SU BOL.IT :
SEZIONE E-BOOK . XIX LIBRO di Antichità Giudaica
Traduzione note e commento di
ANGELO FILIPPONIhttp://www.bol.it/http://www.biblet.it/search?q=ANGELO+FI ... type=VARIAIl XIX libro di Archeologia Ioudaikh insieme al XVIII e a XX ha la funzione
di introdurre il giudaismo nel sistema romano ellenistico, come
precedentemente aveva fatto Dionisio di Alicarnasso, che, scrivendo
Archeologia romanikh, aveva connesso la cultura greca con quella romana.
Per Flavio, quindi, la cultura latina si avvale di due motori, quello greco
e quello giudaico, che alimentano il Kosmos con la loro linfa più antica e
ne è nobilitata.
Nella sua specifica struttura il libro seguita il bios di Caligola e quello
di Erode Agrippa, mentre evidenzia la ristrutturazione politica di Claudio,
dopo gli sconvolgimenti del nipote, col rinnovo costituzionale della
politeia in Ioudaea e col decreto, lettera agli alessandrini, in cui
stabilisce per ogni etnia il proprio culto religioso con l’ordine ai giudei
di non vilipendere la Threscheia altrui e di non fare proselitismo, e si
ristabiliscono così l’omonoia e l’eirenh nel corpo dell’impero.
La vera novitas del libro è la morte di Caligola, indagata per rivelare da
una parte la pazzia dell’imperatore (visibile più nelle azioni paradossali
che nelle parole, in quanto reo di aver esautorato il senato e depredato
gli equites, di aver sconvolto l’ordine sociale, dando maggiore autorità all’elemento servile,
di aver deprivato Roma dell’intitolatura di capitale, di aver
destituito il corpo dei pretoriani ed infine di aver portato fino al punto
dell’eccidio totale il popolo ebraico, unico oppositore alla sua volontà
di turannos Theos, con l’ordine di erezione del suo colosso nello stesso
tempiodi Gerusalemme.
Da storico Flavio sgue il pensiero di Filone espresso chiaramente nell’opera
Peri toon aretoon, di cui sono testimonianza le opere rimaste In Flaccum e
Legatio ad Gaium (la prima già pubblicata e la seconda di prossima
pubblicazione).
Flavio, insomma, col suo ambiguo discorso in epoca flavia si rende
responsabile di una damnatio memoriae che in effetti non ci fu, per
salvaguardare i diritti ebraici rispetto al nomos empuschos imperiale e alla
figura dell’autokrator con funzioni divine, che invece, quasi a scadenza
dinastica, si ripete con Domiziano, con Commodo e con Caracalla,
Eliogabalo e Alessandro Severo fino a Diocleziano.
Hanno, comunque, un
notevole interesse la narrazione della conquista del potere di Claudio e
della sua politica di rinnovamento contenuto, mediante normalizzazione, dopo
le invenzioni epocali del nipote e la descrizione della figura, dotata di
osiothes di Agrippa,
esaminato nella sua epieikeia/clemenza. nonostante le
contraddizioni tipiche di un’anima di cultura mista, come quella di un
giudeo ellenista.
Nell’esame della figura del re giudaico si nota anche il
tentativo di normalizzare la situazione giudaica, dopo il grande evento del
Malkuth mancato del Messia venuto.
Ed, infine, le brevi notizie sul dopo
Agrippa I congiungono i fatti conclusivi del libro XIX con quelli trattati
col XX nella volontà dell’autore di svelare il tragico procedere del popolo
giudaico verso la propria distruzione, in un ricongiungimento con la storia
di Guerra Giudaica.
ANGELO FILIPPONI