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MessaggioInviato: 15/05/2013, 23:49 
Giovannini è preoccupante quando sostiene che la riforma fornero non va modificata perchè sta producendo i suoi frutti.

Certo,sta calando il precariato,peccato che il precariato uscente non si trasforma in lavoro stabile ma in disoccupazione.

Riforma Fornero: primi bilanci e precari a spasso

L'istituto di ricerca Isfol pubblica uno studio sugli effetti della nuova legge sul welfare. Crollano i contratti flessibili ma non crescono i rapporti stabili

Aumentano le assunzioni a termine, ma crollano i contratti precari e calano pure quelli a tempo indeterminato. Sono i primi effetti dell'ultima riforma del lavoro che porta la firma dell'ex-ministro del welfare, Elsa Fornero .. A misurarli è stato l'istituto di ricerca Isfol, che ha analizzato l'andamento dell'occupazione nel corso del 2012, prima e dopo l'entrata in vigore della legge Fornero, avvenuta nel luglio dello scorso anno.



Se l'obiettivo della riforma era quello di togliere di mezzo molti rapporti di lavoro flessibili (che a volte le aziende usano con troppa disinvoltura), il risultato sembra pienamente raggiunto: nel 2012, secondo l'Isfol, c'è stato infatti un calo delle persone assunte con un contratto di collaborazione (-9,2% nel quarto trimestre dello scorso anno) o con la forma del lavoro intermittente (-22% tra settembre e dicembre, rispetto ai tre mesi precedenti). Per questo, il successore della Fornero Enrico Giovannini ha detto che oggi ci vuole molta attenzione nelle mettere a punto possibili modifiche all'ultima riforma del lavoro (come programmato dal governo) poiché “la nuova legge sta finalmente producendo gli effetti voluti”.

A ben guardare, però, non è detto che il calo dei contratti precari sia oggi pienamente compensato da un aumento delle assunzioni stabili. Anzi, ci sono alcuni elementi che fanno pensare proprio al contrario. Secondo i dati dell'Isfol destagionalizzati (cioè elaborati tenendo conto di fattori straordinari come l'andamento del ciclo economico), purtroppo anche i nuovi contratti a tempo indeterminato sono complessivamente diminuiti: erano 445mila nel primo trimestre del 2012, sono saliti a 450mila nel terzo trimestre e sono poi calati a 430mila nell'ultima frazione dell'anno (-5,7%). C'è stato invece un leggero aumento delle assunzioni a termine, che sono cresciute da 1 milione 582mila circa del terzo trimestre 2012, fino a 1 milione 642 mila del quarto trimestre (+3,7%), pur restando tuttavia su un livello inferiore quello registrato tra gennaio e marzo del 2012 (oltre 1 milione 660mila).

Nello stesso periodo, per i rapporti flessibili c'è stata invece una vera e propria Caporetto. Le nuove assunzioni con contratto di collaborazione, per esempio, sono state più di 220mila nel primo trimestre del 2012 e sono scese progressivamente nei mesi successivi fino a raggiungere il livello di 165mila nell'ultima frazione dell'anno. Ancora peggio è andata ai nuovi contratti di lavoro intermittente che, sempre nel corso del 2102, si sono più che dimezzati: da 222mila sono calati fino a 108mila. Molte aziende hanno preferito probabilmente rinunciare a queste forme di assunzione, su cui la Riforma Fornero ha imposto dei vincoli molto stringenti. Secondo i ricercatori dell'Isfol non si tratta necessariamente di una notizia negativa, poiché parecchie imprese hanno spesso abusato del lavoro intermittente, che oggi è tornato a livelli fisiologici. Resta da capire, però, se questo calo di inquadramenti precari non sia stato anche un arma a doppio taglio, perché potrebbe aver comportato minori occasioni di lavoro sul mercato.


http://economia.panorama.it/lavoro/rifo ... cari-isfol


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MessaggioInviato: 16/05/2013, 01:24 
Cita:
Ronin77 ha scritto:

Cita:
Se Enrico Letta avesse detto: ci riprendiamo la Banca d’Italia nazionalizzandola


Questa Bliss secondo me sarebbe la bacchetta magica.


Un'altra cosa nel post di Bliss è di notevole importanza...

Cita:
col cambio sopravvalutato devi solo vendere sottocosto per stare sul mercato


Per cui è ora che la politica monetaria sia funzionale all'impresa e al lavoro e non il contrario.

L'Euro è da svalutare del 30% per rilanciare le esportazioni e stimolare anche la produzione interna perché meno onerosa che acquistare beni e servizi da estero

Le riforme del mercato del lavoro sono inutili se le aziende chiudono e i posti di lavoro si distruggono.

Crea le condizioni per CREARE posti di lavoro prima, poi provvedi immediatamente a regolamentarli per garantire EQUITA' tra i lavoratori e nel rapporto tra capitale e forza lavoro.



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MessaggioInviato: 16/05/2013, 08:51 
Cita:
Ronin77 ha scritto:

Giovannini è preoccupante quando sostiene che la riforma fornero non va modificata perchè sta producendo i suoi frutti.

Certo,sta calando il precariato,peccato che il precariato uscente non si trasforma in lavoro stabile ma in disoccupazione.

Riforma Fornero: primi bilanci e precari a spasso

L'istituto di ricerca Isfol pubblica uno studio sugli effetti della nuova legge sul welfare. Crollano i contratti flessibili ma non crescono i rapporti stabili

[size=4]Aumentano le assunzioni a termine, ma crollano i contratti precari e calano pure quelli a tempo indeterminato. Sono i primi effetti dell'ultima riforma del lavoro che porta la firma dell'ex-ministro del welfare, Elsa Fornero .. A misurarli è stato l'istituto di ricerca Isfol, che ha analizzato l'andamento dell'occupazione nel corso del 2012, prima e dopo l'entrata in vigore della legge Fornero, avvenuta nel luglio dello scorso anno.



a.it/lavoro/riforma-fornero-precari-isfol


ragazzi,
mi sono stampato e studiato la legge..

vi posso garantire...
aramaico antico......

c vuole l'interprete e poi l'esegeta..

personalmente
non ci ha capito niente nessuno..



_________________
https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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MessaggioInviato: 16/05/2013, 13:18 
Intanto in Francia è scontro sulla nuova riforma del lavoro.


La riforma del lavoro in Francia

Più flessibilità, nuovi diritti per i lavoratori ma anche semplificazione dei licenziamenti: è stata approvata definitivamente, sinistra e sindacati protestano

artedì 14 maggio il Senato francese ha definitivamente approvato – con 168 voti favorevoli e 33 contrari – la riforma del mercato del lavoro. Si trattava del secondo passaggio nell’aula del Senato: il provvedimento era già stato modificato in diversi punti dall’Assemblea nazionale. Secondo il governo la riforma dovrebbe migliorare la competitività, aumentare l’occupazione (i disoccupati hanno superato i 3 milioni) e fermare la recessione, fase in cui la Francia è entrata ufficialmente da ieri avendo ottenuto per due trimestri consecutivi una diminuzione del Prodotto Interno Lordo.

(La Francia è di nuovo in recessione)

Si tratta di una riforma molto contestata, a cui si sono opposti il Front de gauche (la sinistra all’opposizione) e alcuni sindacati (Force Ouvriere e Cgt) che si sono rifiutati di firmare un accordo nazionale chiuso l’11 gennaio, poi recepito nel testo definitivo del provvedimento. La riforma prevede delle modifiche sia per i dipendenti che per i datori di lavoro e si basa su una maggiore flessibilità, sulla semplificazione della riorganizzazione o della riduzione del personale in fase di crisi e su una serie di nuovi diritti per i lavoratori dipendenti.

Flessibilità, mobilità e licenziamenti
Il testo prevede la possibilità per le aziende in fase di “grave difficoltà” di negoziare temporaneamente con una parte maggioritaria dei rappresentanti sindacali (almeno il 50 per cento) gli orari di lavoro e il salario dei dipendenti. Questo consentirà ai lavoratori di mantenere il loro posto e alle aziende di non dover affrontare le procedure di licenziamento.

Viene inoltre facilitato il meccanismo dei piani di mobilità interna, per esempio tra diverse fabbriche della stessa impresa, a condizione di aver ottenuto l’accordo dei sindacati che rappresentano almeno il 30 per cento del personale: il datore potrà quindi chiedere ai dipendenti di accettare un cambiamento a parità di qualificazione e remunerazione. I lavoratori potranno inoltre, con il consenso del datore di lavoro e la garanzia di ritrovare lo stesso posto e la stessa paga, prendersi un periodo di aspettativa per andare a lavorare in un’altra azienda.

La riforma prevede anche una semplificazione della procedura dei licenziamenti: sia a livello individuale, per i dipendenti che non accetteranno le richieste di flessibilità e mobilità, sia a livello collettivo. Viene comunque mantenuto, in entrambi i casi, l’obbligo di ottenere un accordo maggioritario con i sindacati. La nuova legge riduce poi il tempo che i lavoratori avranno per rivolgersi a un tribunale in caso di controversia con il datore di lavoro: si passerà da cinque a due anni. Faranno eccezione i casi di molestie sessuali e quelli di discriminazione.

Diritti
La riforma prevede l’introduzione di una rappresentanza diretta dei lavoratori nei consigli d’amministrazione delle aziende che hanno più di 5mila dipendenti, la creazione di una serie di crediti formativi che accompagneranno i dipendenti lungo la loro carriera, indipendentemente dal posto di lavoro, e l’aumento dei contributi richiesti alle aziende sui contratti a breve e brevissimo termine.

La nuova legge prevede anche l’estensione a tutti i lavoratori dell’assistenza sanitaria integrativa (parzialmente pagata dalla imprese) e un ampliamento dell’accesso ai sussidi di disoccupazione in modo che chi è senza lavoro e ha ottenuto il sussidio non rischia di rinunciarvi se viene assunto solo temporaneamente o con un paga inferiore a quella del lavoro precedente. Gli sarà dunque permesso di accumulare le quote di sussidio non percepite.

E poi?
Dopo la notizia arrivata ieri di un secondo trimestre negativo per il PIL francese, la Commissione europea ha sollecitato il governo Hollande a portare avanti le riforme strutturali necessarie per ridurre il deficit. Secondo alcuni economisti per favorire una ripresa deve essere fatto molto di più, per esempio sul fronte delle liberalizzazioni: la Francia ha leggi che vietano l’apertura di molti negozi la domenica e questo sarebbe contro l’interesse dei lavoratori (che la domenica verrebbero pagati il doppio) e delle aziende stesse che sostengono di perdere clienti, che trovando chiuso decidono di acquistare online. Alcuni pensano anche che queste restrizioni costino alla Francia enormi quantità di entrate, provenienti soprattutto dal turismo. Infine l’accesso a molte professioni, come per esempio la guida di un taxi, è limitato da particolari licenze, e le procedure necessarie per avviare un’impresa ancora troppo complicate e onerose.
http://www.ilpost.it/2013/05/16/la-riforma-del-lavoro-in-francia/


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MessaggioInviato: 16/05/2013, 13:22 
Dibattito già "acceso" sul tema del lavoro


Prende avvio con toni accesi il dibattito sul tema del mercato del lavoro, che mette subito alle strette il neoeletto Ministro Enrico Giovannini, dopo l'annuncio dell'arrivo di un pacchetto lavoro.

L'ex direttore dell'ISTAT, nei giorni scorsi, aveva parlato della necessità di trovare subito le risorse per la cassa integrazione e di rivedere alcuni aspetti della riforma del mercato del lavoro, difendendo l'impianto di quella che porta la firma di Elsa Fornero, perché si iniziano a vedere i primi effetti.

Non ha taciuto a lungo il leader della CGIL Susanna Camusso,che ha messo in discussione anche l'approvazione, domani, del finanziamento della cassa integrazione in deroga, segnalando che trovare solo una parte dei fonti prelevandoli da altri capitoli di spesa del lavoro (formazione, produttività ecc.) non risolve i gravi problemi che colpiscono il mercato occupazionale.

Poi, Susanna Camusso ha sollecitato il Ministro del Welfare a fare meno dichiarazioni ed affrontare subito un confronto con le parti sociali.

Uno dei temi che sarà più dibattuto è quello dell'aggiustamento della Riforma Fornero, che secondo il leader della CGIL vorrebbe affrontare argomenti sostanziali più che marginali, come la liberalizzazione dei contratti a termine, la staffetta generazionale e la flessibilità in uscita nelle pensioni.

Intanto, Giovannini in una question time al senato ha affrontato il tema del rifinanziamento della CIG, spiegando che il Governo sta tentando di trovare le risorse a "brevissimo termine", per poi rivederle successivamente. Poi, ha affrontato anche il capitolo esodati, spiegando che sinora me sono andati in pensione 7mila sui 65mila previsti del primo decreto.


http://www.teleborsa.it/News/2013/05/16 ... o-651.html


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MessaggioInviato: 18/05/2013, 17:26 
Come si inserisce questo video che non mi ricordo?

http://video.repubblica.it/politica/fio ... 769/127266

Io non sono iscritto FIom perchè non mi fido dei sindacati a parte Landini unico baluardo che difende e parla di lavoro.


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MessaggioInviato: 18/05/2013, 18:47 
sabato 18 maggio 2013

Fingeranno di allentare la morsa, temono rivolte:
si teme la rivolta collettiva e non più il gesto individuale di un disperato.


Immagine

Questo governo apparentemente dovrà far vedere che propone la realizzazione anche di politiche sociali perché la gente non ce la fa più, ormai non c’è speranza di futuro per i giovani; non si parla di precarietà del lavoro, è precarietà della vita. Per non parlare di come vivono gli immigrati nel nostro paese, in condizioni disagiate, di miseria e repressione. Ormai disoccupazione e precarietà sono questioni che toccano drammaticamente persone adulte e non solo i giovani. Si parla di suicidi e di atti di follia, ma la gente non diventa improvvisamente pazza; ci si ritrova a 50 anni con due o tre figli senza sapere cosa dargli da mangiare, come pagare l’affitto o il mutuo della casa, una vita da buttare senza un futuro, perché riproporsi sul mondo del lavoro dopo un licenziamento a quell’età è di una difficoltà incredibile.
I politici hanno paura che la profondissima crisi economica e sociale possa portare ad un antagonismo duro, ad un conflitto forte che coinvolga sempre più ampi settori della società: per questo fanno proposte anche a carattere apparentemente di protezione sociale per tentare di placare la rabbia popolare, si teme la rivolta collettiva e non più il gesto individuale di un disperato. Si parla allora di reddito garantito, di nuovi ammortizzatori sociali, ma non saranno politiche sociali rivolte al welfare universalistico quanto piuttosto a un "welfare dei miserabili”; è finita la fase del capitalismo moderato e keynesiano, non ci sono più i margini di profittabilità che permettano al capitale una politica seppur minimamente redistributiva. Una parte misera, più che povera, della società beneficerà di provvedimenti di qualche centinaio di euro. Ma i soldi pubblici delle nostre tasse continueranno ad andare alle banche e alle imprese, non alle politiche per uno Stato sociale allargato.

I tagli saranno per l’ennesima volta proprio sul welfare universalistico, quindi su istruzione, scuola, università, sanità, pensioni, edilizia pubblica, ammortizzatori sociali del lavoro ad ampia protezione. I tagli che vengono e verranno sempre più effettuati riguarderanno la spesa sociale, ma non la spesa pubblica complessiva. La spesa sociale è una parte minima della spessa pubblica; quest’ultima comprende anche le spese militari e tutta una parte di flussi di denaro proveniente dalle nostre tasse e che va a finire al sistema bancario ed al sistema d’impresa in forma di defiscalizzazioni, di incentivi, di voluta e favorita evasione ed elusione fiscale. Il governo dei tecnici di Monti aveva come obiettivo quello della riduzione del deficit e del rapporto debito pubblico/Pil, ciò ovviamente per mantenere un livello alto di competitività internazionale della Germania; e per favorire tale ruolo e funzione del capitalismo a guida tedesca, occorre che alcuni paesi si sacrifichino.
Questi sono i cosiddetti Piigs, acronimo che sta per Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia e Spagna, ma che vuol dire anche maiali: è questo il nuovo termine offensivo utilizzato per indicare le vittime di un processo di ristrutturazione capitalistico, così come “terroni” o “mangia terra” erano i lavoratori migranti del Sud che dovevano garantire lo sviluppo del “miracolo economico italiano”. Monti ha tagliato lo Stato sociale e il rapporto debito/Pil è aumentato. Dove vanno a finire i soldi delle nostre tasse? Vanno con flussi enormi a chi ha determinato questa crisi, cioè al sistema bancario e finanziario. È come se avessimo davanti a noi un boia che ci mette il cappio al collo e, invece di combatterlo duramente per imporgli di smetterla, lo alimentassimo affinché continui a farlo fino a farci morire impiccati.
Le banche ci hanno distrutto la capacità di acquisto reale e di vita e lo Stato continua a dare i soldi alla speculazione finanziaria e alle banche, e non a redistribuire al lavoro, al lavoro negato per rendere il maltolto a chi la ricchezza sociale davvero l’ha creata con il proprio sangue e sudore. Ancora nei prossimi mesi, con la scusa della competitività internazionale continuerà ad andare denaro ai grandi potentati economici, in particolare a quelli del sistema bancario e finanziario. Inoltre si delinea una lotta per diminuire il potere salariale d’acquisto dei lavoratori e quindi anche il potere che i lavoratori possono avere nella società: questo perché pensano che un lavoratore costretto alla miseria, alla precarietà, a non avere casa, possa essere meno conflittuale avendo come priorità la sopravvivenza. Però qual è il limite di questa politica? Che la gente potrebbe non farcela più. E quindi le reazioni sociali collettive potrebbe andare fuori controllo.

(Luciano Vasapollo, estratto dell’intervista “Governo Letta, il ritorno della Balena Bianca”, realizzata da Gianmarco Dellacasa e Simone Mucci e pubblicata l’11 maggio 2013 da OltreMediaNews”).
Letto su Libre.
LINK ORIGINale



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MessaggioInviato: 19/05/2013, 12:12 
Giovani e lavoro: la vita
è un contratto a termine col futuro


Tra disoccupazione al 38%
e impieghi travestiti da stage
i ragazzi non si arrendono.
Se il posto non c’è lo inventano




Le foglie della corona d’alloro regalata da mamma e papà non hanno ancora fatto in tempo a ingiallire che già l’ansia assale il giovane e promettente neolaureato. Niente più lezioni da saltare e professori da odiare. Diploma, corso di specializzazione o master, il tanto temuto ingresso nel mondo del lavoro prima o poi arriva per tutti. Il quadro non è dei più incoraggianti: il tasso di disoccupazione giovanile è al 38% e non fa che aumentare, la produzione industriale crolla, i liberi professionisti non guadagnano più. I concorsi pubblici? Rari e affollatissimi, senza contare che Comuni e Regioni faticano a pagare anche chi un lavoro ce l’ha già.



A conti fatti, la prima tentazione è scappare. Nel 2012 l’emigrazione italiana ha registrato un boom che non si vedeva da decenni: dai 60mila cittadini trasferiti in Germania nel 2011 si è passati ai 78 mila registrati nel 2012, con un aumento di circa il 30 per cento. Va forte anche l’Australia, chi se lo può permettere insegue il sempreverde sogno americano. La regola d’oro per chi resta è non scoraggiarsi. Mai.



Informagiovani e Centri per l’impiego insegnano, il primo passo è un buon curriculum vitae. Carriera scolastica, lingue scritte e parlate, lavori e lavoretti: tutto fa brodo, compresa quella stagione da allenatore della squadra di pallavolo di quartiere, spendibile tra le cosiddette competenze trasversali come «buone qualità di leadership». C’è chi di curricula ne ha addirittura due: uno per il lavoro sognato all’università, un altro da lasciare nei bar del quartiere. Dopo aver chiesto aiuto e consigli ad amici, parenti e conoscenti, obbligatorio un profilo su Linkedin, il social network dedicato ai rapporti professionali. Anche se nessuno è stato mai contattato da un datore di lavoro cibernauta.



Fase due: setacciare web e riviste di settore. Individuata una proposta di lavoro interessante e inviato il curriculum, si passano le ore scrutando con trepidazione la casella di posta elettronica. Per lo più invano: la norma è non rispondere, così sono tanti i candidati che invocano se non un po’ di rispetto, almeno l’educazione. In attesa di un impiego, i giovani italiani non disdegnano gli stage, quasi sempre gratuiti e senza nessuna reale prospettiva di assunzione. Ma per tutti vale la stessa regola: lavorare gratis è sempre meglio che non lavorare affatto. Una delle alternative offerte dai Centri per l’impiego è il servizio civile, un anno di lavoro a servizio di realtà locali in affanno con rimborso spese di circa 480 euro al mese. Il Comune di Torino nel 2001 offrì quasi 2000 posti, diventati 160 nel 2011, ora scomparsi: sono finiti i fondi, per un nuovo bando si spera nel 2013. Va un po’ meglio per tecnici specializzati, macellai, gruisti, falegnami e saldatori. Chi sceglie di lavorare subito dopo il diploma, ha qualche opportunità in più.



Quando poi arriva l’agognato contrattino, le pretese sono ridotte ben al di sotto del minimo sindacale. Gli stipendi sono da fame, i diritti inesistenti. Ferie, malattia e pensione sono scomparsi. Non parliamo di paternità e maternità. Una giovane coppia che abbia la pazza idea di avere un figlio prima di un contratto, lo fa a sua rischio e pericolo. Anche la legalità pare un miraggio. Ne è un esempio il boom delle finte partite Iva, nate per sgravare i datori di lavoro dei costi dei contratti di lavoro subordinato. In un sol colpo il giovane lavoratore ha tutti gli svantaggi dei liberi professionisti, con orari e mansioni da dipendente.



Chi ha il coraggio di puntare i piedi? Nessuno. Per gli «atipici» non esistono sindacati e le associazioni di categoria latitano. Conquistato un compenso misero e precario, il bistrattato giovane si trova a fare un corso accelerato di economia domestica. Non esistono più le stanze, ma i posti letto, che nelle grandi città arrivano anche a più di 300 euro al mese. E così i trentenni fanno a turno per chi sta con il fidanzato la sera. La macchina non la usa nessuno, con quel che costa la benzina. Le tariffe dei mezzi pubblici sono sempre più care, il servizio più scadente. Di gran moda la «schiscetta». Meglio il tabacco delle sigarette, le cene in casa del ristorante. Per tutto il resto , ci sono sempre - e solo - mamma e papà.


http://www.lastampa.it/2013/05/19/econo ... agina.html


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[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=rGrbNIkNAEc[/BBvideo]


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MessaggioInviato: 28/05/2013, 18:29 
Riforma del Lavoro, entro settembre nuove regole per i contratti a termine



Giovannini: entro luglio ci saranno le prime misure per l'occupazione. In primo piano il lavoro giovanile ed una revisione "chirurgica" della legge Fornero sui contratti a termine



Sono in arrivo una serie di modifiche chirurgiche alla Riforma del Lavoro targata Fornero (legge 92/2012), anzitutto sui contratti a termine, senza un ripensamento a tutto l'impianto. Insieme alla «revisione degli ammortizzatori», in primis quelli in deroga, e «dei centri per l'impiego». Accompagnati poi da misure per «l'occupazione giovanile e da processi di semplificazione» per le imprese.

Sono questi i principali assi di intervento su cui il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, presenterà delle proposte operative entro luglio; il fattore tempo è «decisivo, non è una variabile indipendente», perché se «per settembre le imprese e i lavoratori non avranno segnali d'inversione» c'è il timore di un autunno molto difficile.

Quanto alle cifre al momento non è possibile quantificare né risorse, né fonti di finanziamento: «Dodici miliardi per il lavoro? La vedo difficile - ha detto il ministro -. Stiamo facendo una serie di analisi molto dettagliate sui fondi disponibili.
Se il Governo dice che l'occupazione giovanile è la priorità non è che si fa a costo zero. Abbiamo ipotesi costose e meno costose, sulla base delle compatibilità economiche si lavorerà su quelle più efficaci». Tra queste ci sono anche le ipotesi di «defiscalizzazione e decontribuzione».

Al tavolo ministeriale che si è tenuto la scorsa settimana, per Confindustria è intervenuto il direttore delle relazioni industriali, Pierangelo Albini, che ha sollecitato due segnali da parte del Governo: «Vanno semplificati i contratti a termine attraverso una sperimentazione di 2 anni ponendo 2 vincoli a posto degli attuali 5: ovvero il numero massimo di 36 mensilità e una riduzione dell'intervallo tra un contratto e quello successivo di 10-20 giorni per le durate fino o oltre i 6 mesi, al posto degli attuali 60-90 giorni». La seconda richiesta di Confindustria è quella di puntare su una misura analoga al "ponte generazionale" per «favorire l'ingresso dei giovani e l'accompagnamento all'uscita dei lavoratori più anziani».
Sempre in tema di modifiche alla legge 92 il presidente di Rete imprese Italia, Carlo Sangalli ha indicato tra le priorità «il superamento del contributo aggiuntivo dell'1,4%» che «è costoso e quindi non è competitivo».
Richiesta condivisa dal presidente di Alleanza delle cooperative, Giuliano Poletti, che ha proposto anche «correttivi all'apprendistato per ampliarne l'ambito di applicazione».
Le proposte allo studio

CONTRATTI A TERMINE

[size=200]Tra gli interventi sulla legge Fornero si punta ad alleggerire alcuni vincoli sui contratti a tempo determinato.
In particolare a ridurre a 10-20 giorni l'intervallo obbligatorio tra un contratto a termine e il successivo, che la riforma Fornero del mercato del lavoro ha ampliato portandolo a 60-90 giorni (a seconda che la durata sia pari o superiore a 6 mesi)


AMMORTIZZATORI

Tra le strade che potrebbero essere percorse dal Governo c'è la revisione degli ammortizzatori, in particolare di quelli in deroga. Su questo fronte i sindacati continuano il loro pressing per aumentare le risorse: dopo il miliardo stanziato con recente decreto sull'Imu i fondi per la cassa integrazione in deroga dovrebbero bastare per altri 4-5 mesi

GIOVANI

È forse la prima emergenza su cui il Governo vuole concentrarsi: un piano per favorire l'occupazione dei giovani attraverso incentivi e sgravi fiscali. Il prossimo Consiglio Ue sarà proprio sulla disoccupazione dei giovani e a luglio ci sarà un incontro straordinario dei ministri delLavoro europei dove Giovannini vuole arrivare con delle proposte concrete

STAFFETTA CON ANZIANI

Tra le ipotesi al vaglio c'è anche la staffetta generazionale: ad esempio l'assunzione di due giovani con contratto a termine a fronte di incentivi al pensionamento graduale di un anziano, che prosegue con part time misto a pensione (ma con contributi pieni compensati dallo Stato). Ipotesi costosa, come sottolineato dallo stesso ministro

ESODATI

Nelle intenzioni del ministro del Lavoro Enrico Giovannini ci sarà un ulteriore intervento (il quarto) sulla questione. Il tutto è rimandato in attesa di conoscere l'esito della procedura di monitoraggio avviata dal Ministero del Lavoro per comprendere la reale portata del problema.

SEMPLIFICAZIONI

Tra le misure a cui starebbe lavorando il ministro del Lavoro Enrico Giovannini, ci sono anche quelle di semplificazione per le imprese. In particolare potrebbero essere adottate quelle che facilitano il ricorso all'apprendistato, sempre nell'ottica di favorire l'occupazione dei lavoratori giovani o in cerca di un primo impiego.

Leggi su: http://www.businessvox.it/lavoro/riform ... z2UbayuQSE
[/size]

http://www.businessvox.it/lavoro/riform ... z2UbaAn2IC

Ok per gli sgravi fiscali sulle assunzioni per i giovani

Ma quelli meno giovani li scaricano?

Poi vi avevo accennato alla modifica del forse unico punto utile della legge Fornero di fatto semplificando il precariato,renderlo meno complicato.

Cosi se una azienda prima poteva pensare di assumere un buon lavoratore in un determinato ruolo chiave per non privarsene per sei mesi ora può tenerlo precario sempre,facendo cadere gli stacchi contrattuali ndurante le ferie estive ed invernali.

Furbi vero? [|)]

Poi se io ho una azienda con lavoratori precari,che costano relativamente poco,ma gia inseriti nell'organico non li vado di certo a licenziare per assumere un giovane,inesperto e sconosciuto.

Ergo,anche questa riforma che il governo si appresta a fare sarà una farsa che alla fine cambiarà ben poco.


Ultima modifica di Ronin77 il 28/05/2013, 18:39, modificato 1 volta in totale.

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...c'e' da suppore che x le migliorie della legge fornero,non sia necessario essere dei geni.................[;)]


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[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=QSl7EUGbj7Y[/BBvideo]

Questo video ci da alcuni dati ed alla fine c'è una frase che sottolinea che non è durante una crisi che si può combattere il precariato.

Vero,però non scordiamoci che il precariato è stato benedetto dal governo Berlusconi in un momento dove la crisi era ancora lontana.Questo è stato l'inizio della crisi per i lavoratori.


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Cita:
ubatuba ha scritto:

...c'e' da suppore che x le migliorie della legge fornero,non sia necessario essere dei geni.................[;)]
Si ma di fatto tolgono l'unica cosa utile della legge fornero per il resto resta tutto uguale.


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Cita:
Ronin77 ha scritto:

[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=QSl7EUGbj7Y[/BBvideo]

Questo video ci da alcuni dati ed alla fine c'è una frase che sottolinea che non è durante una crisi che si può combattere il precariato.

Vero,però non scordiamoci che il precariato è stato benedetto dal governo Berlusconi in un momento dove la crisi era ancora lontana.Questo è stato l'inizio della crisi per i lavoratori.
Giusto per correttezza di informazione la famosa legge biagi in realtà si chiama legge biagi/MARONI [;)]


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Altra chicca...

Quindi siamo in piena crisi e le aziende riducoo i costi al minimo.

Si parla di aumentare l'occupazione e diminuire il precariato.

Cita:
STAFFETTA CON ANZIANI

Tra le ipotesi al vaglio c'è anche la staffetta generazionale: ad esempio l'assunzione di due giovani con contratto a termine a fronte di incentivi al pensionamento graduale di un anziano, che prosegue con part time misto a pensione (ma con contributi pieni compensati dallo Stato). Ipotesi costosa, come sottolineato dallo stesso ministro



Un panda è pienamente consapevole che una azienda che mette un anziano part time per assumere due giovani aumenta i costi

Sempre il panda di prima capisce che questa norma vorrebbe incentivare l'uscita di un lavoratore fisso con due precari.


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