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MessaggioInviato: 06/04/2013, 19:32 
Ritengo che quel tipo di risposte non meritino attenzione alcuna, poiché esse (e l'utente che le scrive) si commentano da sole. [;)]



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MessaggioInviato: 11/04/2013, 01:01 
Tempo fa c'era chi parlava di un virus come strumento ideale per porre fine all'esistenza umana sul pianeta...

Amburgo, virus misterioso fa 2 morti - Cinque le persone contagiate. La Bild: "Per i medici è un enigma". Forse si tratta di un "virus influenzale mutato"

Due persone sono morte e altre 5 sono state probabilmente contagiate nella zona di Amburgo da una patologia misteriosa che colpisce tutti gli organi. Lo riporta la Bild. Le vittime sono un poliziotto di 49 anni e un'insegnante. Un secondo agente, di 38 anni, che non avrebbe avuto contatti col primo, presenta gli stessi sintomi: polmonite e una specie di influenza. Per i medici è un enigma, forse un "virus mutato". Per ora nessuna allerta.
Sönke Hinrichs, portavoce della Polizia, ha affermato che "i due funzionari non prestavano servizio nello stesso dipartimento, non si frequentavano né vivevano nello stesso luogo. Non vi è alcun collegamento evidente tra loro. Tuttavia, ci preoccuperemo per tutti gli altri nostri dipendenti, finché non scopriremo cosa è accaduto".

Da venerdì il ministero della Sanità si è attivato con un monitoraggio della patologia offrendo ai poliziotti di sottoporsi volontariamente ad esami del sangue. Opportunità che alcuni agenti hanno già colto. I medici tuttavia non sono ancora riusciti a stabilire quale agente patogeno provochi la malattia. Le autorità sanitarie della zona non hanno però lanciato l'allarme. Perché ritengono che i servizi di Igiene pubblica attivi per far fronte alle ondate di influenza siano sufficienti.

http://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/ar ... orti.shtml



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MessaggioInviato: 12/04/2013, 16:07 
Beh per estirpare la razza umana evitando di distruggere l'intero pianeta secondo me un'arma biologica creata ad hoc sarebbe difficilmente superabile in termini di efficienza, precisione ed economicità da qualunque altra arma o strategia :)



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MessaggioInviato: 11/05/2013, 15:03 
NOAA, è in corso una rapida inversione dei poli

Immagine

In questa mappa sono segnalati gli spostamenti del polo nord magnetico. La mappatura ricopre un periodo di 400 anni suddivisi in spezzoni da 50. Notare la crescita esponenziale della velocità di spostamento negli ultimi 200 anni.

Il National Geophysical Data Center del NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration) raccoglie, dal 1590, le coordinate annuali del polo nord magnetico, derivanti dalle prime misurazioni ottenute dalle navi fino ad arrivare alle più moderne tecniche di rilevamento.

Prendendo atto che ultimamente stanno spuntando molti rapporti i quali confermano lo spostamento del polo magnetico e che questo fenomeno sta effettivamente causando problemi nel mondo reale, come le temporanee chiusure degli aeroporti, un’indagine più approfondita è d’obbligo.

Dopo aver trasferito 420 anni di dati sulla posizione del Polo Nord dal NOAA Geo Data Center, averli configurati perchè si adattino ad un foglio Excel, aggiungendo una formula complicata per determinare la distanza esatta tra 2 coordinate di latitudine-longitudine, applicando la formula ad ogni punto di dati nella serie, e poi finalmente tracciando un grafico visivo, è allarmante scoprire in che misura il polo magnetico si sia spostato negli ultimi 10 – 20 anni.

Qui c’è un fatto molto interessante … Dal 1860, lo spostamento dei poli magnetici è più che raddoppiato ogni 50 anni.
Questo è abbastanza significativo. In termini geologici, sembra abbastanza “rapido”! Ecco un altro fatto molto interessante … Nel corso degli ultimi 150 anni, lo spostamento dei poli è stato nella stessa direzione.

Il fatto che segue è ancora più sorprendente … Nel corso degli ultimi 10 anni, il polo nord magnetico si è spostato quasi la metà della distanza totale degli ultimi 50 anni! In altre parole, lo spostamento del polo magnetico ha evidentemente subito una accelerazione notevole.


Immagine

Il grafico mostra lo spostamento del nord magnetico dal 1860 al 2010 evidenziandone l’aumento di velocità, soprattutto in questi ultimi 50 anni

L’attuale velocità di spostamento del polo nord magnetico è di circa 55 chilometri all’anno. Secondo i dati, nel corso del 2000 il polo nord magnetico si è effettivamente spostato di più di 70 chilometri.

Il problema è: dato che negli ultimi 10 – 20 anni il tasso di spostamento è stato da record (rispetto ai 400 anni analizzati), l’effetto cumulativo sta ora iniziando a causare problemi nel mondo reale.

Gli effetti riguarderanno anche gli esseri umani, magari anche in maniera negativa? Ancora non si sà, il tempo probabilmente ci darà una risposta, ma al ritmo attuale, senza dubbio vi saranno effetti visibili in diversi sistemi (naturali ed artificiali), molti, saranno semplici fastidi: la modifica di documentazioni o coordinate, mentre altri saranno probabilmente problemi più seri.

Non è noto se il processo accelererà o rallenterà nei prossimi anni. Alcuni dicono che l’inversione del polo magnetico è imminente, e che questo fenomeno è l’ indicatore delle origini di tale processo.

Si noti che il campo magnetico della terra è ciò che ci protegge dalle radiazioni. Senza di esso, non ci sarebbero sopravvissuti. Potrebbe, l’inversione dei poli, dare origine ad un periodo di sconvolgimenti in cui non saremo protetti dalle radiazioni solari?


Immagine
Grafico dello spostamento del polo magnetico

Con la direzione attuale, il polo nord magnetico si sta dirigendo direttamente verso la Russia. L’immagine seguente mostra la drammatica accelerazione mettendo a confronto il movimento in 50 anni e il movimento negli ultimi 10 anni.

Immagine
fonte: http://modernsurvivalblog.com/

http://www.sos2012.it/informazione/55-m ... -movimento



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MessaggioInviato: 11/05/2013, 15:13 
Cita:
Si noti che il campo magnetico della terra è ciò che ci protegge dalle radiazioni. Senza di esso, non ci sarebbero sopravvissuti. Potrebbe, l’inversione dei poli, dare origine ad un periodo di sconvolgimenti in cui non saremo protetti dalle radiazioni solari?


Vabbè ma inversioe non significa che il campo magnetico scompare, perchè dovremo essere esposti alle radiazioni solari più di quanto lo siamo ora?



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MessaggioInviato: 15/05/2013, 19:19 
Prevista esplosione supernova, e' la prima volta

Immagine

Per la prima volta e' stata prevista l'esplosione di una supernova, ossia la potentissima esplosione di una stella gigantesca giunta al termine della vita.
La previsione, pubblicata sulla rivista scientifica online ArXiv, si deve al gruppo dell'universita' Sapienza di Roma coordinato dall'astrofisico Remo Ruffici ed e' stata confermata oggi dalle osservazione fatte dal Gran Telescopio Canarias (Gtc), dal diametro di oltre 10 metri.

http://www.ansa.it/web/notizie/speciali ... 11061.html

Potrebbe avere effetti anche sul nostro ecosistema?

[?] [V] [?]



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MessaggioInviato: 16/05/2013, 10:07 
La concreta possibilità dell'estinzione della specie umana

Sebbene sia spesso relegato nell'ambito del catastrofismo e del complottismo becero, quello dell'estinzione della specie umana è un tema che sta diventando sempre più dibattuto dalla comunità scientifica.

Quali sono le maggiori minacce mondiali alla sopravvivenza della nostra specie? Siamo alla vigilia di una catastrofica, quanto inaspettata estinzione dell'umanità?

Sono queste le domande che hanno animato una conferenza tenutasi al Future of Humanity Institute presso l'Università di Oxford che ha visto la partecipazione di un team internazionale di scienziati, matematici e filosofi con l'intento, per quanto possibile, di individuare i maggiori pericoli che minacciano la nostra esistenza come specie.

Il simposio ha prodotto un documento finale (Existential Risk as a Global Priority), nel quale il rischio dell'estinzione umana viene classificato come una priorità globale che i responsabili politici devono prendere in seria considerazione e prendere le dovute precauzioni.

Secondo Nick Bostrom, direttore dell'istituto oxfordiano, la posta in gioco è pericolosamente alta e se non si prendono i provvedimenti giusti, questo potrebbe essere l'ultimo secolo di vita della specie umana. Ma quali sono i pericoli maggiori che minacciano l'umanità?

Prima le buone notizie! Secondo Bostrom, pandemie e catastrofi naturali possono causare una seria decimazione della popolazione mondiale, ma l'umanità avrebbe ancora qualche possibilità di sopravvivenza.

Questo perché nel nostro passato abbiamo già affrontato epidemie, carestie, inondazioni, terremoti e cambiamenti climatici. Da questo punto di vista, le probabilità sono decisamente a nostro favore.

Anche il rischio di estinzione legato all'impatto di un meteorite o ad una serie di super-eruzioni rimane estremamente basso. Inoltre, nonostante le perdite senza precedenti registrate nel corso dei conflitti mondiali del XX secolo, nemmeno una nuova guerra mondiale nucleare potrebbe cancellare definitivamente la presenza umana sul pianeta Terra, dato che un gruppo di individui potrebbe sopravvivere e premette alla specie di continuare.

Ma se queste sono le rassicurazioni degli scienziati, allora di che cosa dobbiamo preoccuparci?

Secondo quanto riporta l'articolo della BBC, Bostrom ritiene che l'umanità sia entrata in un nuovo tipo di era tecnologica che ha in sé la capacità di minacciare il nostro futuro come non è mai avvenuto in precedenza. Di conseguenza, queste sono le reali minacce alla sopravvivenza della specie umana:



Mancanza di Controllo

Paragonandola ad un'arma pericolosa posta nelle mani di un bambino, il progresso tecnologico ha superato la nostra capacità di controllare le sue possibili conseguenze. Esperimenti nel campo della biologia sintetica, delle nanotecnologie e l'intelligenza artificiale continuano a registrare incredibili progressi, il cui sviluppo futuro è assolutamente imprevedibile.

La biologia sintetica, disciplina nella quale si incontrano biologia e ingegneria, promette grandi benefici medici. Ma il dottor Bostrom è preoccupato per le conseguenze impreviste della manipolazione della biologia umana.

Anche le nanotecnologie sono fonte di preoccupazione, in quanto potrebbero essere utilizzate nelle guerre future: i ricercatori si dicono d'accordo nel chiedere ai governi di controllare e limitarne l'uso.

In ultimo, ciò che desta più preoccupazione tra gli scienziati è lo sviluppo dell'Intelligenza Artificiale. Lo sviluppo di macchine intelligenti, cioè di prendere decisione autonome rispetto alle nuove condizioni che vengono a crearsi, possono rappresentare una grande vantaggio per l'industria, la medicina, l'agricoltura o la gestione dell'economia.

Ma tali strumenti potrebbero diventare talmente indipendenti dal controllo umano da potersi rivoltare contro l'uomo e diventare una seria minaccia alla sua stessa sopravvivenza.


Conseguenze non intenzionali

Sean O' Heigeartaigh, genetista presso l'istituto di Oxford, sottolinea quanto possono essere distruttivi gli algoritmi che gestiscono in automatico le operazioni di trading in borsa. Queste stringhe di programmazione potrebbero avere conseguenze dirette e distruttive sulle economie reali dei paesi e le vite delle persone.

“Questi sistemi informatici sono in grado di manipolare il mondo reale”, spiega O' Heigeartaigh, secondo il quale la catastrofe potrebbe nascere dalle buone intenzioni dei suoi creatori: “è improbabile che avrebbero voluto fare qualcosa di intenzionalmente nocivo”, continua, “ma vi è il rischio di una sequenza di 'eventi non intenzionali'. Stiamo sviluppando delle situazioni che potrebbero andare male in modo totale”.

Il genetista di Oxford ci tiene a sottolineare che il suo non è catastrofismo, “ma uno dei modi più seri di fare la differenza in positivo”.

Reazione a Catena

Secondo gli scienziati a convegno, i computer potrebbero essere in grado di sviluppare una generazione più potente di computer: 'computer che creano computer'!

Il rischio è che queste macchine sviluppino improvvisamente una linea autonoma di comportamento che non è da escludersi che possa rivoltarsi contro l'uomo. I ricercatori parlano di una 'esplosione di intelligenza', in cui il potere crescente dei computer diventa meno prevedibile e controllabile.

[Benvenuti nell'Antropocene: l'era geologica creata dall'uomo]


Quale futuro?

Il Future of Humanity Institute do Oxford, che riunisce studiosi provenienti da ogni parte del mondo e di ogni ambito scientifico, rappresenta una tendenza che mira ad individuare le sfide più urgenti che l'umanità potrebbe trovarsi ad affrontare.

“Viviamo in un secolo della storia del mondo in cui la sopravvivenza dell'umanità è per la prima volta messa in pericolo”, spiega Lord Rees, astronomo di sua maestà ed ex presidente della Royal Society.

Secondo lo scienziato reale, se da una parte siamo particolarmente attenti a valutare e ad affrontare i rischi individuali più immediati, come il trasporto aereo o la sicurezza alimentare, dall'altra sembra che abbiamo difficoltà a riconoscere i pericoli più grandi.

“Con la creazione di nuove tecnologie, ci sono sempre aspetti positivi e negativi”, continua Rees. Inoltre, “siamo in un mondo interconnesso, con spostamenti più rapidi e informazioni che viaggiano in tempo reale. Pertanto le conseguenze di un errore sono maggiori rispetto al passato”.

Insomma, dobbiamo essere preoccupati per l'imminente fine del mondo?

“Questa non è la trama di un romanzo apocalittico, nè una dottrina religiosa o una chiacchierata da tarda notte al pub”, sottolinea Bostrom, secondo il quale esiste un reale divario tra la velocità del progresso tecnologico e la nostra comprensione delle sue implicazioni: “abbiamo la consapevolezza morale di un bambino, ma con la capacità tecnologica degli adulti”.

Il rischio dell'estinzione, quindi, non sembra essere presente nella consapevolezza delle persone. “La condizione umana è destinata a cambiare. Ci troviamo ad un bivio: o finiamo in una catastrofe, oppure riusciamo a prendere maggiore controllo sui cambiamenti in atto”, conclude lo scienziato. La domanda finale è quindi: 'siamo davvero pronti per il cambiamento in arrivo?'.
16 maggio 2013
Fonte:http://ilnavigatorecurioso.myblog.it/archive/2013/05/13/la-concreta-possibilita-dell-estinzione-della-specie-umana.html

Documento finale del simposio:
http://www.existential-risk.org/concept.html

Ma non sarà che la fantascienza... [8)]



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MessaggioInviato: 19/05/2013, 19:24 
E' da diversi giorni che sento alcuni interrogarsi sul fatto che quest'anno la stagione calda sembra non arrivare mai.

Ed è da alcuni giorni che noi del Progetto Atlanticus ipotizziamo un indebolimento della Corrente del Golfo, mitigatrice del clima del continente europeo e regolatrice di quello globale, come possibile causa.

Una conferma indiretta a tutto questo arriva dal seguente articolo.

Ma piove piove…

Piove governo ladro, piove sempre. Da mesi, settimane, giorni: al Nord è acqua a catinelle un giorno sì e l’altro anche, mentre al Sud inizia a far caldo, come di consueto. Anche al Sud, comunque, la situazione climatica non è così “normale” come, a prima vista, potrebbe apparire.

Il dato nuovo, che sta sconvolgendo il clima europeo, è la Corrente del Golfo che ha mutato intensità e direzione: lo vedremo nel dettaglio ma – nei primi tempi nei quali si manifestò il fenomeno – si riteneva che avrebbe avuto effetti minimi sui Paesi mediterranei, e invece così non è.

La corrente, iniziamo da quella.

Immagine

Come tutti sanno, lo scioglimento dei ghiacci polari comporta l’espandersi verso Sud d’acqua relativamente dolce e fredda, che incontra l’acqua, calda e salata, che sale dal Golfo del Messico, e questo incontro avviene sempre più a Sud, perché – nella stagione calda – nell’Artico le temperature sono alte (nessuno sa il perché proprio lì) ed il ghiaccio si scioglie. Abbiamo avuto più notizie di questo fenomeno: la “discesa” degli Orsi Polari alla ricerca di un habitat meno “ballerino” e la nuova “guerra fredda” fra Russia ed USA per lo sfruttamento del petrolio in quel mare basso, convenientissimo per l’estrazione.

La presenza del petrolio era conosciuta da tempo, ma il Mar Artico non era navigabile nemmeno nella buona stagione: oggi, d’Estate, le petroliere possono varcarlo senza l’ausilio dei rompighiaccio, che comporta un risparmio notevole nei costi di produzione. Ma torniamo alle nostre acque, calde e fredde, dolci e salate, che abbiamo lasciato al largo delle isole Britanniche.

L’acqua calda è più leggera dell’acqua fredda, la dolce è più leggera della salata, ma il fatto è che una è calda e salata, l’altra quasi dolce e fredda. Come potrete notare, ciascuna delle due correnti contiene un elemento che la mantiene in superficie e l’altro che tende a farla affondare.

Per migliaia d’anni questo è stato l’andazzo: la Corrente del Golfo saliva fino al mare fra la Norvegia e l’Islanda dove incontrava la corrente fredda e poco salina. Fin che ce la faceva rimaneva in superficie poi, quando aveva ceduto il suo calore, il peso specifico aveva il sopravvento e s’approfondiva in conosciuti “camini” per poi, alla profondità di migliaia di metri, operare il percorso inverso fino al Golfo del Messico.

Ecco il dato importante: la Corrente del Golfo percorreva tutte le coste europee cedendo calore.

Oggi – osservate l’immagine satellitare – è diminuita per quantità ed ha deviato più al largo il suo percorso: la ragione? Non si sa: sono stati creati tre, diversi modelli matematici che hanno fornito risposte poco chiare o contrastanti. Per finire, gli scienziati hanno gettato la spugna e dichiarato che, fra una decina d’anni, i modelli saranno più affidabili, ossia quando gli effetti saranno evidenti.

Questa è la situazione in ambito scientifico oggi, che non sto ad appesantire con citazioni o fonti: ciascuno di voi potrà farsi la propria, personale ricerca e contestare i miei dati, nella miglior tradizione popperiana. Allo stesso modo non tratterò il tormentone sulle cause: personalmente, sono ancora convinto che sia a causa dell’aumento annuo dello 0,3% della CO2 nell’atmosfera, ma so che esistono anche altre teorie. Soprattutto dalle parti delle compagnie petrolifere: ci tengo a precisare che, alle mie spalle, non c’è nessun finanziatore né fondazione, né istituto, né congregazione “scientifica” di sorta.

La situazione, oggi – per quanto da molte parti si continui a minimizzare – non è tragica ma nemmeno (parafrasando Flajano) poco seria.
In Europa le temperature, a Maggio, sono glaciali: sulle isole britanniche si registrano (Scozia, Irlanda) temperature poco sopra lo zero, mentre in Scandinavia nevica. A Maggio inoltrato.

Mi fido poco della meteorologia ufficiale: per fortuna ho qualche fonte personale, le quali mi raccontano che a Boston, la mattina, sono pressoché a zero, per poi andare avanti in un tourbillon di temperature, da 25° a 12°, a zero nell’arco della giornata. Nella Francia centrale ci sono ancora oggi minime di 3° che impediscono le comuni semine mentre in Svizzera nevica sopra i 1500 metri.

Non mi sembra affatto una situazione normale poiché annate “eccezionali” ci sono sempre, mentre qui è da almeno un quinquennio che la situazione è mutata: siamo andati avanti quasi senza neve per un decennio (2000-2010) a circa 45° di latitudine Nord, mentre oggi – nelle stesse zone – ho notato che non è stato possibile seminare gli orti. Troppa acqua, troppo freddo, poco tempo fra una perturbazione e l’altra.

Anche l’andamento del ciclo solare lascia molti dubbi: è vero che abbiamo appena lasciato un modesto minimo, ma l’attività solare sembra influenzare il clima nel lungo periodo, non nell’arco di pochissimi anni. E tanto meno avere effetti alle alte latitudini.

Come si può notare, siamo in un mare di dubbi.

A tal riguardo, forse è meglio “volare bassi” e cercare – qui e là – indizi che almeno squarcino qualche aspetto del problema, giacché la quantità dei meccanismi di feedback è tale da poter essere analizzata solo con i mainframe e l’immissione dei dati, la loro valutazione e l’ordine d’importanza – sono gli scienziati ad ammetterlo – non è attualmente sicura.

Uno degli aspetti che ha condotto in errore gran parte delle previsioni è stato che si riteneva la catena delle Alpi sufficiente a fornire protezione all’area mediterranea e, più propriamente, all’Italia: il che è parzialmente vero, visto che mezza Italia è al freddo mentre l’altra mezza è al caldo.

Perché continuano a giungere perturbazioni con forti precipitazioni?

Torniamo alla nostra Corrente.

Nel suo percorso e nella sua forza tradizionali, la Corrente del Golfo lambiva le Azzorre e le superava: questo era conosciuto come “anticiclone” delle
Azzorre, poiché impediva alle correnti artiche di proseguire (nella bella stagione) verso latitudini basse. La tipica rotta Capo Sable – Lisbona era terrificante nel tratto prima delle isole portoghesi poi – lentamente, ma costantemente – i venti s’affievolivano e la navigazione era meno impegnativa.

Ciò avveniva perché la presenza d’acque calde generava moti convettivi (aria che saliva), i quali “frangevano” la forza delle correnti polari fino al punto di creare – man mano che la buona stagione procedeva – un’area abbastanza tranquilla di bel tempo, fresco e poco umido. L’Anticiclone delle Azzorre, appunto, che s’estendeva verso Est, nel Mediterraneo generando quel tempo caldo ma non afoso, non umido: le condizioni che abbiamo vissuto per molti anni.

Oggi, la scarsa importanza della Corrente del Golfo confina quell’area di alte pressioni solo intorno alle Azzorre: una linea – diretta e costante – di perturbazioni scende dall’alto Canada verso l’Oceano Atlantico e – senza ostacoli – procede fino alle coste Francesi, abbassando le temperature nelle Gallie.

Una parte, invece, imbocca il cosiddetto “corridoio di Carcassonne” – lo spazio pianeggiante fra i Pirenei ed il Massiccio Centrale Francese – e s’espande nel Mediterraneo: in effetti, questa era la meteorologia invernale del Mediterraneo, non è una novità, solo che siamo quasi a Giugno…
Qui giunto, i primi “bersagli” sono le isole – Corsica e Sardegna – ed il Golfo Ligure il quale, avendo forma fortemente curva, funziona come una vera “trappola” per le perturbazioni, che lì si scaricano. E’ il cosiddetto “Genoa Storm”: La Spezia è piovosissima, mentre la riviera occidentale è meno umida.

Altre aree colpite, traversate le Bocche di Bonifacio (note per l’irruenza del Maestrale, vento di Nord-Ovest), sono le zone costiere della Toscana: non a caso alcune zone dell’alta Toscana hanno, in passato, sofferto terribili alluvioni.

Poi, la forza del vento si stempera e lascia solo i cosiddetti “piovaschi improvvisi”, i quali però giungono fino a Roma ed oltre.
E il Sud?

Il Sud è al caldo, ma di un caldo diverso; non è l’Anticiclone delle Azzorre, bensì quello Africano: di per sé torrido, che però si carica d’umidità sul Mar Mediterraneo e porta condizioni di tempo caldo ed umido, con un’afa mortale.

I danni, al Nord – soprattutto nella Pianura Padana – sono già oggi evidenti: le semine primaverili sono in forte ritardo e molte, probabilmente, non avverranno. Nei campi stazionano pozze d’acqua, che rendono impossibile la lavorazione dei terreni argillosi.
Complice una sciagurata gestione del territorio, possiamo attenderci anche allagamenti e tutta la casistica alla quale siamo abituati: stabili allagati, strade non percorribili, terreni sommersi, ecc…ma questa è un’altra storia, che dovrebbe farci riflettere sulla mancata cura del nostro territorio: aspro, franoso, così diverso da quello dei nostri vicini francesi e tedeschi.

Infine, voglio ricordare il tempo nel quale i meteorologi avevano solo strumenti che oggi diremmo “primitivi” per le loro riflessioni e citiamo un caso.

Nella Primavera del 1941 la nave da battaglia Bismarck lascia la Germania per la sua prima (ed ultima) missione. Passata Kristiansand (dove fu avvistata) la nave proseguì costeggiando, al largo, la costa norvegese: gli inglesi erano oramai sicuri dei luoghi dove, pressappoco, si trovava la nave insieme al Prinz Eugen.

A quel punto, l’ammiraglio Lütjens – che comandava l’operazione – chiamò a colloquio il meteorologo di bordo e gli chiese se le condizioni climatiche consentissero qualche forma di copertura da parte di Giove Pluvio. Il meteorologo chiese otto ore di tempo.

Allo scoccare delle otto ore – era solo sulla nave e in silenzio radio – l’ufficiale si presentò affermando che, di fronte a Stavanger, si stava formando un groppo, poco di più di un temporale, il quale avrebbe proceduto per circa tre giorni verso Nord-Ovest, ossia nello stretto di Danimarca. Lütjens, in quel frangente, giocò bene le sue carte: giunti al largo di Stavanger le nuvole attendevano la Bismarck ed il Prinz Eugen.

Per tre giorni le accompagnarono, discrete, e per i ricognitori della RAF non ci nulla da fare: le navi traversarono l’Atlantico, dove andarono incontro al loro destino.

Altri tempi, altri uomini, altri meteorologi.

Cosa possiamo aspettarci?

Per anni, probabilmente, dovremo abituarci a queste Primavere piovose ed umide: ciò sconvolgerà l’agricoltura tradizionale, dedita più alle semine primaverili che al foraggio. Poi, l’Estate sarà breve e torrida: alla fine, l’Anticiclone Africano avrà la meglio e ci troveremo a lottare in una situazione tropicale, con caldo afoso ed umidità al 100%.

L’unico vantaggio sono le abbondanti precipitazioni, che potrebbero avere effetti benefici per la fonte idroelettrica, però manca tutto il “supporto” per sfruttare queste acque appena hanno lasciato le dighe in alta montagna.

In Italia non s’è fatto nulla per regolare le acque – fons vitae – né regolando con chiuse la navigazione fluviale né usando i grandi laghi prealpini come bacini di contenimento/sfruttamento a fini idroelettrici. E pensare che i russi ricavano 50 GWh solo dalle cadute delle chiuse.

Già, ma questo è il Paese dei furbetti del quartierino, che ci porteranno alla rovina con i loro giochini finanziari.

Poveri noi.

http://www.informarexresistere.fr/2013/ ... ove-piove/


Ultima modifica di Atlanticus81 il 19/05/2013, 19:27, modificato 1 volta in totale.


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Cita:
Atlanticus81 ha scritto:

E' da diversi giorni che sento alcuni interrogarsi sul fatto che quest'anno la stagione calda sembra non arrivare mai.

Ed è da alcuni giorni che noi del Progetto Atlanticus ipotizziamo un indebolimento della Corrente del Golfo, mitigatrice del clima del continente europeo e regolatrice di quello globale, come possibile causa.


Caro Atalnticus, il clima terrestre e' un sistema estremamente complesso, caratterizzato da numerosi eventi di natura ciclica.
Durante gli ultimi 800.000 anni, il mondo si e' congelato e scongelato ciclicamente, con periodi di gelo di 100.000 anni a cui seguivano improvvisi periodi di scioglimento di 15-25,000 anni. I periodi di scioglimento sono a loro volta caratterizzati da cicli piu' brevi (come l’alternanza tra "El Niño" e "La Niña" nell´Oceano Pacifico o il ciclo dei monsoni in Asia o altri cicli, anche piu' brevi, con periodi decennali o secolari).

Ora, la domanda sorge spontanea: quale potrebbe essere l'elemento che influenza tutti questi cicli?

Personalmente sono propenso a credere che l'elemento fondamentale (anche se non l'unico) sia da individuare nella nostra cara stella.

A questo proposito vi segnalo un recente documento che e' stato pubblicato sul Journal of Geophysical Research: "Prediction of solar activity for the next 500 years"

http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1 ... 0/abstract

Riporto questo passaggio:

Cita:
Recentemente una registrazione dell'attivita' solare e' stata ricostruita per gli ultimi 9,400 anni combinando le registrazioni dei campioni di Be10 provenienti dalla Groenlandia e dall'Antartide con il C14 dagli anelli degli alberi [F. Steinhilber et al., 2012].
Queste registrazioni confermano i risultati precedenti, vale a dire che il Sole e' variato con periodicita' diverse in passato.
Vi presentiamo una previsione media dell'attivita' magnetica solare, media di oltre 22 anni, per i prossimi 500 anni, soprattutto sulla base delle informazioni spettrali derivanti dalla registrazione dell'attivita' solare del passato.
Supponendo che il Sole continuera' a variare con le stesse periodicita' per i prossimi secoli abbiamo estratto le informazioni spettrali del passato e le abbiamo applicate su due diversi metodi per predire il futuro dell'attivita' magnetica solare.

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Previsione dell'attivita' solare per i prossimi 500 anni secondo i due metodi elaborati.
Le lettere maiuscole indicano i grandi minimi solari del passato, conosciuti dal numero di macchie solari (M: Maunder, D: Dalton, G: Gleissberg).


Prima i due metodi sono stati testati per predire i cambiamenti passati. I nostri metodi sono in grado di prevedere periodi di attività solare alta e bassa per alcuni secoli nel passato anche se sono meno precisi nella previsione l'ampiezza corretta. Successivamente, tali metodi sono stati utilizzati per prevedere i periodi di alta e bassa attivita' solare per il periodo 2000-2500.
Entrambi i metodi prevedono un periodo di bassa attività minimo 2100 DC.


Quindi prepariamoci per il lungo freddo. [:77]



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Il freddo fuori stagione di questi giorni potrebbe essere l'inizio di qualcosa di più grave.

Scienziato russo: “Era glaciale in arrivo quest’anno o il prossimo”

In Russia, uno dei fisici solari mondiali, Habibullo Abdussamatov, dice che il pianeta è sull’orlo di una nuova “era glaciale”. Abdussamatov è il capo della ricerca spaziale presso l’Accademia Russa delle Scienze, al Pulkovo Astronomical Observatory di San Pietroburgo, e direttore del segmento russo della Stazione Spaziale Internazionale.

In un’intervista, Abdussamatov ha detto che i risultati della ricerca della ISS hanno indicato un calo nella irradiazione solare, che sta avendo un effetto drammatico sul clima globale.

I dati indicano l’inizio di una mini era glaciale.

Nel mondo scientifico russo, e per molti scienziati occidentali, la tesi è che sia l’attività solare, e non le emissioni di anidride carbonica, ad influenzare le temperature globali. Secondo Abdussamatov, il riscaldamento globale nel corso degli ultimi decenni del 20 ° secolo è stato causato non dalla emissione di CO2, ma dalla degassificazione di grandi quantità di biossido di carbonio rilasciato nell’atmosfera dagli oceani, processo innescato dal maggiore irraggiamento solare. E questo spiega anche la mancanza di riscaldamento negli ultimi 17 anni – inspiegabile secondo la teoria del riscaldamento globale – come il risultato del declino della radiazione solare.

Abdussamatov ha detto che vi sono stati cinque periodi di freddo negli ultimi 1000 anni – nel 1030, 1315, 1500, 1680 e 1805 – tutti durante minimi di Maunder, ovvero durante minimi di attività solare. E che un altro periodo freddo era previsto, e sarebbe venuto indipendentemente dal fatto che i paesi industrializzati mettessero o meno un limite alle loro emissioni di gas a effetto serra.

“Marte ha il riscaldamento globale – ma senza “serra” e senza la partecipazione dei marziani”, ha detto Abdussamatov.

“Questi riscaldamenti globali paralleli – osservati simultaneamente su Marte e sulla Terra – non possono che essere una conseguenza degli effetti dello stesso fattore: un cambiamento a lungo termine nell’ irraggiamento solare.”

Abdussamatov ritiene che una nuova “piccola era glaciale” inizierà questo o il prossimo anno e toccherà un minimo di temperature intorno al 2040, durando per tutto il resto del secolo. Preparate il cappotto.

http://voxnews.info/2013/05/25/scienzia ... -prossimo/

Le grotte mantengono generalmente una temperatura costante di 17 C - Potrebbero essere una soluzione.

I Potenti ci hanno già pensato... vedi il tunnel delle Svalbard e le basi DUMBS disseminate nel mondo.


Ultima modifica di Atlanticus81 il 25/05/2013, 13:22, modificato 1 volta in totale.


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dopotutto le glaciazioni o le mini ere glaciali sono cicliche quindi c'è da aspettarselo, quando una presa di coscienza generale? Ci hanno rotto le scatole per decenni col riscaldamento globale dovuto alla CO2 senza mai dire però che questo "surriscaldamento era un prodromo di una futura glaciazione come è sempre avvenuto... Mi chiedo quando inizieranno a destabilizzarsi anche gli immensi depositi di idrati di metano sui fondali oceanici, allora si che ne vedremo delle belle...



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MessaggioInviato: 26/05/2013, 11:38 
http://www.skepticalscience.com/transla ... ?a=53&l=17

Le notizie in rete sn discordi: non ci resta che attendere visto che potremo toccare con mano..[8)]


Ultima modifica di shighella il 26/05/2013, 11:44, modificato 1 volta in totale.


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Cita:
Angel_ ha scritto:

Ma non sarà che la fantascienza... [8)]





Che gran film! E che interpretazione, bravo Rutger Hauer!!1 [:)]



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Cita:
shighella ha scritto:

Che gran film! E che interpretazione, bravo Rutger Hauer!!1 [:)]


Andò ben oltre la semplice interpretazione, la frase "like tears in rain" (come lacrime nella pioggia) la aggiunse lui...

http://it.wikipedia.org/wiki/Ho_visto_c ... _voi_umani



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