20/08/2013, 20:18
20/08/2013, 20:21
Ufologo 555 ha scritto:
Ma se c'ha la ... prostata!
20/08/2013, 20:22
21/08/2013, 00:27
Ufologo 555 ha scritto:
Ma se c'ha la ... prostata!
21/08/2013, 00:29
Ufologo 555 ha scritto:
ma siccome è la ... "punta" di ...diamante (del PDL ) .....
21/08/2013, 00:31
Ufologo 555 ha scritto:
Come "funziona" la "giustizia"...
Cassazione, un testimone contro Esposito. "Diceva: Berlusconi mi sta sulle palle, gli faccio il mazzo!"
Stefano Zurlo riporta il ricordo di un imprenditore calabrese amico della toga che ha condannato il Cav: "Nell'agosto 2011 era a cena da me con Franco Nero"
Immagine:
19,17 KB
"Berlusconi mi sta sulle palle. Se lo incrocio gli faccio un mazzo così". Il Giornale torna alla carica con Antonio Esposito, il giudice della Cassazione presidente della corte che ha condannato Silvio Berlusconi a 4 anni per frode fiscale al processo Mediaset. Questa volta il virgolettato è di Massimo Castiello, 68enne imprenditore calabrese che affida a Stefano Zurlo un aneddoto piuttosto piccante su Esposito. Nell'agosto 2011, molto prima che gli venisse assegnato il verdetto sul Cavaliere, la toga, "amica da anni" di Castiello, è invitato nella villa di quest'ultimo a San Nicola Arcella, sul Tirreno. L'occasione è ghiotta: far conoscere a Esposito il suo idolo giovanile, l'attore Franco Nero. Frizzi, lazzi, ottimo vino e ottimo cibo (pasta, patate e provola, "piatto delizioso", ricorda Castiello). Clima conviviale in cui si parla dell'ultimo film di Nero, L'escluso, "storia di un avvocato italoamericano che fa di tutto per far assolvere il proprio cliente". Da qui, sostiene Castiello, si è finiti a parlare di Berlusconi. E, sostiene, ecco Esposito esporsi un po' troppo: "Berlusconi si salva sempre, grazie ai suoi avvocati... la prescrizione... ma se mi dovesse capitare a tiro gli faccio un mazzo così". Se fosse veritiero il ricordo di Castiello, e se tutto questo fosse venuto alla luce qualche settimana fa, i legali del Cavaliere avrebbero avuto in mano gli estremi per chiedere la ricusazione di Esposito. Si tratta dell'ultimo tassello di una serie di articoli durissimi riservati dal Giornale a Esposito. Il primo, pubblicato il 3 agosto scorso e firmato dall'ex vicedirettore Stefano Lorenzetto, rivelava come già nel 2009, in una cena a Verona, il giudice si fosse lasciato andare a frasi in libertà su intercettazioni a luci rosse in cui Berlusconi avrebbe dato voti alle prestazioni sessuali di due deputate del Pdl. La "campagna" di via Negri ha attirato le critiche della stessa toga nonchè del Fatto quotidiano, partito all'attacco di Sallusti & Co. con un pepatissimo editoriale di Marco Travaglio, a sua volta smentito dalle firme del Giornale.
http://www.liberoquotidiano.it/news/per ... azzo-.html
21/08/2013, 00:35
shighella ha scritto:Ufologo 555 ha scritto:
Ma se c'ha la ... prostata!
No! C'ha la pro..tesi
21/08/2013, 02:02
21/08/2013, 11:26
Thethirdeye ha scritto:
Evvai!!
COSA ti tiraro fuori ora i colonnelli del PDL?
Che la legge Severino è ANTICOSTITUZIONALE!!!
Venghino siori e siore, venghino.... lo spettacolo sta per cominciare!
[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=1D5Sa2Yq-2g[/BBvideo]Severino, perché non parli?
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/08 ... li/687718/
È come vedere Dallas senza Sue Ellen. Nella grande soap dell’estate 2013, quella a base di agibilità politica, grazia, incandidabilità e parole in libera uscita, manca – ve ne sarete accorti – un personaggio. Un errore di sceneggiatura. Grave, oltretutto, perché il nome del personaggio scomparso riecheggia ogni minuto nella trama. Proprio così: su 60 milioni di italiani, costituzionalisti, droghieri, casellanti, controllori di volo, puerpere e direttori de Il Giornale, che hanno detto la loro sulla legge Severino, manca solo il parere della signora Paola Severino, ministro della Giustizia del governo Monti, che a quella legge ha dato il nome.
Le interpretazioni sono molteplici. C’è chi dice – dopo averla votata – che la legge Severino è incostituzionale. Chi dice che non può essere retroattiva, né fritta nell’olio. Chi dice che è meglio con lo zucchero a velo e chi sostiene che vale solo a 1300 metri sul livello del mare.
Non mancano coloro che la preferiscono al dente, ovvio, né quelli che la apprezzano purché non sia applicata a chi ha offerto tante cene eleganti.
A questo punto manca solo una voce: quella della signora Severino. La quale sta, probabilmente, vivendo un dramma tutto suo: in un mondo dove tutti sono interconnessi, lei non risponde al telefono, al citofono, ai segnali di fumo, non guarda Facebook, non riceve le mail, non sente i tam-tam che la chiamano. Si dirà che esiste un precedente: quella legge Cirielli che il deputato Edmondo Cirielli pretese non venisse più chiamata col suo nome. Risultato: tutti pensano che Cirielli di nome si chiami Ex. Ora non vorremmo un simile qui pro quo per la signora Severino, che la gente potrebbe chiamare un giorno Fu Severino, o Già Severino, o addirittura Nonvale Severino.
21/08/2013, 11:42
mik.300 ha scritto:Thethirdeye ha scritto:
Evvai!!
COSA ti tiraro fuori ora i colonnelli del PDL?
Che la legge Severino è ANTICOSTITUZIONALE!!!
Venghino siori e siore, venghino.... lo spettacolo sta per cominciare!
[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=1D5Sa2Yq-2g[/BBvideo]Severino, perché non parli?
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/08 ... li/687718/
È come vedere Dallas senza Sue Ellen. Nella grande soap dell’estate 2013, quella a base di agibilità politica, grazia, incandidabilità e parole in libera uscita, manca – ve ne sarete accorti – un personaggio. Un errore di sceneggiatura. Grave, oltretutto, perché il nome del personaggio scomparso riecheggia ogni minuto nella trama. Proprio così: su 60 milioni di italiani, costituzionalisti, droghieri, casellanti, controllori di volo, puerpere e direttori de Il Giornale, che hanno detto la loro sulla legge Severino, manca solo il parere della signora Paola Severino, ministro della Giustizia del governo Monti, che a quella legge ha dato il nome.
Le interpretazioni sono molteplici. C’è chi dice – dopo averla votata – che la legge Severino è incostituzionale. Chi dice che non può essere retroattiva, né fritta nell’olio. Chi dice che è meglio con lo zucchero a velo e chi sostiene che vale solo a 1300 metri sul livello del mare.
Non mancano coloro che la preferiscono al dente, ovvio, né quelli che la apprezzano purché non sia applicata a chi ha offerto tante cene eleganti.
A questo punto manca solo una voce: quella della signora Severino. La quale sta, probabilmente, vivendo un dramma tutto suo: in un mondo dove tutti sono interconnessi, lei non risponde al telefono, al citofono, ai segnali di fumo, non guarda Facebook, non riceve le mail, non sente i tam-tam che la chiamano. Si dirà che esiste un precedente: quella legge Cirielli che il deputato Edmondo Cirielli pretese non venisse più chiamata col suo nome. Risultato: tutti pensano che Cirielli di nome si chiami Ex. Ora non vorremmo un simile qui pro quo per la signora Severino, che la gente potrebbe chiamare un giorno Fu Severino, o Già Severino, o addirittura Nonvale Severino.
x queli ormai ci vuole il dottore
(intendo lo psicologo-psichiatra)..
farebbero carte false
pur di salvare il padrone..
21/08/2013, 11:43
21/08/2013, 13:53
21/08/2013, 14:49
AleBon ha scritto:
Scusate,una domanda:Brunetta,Alfano e Schifani dovrebbero incontrare Letta in giornata?Ho capito bene?
21/08/2013, 14:53
mik.300 ha scritto:
x queli ormai ci vuole il dottore
(intendo lo psicologo-psichiatra)..
farebbero carte false
pur di salvare il padrone..
la legge severino è così chiara e lineare
che di più non si può..:
"chi ha una sentenza passata in giudicato,
in caso di imminenti elezioni,
non si può candidare..
e decade se eletto"
punto, fine..
21/08/2013, 23:13
Questo è il vero reato.http://www.tzetze.it/redazione/2013/08/ ... index.htmlubatuba ha scritto:
.
Voto segreto al Senato. Le rivelazioni del senatore Felice Casson. Cacciari: se votano decadenza leader PdL, sanciscono decadenza PD.
Senatore Felice Casson svuota il sacco: voto segreto al Senato per salvare il Cavaliere. Se vota decadenza leader PdL, PD sancisce sua decadenza.
ROMA (WSI) - La bomba l’ha sganciata l’ex magistrato Felice Casson, oggi senatore Pd e membro della giunta per le elezioni del Senato, che in un’intervista al Fatto Quotidiano si è detto preoccupato dal probabile voto segreto dell’aula di Palazzo Madama che deciderà sulla decadenza da senatore di Silvio Berlusconi.
Se infatti il voto in giunta è scontato, visto che gli esponenti Pd hanno fatto fronte comune per il sì alla decadenza, la battaglia decisiva sarà in aula. Basta infatti che 20 senatori chiedano lo scrutinio segreto, e a quel punto potrebbero spuntare i "franchi traditori" come li chiama lo stesso Casson. Che precisa di parlare per ipotesi e di non aver sentito tra i colleghi voci favorevoli a Berlusconi, ma intanto preferisce lanciare l’allarme.
Ancora più esplicita è la collega Laura Puppato, una delle più ostili alle larghe intese: "Se ci sono tra di noi traditori che, nel segreto dell’urna, possono salvare Silvio Berlusconi dalla decadenza? Da quando è successa quella storia dei 101, in Aula io mi sento come circondata da incappucciati" dichiara la senatrice, ricordando i 101 franchi tiratori (ma probabilmente di più) che hanno impallinato la candidatura di Romano Prodi al Quirinale.
Qui c’è in ballo la stessa cosa: chi ha affossato Prodi non lo ha fatto per risentimenti contro l’ex premier, ma perché scommetteva sul proseguimento della legislatura e sulle larghe intese. Quelle stesse larghe intese che verrebbero meno con la caduta di Berlusconi.
Ed ecco allora che non sembra più tanto peregrina l’ipotesi che una parte di quei franchi tiratori potrebbero tornare in servizio per garantire lunga vita al governo e garantirsi ancora per un po’ un seggio a Palazzo Madama o un posto in qualche commissione o sottosegretariato. L’allarme è stato rilanciato anche da Alessandro Gilioli, che ha chiesto ai senatori Pd (ma anche dei partiti "limitrofi", come il Psi) di dichiarare pubblicamente il loro voto.
L’allarme innescato da Casson e Puppato è stato accolto con una certa stizza dalla segreteria Pd e da Epifani, che ha ricordato come il partito sia rimasto sempre unito sulla questione della decadenza di Berlusconi. "Questo è puro cripto-grillismo. Questa è gente che sputa contro di noi" ha dichiarato Stefano Esposito, uno dei pasdaran delle larghe intese.
E d’altronde un Pd che salva Berlusconi sarebbe un Pd che si suicida, come ricorda Pippo Civati. Eppure i numeri sono impietosi: il 19 aprile un piddino su cinque ha votato contro Prodi, rapportando la proporzione ai senatori democratici, se ne hanno circa 25 che potrebbero votare in difformità dal partito. 25 senatori che sommati a quelli del Pdl, della Lega e forse dei centristi, porterebbero il no alla decadenza all’incirca alla metà dell’aula, tra i 155 e i 160 senatori, secondo i calcoli di Gilioli. Insomma, un risultato tutt’altro che scontato.
Il contenuto di questo articolo, pubblicato da Polis Blog - che ringraziamo - esprime il pensiero dell' autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.
http://www.wallstreetitalia.com/article ... sconi.aspx
modo quanto mai semplice x salvarsi la faccia .....e tutto il resto..............![]()