veneziano Vittorio Coin ottiene la licenza di ambulante per la vendita di tessuti e mercerie a Paniga. Stesso destino per la Standa, fondata nel 1931 da Franco Monzino con un capitale di 50mila lire. Agli spagnoli invece la Star, la società italiana leader nei dadi da brodo, controllata dal marchio iberico Agrolimen. Tra i maggiori compratori in Italia c'è la Société des Produits Nestlé, sicuramente la più grande azienda mondiale nel settore degli alimentari. A decine i marchi che la società ha comprato in Italia: si va dalla Buitoni alla Motta, dai Baci Perugina all'Antica Gelateria del Corso. "È davvero difficile trovare oggi chi investe in un Paese come l'Italia - ha concluso Severino - frenato non solo da una crisi sempre più evidente, ma anche dall'assenza di una visione che vada oltre la logica delle prossime elezioni".

http://www.ilgiornale.it/news/economia/ ... 88883.html

23/02/2013, 13:44

...sono le svendite..........fallimentari [;)]

23/02/2013, 14:01

Napoli, autobus e metro ridotti Dipendenti tutti pazzi per i seggi:
vanno a fare gli scrutatori

http://www.liberoquotidiano.it/news/ita ... atori.html
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