Bene,eccoci a parlare seriamente del DESTINO INDIVIDUALE.
Coerente con la mia linea essoterica,con due esse,ve ne propongo una prima visione...terrestre e molto ma molto umana.
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Per farlo in questi termini,vi parlo di un approccio noto,ma alla mia maniera,visto che lo conosco bene avendo fatto,a suo tempo,un training specifico L'ANALISI TRANSAZIONALE
Ve ne parlerò in modo semplice e chiaro,no spaventatevi per la lunghezza del post,non vi si ripete inutilmente niente,e leggerlo sarà per voi come compiere un cammino piacevole e interessante.
1)LE ORIGINI
Eric Berne,l'ideatore di questo orientamento,era uno psicanalista dell' IO americano.
Allievo di Paul Federn ed ERik Erikson,lavorava nell'ambito psicoterapeutico freudiano interessandosi soprattutto all'INTUIZIONE.
Nel corso del suo lavoro,Berne si era reso conto dell'importanza di questa risorsa.
Non solo,l'aveva teorizzata,in 6 articoli molto belli e interessanti e usata per ideare,passo dopo passo,un approccio suo personale alla personalità e ai rapporti sociali ,che chiamerà poi analisi transazionale.
Questo,ed altri motivi,lo porteranno poi ad uscire dalla psicanalisi per fondare la sua scuola, una scuola che,con gli anni diventerà la terza per importanza nel panorama psicoterapeutico internazionale.
2)CONCETTI BASE
Berne sapeva che le persone sembrano comportarsi in modo diverso durante la giornata:
a volte riproducono atteggiamenti e comportamenti presi da figure genitoriali,altre volte appaiono infantili,altre volte ancora,invece,coerentemente sè stesse,in linea con la loro età e personalità attuale.
Questi modi di essere e di fare,erano segnalati non solo da atteggiamenti somatici,ma da toni di voce particolari,fraseologie,valori,pensieri,emozioni.
Chiamò questi tre modi di espressione personale,STATI DELL'IO:
a)Genitore,lo stato in cui l'IO imitava e rirproduceva,ovviamente a suo modo,le figure genitoriali dell'infanzia della persona
b)Bambino,lo stato in cui la persona sembrava comportarsi regressivamente
c)Adulto,lo stato in cui la persona era effettivamente sè stessa ,qui ed ora,con la maturità e le facoltà adulte conseguenti
Questa la chiamò ANALISI STRUTTURALE,dato che illustrava COME era costruita la personalità
POi,vedendo che in ognuno di questi STATI ,l'IO esprimeva pensieri,emozioni e azioni, Berne cominciò a definrie l'ANALISI FUNZIONALE,cioè il modo con il quale LE STRUTTURE IPOTIZZATE sembravano manifestarsi socialmente.
Chiamò queste manifestazioni:
a)Genitore Affettivo e Normativo
b)Adulto logico
c)Bambino Libero e Adattato
Questa è una schematizzazione,ovviamente,che rende conto grosso modo di quanto era osservabile e comprensibile,sia a livello strutturale che funzionale,e non va inteso come una fotografia o un qualcosa di reale.
Nel contempo qui iniziano i problemi teorici dell'at,dato che Berne sembra prendere le cose troppo sul serio,scrivendo,ad esempio,cito a senso:
"I concetti freudiani di IO,ES E SUPER IO,sono delle ipotesi di lavoro e non delle realtà psichiche,mentre Genitore,Adulto e Bambino corrispondono veramente a dati reali visibili,inferibili e trattabili.
Ora,questa affermazione,che gli costò,insieme ad altre,la fuoriuscita dalla psicanalisi americana, npn è amio modo di vedere ,corretta.
Infatti,G A e B ,come pure gli altri concetti sia psicanalitici che suoi propri,sono METAFORE DI ESPERIENZE,MAPPE DI UN TERRITORIO CHE RESTA CMQ DIVERSO E,A VOLTE,MISTERIOSO.
La psiche umana non è schematica,logica e reale come le teorie e le pratiche psicologiche suppongono sia. La psicologia ,quella clinica in particolare, è un sistema aperto di ipotesi e di azioni che cercano di rappresentare la mente in modo utile ai propri obiettivi.
Ma questa rappresentazione NON è il territorio che rappresenta,nonostante quello che molti studiosi di quest'ambito affermano.
Quindi,Berne,avrebbe dovuto essere più prudente e con tenuto nel suo teorizzare e agire,considerando le proprie come idee utili alla psicoterapia e non come realtà mentali vere e proprie.
Un'altro limite di questa rappresentazione della mente,oltre ad essere piuttosto schematica,è un pericolo ideologizzante che si verifica costantemente nell'ambito dell 'at clinica:
i pazienti IMPARANO ad ancorare le proprie esperienze a questi concetti,ne parlano abitualmente in terapia, lavorano su di essi e con essi,quinsi DIVENTANO,IN UN CERTO SENSO,I CONCETTI STESSI.
Questo non succede nella psicanalisi,in cui il paziente e l'analista si occupano solo di quanto il primo porta al secondo,cioè del materiale quotidiano e onirico,SENZA MAI PARLARE DI TEORIA e,cosa molto importante,SENZA IDEOLOGIZZARE IL PAZIENTE IN QUESTO SENSO.
Solo nelle analisi didattiche ,che preparano il futuro psicanalista al suo lavoro,si parla,a volte e solo quando è indispensabile farlo,di concetti e teoria,ma questo è mirato alal formazione dell'analista,mentre,con i pazienti che non seguono questo iter,non se ne parla.
Anzi,molto speso,quando il paziente esa in analisi questi concetti,la cosa viene confrontata e analizzata come difesa e raionalizzazione, e non come una variabile essenziale e utile alla terapia.
Io mi sono accorto di questi limiti dell'at quasi subito,chiedendomi se valesse la pena o meno intraprendere un training in essa.
Poi l'ho fatto,mantenendo questi dubbi,per ragioni personali e professionali,e un certa simpatia per essa e alcuni suoi capitoli che vi spiego adesso:
3)I GIOCHI PSICOLOGICI
I bambini amano giocare,gli adulti anche.
Spesso e soprattutto,nel caso dei bambini,si tratta di giochi ludici,nel caso de gli adulti invece,no.
Anche gli adulti amano giocare,fanno sport,competizioni,gare,prestazioni,creano,giocano a scacchi,si divertono nel letto,ecc...
Questo à il giocare ludico dei...grandi.
Il problema è quando giocano nei rapporti sociali,e usano i rapporti sociali per manipolare sè stessi e gli altri, ricattare...in un certo senso....,imbrogliare e trarre tornaconti a sorpresa che risultano poi sempre dannosi per loro stessi e il prossimo coinvolto.
Secondo me,la genialità Berniana,non si è espressa nella teoria della personalità,se non marginalmente,ma,ad esempio,nello studio e nel trattamento di queste dinamiche improduttive o distruttive.
Il suo libro A CHE GIOCO GIOCHIAMO,è stato un bestseller mondiale,proprio perchè mette in luce quello che che Berne definisce come il 95% dell'emotività e affettività nei rapporti sociali,ed ha ragione. Le persone hanno una paura,spesso esagerata,dei rapporti sociali liberi,imprevedibili,alla pari,aperti e preferiscono STRUTTURARLI IN MODO TALE DA FARNE DEI GIOCHI PSICOLOGICI DI CUI CONOSOCONO INTUITIVAMENTE GLI SCHEMI ,LE MOSSE,I COLPI DI SCENA,I TORNACONTI.
In altre parole,l'umano RECITA rapporti sociali,NON LI COSTRUISCE LIBERAMENTE QUI ED ORA,NON LI VIVE APPIENO,ma li costringe dentro schemi,dinamiche"softwares" sociali precotti,prestabilit,programmati ,in parte e prevedibili.
Tutto questo,naturalmente,inconsapevolmente,e questa inconsapevolezza era tale anche in ambito spicologico,prima che Berne capisse e spiegasse alla gente le cose.
Ora,sarebbe già sufficiente questa comprensione Berniana e i contributi successivi dell'at,per qualificare entrambe come geniali e molto utili sul piano pratico.
Avrete capito che io sono un estimatore di questo aspetto dell'at,che,in fondo è quello che mi piace di più.
Questo al punto da pensare che,se lui non avesse insistito cosi tanto sulla personalità,ma fosse rimasto nell'ambito della psicanalisi concentrandosi sui giochi e l'analisi e il trattamento dei giochi,sarebbe diventato cmq un analista di primo piano a livello mondiale.
INOLTRE,AVREBBE EVITATO LE DIFFICOLTA TEORICHE MA NON SOLO ,relative alla sua schematizzazione strutturale e funzionale,e il fatto strano per me,che questa schematica sia diventata lemblema dellat MENTRE PER ME LA VERA ESSENZA DELLA AT STA PROPRIO NELL'ESSERE SOCIALMENTE UTILE E EFFICACE proprio nel lavoro sui giochi psicologici.
Leggendo quel libro,infatti,vi renderete conto di quanto Berne avesse sviluppato questa analisi,acordandola poi con la psicanalisi:
OGNI GIOCO VIENE SPIEGATO CON ESEMPI REALI,TRATTI DALLA PSICOTERAPIA E DALLA VITA COMUNE.
HA UN NOME,NE VENGONO ILLUSTRATE RUOLI E PARTI RECITATE,LE MOSSE,IL COLPI DI SCENA E I TORNACONTI FINALI
INOLTRE,VENGONO SPIEGATI EM OTIVATI I LORO VANTAGGI PRIMARI E SECONDARI,IN TERMINI INCONSCI,ISTINTUALI E DINAMICI SOCIALI.
Insomma,una genialata,scusate il termine,notevole,che avrebeb dato alla psicanalisi un'APPORTO ESSENZIALE E UN CONTRIBUTO DI GRANDE VALORE:
Invece...mah...
4)IL DESTINO INDIVIDUALE
Questo è il secondo aspetto che io apprezzo molto dell'at.
Berne ,scrive,cito a senso:
"Ogni persona costruisce il proprio destino,attraverso una sorta di COPIONE ESISTENZIALE pensato nell'infanzia e recitato poi nel corso dell'esistenza,
Questo copione è proprio simile a quelli teatrali,poichè comprende PARTI,RUOLI,PERSONAGGI,UNA TRAMA E UN TORNACONTO FINALE."
Come vedete,c'è una rassomiglianaza e concordanza immediata tra GIOCHI PSICOLOGICI E COPIONE ESISTENZIALE,al punto che,come SISTEMI ...si assomigliano favvero moltissimo in temrini di isomorfismi,cioè di STRUTTURE E FUNZIONI SIMILI,COMPATIBILI,COERENTI E CONCORDANTI.
Quando la persona gioca nei rapporti sociali,RECITA UNA O PIU PARTI,UNO O PIU RUOLI,FA MOSSE SPECIFICHE,ATTUA COLPI DI SCENA,SOFFRE UN TORNACONTO FINALE.
La stessa cosa succede nei COPIONI:
la persona recita una o più parti,uno o piu ruoli,segue un iter di mosse e una trama, propone colpi di scena spiazzando sè stessa e gli altri,riscuote un tornaconto finale.
QUESTA per me è LA VERA E UNICA ANALISI TRANSAZIONALE UTILE E ...DAVVERO REALE.
REALE,perchè non teorizza,non impone o propone concetti,MA SI LIMITA A MOSTRARE UN MODELLO DEL REALE PERSONALE E SOCIALE che può essere identificato,osservato,descritto con un minimo di METAFORE e un massimo DI ESPERIENZIALITA!!!
(continua)
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