10/01/2013, 13:10
23/01/2013, 23:49
24/01/2013, 10:57
[color=blue]Fuggire in carinzia: ecco le istruzioni per farlo
Troppo stato, troppe tasse, troppa burocrazia. E troppa retorica: la politica è in ritardo, troppo in ritardo. Così i nuovi emigranti, come i padri pellegrini, partono per un nuovo mondo: libero, prospero e molto più accogliente del vecchio West. Questo mondo si chiama Carinzia e raggiungerlo, con le proprie idee e la propria impresa, è un gioco da ragazzi.
Senza prendere la macchina, basta cliccare sul sito di ABA, l’agenzia di investimenti che offre un servizio di consulenza completamente gratuito per le aziende che vogliano espandere il proprio business oltre cortina ovvero impiantare una nuova impresa in Carinzia. Dalla ricerca di dati di mercato, a una consulenza legale e fiscale, ad un aiuto nella scelta dell’immobile adeguato, fino alla completa assistenza per quanto concerne il disbrigo delle (poche) pratiche burocratiche del caso. Roba che in Italia non fanno neanche le associazioni di categoria, se non stancamente e in cambio di preziose sottoscrizioni.
I tempi per impiantare su bottega in Carinzia sono da cinema di fantascienza. Come spiega Marion Bibier, direttrice del settore IT di Aba per l’Italia, in almeno un’occasione è addirittura capito di sbrigare tutte le pratiche legali, nonché di scelta dell’immobile, in sole 24 ore. E in vantaggi non finiscono qui: nel Land che fu governato da Haider, il contesto economico-produttivo è molto simile a quello italiano, con aziende che si occupano di alimentare e tecnologia, il tutto a vantaggio di chi voglia insediarsi, inserendo la propria azienda all’interno di una filiera già nota.
27 dipendenti in team che lavorano per l’impresa. Gratis. Com’è possibile?Semplice, ABA è un ufficio di consulenza del Governo Federale, quindi statale, che però funziona, tanto da essere stato premiato nel 2012 dal gruppo World Bank, come una delle migliori agenzie per la promozione degli investimenti esteri del mondo. Un Governo che rassicura, per bocca del ministro dell’Economia, gli “amici italiani”, con poca retorica e tanti dati. Eccone alcuni: in Austria c’è un’eccezionale stabilità politica e istituzionale, con uno dei più bassi indici di conflitto sindacale del mondo (0,8 giorni di sciopero per ogni 1.000 addetti). In termini di sicurezza degli approvvigionamenti energetici, l’Austria è al terzo posto a livello europeo, con interruzioni impreviste di forniture elettriche annuale di soli 30 minuti.
Veniamo alle dimensioni d’azienda: molto simili alle realtà nordestine, e lontanissime dai pachidermi che il capitalismo relazionale italiano ha creato, le imprese austriache sono flessibili, integrate, innovative e di dimensioni ridotte: il 92% ha meno di 9 dipendenti. Dipendenti che hanno frequentato da uno dei migliori sistemi di formazione del mondo. Un sistema “duale”, basato sulla combinazione tra insegnamento e scuola professionale. In sintonia con il mondo dell’impresa, le scuole garantiscono che preparazione e domanda di lavoro possano trovare un corretto equilibrio.
Per finire, la nota gaudente: le aziende sono soggette solo a un’imposta sul reddito d’impresa ad aliquota unica del 25%. Gravami fiscali come ad esempio l’imposta sulle attività produttive o l’imposta patrimoniale, comunemente applicate in altri paesi, in Austria non esistono. Nell’UE a 15 solo l’Irlanda offre condizioni più vantaggiose. E poi chi fa ricerca paga di meno. Questo principio riguarda tutte le imprese in Austria. Per le spese di R&S, anche in caso di ricerca a contratto, è previsto il cosiddetto “premio di ricerca” nella misura del 10 percento, liquidato in contanti e in tempi prestabiliti. Il tutto mentre di qua dal confine c’è gente che si ammazza perché ha lavorato per la PA e non è stato liquidato. Ma non ditelo a Fassina.
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25/01/2013, 15:11
29/03/2013, 23:14
05/04/2013, 20:57
04/05/2013, 11:56
04/05/2013, 12:45
04/05/2013, 12:59
greenwarrior ha scritto:
Perdonatemi, oggi mi sento spiritoso. Le tasse servono a soddisfare i bisogni sessuali dei tassi.
Che PIRLA..........
04/05/2013, 13:13
Wolframio ha scritto:greenwarrior ha scritto:
Perdonatemi, oggi mi sento spiritoso. Le tasse servono a soddisfare i bisogni sessuali dei tassi.
Che PIRLA..........
Pirla pure io
Ma allora, vuoi dire che i Tassi pagano le Tasse?
04/06/2013, 14:10
04/06/2013, 22:00
Atlanticus81 ha scritto:
Tasse, nel triennio 2013-2015 stangata fiscale da quasi 15 miliardi di
Quindi quale % del gettito fiscale complessivo rimane sostanzialmente "gestibile" dallo Stato italiano per le voci del precedente paragrafo (servizi pubblici, stato sociale, investimenti)?
06/08/2013, 10:49
08/08/2013, 19:09