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Marziano
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MessaggioInviato: 08/02/2013, 17:48 
Un alieno si può esprimere benissimo parlando di era dell'acquario se diamo credito alla teoria degli antichi alieni e che la nostra cultura è partita da loro. Inoltre tutti i megaliti sono in linea con diverse costellazioni.



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MessaggioInviato: 08/02/2013, 21:43 
secondo me cercare segnali radio nello spazio (vedi progetto SETI) è solo un esercizio fine a se stesso, fondamentalmente inutile quindi.

A parte la lentezza delle onde radio e tutti i discorsi di ordine puramente tecnico che stanno alla base, dobbiamo considerare che la tecnologia radio è già quasi superata anche sulla terra e la usiamo da quanto 100 anni? Dobbiamo sperare che una eventuale razza aliena abbia sviluppato un tecnologia capace di sfruttare le onde radio e che abbia deciso di usarla in un periodo tale che permetta alle loro trasmissioni di giungere nella finestra temporale in cui anche noi usiamo quella tecnologia... Insomma è una pia (?) illusione.

Avevo letto da qualche parte che il SETI pare aver capito che il suo progetto è solo una mossa mediatica e si son decisi a rivolgere le loro ricerche di vita aliena non nello spazio ma nel nostro passato. Io direi che è molto più probabile che facciano centro in questo modo (sicuramente più logico e con più elementi studiabili) che non spendendo soldi inutili ascoltando il nulla cosmico.


Ultima modifica di MaxpoweR il 08/02/2013, 21:54, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 27/02/2013, 13:19 
Esiste anche un libro sul tema George H. Williamson -The saucers speak! 1954, quì è scaricabile anche la versione italiana George H. Williamson - I Dischi Parlano! 1954

http://www.mediafire.com/?ngujq8l7965i4j3

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Il libro è scritto da George H. Williamson e Alfred C. Bailey, i coniugi che giurarono davanti ai notai l'incontro con "l'uomo dello spazio" avvenuto a Desert Center in California il 18 Novembre 1952 con G.Adamski.
Radio amatori ed antropologi, a pagina 2 del libro è presente un altra testimonianza giurata sulla veridicità dei fatti.
Williamson si interessa al fenomeno dei dischi volanti nel 1951 quando si trovava tra gli indiani Chippewa per un lavoro di ricerca antropologica e sentì delle storie di "ruote volanti" o "havmusuvs" le quali iniziavano a vedersi conteporaneamente anche in Usa.

Gli indiani gli riferirono che gli occupanti dei dischi erano gia scesi nel passato ad istruirli sul giusto stile di vita e che erano andati via progressivamente alla venuta del'uomo europeo in America.
Bailey invece veniva da una esperienza di studi alla scuola di Palmer in Chiropratica e praticava la scrittura automatica o telescrittura, iniziarono a ricevere dei primi messaggi, successivamente li ricevettero con la radio con il codice CQ morse. Escludendo quindi l'ipotesi di spiriti di bassa frequenza, e dopo ancora tramite l'aiuto di un radio amatore esperto sentirono le voci degli occupanti dei dischi volanti.

I messaggi sono spesso anche quì di monito e preoccupazione per la Terra, sembra che gli predissero l'esplosione della prima bomba H che sarebbe potuta sfuggire al controllo degli scenziati e ridurre la Terra in un ammasso di asteroidi, dissero che i pianeti del nostro sistema sono 12 e che ogni pianeta ospita la vita. Ci sono basi sulla Luna, Marte ecc.. anche loro riferiscono di altri et negativi o neri (non di pelle) provenienti da Orione infiltrati nei governi tra la società.
Alcuni li collegano ai men in black che hanno minacciato chi testimoniava la realtà extraterreste. Loro invece sono quì per aiutarci e li contrastano.

Si trovano dei collegamenti con il caso Amicizia sia per la radio che per le loro capacità superiori.

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Ultima modifica di Wave il 27/02/2013, 13:25, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 05/07/2013, 20:57 
Captate misteriose onde radio provenienti dalle profondità dell’Universo

Onde radio sono state generate a miliardi di anni luce di distanza, viaggiando attraverso le profondità del cosmo fino ad arrivare qui, sulla Terra. Gli scienziati sono riusciti a rilevare queste misteriose emissioni, rivelando che potrebbero avuto origine a distanze cosmologiche, quando l’Universo aveva solo la metà della sua attuale età.

Segnali brevissimi e isolati nella banda delle onde radio, della durata di appena qualche millisecondo, che appaiono senza preavviso nel cielo.

A osservare questi enigmatici impulsi radio provenienti dallo spazio profondo è stato un team internazionale di scienziati, tra cui quattro ricercatori dell’INAF-Osservatorio Astronomico di Cagliari e dell’Università di Cagliari sfruttando il radiotelescopio australiano di Parkes del Commonwealth Scientific and Industrial Research Organization (CSIRO).

Da dove provengono questi segnali? Chi o cosa li ha prodotti? Circa sei anni fa, una singola raffica di onde radio di origine sconosciuta fu riconosciuta come proveniente dal di fuori della nostra galassia. All’epoca, però, i ricercatori non erano sicuri su cosa fosse o se fosse una lettura vera.

Alcuni ipotizzarono un colpo di fortuna e un errore nei dati. Negli anni successivi, rastrellando le profondità dell’Universo alla ricerca di una conferma delle loro letture, gli astronomi si sono imbattuti in questa nuova scoperta che genera più domande che risposte. Con cosa abbiamo a che fare?

Anche se gli autori della ricerca, guidata da Dan Thornton dell’Università di Manchester nel Regno Unito, avanzano l’ipotesi che tra i responsabili di queste emissioni impulsive potrebbero esserci oggetti celesti estremi, come stelle di neutroni o buchi neri, la natura ultima delle sorgenti che hanno prodotto questi lampi-radio è ancora al momento sostanzialmente sconosciuta.

Tante sono le domande che si affollano nei ricercatori guardando a questi segnali, ma nello studio, pubblicato nell’ultimo numero della rivista Science, http://www.sciencemag.org/content/341/6141/53 c’è già qualche fondamentale certezza. I lampi radio arrivano a Terra scaglionati in tempi diversi, in ragione della lunghezza d’onda di osservazione su cui si sintonizza il radiotelescopio.

Questo fenomeno è noto come dispersione ed è dovuto agli effetti del gas elettricamente carico che le onde radio attraversano nel loro tragitto. Più lungo è il cammino percorso, più grande è lo sparpagliamento con cui percepiamo gli impulsi.



“Dalla misura dello sparpagliamento”, spiega Marta Burgay, una delle ricercatrici INAF coinvolte nella scoperta, “è stato possibile risalire alle distanze da cui sono giunti i quattro impulsi osservati, che arrivano fino a 8 miliardi di anni luce. Dunque i lampi-radio sono stati emessi quando l’Universo aveva un’età che era circa la metà di quella attuale”.

Una proprietà che permetterà di utilizzare questi segnali come sonde naturali per indagare direttamente cosa c’è lungo lo sterminato percorso che i lampi-radio effettuano prima di arrivare fino a noi: certamente materia ordinaria, ovvero gas e polveri, ma forse anche tracce della presenza di materia oscura.

Ad aggiungere ulteriore interesse sull’individuazione dell’origine di questi remoti lampi-radio c’è il loro numero, che deve essere elevatissimo. Infatti per osservare uno di questi eventi bisogna puntare il radiotelescopio nella direzione giusta proprio nel brevissimo intervallo di tempo in cui il lampo-radio sta arrivando.

“Dal fatto che abbiamo registrato 4 eventi stimiamo che devono verificarsi circa 10.000 lampi-radio al giorno in tutto il cielo, come dire un lampo-radio ogni 10 secondi”, sottolinea Andrea Possenti, direttore dell’Osservatorio Astronomico INAF di Cagliari, che ha partecipato alla ricerca. “Questa frequenza è oltre 1.000 volte più grande di quella tipica degli studiatissimi lampi di raggi gamma”.

http://ilnavigatorecurioso.myblog.it/ar ... ita-d.html


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MessaggioInviato: 06/07/2013, 00:40 
Davvero interessante.Ottima notizia.



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MessaggioInviato: 06/07/2013, 00:54 
Dopo Tesla e Marconi, comunichiamo nel radio da circa un secolo. Stiamo perfezionando e applicando nuovi sistemi di trasmissione che spaziano dall'ottico al legame quantistico. Probabilmente fra cento anni non useremo più onde portanti nel radio per gran parte delle nostre comunicazioni. Supponendo che questo possa avvenire o essere avvenuto in civiltà(o intelligenze) paragonabili alla nostra, almeno sotto il profilo dell'evoluzione tecnologica, la 'finestra' di contatto è veramente stretta.



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Marino
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La cosa assurda e che gli scienziati, per accettare l'autenticità del segnale, ritengono che debba essere ripetuto; mentre quello inviato da Arecibo non lo fu. Due pesi due misure.



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MessaggioInviato: 13/07/2013, 02:00 
Cita:


Quei segnali radio misteriosi provenienti dal Passato



Cosa sono quei segnali radio provenienti da misteriose sorgenti nelle profondità del cosmo ? Numerosi organi di informazione nazionale e internazionale se lo chiedono, raccontando una storia dai contorni affascinanti. Segnali, potenti e rapidissimi, della durata di pochi millisecondi. Le caratteristiche esatte sono state descritte da Science: i segnali sono stati individuati un gruppo di ricerca internazionale del quale l'Italia fa parte insieme a Regno Unito, Germania, Australia e Stati Uniti. Per l'Italia hanno partecipato il Sardinia Radio Telescope (Srt) dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e l'universita' di Cagliari. I dati sono stati acquisiti dal radiotelescopio australiano Parkes. La caratteristica straordinaria dei segnali appena intercettati è la distanza da cui provengono: otto miliardi di anni luce. Il loro viaggio nello spazio è iniziato quando l'universo aveva poco più della metà dell'età attuale e il Sistema Solare non esisteva ancora.

I ricercatori non sono in grado di determinare le cause esatte di queste emissioni radio. Secondo le prime ipotesi le possibili sorgenti potrebbero essere stelle di neutroni o anche buchi neri, oggetti in cui la materia si trova in condizioni estreme. Nonostante i segnali non siano ancora perfettamente chiari, e necessitino di ulteriori approfondimenti è scattata la riconcorsa a trovare un indizio di matrice Aliena. In fondo il Search for Extra-Terrestrial Intelligence insegue un segno da altri mondi da 40 anni ormai.

La Nasa ha emesso un comunicato nel quale spiega la grandezze e l'utilità della scoperta:



“Il nostro cielo è pieno di emissioni di energia di varia natura. Per esempio, le esplosioni di raggi gamma si versificano quando una stella collassa in un buco nero. I vari telescopi a Terra e quelli in orbita riescono a registrare questo fenomeno, e a fornirci le coordinate esatte. Ma queste onde radio hanno un’origine diversa da quella dei raggi gamma e sono la testimonianza di un evento avvenuto a grandi distanze. L’obiettivo è mettere a punto un sistema in grado di identificarne l’origine, per poterle studiare”.



Il segnale wow.

Wow! passò allo storia come l’appunto accanto a una sequenza di numeri e frequenze, scritto di getto in un giorno d’estate - il 15 agosto 1977 - da Jerry R. Ehman, mentre lavorava per il «Progetto Seti» con il radiotelescopio Big Ear dell'Università dell’Ohio. Indicava un segnale alieno, il primo - e unico - mai individuato. Non solo aveva avuto una durata anomala, 72 secondi, ma (ecco l’altro elemento incredibile) possedeva le caratteristiche previste un ventennio prima da altri due ricercatori, Giuseppe Cocconi e Philip Morrison: il valore di 1420 Mhz corrispondeva infatti alla radiazione dell’idrogeno, l’elemento più comune nel cosmo, e quindi - supponiamo noi, da un punto di vista umano - rappresenta il messaggio universale per antonomasia, quello che qualunque mente può concepire come l’alfa e l’omega.


http://www.ufoonline.it/2013/07/12/quei ... l-passato/


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MessaggioInviato: 13/07/2013, 03:16 
se pure fossero alieni, cosa che dubito vista la distanza da cui provengono, la potenza, e l'inutilità di usare segnali tanto potenti per comunicare via radio anche a distanze interstellari, ormai ne è passata di acqua sotto i ponti :| Sicuramente sarà l'emissione di qualche buco nero super massiccio dell'epoca...



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MessaggioInviato: 13/07/2013, 12:03 
Adesso mi sbilancio, ma lo dico e lo ribadisco:"E' una considerazione meramente speculativa". Ho pensato, qualche volta, che alcuni segnali 'sospetti', rilevati e relativamente vicini, potessero essere un'emissione originata dal campo elettrogravitazionale di un veicolo, casualmente captati.
Un dispositivo elettrogravitazionale potrebbe emettere, come conseguenza indiretta, microonde.


Ultima modifica di marino il 13/07/2013, 12:08, modificato 1 volta in totale.


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Non credo che comunichi a onde radio, c'è da considerare il fatto che potrebbero maneggiare il teletrasporto.



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Intendi una sorta di teletrasporto quantistico dell'informazione?



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beh su distanze interstellari almeno che noi sappiamo è l'unico mezzo davvero utile. LE onde radio viaggiano alla velocità della luce, troppo poco per essere considerate un valido mezzo di comunicazione soprattutto se talmente potenti da essere arrivate a noi dopo 8 miliardi di anni no?



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Si Max. Presto ci arriveremo anche noi. Si parla di satelliti che comunicherebbero con un protocollo a legame quantistico. Ci sarebbe un teorema che per ora, imporrebbe comunque una conferma classica del messaggio trasmesso, ma la questione potrebbe essere aggirata con un protocollo di ridondanza e un algoritmo analitico- probabilistico. Io penso che la questione potrebbe essere risolta, in futuro, anche realizzando atomi artificiali( far ruotare cariche legate e poi separate attorno a rispettivi conduttori). Modificando l'intensità della corrente, si modificherebbe il raggio orbitale della carica; a questo proposito, si modificherebbe anche il raggio della carica reciproca(nessun particolare rilevamento dello stato quantistico, che a questo punto diventerebbe trascurabile, ma della distanza e dell'intensità sul conduttore ricevente), posta in analoga condizione, anche ad anni luce lontano. Si tratterebbe di realizzare dei veri e propri registri. Ci sarebbero comunque alcuni problemi relativi alla realizzazione: creazione delle cariche reciproche, smistamento, estradamento, collocazione nel registro, mantenimento. Occorrono alte energie per la creazione e avanzate tecnologie di indirizzamento, confinamento e rilevamento. Forse la questione potrebbe essere aggirata con la bio-informatica, credo; a questo proposito, recentemente hanno scoperto che alcuni tessuti neurali di un volatile, possono creare coppie di particelle reciproche che verrebbero poi separate elettrobiochimicamente. Questo permetterebbe al cervello di elaborare un GPS naturale per orientarsi interagendo il campo magnetico. In futuro, non molto distante, ho pensato a biotrasmettitori quantistici. L'unico problema, a questo punto, sarebbe dato dal mantenimento dei tessuti neurali specializzati in un apposito ambiente, dopo essersi sviluppati da culture. Credo che sarebbe anche necessario, oltre che a clonare tali cellule, modificarne il genoma attivando l'enzima della telomerasi, per prolungare la loro vita. Non sarebbe redditizio mandare nello spazio un trasmettitore che 'vivrebbe', al massimo, qualche mese.


Ultima modifica di marino il 14/07/2013, 11:43, modificato 1 volta in totale.


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ma poi queste comunicazioni avverrebbero in coppia da A a B e da B ad A senza poter creare collegamenti intermedi o deviazioni nel percorso, giusto?



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