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LA CORSA VERSO L'ABISSSO
Postato il Lunedì, 05 agosto @ 04:28:32 CEST di davide

DI IDA MAGLI
italianiliberi.it

La società italiana e il suo governo attuale sembrano davvero un camion che perde pezzi mentre corre sempre più in fretta verso un precipizio. Nessuno mette mano al freno, anzi: l’aspetto più terrificante della situazione è l’assoluta tranquillità del pilota e di coloro che lo circondano. Guardano tutti la strada davanti a sé senza vedere neanche il più piccolo ostacolo. La condanna di Berlusconi, a detta di tutti i protagonisti della conduzione politica, non cambierà nulla all’assetto del governo Letta; anzi c’è perfino chi dall’alto di un posto di comando privilegiato, si affanna a “blindarlo”, come usano dire i giornalisti, tanto è ritenuto indispensabile a salvare il paese dall’inevitabile catastrofe che seguirebbe alla sua caduta. Tutto questo è stato affermato di nuovo ieri sera davanti alla condanna di Berlusconi.

Ebbene, le colpe di Berlusconi di cui gli italiani si possono lamentare non sono certo quelle condannate dalla magistratura, ma gravi colpe politiche che non si sa se attribuire a una strategia personale, che in ogni caso è stata fallimentare, oppure a un’assoluta volontà di conservare l’Italia nell’area europea, anche questa strategia fallimentare. La gravissima situazione economica e sociale dell’Italia dipende dal fatto che apparteniamo all’”orrida idea dell’euro” (per dirla col premio Nobel Amarthya Sen), dal debito pubblico che continua a crescere perché siamo costretti a pagare il denaro che adoperiamo ai Rothschild, ai Rockfeller, ai Draghi, ai sovrani d’Inghilterra, di Spagna, del Belgio, d’Olanda, che possiedono le banche centrali e in particolare la Bce. Le tasse non possono diminuire, la disoccupazione neppure, se non ci si riappropria della sovranità monetaria e non si abbandonano le normative europee sulla libertà del mercato.

Ma la maggiore colpa di Berlusconi è quella di essersi inchinato davanti alla chiamata di Mario Monti da parte del Presidente della Repubblica. È stato quello il momento decisivo. Quando ha accettato di venir meno alle regole della democrazia, dimettendosi senza la ratifica del Parlamento, controfirmando la nomina di Monti a senatore a vita (non c’erano le condizioni richieste dalla Costituzione) e obbligando il suo partito a votare i decreti di Monti, ha mancato a tutti i doveri di un politico a capo di un grande partito, in pratica facendo fare a questo partito il contrario di ciò che volevano i suoi elettori. Di questi elettori bisogna dire una verità che è stata volutamente tenuta nascosta un po’ da tutti in quanto è stata attribuita al carisma personale di Berlusconi gran parte del suo successo. La realtà è un’altra: chi non voleva votare la Sinistra, non aveva altre possibilità. E non è questione di tener lontano il “comunismo”, come ha ripetuto in continuazione Berlusconi: anche se è stata quasi sempre al governo prima la Democrazia cristiana, poi Berlusconi, l’Italia è diventata a poco a poco una società pienamente social-comunista, con l’annientamento della borghesia, con l’ugualitarismo e la statalizzazione di tutte le strutture sociali: Scuola, Sanità, Pensioni, cui è bastato qualche referendum (divorzio, aborto) e, come ultima pennellata, qualche decreto montiano sul controllo di tutti i movimenti di denaro e dei conti correnti per trovarsi in pieno comunismo. Se non ci sono le fucilazioni di Stalin è perché non ce n’è bisogno: nessuno si ribella e sono tutti d’accordo, dal Presidente della Repubblica ai partiti di destra e di sinistra. L’unico segno di negazione sono i suicidi, ma quale soluzione migliore per i potenti di quella in cui l’eventuale oppositore si fa fuori da sé? La magistratura ne dà atto non vedendoci nessun indizio di colpe da parte di nessuno. Proprio in questi giorni ha archiviato il suicidio del dirigente del Monte dei Paschi di Siena, David Rossi: è stato un atto volontario. In concreto, dunque, ormai si disputa su inezie: lo spostamento della scadenza di una tassa, l’aumento dell’Iva. I veri problemi non esistono più perché la servitù all’Europa e al suo ugualitarismo mondialista è stata completata con il governo Letta e la democrazia fa finta di sussistere con il nome di “larghe intese”.

Di questo Berlusconi non parla neanche nei suoi progetti per il futuro partito. Tornare allo spirito del ’94? Com’è possibile che non si renda conto che nel ’94 il panorama era del tutto diverso tanto che non c’era nemmeno l’euro? No, così l’Italia è perduta. È lo scopo dell’Ue: eliminare gli Stati nazionali. I parlamentari del Pdl facciano il loro dovere; se non riescono a convincerlo che non si può tradire lo spirito con il quale sono stati eletti, non obbediscano a Berlusconi. Quelli che sono al governo si dimettano e tutti insieme diano un segnale di coraggio, di dignità e di rispetto per gli italiani.

Ida Magli
Fonte: http://www.italianiliberi.it
Link: http://www.italianiliberi.it/Edito13/la ... bisso.html
3.08.2013

http://www.comedonchisciotte.org/site/m ... &sid=12156


e facciamoci sta corsa verso l'abisso con la speranza che il conducente non salti prima................................dal treno [;)]


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MessaggioInviato: 07/08/2013, 13:47 
IL PATTO: RENZI A CAPO DI UN ITALIA SVENDUTA ALLA GERMANIA
Postato il Mercoledì, 07 agosto @ 07:52:58 CEST di davide

FONTE: LIBREIDEE.ORG

Stanno cercando di vendere l’Italia: Renzi e De Benedetti alla Germania, Prodi alla Cina. In cambio, dai futuri padroni puntano a ereditare il controllo su un paese che, grazie a loro, sarebbe ridotto a un semplice protettorato. Pur nei suoi aspetti sgradevoli e controversi, la battaglia che Napolitano ha affidato a Letta e Alfano mira a scongiurare la svendita rovinosa del paese, mantenendo un rapporto strategico con gli Usa proprio per evitare la capitolazione definitiva di fronte a Francia e Germania, interessate a “smontare” il loro competitore più scomodo: l’Italia è ancora la seconda potenza manifatturiera d’Europa.

E’ la tesi del professor Giulio Sapelli, secondo cui persino il governo Monti fu un tentativo di limitare i danni. Sapelli denuncia un vero e proprio complotto contro l’Italia, organizzato da un establishment che include “Repubblica”, settori di Bankitalia e dirigenti di Confindustria che fanno capo a Luca Cordero di Montezemolo. L’uomo su cui punterebbero? E’ Matteo Renzi.

I renziani, che remano contro il governo Letta, «sono organici al gruppo di De Benedetti», dichiara Sapelli a Lorenzo Torrisi, in un’intervista pubblicata Giulio Sapellida “Il Sussidiario” *. «Oltre a volere un capitalismo subalterno al sistema franco-tedesco, perseguono un altro scopo: dare una spallata definitiva alle componenti di sinistra, sia cattoliche che ex Pci, all’interno del Pd». Quando ha incontrato la Merkel a Berlino, Renzi non ha spiegato di cosa abbiano parlato. D’Alema, ricorda Sapelli, ha auspicato che Renzi avesse detto alla Merkel che la sua politica è sbagliata. Invece: «Il fatto che non abbia detto nulla mi fa venire il dubbio che abbia offerto il suo assenso alla politica della Cancelliera». Il punto centrale resta l’industria, ovvero la piccola e media impresa, cuore del sistema-Italia: «Dobbiamo chiederci come saremo dopo la crisi: saremo ancora la seconda potenza manifatturiera o no?».

Sapelli denuncia le manovre di «un piccolo establishment che si sta muovendo per ottenere un’integrazione subalterna dell’Italia al capitalismo franco-tedesco». Letta e Alfano? «Hanno avuto un atteggiamento fermo nei confronti dell’Europa, e a questi signori non piace: vogliono quindi che il governo cada». Da chi è formato questo establishment? «Sicuramente da quella parte di Confindustria che fa riferimento a Montezemolo, così come da De Benedetti: basti vedere il comportamento di “Repubblica” che arriva a chiedere apertamente le dimissioni di Alfano», dopo lo scandalo kazako. Secondo Sapelli, una parte di Confindustria «vuol vedere l’Italia subalterna a Francia e Germania perché ormai non ha più nessuna fiducia in uno sviluppo autonomo manifatturiero del nostro paese», e quindi «lavora e pensa a un’integrazione subalterna di ciò che rimane dell’industria italiana sotto Montezemolol’ombrello protettivo franco-tedesco: in sostanza crede che l’Italia non ce la possa fare, e cerca di venderla al prezzo migliore».

La grande stampa riflette la battaglia in corso dietro le quinte: se “Il Sole 24 Ore” «ha preso solo una sbandata», bocciando il governo Letta, il “Corriere della Sera” «ha una posizione oscillante», e se “La Stampa” preme sempre di più su via Solferino, al “Corriere” è in atto uno scontro che mette in evidenza le divergenze radicali all’interno del mondo bancario, co-azionista del quotidiano milanese: «La linea subalterna e rinunciataria si scontra con quella di Bazoli e Guzzetti. Questi ultimi sanno che verrebbe messo in discussione il ruolo delle banche, anche grazie all’appoggio di una parte di Bankitalia». Il ministro Saccomanni, che viene da Bankitalia, in un recente convegno sulle soluzioni al “credit crunch” «ha aperto le porte ai credit fund, cioè allo shadow banking». Di fatto, per Sapelli, si tratta di un attacco frontale a Bazoli e Intesa, banca che «cerca ancora di difendere un po’ di rapporto con l’industria italiana», come già fatto dallo stesso Passera. «Non a caso anche le banche popolari, che hanno rapporti con le imprese sul territorio, sono De Benedettistate prese a bastonate da Bankitalia».

A partire dal drammatico esperimento-Monti, secondo Sapelli, Napolitano ha perseguito «un obiettivo chiaro: un’integrazione non subalterna dell’Italia nel processo europeo, una non-distruzione della nostra industria a seguito del cambiamento che ci sarà dopo la crisi». Secondo l’economista, «a questi signori, a questo establishment, il fatto che siamo la seconda potenza manifatturiera d’Europa sembra dare fastidio». Via Monti, ecco Letta e Alfano. Ma la regia è sempre la stessa, quella di Napolitano: «Con questo esecutivo, si erano messi insieme gli unici due schieramenti contrari all’egemonia tedesca: il gruppo sociale raccolto intorno a Berlusconi e Prodiquello che finalmente, grazie alla crisi e grazie a Letta, ha capito che l’Italia non può essere subalterna».

Oltre a Francia e Germania, poi, ad avere interessi sull’Italia «c’è anche la Cina, che ha un “ambasciatore” in Prodi: in pratica si tratta di trovare le imprese da vendere a Pechino, che sta espandendo sempre di più la sua influenza in Europa». La Cina ultimamente però vacilla, è in crisi, «grazie proprio al sistema dello shadow banking che Saccomanni invoca per l’Italia». Di certo, aggiunge Sapelli, questo disegno agli americani non sta bene, «perché gli Usa non vogliono un’Italia “tedesca”: la Germania è una potenza anti-americana, quindi non vogliono che aumenti il suo peso nel nostro paese». E questo per Sapelli «è un bene, perché non credo che l’Italia – da sola, in Europa, senza gli Stati Uniti – abbia un avvenire». Il professore pensa che l’avvenire italiano sia «organicamente legato al rapporto con gli Usa». Ultima annotazione, la Fiat: la banda Marchionne, secondo Sapelli, non fa parte del club che progetta la svendita del made in Italy. Per una sola ragione: per l’industria torinese, l’Italia non esiste già più. «La Fiat fa gli interessi degli Agnelli, che oggi vogliono diventare sempre meno italiani».

Fonte: http://www.libreidee.org
Link: http://www.libreidee.org/2013/08/il-pat ... -germania/
7.09.2013

* http://www.ilsussidiario.net/News/Polit ... ia/413057/

http://www.comedonchisciotte.org/site/m ... &sid=12164


x salvarsi da una tale possibile svendita,cmq gia' in atto,sarebbe necessario che ci fosse un pizzico di sano nazionalismo,come dal resto presente in tutte la nazioni che possono chiamarsi tali.......[;)]


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MessaggioInviato: 07/08/2013, 13:51 
Adesso l'hai DETTA GROSSA Ubatuba! Il nazionalismo (o patriottismo) qui non esiste se non ne icampionati di calcio! altrimenti ti prendono per ... FASCISTA! E' così dal '48 ad oggi!
da ragazzo misi l'adesivo della bandiera dietro la macchina e tutti mi dicevano: "sei un fascistone, èh ...?" Così tolsi quella italaina (e come hai visto) ho su quella stautnitense, tièh!
E siccome non sono tifoso (di quattro fessi super pagati e importati) non me ne frega più nulla del nostro Paese! [8D]



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MessaggioInviato: 07/08/2013, 13:59 
Cita:
Ufologo 555 ha scritto:

Adesso l'hai DETTA GROSSA Ubatuba! Il nazionalismo (o patriottismo) qui non esiste se non ne icampionati di calcio! altrimenti ti prendono per ... FASCISTA! E' così dal '48 ad oggi!
da ragazzo misi l'adesivo della bandiera dietro la macchina e tutti mi dicevano: "sei un fascistone, èh ...?" Così tolsi quella italaina (e come hai visto) ho su quella stautnitense, tièh!
E siccome non sono tifoso (di quattro fessi super pagati e importati) non me ne frega più nulla del nostro Paese! [8D]


..hai perfettamente ragione u 555,ma ora chi era x il cominform,patteggia x gli usa,vedi che quando si tratta di poltrone tutto e' possibile..... [;)]


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MessaggioInviato: 07/08/2013, 14:01 
(E c'hai ragione pure tu ...!) [;)]



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MessaggioInviato: 07/08/2013, 18:32 
Cita:
Ufologo 555 ha scritto:

(E c'hai ragione pure tu ...!) [;)]


ci sono poltrone che hanno del miracoloso......... [;)] [:I]


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MessaggioInviato: 07/08/2013, 20:37 
[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=agpslAm9Rw4[/BBvideo]

Obiettivo dichiarato del nuovo programma, come recita il video promo, è di rompere le barriere con le quali potere politico e finanziario hanno limitato la libertà dei cittadini europei. Insomma, il giornalista è sul piede di guerra, e promette via Twitter: “La gabbia non perdonerà nessuno”.



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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MessaggioInviato: 08/08/2013, 13:48 
Guardando all'ottimismo dei leader europei, gli americani sono allibiti. Manca solo che venga stappato lo spumante.


NEW YORK (WSI) - Gli americani sono, a dir poco, allibiti. E sempre più increduli rispetto all'atteggiamento tranquillo che i leader politici europei mostrano di avere riguardo alla situazione in cui versa l'Europa.

Ottimismo sulla fine della crisi dei debiti sovrani, rassicurazioni continue sul fatto che il peggio è passato. Manca solo che venga stappato lo spumante. Per non parlare del caso Saccomanni, ripreso da Wall Street Italia.

Il ministro dell'economia è arrivato a dire che in Italia la recessione è finita. Ma sulla base di quali numeri? Idem nel resto dell'Europa: i leader mostrano una sicurezza eccessiva. Colpo di sole collettivo?

Vacationing while Europe sinks, ovvero andare in vacanza mentre l'Europa affonda. E' questa la percezione di New York, guardando all'Eurozona. Altro che di ottimismo.

L'opinione pubblicata sul New York Times porta la firma di William R. Rhodes, ex vice presidente senior di Citigroup, ora direttore generale e amministratore delegato di William R. Rhodes Global Advisors, e autore di "Banker of the World: Leadership Lessons from the Front Lines of Global Finance".

Rhodes mette in evidenza come i leader politici e i funzionari senior della Commissione europea siano tutti pronti a fare le valigie e a partire per andare in vacanza, "apparentemente fiduciosi sul fatto che la Bce vigilerà contro eventuali sorprese che potrebbero presentarsi ad agosto, e con la speranza che le elezioni tedesche di settembre saranno seguite da un'ondata di generosità (da parte della Germania) che ripristinerà la stabilità economica dell'area" dell'Eurozona.

Di qui, la reazione attonita degli Stati Uniti. D'altronde, "l'ultimo report sulle condizioni dell'Eurozona del Fondo Monetario Internazionale dovrebbe essere interpretato come un campanello d'allarme". Il report identifica le cause della debolezza della crescita con "la persistente frammentazione dei mercati finanziari, i deboli bilanci delle banche, la domanda bassa, l'incertezza e la debolezza strutturale, tutti elementi che si rafforzano reciprocamente e che contribuiscono alla contrazione dell'attività reale".

La sfida della crescita è dunque titanica e, secondo l'ex dirigente di Cititroup, "la fiducia degli investitori, quasi certamente, scenderà ulteriormente. Non solo non c'è alcuna prova del rafforzamento della competitività in alcuni paesi tra i più colpiti dalla crisi, ma anche diverse economie dell'Eurozona che stavano riportando una buona performance stanno scoprendo che mantenere la crescita è un compito sempre più difficile". Esiste poi la ripresa anemica del resto del mondo, che mette a rischio le prospettive delle esportazioni dell'Eurozona.

In tutto questo, non mancano le notizie su casi di instabilità politica, snocciolate quotidianamente, che arrivano da Roma, Madrid, Dublino, Atene, Lisbona e Parigi. In particolare, "la debole coalizione italiana di governo potrebbe crollare in ogni momento, a causa delle sfide politiche".

E il problema è che, in generale, "le autorità dell'Eurozona hanno ripetutamente sottovalutato i rischi della crisi. Hanno promosso misure di austerity senza riconoscere l'impatto che queste avrebbero avuto sulla disoccupazione. Hanno ignorato gli avvertimenti sulla probabilità di un contagio all'inizio del 2012, in un momento in cui avrebbero dovuto agire invece subito per negoziare la ristrutturaziuone del debito, che non è avvenuta fino al 2012. Ora, è essenziale che si proceda a una ulteriore ristrutturazione del debito greco, ma per l'ennesima volta i funzionari dell'Eurozona non sembrano disposti a considerare tale opzione in modo tempestivo".

Altro che sdraiarsi sul lettino per prendere il sole, o fare escursioni in montagna, a seconda delle preferenze. "Invece di andare in avanza, i leader dell'Eurozona dovrebbero lavoraere insieme per raggiungere accordi che migliorino la supervisione del sistema finanziario attraverso una Unione bancaria robusta; dovrebbero rafforzare i meccanismi che hanno posto in essere per fornire il credito essenziale ai paesi in difficoltà; dovrebbero tornare a riflettere su un patto fiscale che impegni tutti i governi alla stabilità dei budget".

In una situazione in cui prima o poi la Bce scoprirà che iniettare nuova liquidità non sarà sufficiente a evitare il peggioramento delle condizioni economiche, "più i leader europei aspetteranno, più si troveranno a far fronte a problemi che cresceranno sempre di più, fino a scatenare gravi shock al sistema".

http://www.wallstreetitalia.com/article ... fonda.aspx

...e voi pensate che a questi burocrati,manco eletti,possa interessare la situazione europea,loro tanto non avranno problemi pure nel prox futuro........[:(!]


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MessaggioInviato: 08/08/2013, 14:19 
"... Gli americani sono, a dir poco, allibiti. E sempre più increduli rispetto all'atteggiamento tranquillo che i leader politici europei mostrano di avere riguardo alla situazione in cui versa l'Europa..."

Sai cosa mi vien in mente? Quando Hitler si fagocitava ad uno a duno i vari Stati e gli altri facevano finta di niente ..! Gli passerà ...[:246]



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Ufologo 555 ha scritto:

"... Gli americani sono, a dir poco, allibiti. E sempre più increduli rispetto all'atteggiamento tranquillo che i leader politici europei mostrano di avere riguardo alla situazione in cui versa l'Europa..."

Sai cosa mi vien in mente? Quando Hitler si fagocitava ad uno a duno i vari Stati e gli altri facevano finta di niente ..! Gli passerà ...[:246]



ma vuoi rinviare le ferie x queste facezie?pure i parlamentari italiani staccano la spina con 26 giorni marini,sai la stanchezza di dovere spingere il tasto x le votazioni con la testa,ha procurato stanchezza mentale,un attimo di riposo non guasta,,,,,sono stanchissimi............[:(!]


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L'anima de li mortacci loro! [:49]



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http://www.wallstreetitalia.com/article ... -case.aspx



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"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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eventualmente dopo la grecia potrebbe toccare a noi..........con i politici che ci troviamo tutto e' possibile......[;)]


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Financial Times: Perché l'Eurozona Prima o Poi si Dividerà

Samuel Brittan, autorevole commentatore economico del Financial Times, scommette sulla divisione dell'eurozona ma niente può dire sui tempi, perché gli eurocrati infilano complicati pacchetti di salvataggio uno dietro l'altro per sostenere il più a lungo possibile l'insostenibile...




Nel suo commento sul FT, Samuel Brittan fa un paragone molto azzeccato tra i paesi periferici dell'eurozona e una piccola attività commerciale che tira avanti a forza di prestiti da amici e parenti, senza peraltro riuscire nemmeno a coprire i suoi costi. Per di più, uno dei parenti continua a dire che farà tutto il possibile per aiutare a tenere il negozio aperto, aggiungendo: "E credetemi, sarà sufficiente"!

La causa di fondo di questa assurda situazione sta nel diverso costo del lavoro tra i paesi dell'eurozona: “dal 1999 i costi unitari del lavoro tedeschi sono aumentati meno di un 13 per cento cumulativo, mentre nello stesso periodo, il costo del lavoro greco, spagnolo e portoghese è salito dal 20 al 30 per cento, e in Italia ancora di più”. Da qui l'avanzo delle partite correnti della Germania, mentre la Grecia, l'Italia, il Portogallo e la Spagna sono a mala pena in equilibrio.

Se questi squilibri persistono, sostiene Brittan, è inutile andare avanti a prestiti: nessuna armonizzazione fiscale o bancaria potrà sanare la situazione. Come disse saggiamente Herbert Stein, economista del secolo scorso, se una politica o una situazione diventa insostenibile, non dovrebbe essere sostenuta. Ma purtroppo non è dato sapere quanto tempo potrà essere necessario prima che l'unione monetaria si sciolga. Intanto, gli eurocrati si impegnano a far sembrare i problemi il più complicati possibile, così che solo un piccolo gruppo di cosiddetti esperti finanziari possa discuterne, e che si faccia passare un pacchetto finanziario dopo l'altro, e una garanzia dopo l'altra, per mantenere in vita l'insostenibile.

Brittan fa poi delle ipotesi sui diversi modi in cui la situazione potrebbe evolversi :

“In primo luogo, l'"austerità" nei paesi periferici potrebbe avere successo. Con questo, voglio dire che la compressione della domanda loro imposta si tradurrebbe in un calo dei costi e dei prezzi relativi nei confronti dei vicini dell' eurozona, portando ad una maggiore competitività, a un eventuale recupero del tenore di vita e a un forte calo della disoccupazione. Una variante sarebbe un miglioramento della competitività, non di prezzo: viaggi turistici più fantasiosi nell'Egeo o alberghi più attraenti in Algarve. Ma la domanda chiave è: quanti anni - o decenni – ci vogliono per una correzione di questo genere?

Come seconda ipotesi, le periferie potrebbero andare avanti nel ristagno. La disoccupazione è ora al 22 per cento in Grecia, il 24 per cento in Spagna, il 18 per cento in Portogallo, il 15 per cento in Irlanda e il 10 per cento in Italia. (A titolo di confronto, è all'8 per cento negli Stati Uniti e nel Regno Unito). Temo che una variante possa essere che la loro situazione peggiori ancora, portando all'emigrazione.

La terza opzione è improbabile, ma va inclusa per completezza. La Germania e gli altri membri del nord potrebbero perseguire politiche più "espansive" (leggi inflazionistiche), riducendo così l'agonia del sud. In alternativa si potrebbe continuare a sovvenzionare le periferie a tempo indeterminato.


La quarta opzione è che uno o più dei paesi periferici lascino la zona euro. Scoppierebbe l'inferno, non solo per chi esce, ma anche per i paesi che rimangono, le cui banche hanno grandi asset in euro, potenzialmente svalutati. Ma alla fine gli ex membri dell'euro raccoglierebbero i cocci e verrebbero fuori con prestazioni più accettabili, come è avvenuto con l'Argentina quando ha reciso un legame apparentemente indissolubile con il dollaro USA. Alcuni economisti preferirebbero un approccio al contrario, con la Germania e i suoi vicini che prendono l'iniziativa e rivalutano, uscendo fuori dall'euro; ma questo non accadrà, a prescindere dai risultati delle prossime elezioni tedesche.

Naturalmente, si può immaginare qualsiasi tipo di integrazioni e compromessi tra le quattro congetture di cui sopra, ma le possibilità sono limitate. Se dovessi scommettere il mio denaro (cosa che non faccio) sceglierei l'ipotesi numero 4. Ma non scommetterei affatto su quando si verificherà. Il Sacro Romano Impero - che proverbialmente non era né romano, né sacro, né un impero - è stato fondato da Carlo Magno nell' 800 ed è durato fino a quando non è stato sciolto da Napoleone nel 1806. La Confederazione tedesca è stata inaugurata dopo le guerre napoleoniche e non aveva dei veri poteri sugli stati membri. E' stata rafforzata da una unione doganale (Zollverein) nel 1834 e tutta la traballante struttura è durata fino a quando non venne sciolta nel Reich tedesco da Bismarck, nel 1871.

La storia potrà anche accelerare, ma non sappiamo di quanto, e il calendario della disintegrazione dell'euro fa parte delle congetture. C'è un limite alla quantità di guida in avanti si può dare.

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MessaggioInviato: 13/08/2013, 10:42 
VERSO IL BAIL-IN DELLO STATO ITALIANO (DEBITO PUBBLICO, DISOCCUPAZIONE, SPREAD)
Postato il Martedì, 13 agosto @ 00:10:00 CEST di davide

DI MARCO DELLA LUNA
marcodellaluna.info

Il debito pubblico supera e sale senza sosta superando quota 2070 a dispetto di tutti i tagli. Disoccupazione, chiusure aziendali e pressione fiscale si impennano. Il pil affonda. Ma il governo annuncia l’uscita dal tunnel e lo spread scende sotto quota 250.

Come è possibile una tale contraddizione?

E’ possibile perché quei dati sono solo superficialmente divergenti. In realtà essi convergono sullo scopo a cui lavorano gli speculatori finanziari e i loro collaboratori della partitocrazia italiana:

infatti disastro occupazionale, depressione economica e debito pubblico insostenibile sono esattamente gli ingredienti che servono per ottenere il risultato voluto, cioè per creare le condizioni socio-politiche di esasperazione e paura che imporranno e giustificheranno la svendita delle residue risorse del paese, anche via bail-in, e la cessione delle sue residue autonomie ai capitali stranieri – quelli stessi che manipolano rating e spread per la loro convenienze, premiando i governi che fanno i loro interessi, e punendo quelli che fanno gli interessi nazionali. Li manovrano per spingerti nella loro trappola.

Il mercato finanziario non premia affatto che amministra bene, mi chi fa vincere i suoi bispistolinieri.

Marco Della Luna
Fonte: http://marcodellaluna.info
Link: http://marcodellaluna.info/sito/2013/08 ... -italiano/
12.08.2013

http://www.comedonchisciotte.org/site/m ... &sid=12185

si necessita una bella sveglia da parte di tutti,prima che il baratro incomba....[:(!]


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