20/05/2013, 21:13
Perchè cambi discorso qunado il tema della discussione era il tuo titolo "piazze vuote"?Ufologo 555 ha scritto:
Scusa, èh, ma io ho visto le elzioni del Friuli: che ho visto e ... letto!
20/05/2013, 21:17
[color=blue]Stagisti a 5 Stelle
L’episodio più famoso è quello della capogruppo alla Camera, Roberta Lombardi, nell’intervista a Radio Radicale sul nuovo presidente della Repubblica: fu la giornalista, Giovanna Reanda, a ricordarle il requisito costituzionale dei 50 anni di età per essere eletti. Ma l’interpretazione delle parole della cittadina presidente lasciava una minima via d’uscita (“Volevo dire che non è scritto da nessuna parte che il capo dello Stato debba avere 70 o 80 anni”) e i grillini furono rapidissimi a sfruttarla: “La casta dei giornalisti, seconda solo a quella dei politici, si accanisce contro di noi perché diamo fastidio”.
Un po’ meno rimediabile, due settimane dopo, fu la gaffe del capogruppo al Senato, Vito Crimi, che tentò di far riscrivere la risoluzione di fiducia al Governo Letta: la Costituzione prevede che sia una fiducia motivata, ribadì preoccupato in Aula, mentre la prassi consente una fiducia quasi al buio. E ci andò giù pesante: vulnus costituzionali, mancato rispetto delle regole, perduta centralità del Parlamento. Fino a quando il presidente Grasso non gli ricordò un inciso della risoluzione (“udite le dichiarazioni del Governo”) in cui la maggioranza motivava la propria fiducia con l’adesione al programma che Enrico Letta, poco prima, aveva consegnato per iscritto e ulteriormente illustrato nella replica. La risoluzione, insomma, era valida; i sospetti del MoVimento 5 Stelle no.
Questa settimana è toccato al vicepresidente della Commissione Bilancio, Giorgio Sorial, che ha cercato di modificare all’impronta il regolamento della Camera. Per farla breve, i deputati grillini hanno tentato di cambiare un emendamento durante l’esame in assemblea, ossia dopo la scadenza dei termini, quando le uniche possibilità di riformulazione restano quelle proposte dal Governo e dal relatore (quest’ultimo, tra l’altro, solo dopo aver riunito il Comitato dei nove): avevano pensato a un nuovo fondo per le microimprese finanziato dalla Cassa depositi e prestiti, poi hanno cambiato idea e hanno deciso di finanziarlo con la rinuncia volontaria dei rimborsi da parte di partiti e parlamentari. In più, stando alle ricostruzioni degli altri colleghi della Commissione Bilancio, hanno confuso un emendamento con un ordine del giorno.
Un po’ con tenerezza (Giachetti, Pd: “Un errore capita a tutte le persone, specie su temi complessi”), un po’ con ironia (Baldelli, Pdl: “Approfittiamo di questo momento didattico per tutti”), le altre forze politiche li hanno impallinati. E i grillini si sono difesi, come al solito, attaccando: mentre sui social network partiva la denuncia immediata contro l’ennesima macchinazione per escludere gli emendamenti sgraditi, in Aula si attingeva al repertorio classico dell’anticasta. Così, per esempio, il deputato Tofalo, tra gli applausi dei suoi: “Non dico a chi è qui da anni di vergognarsi, ma almeno di avere il buonsenso di tacere, perché il risultato che ci avete lasciato è l’Italia in macerie. Quindi ben venga che ci siano persone nuove qui dentro”.
Vista da fuori, può sembrare una difesa legittima: sono nuovi, hanno bisogno di tempo. Come se fossero dei tirocinanti con un contratto di apprendistato e sgravi fiscali per l’impresa che li assume, ai quali nessun capo darebbe compiti di responsabilità o farebbe firmare carte importanti. E invece sono deputati e senatori della Repubblica, e ognuno di loro rappresenta l’intera Nazione, e il loro voto in Parlamento vale quanto quello di un padre della Patria, e la loro busta paga a fine mese è uguale a quella di qualunque altro parlamentare, come è naturale che sia. È giusto, allora, essere indulgenti? È giusto rassegnarsi a un esercito di stagisti a Cinquestelle, perché si è persa così tanta fiducia nella politica che la competenza ormai non conta più?
Intendiamoci, non è semplice imparare il lavoro in Parlamento: anche chi può contare su ottime basi accademiche deve passare per un tempo di rodaggio. Per questo, ad esempio, i partiti storici usavano far intervenire i deputati di prima legislatura solo dopo un periodo piuttosto lungo, talvolta addirittura di tre anni: nel frattempo, con umiltà, i neoeletti cercavano di assorbire dai colleghi di partito con più esperienza, sia in Aula che nelle Commissioni. Per una forza politica nuova, in cui si parte da zero e non ci sono riferimenti, è tutto più difficile. Se poi manca l’umiltà di imparare, perché si sa già tutto e si vede in ogni consiglio un complotto, diventa addirittura impossibile.[/color]
20/05/2013, 21:27
rmnd ha scritto:
http://www.andreasarubbi.it/?p=8633[color=blue]Stagisti a 5 Stelle
L’episodio più famoso è quello della capogruppo alla Camera, Roberta Lombardi, nell’intervista a Radio Radicale sul nuovo presidente della Repubblica: fu la giornalista, Giovanna Reanda, a ricordarle il requisito costituzionale dei 50 anni di età per essere eletti. Ma l’interpretazione delle parole della cittadina presidente lasciava una minima via d’uscita (“Volevo dire che non è scritto da nessuna parte che il capo dello Stato debba avere 70 o 80 anni”) e i grillini furono rapidissimi a sfruttarla: “La casta dei giornalisti, seconda solo a quella dei politici, si accanisce contro di noi perché diamo fastidio”.
Un po’ meno rimediabile, due settimane dopo, fu la gaffe del capogruppo al Senato, Vito Crimi, che tentò di far riscrivere la risoluzione di fiducia al Governo Letta: la Costituzione prevede che sia una fiducia motivata, ribadì preoccupato in Aula, mentre la prassi consente una fiducia quasi al buio. E ci andò giù pesante: vulnus costituzionali, mancato rispetto delle regole, perduta centralità del Parlamento. Fino a quando il presidente Grasso non gli ricordò un inciso della risoluzione (“udite le dichiarazioni del Governo”) in cui la maggioranza motivava la propria fiducia con l’adesione al programma che Enrico Letta, poco prima, aveva consegnato per iscritto e ulteriormente illustrato nella replica. La risoluzione, insomma, era valida; i sospetti del MoVimento 5 Stelle no.
Questa settimana è toccato al vicepresidente della Commissione Bilancio, Giorgio Sorial, che ha cercato di modificare all’impronta il regolamento della Camera. Per farla breve, i deputati grillini hanno tentato di cambiare un emendamento durante l’esame in assemblea, ossia dopo la scadenza dei termini, quando le uniche possibilità di riformulazione restano quelle proposte dal Governo e dal relatore (quest’ultimo, tra l’altro, solo dopo aver riunito il Comitato dei nove): avevano pensato a un nuovo fondo per le microimprese finanziato dalla Cassa depositi e prestiti, poi hanno cambiato idea e hanno deciso di finanziarlo con la rinuncia volontaria dei rimborsi da parte di partiti e parlamentari. In più, stando alle ricostruzioni degli altri colleghi della Commissione Bilancio, hanno confuso un emendamento con un ordine del giorno.
Un po’ con tenerezza (Giachetti, Pd: “Un errore capita a tutte le persone, specie su temi complessi”), un po’ con ironia (Baldelli, Pdl: “Approfittiamo di questo momento didattico per tutti”), le altre forze politiche li hanno impallinati. E i grillini si sono difesi, come al solito, attaccando: mentre sui social network partiva la denuncia immediata contro l’ennesima macchinazione per escludere gli emendamenti sgraditi, in Aula si attingeva al repertorio classico dell’anticasta. Così, per esempio, il deputato Tofalo, tra gli applausi dei suoi: “Non dico a chi è qui da anni di vergognarsi, ma almeno di avere il buonsenso di tacere, perché il risultato che ci avete lasciato è l’Italia in macerie. Quindi ben venga che ci siano persone nuove qui dentro”.
Vista da fuori, può sembrare una difesa legittima: sono nuovi, hanno bisogno di tempo. Come se fossero dei tirocinanti con un contratto di apprendistato e sgravi fiscali per l’impresa che li assume, ai quali nessun capo darebbe compiti di responsabilità o farebbe firmare carte importanti. E invece sono deputati e senatori della Repubblica, e ognuno di loro rappresenta l’intera Nazione, e il loro voto in Parlamento vale quanto quello di un padre della Patria, e la loro busta paga a fine mese è uguale a quella di qualunque altro parlamentare, come è naturale che sia. È giusto, allora, essere indulgenti? È giusto rassegnarsi a un esercito di stagisti a Cinquestelle, perché si è persa così tanta fiducia nella politica che la competenza ormai non conta più?
Intendiamoci, non è semplice imparare il lavoro in Parlamento: anche chi può contare su ottime basi accademiche deve passare per un tempo di rodaggio. Per questo, ad esempio, i partiti storici usavano far intervenire i deputati di prima legislatura solo dopo un periodo piuttosto lungo, talvolta addirittura di tre anni: nel frattempo, con umiltà, i neoeletti cercavano di assorbire dai colleghi di partito con più esperienza, sia in Aula che nelle Commissioni. Per una forza politica nuova, in cui si parte da zero e non ci sono riferimenti, è tutto più difficile. Se poi manca l’umiltà di imparare, perché si sa già tutto e si vede in ogni consiglio un complotto, diventa addirittura impossibile.[/color]
20/05/2013, 21:31
20/05/2013, 22:28
20/05/2013, 22:42
20/05/2013, 23:10
20/05/2013, 23:32
byrus ha scritto:
Ormai la comicità del Trota si è trasmessa ai suoi fedeli servitori
21/05/2013, 10:34
21/05/2013, 10:50
Thethirdeye ha scritto:
Il giorno in cui il governo potrebbe cadere
Oggi si vota su presidenza Giunta per le autorizzazioni al Senato,
organo che deciderà su ineleggibilità. Candidati Sel e M5S favoriti su Lega.
PdL avverte Pd: voto contro Berlusconi sancirebbe fine coalizione.
http://www.wallstreetitalia.com/article ... adere.aspx
ROMA (WSI) - Dopo le contestazioni del Movimento 5 Stelle che ieri hanno accompagnato la presentazione di una proposta di legge del Pd che vorrebbe obbligare i partiti a essere "trasparenti" per poter partecipare alle elezioni, il capogruppo democratico al Senato Luigi Zanda annuncia l'intenzione di far decadere il testo.
Sempre a Palazzo Madama, intanto, oggi si vota per l'elezione del presidente della Giunta delle elezioni, mentre i grillini presentano un ordine del giorno per dichiarare ineleggibile l'ex premier Silvio Berlusconi perché concessionario delle frequenze pubbliche tv attraverso Mediaset, sperando nei voti proprio del Pd.
"Penso che l'Italia abbia cose più serie di cui occuparsi anche se credo che al Paese farebbe bene avere una normativa sui partiti politici. Ma non mi sembra che il clima che ha accolto un'iniziativa vecchia di anni abbia la positività necessaria per essere portata avanti o soltanto discussa", ha detto Zanda in un'intervista al quotidiano "La Repubblica" pubblicata oggi, spiegando che intende far cadere il testo.
Ieri i grillini avevano attaccato la proposta del Pd - già presentata nel 2012 e inserita anche negli "Otto punti" che l'ex segretario Pier Luigi Bersani aveva proposto dopo le ultime elezioni per formare un governo col sostegno del M5s - definendola "antimovimenti", e lo stesso Beppe Grillo ha detto che se il progetto dovesse passare per protesta non presenterebbe più la lista.
Ma voci critiche si sono alzate anche dal Pd, come è il caso del sindaco di Firenze Matteo Renzi, secondo cui la proposta di legge "è un modo per far vincere le elezioni a Grillo e ai grillini".
Renzi, che ieri sera era ospite della trasmissione di RaiUno "Porta a porta", se l'è presa anche con la questione dell'ineleggibilità di Berlusconi, sostenuta dal M5s e anche, nei giorni scorsi, dallo stesso Zanda e da una parte del Pd: "Se vuoi vincere le elezioni non puoi squalificare gli altri, devi prendere i voti degli italiani".
La questione riguarda una legge del 1957 sull'ineleggibilità dei titolari di concessioni statali. Berlusconi è stato eletto per la prima volta in Parlamento nel 1994, e finora la sua elezione non è mai stata contestata ufficialmente. Ma il M5s ha da tempo annunciato che intende presentare oggi una proposta per far decadere l'ex premier dal Senato, dove è stato eletto alle ultime elezioni.
Il Pdl, anche ieri, è tornato ad avvertire il Pd che un voto contro Berlusconi farebbe cadere il governo di coalizione.
Ma l'ordine del giorno prevede al primo punto l'elezione del presidente della Giunta per le autorizzazioni di Palazzo Madama, l'organo che deve decidere sull'ineleggibilità, ed è difficile che ci sia il tempo, almeno oggi, per affrontare altri argomenti.
La presidenza in teoria dovrebbe andare a un esponente dell'opposizione, ma il Pd non vuole votare per il candidato della Lega Nord, partito che si è astenuto in Senato sulla fiducia al governo, mentre Sel e M5s si sono astenuti. (Reuters)
E il PD quindi cosa farà?
Considererà il pupazzone come "eleggibile"?
21/05/2013, 11:20
rmnd ha scritto:Ufologo 555 ha scritto:
Mi sa che Grillo ha finito di fare ..cri, cri .... (Se non fanno le cose in regola ....)
E chi gli da la "martellata"? Il PD!
Pd, la legge anti-Grillo: solo i partiti alle elezioni
Immagine:
8,41 KB
Beppe: "Se passa il testo siamo pronti a disertare"
I "rossi" presentano la norma per eliminare il M5s: "Senza statuto fuori dalla contesa". C'è pure il comma anti-Pdl ...
http://www.liberoquotidiano.it/index.jsp
questi del m5s si perdono sempre in un bicchier d'acqua e sempre più affetti da sindrome dell'accerchiamento, anzi del complotto.. [}:)]
Intanto lo statuto m5s esiste, quindi andrà soltanto modificato in parte ma esiste per forza di cose, altrimenti non poteva neanche presentarsi alle elezioni.
Poi movimento o partito sono varianti semantiche fine a se stesse.
L'M5S è un movimento solo nel nome, ma di fatto è un partito come tutti gli altri. Che la finissero con questa storia della contaminazione.
Sono già contaminati. E non cambiando il nome alle cose, riusciranno a cambiare la sostanza.
Ci sono circa 150 parlamentari M5S, sono politici, appartenenti a un partito , l'M5S . Non ci giriamo intorno.
21/05/2013, 11:22
Thethirdeye ha scritto:
Il giorno in cui il governo potrebbe cadere
Oggi si vota su presidenza Giunta per le autorizzazioni al Senato,
organo che deciderà su ineleggibilità. Candidati Sel e M5S favoriti su Lega.
PdL avverte Pd: voto contro Berlusconi sancirebbe fine coalizione.
http://www.wallstreetitalia.com/article ... adere.aspx
ROMA (WSI) - Dopo le contestazioni del Movimento 5 Stelle che ieri hanno accompagnato la presentazione di una proposta di legge del Pd che vorrebbe obbligare i partiti a essere "trasparenti" per poter partecipare alle elezioni, il capogruppo democratico al Senato Luigi Zanda annuncia l'intenzione di far decadere il testo.
Sempre a Palazzo Madama, intanto, oggi si vota per l'elezione del presidente della Giunta delle elezioni, mentre i grillini presentano un ordine del giorno per dichiarare ineleggibile l'ex premier Silvio Berlusconi perché concessionario delle frequenze pubbliche tv attraverso Mediaset, sperando nei voti proprio del Pd.
"Penso che l'Italia abbia cose più serie di cui occuparsi anche se credo che al Paese farebbe bene avere una normativa sui partiti politici. Ma non mi sembra che il clima che ha accolto un'iniziativa vecchia di anni abbia la positività necessaria per essere portata avanti o soltanto discussa", ha detto Zanda in un'intervista al quotidiano "La Repubblica" pubblicata oggi, spiegando che intende far cadere il testo.
Ieri i grillini avevano attaccato la proposta del Pd - già presentata nel 2012 e inserita anche negli "Otto punti" che l'ex segretario Pier Luigi Bersani aveva proposto dopo le ultime elezioni per formare un governo col sostegno del M5s - definendola "antimovimenti", e lo stesso Beppe Grillo ha detto che se il progetto dovesse passare per protesta non presenterebbe più la lista.
Ma voci critiche si sono alzate anche dal Pd, come è il caso del sindaco di Firenze Matteo Renzi, secondo cui la proposta di legge "è un modo per far vincere le elezioni a Grillo e ai grillini".
Renzi, che ieri sera era ospite della trasmissione di RaiUno "Porta a porta", se l'è presa anche con la questione dell'ineleggibilità di Berlusconi, sostenuta dal M5s e anche, nei giorni scorsi, dallo stesso Zanda e da una parte del Pd: "Se vuoi vincere le elezioni non puoi squalificare gli altri, devi prendere i voti degli italiani".
La questione riguarda una legge del 1957 sull'ineleggibilità dei titolari di concessioni statali. Berlusconi è stato eletto per la prima volta in Parlamento nel 1994, e finora la sua elezione non è mai stata contestata ufficialmente. Ma il M5s ha da tempo annunciato che intende presentare oggi una proposta per far decadere l'ex premier dal Senato, dove è stato eletto alle ultime elezioni.
Il Pdl, anche ieri, è tornato ad avvertire il Pd che un voto contro Berlusconi farebbe cadere il governo di coalizione.
Ma l'ordine del giorno prevede al primo punto l'elezione del presidente della Giunta per le autorizzazioni di Palazzo Madama, l'organo che deve decidere sull'ineleggibilità, ed è difficile che ci sia il tempo, almeno oggi, per affrontare altri argomenti.
La presidenza in teoria dovrebbe andare a un esponente dell'opposizione, ma il Pd non vuole votare per il candidato della Lega Nord, partito che si è astenuto in Senato sulla fiducia al governo, mentre Sel e M5s si sono astenuti. (Reuters)
E il PD quindi cosa farà?
Considererà il pupazzone come "eleggibile"?
21/05/2013, 12:21
21/05/2013, 12:42
rmnd ha scritto:
già 5 volte nelle scorse legislature hanno tirato fuori la legge del '57 e per tutte le cinque volte è stata considerata non applicabile al caso di silviuccio.
quindi è solo fumo negli occhi oltre e comunque vada sarà un successo per il pdl (che trascinerebbe il paese ad elezioni forte del suo 35% come coalizione)
e se non passasse neanche questa volta, l'ennesima brutta figura del PD,
grazie a quel talebano di Zanda, che un po' vuole castigare il pdl e un pò l'm5s.
In quanto al m5s alla frutta, dopo gli scontrini, deve recuperare la sua visibilità in calo
21/05/2013, 12:54
L’importanza di non chiamarsi partito
Altro giorno, altro giro… oggi 2 Novembre attacca una proposta di legge (una delle oltre 600 già depositate) a firma Zanda-Finocchiaro che, a suo avviso, è “anti movimento” e lo fa, come al solito, trasformando tutto nel solito voto pro o contro sé stesso: se passa non ci presenteremo più alle elezioni e tutti dovranno assumersi le loro responsabilità.
Poco conta il fatto che tale proposta sia praticamente una riscrittura della proposta di legge 3130 che tutti noi abbiamo conosciuto come “norma anti Lusi/Belsito” e che il grosso dell’impalcatura della legge (che comunque può cambiare nel dibattito parlamentare) è praticamente copiata da quella norma che, al secolo, a Grillo non dava affatto fastidio, anzi.
Partiamo da un punto fermo… quanto detto dalla legge non è altro che la logica conseguenza di quanto si legge nell’articolo 49 della Costituzione:[color=blue]Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale.
…sì, dice proprio che in parlamento ci vanno solo i partiti e, per quanto possa essere uno shock per molti, il Movimento 5 Stelle si è fatto partito quando si è iscritto alle scorse votazioni, dotandosi di uno statuto. È un partito come lo è il Popolo della Libertà o la Lega Nord perché la forma PARTITO è sostanziale e nulla vuol dire il fatto che non appaia la parola nella dizione.
E allora il problema dov’è ?
Beh, io nel leggerla qualcosina ho trovato:
deve indicare, nel proprio statuto) l’attribuzione ad una società di revisione iscritta all’albo speciale tenuto dalla Commissione nazionale per le società e la borsa (CONSOB) ai sensi dell’articolo 161 del testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria (…) del compito di certificare il rendiconto dell’esercizio, ai sensi dell’articolo 7 della presente legge.
…che vorrebbe dire che i rendiconti ed i conti del movimento dovrebbero essere verificati all’esterno…
deve indicare, nel proprio statuto) gli organi dirigenti, le loro competenze, le modalità della loro elezione e la durata degli incarichi, che sono conferiti a tempo determinato.
…che vorrebbe dire che gli incarichi non sarebbero più “il megafono ha detto” o “è apparso sul blog” o “su LaCosa s’è detto”, vorrebbe dire che gli incarichi all’interno del Movimento sarebbero limitati nei poteri (senza caudilli con delega su tutto) e nel tempo, il che vorrebbe dire che anche la poltrona di “megafono” (che nel M5S vuol dire “decido io su tutto e per tutti”) non sarebbe “a vita”.
(deve indicare, nel proprio statuto) le procedure richieste per l’approvazione degli atti che impegnano il partito.
…che vuol dire che i “comunicati politici” non escono dal blog senza una storia ma che la loro approvazione ha un iter, e che si sa esattamente chi li ha emanati, quando ed in che modo.
(deve indicare, nel proprio statuto) i diritti ed i doveri degli iscritti e i relativi organi di garanzia; le modalità di partecipazione anche attraverso referendum o altre forme di consultazione; le regole per l’istituzione e l’accesso all’anagrafe degli iscritti, la cui consultazione deve essere sempre nella disponibilità di ogni iscritto, nel rispetto di quanto previsto dal codice in materia di protezione dei dati personali, di cui al decreto legislativo 30 giugno 2003, n.196. Il rifiuto dell’iscrizione al partito deve essere motivato e contro di esso deve essere ammesso il ricorso agli organi di garanzia.
…che vuol dire che non si può fare un “simil-partito” e poi limitare l’iscrizione a sé stessi, al proprio commercialista, al nipote, al PR e tenere “fuori” il partito “sostanziale” con la scusa del “questo è un partito senza tessere”.
(deve indicare, nel proprio statuto) i criteri di ripartizione delle risorse finanziarie disponibili tra la struttura nazionale e le articolazioni regionali del partito..
…che vuol dire che i soldi non possono essere spostati da un posto ad un altro senza che ne venga indicata una buona ragione, e per buona si intende buona a norma di statuto.(deve indicare, nel proprio statuto) le misure disciplinari che possono essere adottate nei confronti degli iscritti, gli organi competenti ad assumerle e le procedure di ricorso previste, assicurando il diritto alla difesa e il rispetto del principio di contraddittorio.
…che vuol dire che le regole non si cambiano dalla sera alla mattina, che non si butta fuori qualcuno a mezzo PS o con la lettera di un avvocato e che contro un espulsione è comunque possibile presentare ricorso; non esisterà più il tribuno unico che butta fuori senza appello chi non gli aggrada, e che se qualcuno è espulso quel qualcuno ha diritto ad un ricorso equo in cui perorare le sue ragioni.(deve indicare, nel proprio statuto) il limite massimo di mandati sia elettorali sia relativi ad incarichi interni al partito.
…che vuol dire che se per qualche carica c’è la possibilità di mandati infiniti (tipo per il salvifico fondatore) allora toccherà scriverlo anziché restare nel vago.(deve indicare, nel proprio statuto) le modalità con le quali gli iscritti partecipano alle votazioni, assicurando, quando è prevista, l’effettiva segretezza del voto.
…questa è abbastanza ovvia.deve indicare, nel proprio statuto) un codice etico che contenga l’insieme dei principi di riferimento dei comportamenti individuali e collettivi.
…idem come sopra.(deve indicare, nel proprio statuto) l’attribuzione della rappresentanza legale del partito ad un tesoriere in possesso dei requisiti di onorabilità e professionalità previsti per gli esponenti aziendali delle banche.
…che potrebbe voler dire che non puoi più mettere tuo cugino o il tuo commercialista a fare il management del partito(*).(deve indicare, nel proprio statuto) la nomina di un comitato di tesoreria composto da soggetti in possesso dei requisiti di onorabilità previsti per gli esponenti aziendali delle banche, con il compito di coadiuvare il tesoriere nello svolgimento delle sue funzioni di indirizzo e verifica rispetto alla gestione contabile, alle fonti di finanziamento e all’allocazione delle risorse finanziarie.
…cioè niente più tesoriere “uomo solo al comando” del conto in banca, e gente seria a gestire i conti anziché passacarte figuranti.
E, a quanto pare, questo preoccupa 2 Novembre a tal punto da preferirvi l’esilio dal parlamento (ma ovviamente 2 Novembre vuol dire tutto il movimento, perché per qualche ragione quel che dice lui è automaticamente vero per tutti e quando lui dice “non ci presenteremo” è perché l’ha discusso in assemblea ed hanno deciso di comune accordo!).
La cosa tragica è che uno statuto vero il movimento ce l’ha quindi o è la solita uscita tesa solo a catturare l’attenzione delle masse o, semplicemente, Grillo non vuole mollare il giocattolo e trasformare il movimento in un associazione reale, con una vera democrazia interna.
G.D.E.[/color]