Lacrime e grida
Ruby davanti a Palazzo di Giustizia: "Colpita per attaccare Berlusconi"
La protesta di Karima davanti a Palazzo di Giustizia: "Le toghe hanno cambiato atteggiamento quando non ho voluto accusare Berlusconi". Attacca anche i legali dell'ex premier e i giornalisti
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16,41 KBAnnunciata poche ore fa, davanti al Palazzo di Giustizia di Milano è andata in scena la protesta di Ruby Rubacuori. Contro tutti: contro i magistrati e contro gli avvocati, compresi quelli di Silvio Berlusconi. Il loro "peccato", non averla convocata come parte offesa nei processi a carico dell'ex premier, di Lele Mora, Emilio Fede e Nicole Minetti: "Nessuno mi vuole ascoltare". Non è poi mancato un attacco ai giornalisti, che l'hanno fatta passare per una "prostituta", per una "poco di buono". "Non è giusto che si nasconda la verità", gridava Ruby, la voce rotta dal pianto, in un contesto a tratti surreale, come sfondo il Tribunale meneghino.
La protesta di Ruby fuori dal Tribunale
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"Tortura psicologica" - Karima - al centro dei due processi sui presunti festini a luci rosse ad Arcore -, circondata da decine di giornalisti che combattevano per strappare la posizione milgiore, ha letto un lungo comunicato. "Non ho nulla di cui vergognarmi e nulla da nascondere. Chiedo di essere sentita dai giudici di Milano, spero che mi chiamino. Chiedo che qualcuno ascolti quello che ho da dire, e che questo avvenga nelle sedi istituzionali". La marocchina ha poi ribadito la sua tesi: "Ho subito una tortura psicologica, un atteggiamento apparentemente amichevole ma improvvisamente mutato quando non ho accusato Silvio Berlusconi". Secondo la giovane marocchina, le toghe avrebbero fatto scattare il gioco al massacro dopo il suo rifiuto di "incastrare" il Cavaliere. "La colpa della mia sofferenza - ha aggiunto - è anche di quei magistrati che, mossi da intenti che non corrispondono ai valori di giustizia, mi hanno attribuito la qualifica di prostituta, anche se io ho sembre negato di aver avuto rapporti sessuali a pagamento e soprattutto di averne avuti con Berlusconi".
La protesta di Ruby fuori dal Tribunale
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La fuga - Poi l'accorata difesa personale: "Non sono una prostituta", ribadisce Karima, che chiede rispetto per sé, per suo figlio e "per Luca (Risso, il marito, ndr) che mi è sempre stato vicino in questi anni". "Devono ascoltarmi. Per colpire Berlusconi - ha ribadito - la stampa ha fatto del male a me". Ruby è avvelenata, non risparmia nessuno, ma le parole più pesanti le spende contro i giudici: "La violenza che più mi ha segnato è stata quella del sistema investigativo. Dei ripetuti interrogatori che ho subìto, soltanto alcuni sono stati messi a verbale". E ancora: "Trovo sconcertante e ingiusto che nessuno voglia ascoltarmi, soprattutto perché secondo l'ipotesi accusatoria io sarei la parte lesa, secondo la ricostruzione dei pm sarei la vittima. Oltre alla rabbia e alle accusa, da parte di Ruby arrivano anche delle scuse: "Sono dispiaciuta di aver fatto una cavolata dicendo che ero la nipote di Mubarak". "Quello che dovevo dire l'ho detto - ha concluso -. Ora spero che mi chiamino". Poi la fuga, senza rispondere a nessuna domanda.
"Pagina oscura" - Il primo commento allo sfogo di Ruby è stato quello della pasionaria Michaela Biancofiore: "Le parole emozionate, ascoltate in diretta dal Palazzo di Giusitizia di Milano, della signora Ruby, moglie e mamma di una bambina, colpiscono per la spontaneità e la trasparenza che traspariva". La coordinatrice del Pdl in Trentino Alto Adighe ha aggiunto che "il processo che la vede protagonista e paradossalmente vittima dello stesso processo, senza mai essere stata ascoltata, è decisamente una pagina nera, un'ennesima pagina oscura italiana".
http://www.liberoquotidiano.it/news/ita ... coni-.html---------------------------------------------------------
Ruby protesta al tribunale: "Usata per colpire Berlusconi"
Ruby davanti al tribunale di Milano: "Non sono una prostituta, i giudici mi ascoltino. Per colpire il Cav hanno fatto del male a me".
(Leggi il comunicato di Ruby)
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9,13 KBIl Giornale.it
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Ruby in Tribunale, accuse ai pm «Volevano che accusassi Berlusconi» Karima El Mahroug legge un comunicato: «Violenza dai pm Domande sulle mie abitudini sessuali quando avevo 17 an] Ruby in Tribunale, accuse ai pm
«Volevano che accusassi Berlusconi»
Karima El Mahroug legge un comunicato: «Violenza dai pm
Domande sulle mie abitudini sessuali quando avevo 17 anni.
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9,08 KB [Esplora il significato del termine: «Non è giusto che si nasconda la verità». Una manifestazione di protesta contro i magistrati e gli avvocati, compresi quelli di Berlusconi, che non l’hanno voluta convocare come parte offesa nei processi a carico dell’ex premier e di Lele Mora, Emilio Fede e Nicole Minetti e anche contro quei giornalisti che l’hanno fatta passare per una prostituta. Lo ha fatto giovedì mattina Karima El Mahroug alias Ruby, la giovane marocchina al centro dei due processi milanesi sui presunti festini a luci rosse ad Arcore, davanti al Palazzo di Giustizia di Milano. La ragazza si è presentata da sola, senza il suo avvocato, e ha letto un comunicato di più pagine, scritto in ottimo italiano, ma se n’è andata senza rispondere a nessuna delle domande dei giornalisti, che pure lei stessa aveva convocato. IL CARTELLO - La giovane marocchina si è presentata sulla scalinata davanti all’ingresso del tribunale di Milano, in corso di Porta Vittoria, con un cartellone a due facce con la scritta «Caso Ruby: la verità non vi interessa più?» e sull’altro lato «Voglio difendermi dalle bugie e dai pregiudizi». Cartellone che ha lasciato all’esterno della cancellata del tribunale prima di andarsene, senza rispondere alle domande dei moltissimi cronisti. Ruby protesta davanti al tribunale Ruby protesta davanti al tribunale Ruby protesta davanti al tribunale Ruby protesta davanti al tribunale Ruby protesta davanti al tribunale Ruby protesta davanti al tribunale BERLUSCONI - Ecco alcune delle dichiarazioni lette da Karima nel suo lungo comunicato: «Non ho nulla di cui vergognarmi e nulla da nascondere. Chiedo di essere sentita dai giudici di Milano, spero che mi chiamino. Chiedo che qualcuno ascolti quello che ho da dire, e che questo avvenga nelle sedi istituzionali». E ancora: «Non sono una prostituta, devono ascoltarmi. Per colpire Berlusconi la stampa ha fatto del male a me». E poi una delle tanti frasi choc: «Sono stata vittima di uno stile investigativo» e di un «metodo fatto di domande incessanti sulla mià intimità, le propensioni sessuali, le frequentazioni amorose, senza mai tenere conto del pudore e del disagio che tutto ciò provoca in una ragazza di 17 anni». Nei due dibattimenti milanesi la teste, inserita nelle liste di vari difensori e dei pm, è stata poi cancellata in quanto si è preferito rinunciare al suo esame in aula. L’unica possibilità al momento è quella di essere convocata dai giudici della quinta sezione penale dove è in corso il processo «Ruby bis» che vede imputati Emilio Fede, Lele Mora e Nicole Minetti. (Salmoirago)(Salmoirago) «PRESSIONI DAI MAGISTRATI» - «La violenza che più mi ha segnato è stata quella del sistema investigativo. Dei ripetuti interrogatori che ho subito solo alcuni sono stati messi a verbale. Ho subito una tortura psicologica, un atteggiamento apparentemente amichevole ma improvvisamente mutato quando non ho accusato Silvio Berlusconi», ha letto ancora Ruby. «A quel punto sono iniziate le intimidazioni subliminali. Una volta, non potendone più, sono addirittura scappata dalla comunità di Genova. Sono rientrata convinta da un amico e di fronte alla pressione incessante dei magistrati ho ceduto: era più facile dire sì e raccontare storie inverosimili piuttosto che farmi angosciare o peggio fare accettare la verità che avrei voluto raccontare». «NON SAPEVO» - «A loro non interessava nulla di me», continua lo sfogo di Ruby. «A 17 anni non sapevo nemmeno chi fossero i pubblici ministeri, non leggevo i giornali, a malapena sapevo chi fosse Berlusconi. Oggi ho capito che è in corso una guerra nei suoi confronti che non mi appartiene, ma che mi coinvolge, mi ferisce. Non voglio essere vittima di questa situazione. Non è giusto. Chiedo che qualcuno ascolti quello che ho da dire, voglio raccontare l’unica verità possibile e lo voglio fare in sede istituzionale». Ruby mostra il vecchio passaporto con la scritta Mubarak (Fotogramma)Ruby mostra il vecchio passaporto con la scritta Mubarak (Fotogramma) BUGIE - Ruby ha anche mostrato ai cronisti un suo vecchio passaporto, facendo vedere che in quel documento compariva il nome «Mubarak», aggiunto per attribuirsi una finta parentela con l’ex presidente egiziano. «Mi dispiace di aver mentito sulla mia parentela con Mubarak, ho fatto una gran cavolata. Mi scuso anche di altre bugie, mi servivano a costruire una vita parallela, un’origine diversa dalla povertà. Ma non mi vergogno delle mie origini», ha aggiunto Ruby. «Mi spiace aver raccontato queste bugie anche a Silvio Berlusconi il quale, oggi sono sicura, si sarebbe dimostrato rispettoso e disposto ad aiutarmi anche se avessi detto la verità». A MESSA - La ragazza ha detto di essersi sentita «strumentalizzata da parte della stampa e dalla magistratura» e di aver deciso «dopo due anni di rompere il silenzio», lo ha fatto con questa protesta «per mia figlia Sofia - ha aggiunto - e per la mia famiglia». Si è anche commossa e sul suo viso è spuntata qualche lacrima quando ha spiegato di essere stata insultata durante la Messa a Pasqua. «Ho subito un ennesimo episodio di intolleranza quando la domenica di Pasqua una donna sconosciuta guardando mia figlia si è permessa di dire con disprezzo ] «Non è giusto che si nasconda la verità». Una manifestazione di protesta contro i magistrati e gli avvocati, compresi quelli di Berlusconi, che non l'hanno voluta convocare come parte offesa nei processi a carico dell'ex premier e di Lele Mora, Emilio Fede e Nicole Minetti e anche contro quei giornalisti che l'hanno fatta passare per una prostituta. Lo ha fatto giovedì mattina Karima El Mahroug alias Ruby, la giovane marocchina al centro dei due processi milanesi sui presunti festini a luci rosse ad Arcore, davanti al Palazzo di Giustizia di Milano. La ragazza si è presentata da sola, senza il suo avvocato, e ha letto un comunicato di più pagine, scritto in ottimo italiano, ma se n'è andata senza rispondere a nessuna delle domande dei giornalisti, che pure lei stessa aveva convocato.
IL CARTELLO - La giovane marocchina si è presentata sulla scalinata davanti all'ingresso del tribunale di Milano, in corso di Porta Vittoria, con un cartellone a due facce con la scritta «Caso Ruby: la verità non vi interessa più?» e sull'altro lato «Voglio difendermi dalle bugie e dai pregiudizi». Cartellone che ha lasciato all'esterno della cancellata del tribunale prima di andarsene, senza rispondere alle domande dei moltissimi cronisti.
Ruby protesta davanti al tribunale Ruby protesta davanti al tribunale Ruby protesta davanti al tribunale Ruby protesta davanti al tribunale Ruby protesta davanti al tribunale Ruby protesta davanti al tribunale
BERLUSCONI - Ecco alcune delle dichiarazioni lette da Karima nel suo lungo comunicato: «Non ho nulla di cui vergognarmi e nulla da nascondere. Chiedo di essere sentita dai giudici di Milano, spero che mi chiamino. Chiedo che qualcuno ascolti quello che ho da dire, e che questo avvenga nelle sedi istituzionali». E ancora: «Non sono una prostituta, devono ascoltarmi. Per colpire Berlusconi la stampa ha fatto del male a me». E poi una delle tanti frasi choc: «Sono stata vittima di uno stile investigativo» e di un «metodo fatto di domande incessanti sulla mià intimità, le propensioni sessuali, le frequentazioni amorose, senza mai tenere conto del pudore e del disagio che tutto ciò provoca in una ragazza di 17 anni». Nei due dibattimenti milanesi la teste, inserita nelle liste di vari difensori e dei pm, è stata poi cancellata in quanto si è preferito rinunciare al suo esame in aula. L'unica possibilità al momento è quella di essere convocata dai giudici della quinta sezione penale dove è in corso il processo «Ruby bis» che vede imputati Emilio Fede, Lele Mora e Nicole Minetti.
(Salmoirago)(Salmoirago)
«PRESSIONI DAI MAGISTRATI» - «La violenza che più mi ha segnato è stata quella del sistema investigativo. Dei ripetuti interrogatori che ho subito solo alcuni sono stati messi a verbale. Ho subito una tortura psicologica, un atteggiamento apparentemente amichevole ma improvvisamente mutato quando non ho accusato Silvio Berlusconi», ha letto ancora Ruby. «A quel punto sono iniziate le intimidazioni subliminali. Una volta, non potendone più, sono addirittura scappata dalla comunità di Genova. Sono rientrata convinta da un amico e di fronte alla pressione incessante dei magistrati ho ceduto: era più facile dire sì e raccontare storie inverosimili piuttosto che farmi angosciare o peggio fare accettare la verità che avrei voluto raccontare».
«NON SAPEVO» - «A loro non interessava nulla di me», continua lo sfogo di Ruby. «A 17 anni non sapevo nemmeno chi fossero i pubblici ministeri, non leggevo i giornali, a malapena sapevo chi fosse Berlusconi. Oggi ho capito che è in corso una guerra nei suoi confronti che non mi appartiene, ma che mi coinvolge, mi ferisce. Non voglio essere vittima di questa situazione. Non è giusto. Chiedo che qualcuno ascolti quello che ho da dire, voglio raccontare l'unica verità possibile e lo voglio fare in sede istituzionale».
Ruby mostra il vecchio passaporto con la scritta Mubarak (Fotogramma)Ruby mostra il vecchio passaporto con la scritta Mubarak (Fotogramma)
BUGIE - Ruby ha anche mostrato ai cronisti un suo vecchio passaporto, facendo vedere che in quel documento compariva il nome «Mubarak», aggiunto per attribuirsi una finta parentela con l'ex presidente egiziano. «Mi dispiace di aver mentito sulla mia parentela con Mubarak, ho fatto una gran cavolata. Mi scuso anche di altre bugie, mi servivano a costruire una vita parallela, un'origine diversa dalla povertà. Ma non mi vergogno delle mie origini», ha aggiunto Ruby. «Mi spiace aver raccontato queste bugie anche a Silvio Berlusconi il quale, oggi sono sicura, si sarebbe dimostrato rispettoso e disposto ad aiutarmi anche se avessi detto la verità».
A MESSA - La ragazza ha detto di essersi sentita «strumentalizzata da parte della stampa e dalla magistratura» e di aver deciso «dopo due anni di rompere il silenzio», lo ha fatto con questa protesta «per mia figlia Sofia - ha aggiunto - e per la mia famiglia». Si è anche commossa e sul suo viso è spuntata qualche lacrima quando ha spiegato di essere stata insultata durante la Messa a Pasqua. «Ho subito un ennesimo episodio di intolleranza quando la domenica di Pasqua una donna sconosciuta guardando mia figlia si è permessa di dire con disprezzo "Spero che non diventi come sua madre"».
PROSTITUTA - «La colpa della mia sofferenza è anche di quei magistrati che, mossi da intenti che non corrispondono a valori di giustizia, mi hanno attribuito la qualifica di prostituta, nonostante abbia sempre negato di aver avuto rapporti sessuali a pagamento e soprattutto di averne avuti con Silvio Berlusconi», ha affermato ancora Ruby, sempre leggendo dal suo comunicato. Sulla professione all'epoca esercitata da Ruby gli inquirenti hanno raccolto numerose testimonianze e intercettazioni.
FIGLIA - «Non voglio - ha concluso Ruby - essere distrutta, non voglio che venga distrutto il futuro di mia figlia a causa di un gioco pericolosissimo molto più grande di me nel quale sono stata trascinata con violenza quando avevo solo 17 anni. Voglio che mia figlia sia fiera di me».
Redazione Milano online
http://milano.corriere.it/milano/notizi ... 8213.shtmlSicuramente qualcuno dirà che è stata pagata!
![Occhiolino [;)]](./images/smilies/UF/icon_smile_wink.gif)
Più di un anno in coperrtina di "Repubblica" perr nulla (come si sapeva ...)
![Clown [:o)]](./images/smilies/UF/icon_smile_clown.gif)
L'Italia non va a benzina ma a odio contro Berlusconi!
![Emoticon [:246]](./images/smilies/UF/246.GIF)
Fossi in lei, da quanto ha asserito, querelerei la Bocassa per diffamazione!
![Approvazione [^]](./images/smilies/UF/icon_smile_approve.gif)
(Ed io per spreco di danaro pubblico e intralcio alla giustizia ...)
![Clown [:o)]](./images/smilies/UF/icon_smile_clown.gif)