24/09/2013, 17:44
Thethirdeye ha scritto:rmnd ha scritto:
Non si capisce il titolo del thread perchè non si capisce
cosa mai di straordinario dovrebbe fare quel trabiccolo
Il titolo del topic, l'ho dato prendendo spunto da una frase presente nell'articolo....Ci hanno provato in tanti, lui è il primo a farlo funzionare: «Semplice», spiega, «attraverso un moto rotatorio è possibile ottenere un moto rettilineo pulsato. La fisica non lo ammette, la realtà sì», dice mostrando il motore in funzione.
Cos'è... non ti piace il titolo?
24/09/2013, 18:13
rmnd ha scritto:
No è che dall'articolo non si capisce nulla, a meno che uno non abbia già sentito parlare di sta cosa precedentemente.
Comunque immagino che il tutto parta del presupposto che la macchina si muova grazie all'etere considerato come forza esterna al sistema.
rmnd ha scritto:
Ma mi pare 'sconcertante' che questo tizio non tenga conto delle forze esterne conosciute. L'attrito tra il dispositivo e le guide come causa principale e inoltre non è del tutto da escludere un apporto benchè minimo dei fenomeni di fluidodinamica (l'aria per intenderci).
Provi a ripetere l'esperimento in assenza o quasi di attrito e nel vuoto.
Vedrai che i risultati saranno molto diversi.
24/09/2013, 18:33
Aztlan ha scritto:quisquis ha scritto:
Semmai, verrebbe da pensare, la parziale sovrapposizione tra i due concetti potrebbe stare proprio nel fatto che si sia stati costretti a reintrodurre un concetto come quello di materia oscura per far tornare i conti , come se cacciando l'etere dalla porta si sia perso qualcosa di fondamentale nell'indagine sul mondo fisico e si sia stati costretti a reintrodurlo in altra forma dalla finestra.MaxpoweR ha scritto:
Si è deciso di abbandonare o tralasciare gli studi sull'etere magari non rendendosi conto (o rendendosene conto e reputandola una scelta fattibile) che si tralasciava una parte fondamentale del "fenomeno che si studiava" ed alla fine, per far tornare i conti, hanno dovuto aggiungere il pezzo mancante con un artificio matematico.quisquis ha scritto:
Se te la raffiguri così a mio parere non vai molto distante dalla realtà, anche se probabilmente molti non saranno d'accordo.
A mio parere siamo in una situazione non molto diversa (per spirito è chiaro, non per altro) a quella che si verificò ai tempi di cui dominava il modello tolemaico,
in cui si aggiungevano artifici matematici al castello teorico dominante (che peraltro era dotato di un potere predittivo non da poco, per i tempi) ogni volta che qualcosa non andava.
Non a caso il Prof. Franco Selleri scrisse alcune famose considerazioni su questo (non sull'etere, intendo, ma sul problema degli "artifici", chiamiamoli così per comodità).
La stragrande maggioranza dei fisici rigetta l'etere a priori; Todeschini è molto poco conosciuto ed inoltre, anche se lo fosse, bisogna tenere conto che nel frattempo i problemi affrontati dalla fisica sono aumentati enormemente e quindi la trattazione di Todeschini risulterebbe in ogni caso datata ed incompleta sotto tantissimi aspetti, quindi non sarebbe certo esaustiva e verrebbe rigettata a maggior ragione in ogni caso.
Andrebbe rivista, andrebbero effettuate le decine e decine di esperimenti che Todeschini proponeva, andrebbe riaggiornata a tutto ciò che nel frattempo è accaduto, ma non basterebbe certo un uomo solo a fare ciò, servirebbero generazioni di studiosi qualificati, il che oggi è utopia allo stato puro.
Non è nemmeno detto che Todeschini avesse ragione in parte o in tutto, si tratterebbe appunto di verificare; ma non lo si è fatto mai, o meglio, mai in modo veramente approfondito.
Basterebbe partire intanto da pochi esperimenti mirati, che è ciò che Grigori sta cercando di fare; ma anche qui, a mio parere è difficile che un uomo solo, per quanto preparato, possa andare molto in là.
Quindi, riassumendo:
- (1) L' etere non è mai stato veramente negato ma ciò nonostante è stato ignorato.
- (2) Nonostante anche i conti non tornassero eliminando questo elemento dalla cosmologia, in cui ha sempre avuto questo ruolo non a caso.
- (3) E nonostante infine siano arrivati a doversi inventare un sostituto che non ha mai visto nessuno e dalle caratteristiche oltremodo eccezionali per dire poco (la materia oscura)
- (4) E dulcis in fundo, la stessa teoria di Todeschini è superata e insufficiente a spiegare le moderne acquisizioni, e ci vorrebbe una nuova teoria sull' etere.
In pratica, tutto quello che pensavo sull' argomento.
Aztlan
24/09/2013, 19:39
25/09/2013, 11:48
quisquis ha scritto:rmnd ha scritto:
No è che dall'articolo non si capisce nulla, a meno che uno non abbia già sentito parlare di sta cosa precedentemente.
In effetti la comprensione dell'articolo presuppone una certa conoscenza della teoria di todeschini, altrimenti non si inquadra il tutto nel giusto modo, ossia non si capisce quel che Todeschini aveva in mente. Gli assunti di partenza sono in buona parte molto diversi da quelli che reggono l'attuale fisica e quindi anche il linguaggio è diverso, in parte.Comunque immagino che il tutto parta del presupposto che la macchina si muova grazie all'etere considerato come forza esterna al sistema.
Sìrmnd ha scritto:
Ma mi pare 'sconcertante' che questo tizio non tenga conto delle forze esterne conosciute. L'attrito tra il dispositivo e le guide come causa principale e inoltre non è del tutto da escludere un apporto benchè minimo dei fenomeni di fluidodinamica (l'aria per intenderci).
Provi a ripetere l'esperimento in assenza o quasi di attrito e nel vuoto.
Vedrai che i risultati saranno molto diversi.
E' proprio quello che dicevo io in un mio vecchio messaggio, ripetuto in questa discussione:
"Ciò che non mi convince è l'assunto che non ci siano forze esterne in gioco; sicuramente infatti c'è la rotaia con il suo attrito. E' un movimento complesso che andrebbe studiato bene, ma il vincolo causato dalla rotaia potrebbe tranquillamente esprimere una significativa componente longitudinale, quindi il ragionamento di Todeschini cadrebbe, se così fosse. Quindi fatto così l'esperimento non prova nulla, a mio parere"
"Per essere veramente certi che l'etere esista occorrerebbe rifare l'esperimento nel senso di un movimento risultante verticale contro la forza di gravità. In pratica i due movimenti controrotanti dovrebbero svolgersi su di un piano orizzontale. Che io sappia non è mai stato tentato da nessuno in questo modo.
Se sotto vuoto, senza il vincolo della presenza dell'aria ed agendo contro la forza di gravità un piccolo "motore" Todeschini, con velocità e massa opportuna dei bracci controrotanti (quindi molto elevate), piccolo peso per semplificare le cose e non constringere a v eccessive, riuscisse a sollevarsi da terra allora Todeschini avrebbe chiaramente ragione etc"
In tutti questi casi non serve scaldarsi tanto, basta dire Leibzianamente "calculemus", ossia in questo caso "sperimentiamo". Ma esperimenti del genere, lasciati alla buona volontà di singoli privati, non sono sempre facilissimi da fare. Un dipartimento di Ingegneria Meccanica potrebbe farlo con una spesa non eccessiva e toglierci questo dubbio; ma finora non è stato mai fatto, tutto qui.
Comunque, come dicevo, ho scritto al circolo di psicobiofisica, mi hanno detto che stanno pensando a come poter allestire l'esperimento nel senso che dicevo. Personalmente non penso che sarà facile per dei privati farlo alle condizioni che dicevo. Se, alle velocità previste dalle formule Todeschiniane, l'attrezzo non si alza contro la forza di gravità, allora ciò sarebbe un colpo non piccolo per tutta la teoria (che comunque non sarebbe invalidata del tutto nella parte più "psico", ossia sul modo di funzionare dei sensi rispetto al presunto etere). Io dico che vale la pena provare. Qualunque sia l'esito ci si guadagna in certezza; se Todeschini ha ragione si apre un mondo; se Todeschini ha torto ci si guadagna in certezza e solidità relativamente ai fondamenti del nostro modo di vedere fisicamente il mondo; in entrambi i casi ci si guadagna; qual è il problema?
25/09/2013, 19:38
rmnd ha scritto:
quell'esperimento non dimostra un bel nulla fatto in quel modo
25/09/2013, 20:11
25/09/2013, 20:26
Aztlan ha scritto:
Quindi, in definitiva,
con le attuali possibilità tecniche non siamo ancora lontanamente stati in grado nè di negare l' etere nè di provare la sua esperienza attraverso il motore di Todeschini.
Rimane una possibilità.
Domanda:
E' possibile,
a prescindere dalla teoria di Todeschini (che non è l' unica sull' etere) e quindi del suo motore,
provare l' esistenza dell' etere (di un qualche tipo di etere, secondo alcuna delle teorie attuali o meno, secondo quella che è la sua idea di base)
con tecnologie attuali o prossime
Grazie,
Aztlan
26/09/2013, 00:19
22/12/2013, 18:43
23/12/2013, 00:12
23/12/2013, 01:20
Thethirdeye ha scritto:
Vabbè... volevo solo raccontarvi questa cosa... facciamo finta che sia solo una delle tante storie che girano in rete......
23/12/2013, 23:29
Thethirdeye ha scritto:
Vi racconto una storiellina carina. Non aggiunge nulla di concreto a questa discussione ma... fa sicuramente riflettereNel 2002-2003, il Dott. Greer (sì... quello del disclosure sugli UFO) raccontò una fatto davvero clamoroso. Un fatto che, molto probabilmente, lo spinge ancora oggi a dichiarare con forza che uno dei motivi principali per i quali la questione UFO non sia ancora stata rivelata, è da ricollegarsi proprio alla faccenda "free energy" e "esistenza dell'etere". La storia venne rivelata anche con l'ausilio di email private (che ho letto personalmente dopo una mirabolante ricerca in rete) avvenute tra lui e un gruppo di giovani scienziati statunitensi. Cosa avevano scoperto e realizzato questi scienziati? Udite udite.... seguendo le teorie di Tesla e di altri scienziati del 900, questi signori sarebbero arrivati a costruire un apparecchio abbastanza piccolo (pare sia stato un pò più grande di un rasoio elettrico) capace di trasformare "l'energia dell'etere" in energia elettrica. Energia pulita, gratuita ed infinita. Questo apparecchio pare fosse in grado di alimentare addirittura un appartamento e.... lo stesso apparecchio, scollegato dall'impianto di casa (proprio come un "rasoio") avrebbe potuto alimentare senza problemi anche un'auto elettrica
Bene.... il Dott. Greer riuscì, dopo mille peripezie, ad entrare in contatto con questi scienziati telefonicamene e poi tramite mail. Ad un certo punto della fiera però, queste persone sarebbero letteralmente svanite nel nulla. Solo uno di loro riuscì a dare cenni di "vita". Questo tipo diceva di essere costretto a dormire in luoghi sempre diversi e telefonava a Greer dicendo che uomini della CIA erano pronti a tutto pur di mettere le mani sul quel progetto e che i contatti telefonici potevano avvenire solo con rarefatte comunicazioni effettuate da telefoni pubblici, perchè temeva appunto di venir intercettato. Non sono più riuscito a sapere nulla su questa vicenda e non so effettivamente quanto ci sia di vero o meno. Ma una cosa è certa.... se mai fosse vero, niente e nessuno potrà contrastare gli interessi acquisiti dalle multinazionali energetiche. Avete idea di quante cose cambierebbero in questi ambiti se simili scoperte (qualora reali) dovessero prendere il sopravvento?
Vabbè... volevo solo raccontarvi questa cosa... facciamo finta che sia solo una delle tante storie che girano in rete......
05/01/2014, 11:09
08/09/2014, 00:38
EmDrive: il motore quantistico “impossibile”: realtà o bufala?
Immaginate un sistema di propulsione che funzioni senza carburante. Immaginate che qualcuno lo costruisca per davvero, e che lo faccia esaminare addirittura dalla NASA. Immaginate che la NASA lo analizzi con grande precisione e dica che effettivamente funziona, ma non si sa come né perché. Fantascienza? Balla colossale? Forse sì, forse no. Per provare a capirci qualcosa, però, dobbiamo raccontare la storia dall’inizio.
NESSUNO TOCCHI NEWTON
Tutto comincia svariati anni fa, quando lo scienziato inglese Roger Shawyer, direttore della Satellite Propulsion Research Ltd (SPR), inventa e realizza tramite la stessa compagnia un motore chiamato EmDrive, che può essere usato come thruster per fornire la spinta a satelliti e sonde spaziali. La peculiarità di EmDrive è che, per funzionare, non ha bisogno di propellente ma soltanto di elettricità. Questo è particolarmente sconvolgente se pensiamo che qualunque thruster per satelliti funziona a reazione, ovvero tramite il movimento della materia che viene espulsa dal motore stesso.
Qui, però, non c’è nessun movimento, e questo secondo la fisica “tradizionale” (quella che ci ha lasciato il buon Isaac Newton) non dovrebbe produrre alcuna spinta. Subito la comunità scientifica – e c’è da capirla – ha bollato la cosa come junk science (“scienza-spazzatura”). Il motivo? Semplice: EmDrive violerebbe uno dei cardini di tutta la dinamica newtoniana, il principio di conservazione della quantità di moto. Che per i nostri scopi possiamo tradurre così: non puoi far muovere un razzo nello spazio se il razzo non espelle qualcosa. Eppure Shawyer assicura che il suo motore non viola la conservazione della quantità di moto né altre leggi fisiche. Qui viene il punto più spinoso, perché il meccanismo di azione di EmDrive è solamente ipotetico e per giunta sconosciuto alla fisica nota.
EmDrive è fondamentalmente una cavità metallica asimmetrica dentro la quale una radiazione di microonde si propaga riflettendosi continuamente tra le pareti, in maniera risonante.
L’interazione tra le microonde e la cavità asimmetrica, considerando anche gli effetti relativistici del caso, provocherebbe una differenza di pressione ai due capi del motore, da cui avrebbe origine la spinta: questa, che ci si voglia credere o meno, è la spiegazione ufficiale data dalla SPR.
UNA QUESTIONE ANCORA APERTA
Nel 2010 alcuni scienziati della Northwest Polytechnical University, in Cina, provano a costruirlo per conto loro e ci riescono. Il loro motore riesce a produrre spinte fino a 720 millinewton: abbastanza per soddisfare le richieste dell’ingegneria aerospaziale. Ma il risultato ottenuto dai cinesi non è abbastanza per convincere la comunità scientifica in Occidente, che rimane scettica e sostiene che la spinta prodotta debba provenire da altri meccanismi. In fondo, non si può violare le leggi della fisica. Incuriosito dal risultato positivo ottenuto in Cina, lo scienziato americano di origine italiana Guido Fetta apre una società per produrre la propria versione di EmDrive, che chiama Cannae Drive. La spiegazione più plausibile per il funzionamento di Cannae Drive differisce da quella proposta da Shawyer: secondo questa teoria, le microonde reagirebbero con il cosiddetto “plasma virtuale”, ovvero coppie particelle-antiparticelle prodotte e riassorbite quasi istantaneamente dal vuoto quantistico (il minimo stato di energia possibile) in virtù del principio di indeterminazione di Heisenberg. Per dimostrare al mondo che il suo motore funziona davvero, Fetta convince la NASA ad analizzarlo.
E qui si arriva al 2014. Nei laboratori dello Johnson Space Center, cinque scienziati dell’agenzia spaziale americana esaminano da cima a fondo il motore di Fetta per otto giorni. Il verdetto? Cannae Drive funziona. Il 30 luglio di quest’anno la NASA pubblica un documento in cui si legge: “I risultati del test indicano che il dispositivo produce una forza che non è attribuibile ad alcun fenomeno elettromagnetico classico e può quindi potenzialmente dimostrare un’interazione [delle onde elettromagnetiche] con il plasma virtuale prodotto dal vuoto quantistico”. La forza prodotta è molto inferiore a quella trovata dai ricercatori cinesi (30-50 micronewton), ma l’hanno misurata. E non si sa ancora se la misura è attendibile, né si sa perché questa spinta ci sia. Il documento NASA dichiara esplicitamente che non intende entrare nel merito della questione, e si limita a descrivere i test e gli esperimenti effettuati su Cannae Drive.
Cosa dovremmo pensare di questa vicenda? Insomma, è una scoperta sensazionale, una bufala o è tutto frutto di qualche errore umano? È presto per dirlo. Anche sospendendo il giudizio sui risultati cinesi, se da un lato è improbabile che ci si possa fidare di Fetta (la sua biografia ufficiale non è nota, a parte una laurea in Ingegneria chimica che poco ha a che fare con la fisica quantistica e la costruzione di thruster per satelliti), dall’altro ci sono i sorprendenti risultati della NASA. Che però possono non essere corretti: basta ricordare il clamore che si generò per la scoperta dei neutrini superluminali del CERN nel 2011, prima che si scoprisse che la misura della loro velocità era affetta da un “banale” errore sistematico.
E SE FOSSE TUTTO VERO?
Per ora, giustamente, la NASA non si sbottona e mantiene un riservato silenzio in merito alla questione del “motore quantistico”. In attesa di saperne qualcosa di più possiamo provare a domandarci che cosa comporterebbe, ipoteticamente, l’introduzione di un motore di questo tipo. Innanzitutto c’è da dire che sarebbe inservibile per i veicoli a terra e per i velivoli, perché Cannae Drive ed EmDrive hanno bisogno del vuoto per operare. Tuttavia una tecnologia simile, se non si rivelasse un abbaglio, rappresenterebbe una vera e propria rivoluzione nel campo del volo spaziale.
In particolare renderebbe possibili i viaggi verso lo spazio profondo: con tali dispositivi i satelliti non dovrebbero trasportare il carburante necessario per i thruster. Le sonde potrebbero essere più leggere, tecnologicamente più avanzate e potrebbero contare su un’accelerazione continua. Facendo due conti, una sonda diretta a Marte (e dotata di un ipotetico Cannae Drive opportunamente funzionante) potrebbe giungere sul pianeta rosso in poche settimane. Proxima Centauri, la stella a noi più vicina, sarebbe raggiungibile in “appena” una trentina d’anni. Potrebbe iniziare una nuova era dell’esplorazione spaziale. Stando in ambito più accademico, la scoperta – se confermata – potrebbe anche portare a conoscenze del tutto nuove sulla fisica fondamentale e sul funzionamento del misterioso mondo quantistico. Vicende così complesse vanno valutate con grande attenzione, senza tifare per una fazione o per l’altra. Molte prove sperimentali e discussioni teoriche sono ancora necessarie per dirimere la questione. Qualunque sia il finale di questa storia, però, di una cosa possiamo essere sicuri: sarà avvincente.
Filippo Bonaventura
scienzainrete.it