09/05/2013, 14:16
mik.300 ha scritto:
infatti...
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/05 ... ta/587744/
jolly Nero, retromarcia obbligata perché l’uscita ovest del porto è insabbiata
Varie ipotesi: dall’avaria ai motori alla velocità eccessiva
Quello che è successo, insomma, appare chiaro. La questione aperta resta il perché è successo. E’ difficile, per i motivi che abbiamo detto, pensare a un errore umano, un giudizio sbagliato sulle distanze, manovre inesatte.
[/b]
propendo per errore umano..
il comandante ha controllato il motore
prima di partire..
.......
solo che la meneranno per l'aia,
errore tecnico,
fune rimorchiatore rotta,
ecc. ecc.
se le scatole nere
sono illeggibili,ecc
allora è tutto chiaro..................................
09/05/2013, 14:21
Jolly Nero, la “maledizione” della Messina: 30 anni di ombre, misteri e incidenti
Le "disavventure" della compagnia di navigazione della nave finita contro la torre dei piloti a Genova. Dal "Rosso" coinvolto in diverse inchieste sui presunti traffici di rifiuti tossici fino ai salvataggi rocamboleschi in Egitto e in Sud Africa. Poi gli scontri (con 3 morti) con due pescherecci: due in 8 anni, a Piombino e Ischia
L’ombra più nera è quella delle “navi a perdere”, le carrette del mare che la ‘ndrangheta avrebbe affondato con le stive piene di scorie tossiche davanti alle coste calabresi. Non è la prima volta, insomma, che la parola Jolly e il nome della compagnia Messina si colora di tinte fosche. Una striscia di disgrazie e punti oscuri che sembra aver seguito la storia degli ultimi trent’anni della compagnia. Dal Jolly Rosso, coinvolto nelle inchieste sui rifiuti e che poi si arenò a Cetraro dopo un abbandono nave rocambolesco, fino agli incidenti – in ordine sparso – del Jolly Blu, del Jolly Grigio, del Jolly Amaranto, del Jolly Rubino, del Jolly Marrone. La flotta dei Messina attualmente è composta da 14 navi, tutte specializzate in “ro-ro”, in sostanza cargo portacontainer. Il nome Jolly, tuttavia, deriva proprio dalla loro flessibilità sul tipo di merci che possono imbarcare. Il precedente più simile, per dinamica, a quanto accaduto la notte scorsa è quello che ricorda il quotidiano genovese Secolo XIX. Il Jolly Verde (portacontainer da 30mila tonnellate), il 16 ottobre 2002, sperona Ponte Libia e abbatte una gru “pacheco” alta oltre 40 metri. Fosse successo di giorno, sarebbe stata un’altra tragedia.
La Jolly Rosso, la nave arenata con segreti e misteri
Il capitolo più inquietante resta quello della Jolly Rosso. Era un cargo, poi fu trasformata in una nave che nel 1988 aveva trasportato per conto del governo, tra il Libano e l’Italia, migliaia di fusti di rifiuti tossici. La storia della “Rosso” (quando cambiò destinazione d’uso, perse infatti il nome Jolly) finì in modo avventuroso quanto gli ultimi anni della sua esistenza. Si arenò alla fine del 1990 sulla spiaggia di Formiciche, ad Amantea (in provincia di Cosenza). Aveva navigato davanti alla costa per ore, alla deriva, dopo che l’equipaggio aveva abbandonato la nave che aveva imbarcato acqua attraverso diverse falle nello scafo e si trovava in assetto completamente scompensato. Ufficiali ed equipaggio furono soccorsi dalla Guardia Costiera. Secondo i documenti ufficiali a bordo della Rosso si trovava merce normale (generi di consumo e tabacco).
Ma secondo alcune ricostruzioni giornalistiche e alcune ipotesi di indagini in realtà la Rosso era ancora impegnata in traffici illeciti. Furono aperte e chiuse tre inchieste, finite tutte con l’archiviazione. Non è mai stato chiarito cosa trasportasse effettivamente, sulle falle misteriose, sui tecnici olandesi ingaggiati e poi allontanati, sui rifiuti trasferiti dalla stiva ad alcune discariche calabresi, sulle migliaia di rifiuti tossici e radioattivi trovati nel fiume Olivo, non lontano dalla spiaggia dove finì la sua corsa la Rosso che – per ordine della Procura – fu demolita sul posto.
Una vicenda che inizia alla fine degli anni Ottanta, dunque, ma che mostra le sue propaggini arrivano fino quasi ai nostri giorni. E’ delle ultime settimane, infatti, la notizia della richiesta di archiviazione della Procura di Nocera Inferiore sulla morte del capitano Natale De Grazia, l’ufficiale della Capitaneria di porto che morì nella notte tra il 12 e il 13 dicembre 1995, a 38 anni, ufficialmente per un attacco cardiaco, anche se era in ottima salute. De Grazia faceva parte del pool che indagava sulle “navi dei veleni”: seguiva una pista che lo aveva portato a sfiorare altri intrighi, come la morte in Somalia della giornalista Rai Ilaria Alpi e del suo operatore Miran Hrovatin, e il ruolo di un faccendiere, in odore di P2, capace di muoversi tra Governi e armatori internazionali. Secondo l’ex pm di Reggio Francesco Neri De Grazia fu avvelenato. Alla stessa conclusione, anche se si espresse con parole diverse (“Cause tossiche”), arrivò l’ex presidente della Commissione parlamentare sul ciclo dei rifiuti Gaetano Pecorella. Per contro c’è chi continua a sostenere che le “navi dei veleni” non sono mai esistite, puntando soprattutto sulle contraddizioni del pentito di ‘ndrangheta (e una delle principali fonti per gli investigatori), Francesco Fonti.
Le armi pesanti sequestrate, gli incidenti all’estero
Una delle prime tracce delle “disavventure” della Messina risale al 1990. I carabinieri nel maggio di quell’anno sequestrarono in tutta Italia componenti di armi pesanti diretti in Iraq e sarebbero serviti al governo locale per realizzare una “batteria” di “supercannoni”. Inutile aggiungere che ci si trovava nel pieno della prima guerra del Golfo. Ebbene, in Iraq, secondo l’ipotesi degli inquirenti, quei componenti sarebbero dovuti arrivare a bordo della Jolly Turchese.
Uno degli ultimi episodi finiti nelle cronache internazionali è invece datato 2010. La Jolly Amaranto navigava nel Mediterraneo con un carico di merci pericolose e fu costretta ad inviare un sos alle autorità egiziane dopo un’avaria al motore e la perdita di almeno 8 container: la nave restò infatti in balia del mare molto mosso per ore.
Non era il primo incidente lontano dalle coste italiane per le navi della Messina. Nel settembre 2002 la Jolly Rubino si trovò arenato sulla costa nord est del Sud Africa: anche qui l’equipaggio (22 persone) dovette abbandonare in tutta fretta la nave, anche perché a bordo era scoppiato un incendio. L’incidente avvenne vicino a una riserva naturale e scattarono anche tutte le procedure per evitare rischi di inquinamento ambientale.
Gli scontri in mare e gli incidenti sul lavoro
E ancora: gli scontri in mare. Se ne ricordano due. Al largo di Ischia il Jolly Grigio, nell’agosto del 2011, entrò in rotta di collisione con un peschereccio, il Giovanni Padre. Morirono due persone. Furono arrestati il timoniere e il terzo ufficiale del Jolly Grigio perché fornirono agli inquirenti poi smentita dalla scatola nera: “C…, li abbiamo presi” si sentì dire nelle registrazioni di bordo, come rivelò Il Mattino.
Altra croce al largo di Piombino. Nel 2003 il Jolly Blu travolse il peschereccio San Mauro I (partito da Livorno) che affondò: perse la vita una delle persone a bordo. In 4 finirono a processo per naufragio colposo e omicidio colposo.
Infine gli incidenti sul lavoro. Tre mortali negli ultimi 15 anni, tutti a Genova: a bordo della Jolly Marrone, della Jolly Blu e della Jolly Rosso. Su quest’ultima (solo omonima della “nave dei veleni” che era stata ormai demolita) nel 1999 una sorta di carrucola da un quintale schizzò come un proiettile e decapitò un mozzo, mentre un ufficiale fu colpito al fianco da una frustata mortale di un grosso cavo di ormeggio.
Fonte
09/05/2013, 15:12
09/05/2013, 15:52
CRASH3 ha scritto:
Giusto per far capire la mole della nave
09/05/2013, 16:38
Thethirdeye ha scritto:CRASH3 ha scritto:
Giusto per far capire la mole della nave
C'è una cosa che non sono riuscito a capire e chiedo lumi a voi che magari avete seguito meglio la cosa. Ecco.... come mai la nave non è rimasta in prossimità della torre crollata? Mi spiego.... in caso di incidenti stradali o altro, passatemi il paragone, in cui ci sono morti e feriti, i mezzi non vengono MAI spostati in attesa degli accertamenti del caso. Al punto che intere autostrade, a volte, rimangono bloccate per ore e ore. Bene.... perchè in questo caso, questa nave così importante e voluminosa, subito dopo l'impatto, si è dileguata? Lo chiedo perchè non mi è sembrato di vederla in nessun filmato post incidente. Magari mi sbaglio e... si è vista eccome. Grazie per le eventuali risposte....
09/05/2013, 17:25
09/05/2013, 20:02
Zelman ha scritto:
ho visto in un'animazione oggi su rai1 che la nave per inerzia ha frantumato la torre e l'edifico annesso e ha proseguito entrando nel bacino posteriore, che è usato per fare manovre nel porto di genova in prossimità del molo "Giano", almeno questo ho capito dall'animazione,
e dato che il traffico è ordinario presumo che non la potevano lasciare ancorata in mezzo al traffico...
bisogna chiedere se hanno fatto i rilievi del caso e poi hanno DOVUTO farla sloggiare... piuttosto dovranno fare i rilievi anche sullo scafo posteriore
come diceva CRASH3 (ufficiale di macchine! caspita!) il moto per inerzia in questi bestioni non lo ferma nessuno, io non ne ho esperienza me lo immagino solamente
piuttosto io mi chiedo se non sia procedura normale, per evitare queste situazioni, di accendere e verificare che i motori e il sistema di pilotaggio funzionino PRIMA per eventuali necessità come questa, o se così, immagino che i motori non si accendino in 5 secondi o il moto sia istantaneo...
chi può sapere se un motore di nave (!) non funzioni quando DOVREBBBE...?
e i 2-3 rimorchiatori non hanno potuto fare nulla perchè di uno il cavo di traino si è SPEZZATO lasciando la nave in moto di inerzia verso la torre e quanto nei pressi della banchina...
http://www.radioradio.it/sport/genova-l ... rore-umano
LE REGOLE
Le regole della navigazione impongono che una nave di quelle dimensioni per uscire dal porto debba avvalersi dell’assistenza di un pilota che conosce a menadito i segreti del bacino. Quello che martedì notte è salito sul Jolly Nero si chiama Antonio Anfossi, il secondo indagato. Ha guidato il lento distacco del cargo dalla banchina di Sampierdarena e ha coordinato i movimenti dei due rimorchiatori che dovevano trainarlo verso il mare aperto. Nel momento in cui la nave si stava girando su se stessa è successo l’irreparabile. Il gigante del mare è andato in retromarcia lungo il corridoio di uscita, poi ha virato in modo da poter puntare la prua in direzione del mare aperto. Durante quella manovra si è avvicinato pericolosamente alla torretta di controllo, «ma quando doveva invertire la marcia qualcosa non ha funzionato». Se ne sono accorti dai rimorchiatori, e se n’è accorto il pilota Anfossi: «Sei troppo vicino al molo, mancano settanta metri» ha detto al comandante. Che pochi secondo dopo ha pronunciato la parola «avaria», come se non fosse più in grado di far cambiare direzione al cargo.
Quelli che stavano sui rimorchiatori giurano di aver tentato a una mossa disperata per fermare la corsa del Jolly Nero ed evitare l’impatto. Tentativo inutile anche perché il cavo d’acciaio che teneva uniti rimorchiatore e nave s’è spezzato. La ciclopica prua è inevitabilmente andata a schiantarsi contro la torretta di controllo, disintegrandola in un istante senza dar tempo a nessuno di mettersi in salvo. E li si è fermato, immobile e senza danni mentre dalla plancia di comando veniva lanciato l’allarme: «C’è stato un incidente, correte al Molo Giano». A ventiquattr’ore di distanza i vigili del fuoco continuano a scavare sotto ciò che rimane dell’edificio. Dalle banchine della stazione marittima partono i traghetti per la Sardegna, dai moli dello scalo merci altre navi puntano la prua verso sud. Tutto come prima perché la vita del mare non si ferma, non si può fermare.
Scritto giovedì 9 maggio 2013, fonte: Il Messaggero
09/05/2013, 20:19
mik.300 ha scritto:
ho sentito testè adesso
il commento del comandante dei
rimorchiatori che
ha detto che il cavo
si è spezzato dopo l'urto..
in ogni caso
ha colpito il molo la poppa
non la prua..
mah...
09/05/2013, 20:40
09/05/2013, 20:59
09/05/2013, 21:20
CRASH3 ha scritto:
Come funziona l'inversione di rotta?? In pratica dal ponte di comando vengono impartiti gli ordini agli ufficiali in sala macchina sul da farsi e loro dovranno regolare la velocità o invertire la rotta.( procedura obbligatoria nelle manovre, mentre in navigazione entra in gioco l'automatismo, quindi i comandi sono in mano al comandante/ufficiali di coperta) Che ci sia stato un'avaria nella comunicazione? Chissa.........
09/05/2013, 21:27
Angel_ ha scritto:CRASH3 ha scritto:
Come funziona l'inversione di rotta?? In pratica dal ponte di comando vengono impartiti gli ordini agli ufficiali in sala macchina sul da farsi e loro dovranno regolare la velocità o invertire la rotta.( procedura obbligatoria nelle manovre, mentre in navigazione entra in gioco l'automatismo, quindi i comandi sono in mano al comandante/ufficiali di coperta) Che ci sia stato un'avaria nella comunicazio ilne? Chissa.........
Ecco, mi chiedevo proprio questo, ovvero COME vengono trasmessi gli ordini in sala macchine, una volta c'era il telegrafo di macchina (o colonnina di comando)...
Fonte:http://filmatidimare.altervista.org/strumenti-nautici-colonnine-di-comando-o-telegrafo-di-macchine/
10/05/2013, 08:33
CRASH3 ha scritto:
La nave
http://www.messinaline.it/wps/portal/me ... FAA6fOuE!/
Primo ha un solo motore, molto probabilmene un due tempi diesel spinto da due turbine.All'inizio dicevano che uno dei motori si era spento.......cavolata. Si parla di motori alti 4 piani e turbine alte piu di una persona, i quali vengono accesi prima di lasciare gli ormeggi, accesi anche se la nave e' trainata dai rimorchiatori, detto questo,una volta acceso e' difficile che vada in avaria. Probabile che in avaria sia andato l'invertitore, ma mi suona molto male........
Come funziona l'inversione di rotta?? In pratica dal ponte di comando vengono impartiti gli ordini agli ufficiali in sala macchina sul da farsi e loro dovranno regolare la velocità o invertire la rotta.( procedura obbligatoria nelle manovre, mentre in navigazione entra in gioco l'automatismo, quindi i comandi sono in mano al comandante/ufficiali di coperta) Che ci sia stato un'avaria nella comunicazione? Chissa.........
10/05/2013, 10:32
mik.300 ha scritto:
o ha sbagliato il timoniere della nave
o il rimorchiatore spagna
con pilota a bordo
(quello a poppa che doveva girare la nave)
a tirare poco dal suo lato..
10/05/2013, 10:52
Angel_ ha scritto:mik.300 ha scritto:
o ha sbagliato il timoniere della nave
o il rimorchiatore spagna
con pilota a bordo
(quello a poppa che doveva girare la nave)
a tirare poco dal suo lato..
«[b]Mi aspettavo un colpo di macchina in avanti che non c'è stato e allora ho tirato a tutta per tentare di spostare la nave»[/b], ha raccontato ieri Marco Ghiglino, il comandante del rimorchiatore di poppa della Jolly Nero. «Poi ho visto venir giù tutto e una nuvola di polvere».
Fonte:http://www.corriere.it/cronache/13_maggio_10/nave-porto-genova-tragedia-blackout_82a2eb42-b92d-11e2-a28f-ca192031e3e7.shtml